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Fine vita un rebus

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Fine vita un rebus

Messaggioda Giovigbe il 16/09/2009, 13:08

Vorrei capire quanto le seguenti posizioni sono "condivise" dagli altri forumisti

L'ideale sarebbe commenti rapidi Si - NO

Posizione 1 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima.
In tal caso si ha la rinuncia all'“accanimento terapeutico”.
Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.


Posizione 2
Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte.


Posizione 3
Può essere accettato l'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni,
Ci sono uomini che usano le parole all'unico scopo di nascondere i loro pensieri. VOLTAIRE
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda franz il 16/09/2009, 13:19

Per me tre si.
Ma c'è anche da dire che rispetto al tema dell'alimentazione ed idratazione quelle tre posizioni c'entrano come il cavolo a merenda.
Quindi manca una quarta domanda (non contemplata dal catehismo, cosa che non ci dovrebbe assolutamente crucciare).

4)
E' lecito interrompere alimentazione ed idratazione artificale in casi di vita vegetativa permanente, se cosi' ha deciso l'interessato quando era ancora cosciente.

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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda Loredana Poncini il 17/09/2009, 8:40

Alla quarta domanda posta da Franz cerca di rispondere il Senatore PD, Presidente della Commissione Sanità del Senato, prof. Ignazio Marino, col suo libro "Nelle tue mani".
Come medico ospedaliero, e per 36 anni a tempo pieno, la lettura di questo libro, con "MEDICINA, FEDE, ETICA E DIRITTI", per sottotitolo, mi pone davanti tutte le tessere del rebus "Fine Vita", completando le mie esperienze e quesiti con le esperienze e la dimensione politica di Ignazio Marino.

P.s. La sua candidatura a Segretario Pd c'entra tantissimo con questo suo voler portare la democrazia anche nel SERVIZIO SANITARIO ITALIANO.

P.p.s. Proprio perché Vi stimo come persone che vogliono approfondire quanto ci è dato sapere, son certa che non scambierete il mio sincero contributo a questo forum, con la mia scelta di Marino come Segretario PD.
Sto evidenziando questo libro QUI per la chiarezza con cui Marino discerne i vari piani che entrano in gioco quando si deve decidere una questione di vita o di morte. Tutto il resto viene dopo.
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda franz il 17/09/2009, 9:02

Loredana Poncini ha scritto:Alla quarta domanda posta da Franz cerca di rispondere il Senatore PD, Presidente della Commissione Sanità del Senato, prof. Ignazio Marino, col suo libro "Nelle tue mani".

Ok, ma spero non si debba leggere un intero libro per conoscere la risposta di Marino.
Per quanto complesso sia un argomento, poi alla fine una decisione va presa e questa è un si oppure un no.
Io per esempio sono per rispondere affermativamente.
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda Loredana Poncini il 17/09/2009, 18:51

" La vita è di ognuno, i diritti sono di tutti. Il racconto in prima persona, profondamente umano e a tratti sconvolgente, di un medico che affronta le questioni ultime: le decisioni sui trapianti, il testamento biologico, i progressi tecnologici e la durata della vita."
E' la quarta di copertina del libro di Marino, un'articolata e documentata riflessione, intarsiata di esperienze personali.
Lo sto leggendo, e per rispondere alla quarta domanda di Franz, riporto un esempio che Marino fa, nel paragrafo " La legge contro", da pag.100 :
"Immaginiamo che un anziano di 85 anni, ammalato di tumore,scriva su un foglio che consegna al medico curante ed alla figlia di non voler essere nutrito artificialmente una volta che la malattia gli avrà fatto perdere la coscienza. ... Il medico dovrà dire ai familiari: 'Mi dispiace ma purtroppo vostro padre non aveva il diritto di scrivere queste cose, la legge non lo permette e io non le posso tenere in considerazione, anche se credo sarebbe la cosa giusta da fare '. "
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda franz il 17/09/2009, 20:11

Loredana Poncini ha scritto:'Mi dispiace ma purtroppo vostro padre non aveva il diritto di scrivere queste cose, la legge non lo permette e io non le posso tenere in considerazione, anche se credo sarebbe la cosa giusta da fare '. "

Affermazione condividibile, tuttavia dalle schede dell'Espresso, brillantemente rassunte da Pageca, vedo che anche gi altri candidati esprimono la stessa opinione.
Quindi sciogliere questo rebus, per quanto importantissimo per milioni di italiani, non scioglie quello sulla prossima segreteria del PD.
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda Loredana Poncini il 18/09/2009, 7:21

Una cosa, Franz, è rispondere ad un'intervista sulle candidature, un'altra combattere da anni perché anche l'Italia si doti di una legge, per quel che concerne il testamento biologico, più adeguata a quanto la tecnologia biomedica del 2009 permette.

Sì, tutti e tre i candidati hanno risposto "favorevole" aì "TEMI ETICI", ma solo Marino combatte da sempre come medico e dal 2006 come senatore , affinché siano applicati anche in Italia i nostri diritti civili in merito.

Inoltre, merita proprio aggiornarsi in merito leggendo "Nelle tue mani", per approfondire il rebus in oggetto.
Ricordo che i proventi del libro non vanno a finanziare la campagna elettorale dell'Autore, essendo devoluti a Imagine Onlus ( www.imagine.org ) , associazione no profit impegnata in progetti umanitari di tipo sanitario nei paesi in via di sviluppo e in attività di sensibilizzazione sull'etica della medicina.
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda franz il 18/09/2009, 9:11

Loredana Poncini ha scritto:Una cosa, Franz, è rispondere ad un'intervista sulle candidature, un'altra combattere da anni perché anche l'Italia si doti di una legge, per quel che concerne il testamento biologico, più adeguata a quanto la tecnologia biomedica del 2009 permette.

Sì, tutti e tre i candidati hanno risposto "favorevole" aì "TEMI ETICI", ma solo Marino combatte da sempre come medico e dal 2006 come senatore , affinché siano applicati anche in Italia i nostri diritti civili in merito.

Ovvio, uno è medico e gli altri no per cui il primo (e ci mancherebbe) deve anche fare i fatti e deve averli fati da tempo.
Marino, gli va dato atto, è uno dei medici in prima line su quei temi, come anche Veronesi.

Tornando al rebus di fine vita, sentiamo cosa dice il Tar del Lazio.


La sentenza del Tribunale Amministrativo afferma che "a nessuno può essere imposta
l'alimentazione forzata se esprime la volontà di interromopere terapie giudicate inutili"

E il Tar del Lazio sconfessa
la legge sul testamento biologico


ROMA - A nessuno, che sia cosciente o incosciente, possono essere imposte alimentazione e idratazione forzata e anche in caso di stato vegetativo un cittadino può esprimere ex post la propria volontà di interrompere terapie giudicate inutili, comprese proprio alimentazione e idratazione. Il Tar del Lazio - accogliendo un ricorso del Movimento difesa dei Cittadini all'ordinanza Sacconi emanata lo scorso anno, nei giorni del caso Eluana - boccia di fatto la legge sul testamento biologico già approvata alla Camera e al vaglio del Senato, nella quale si afferma che alimentazione e idratazione artificiali sono atti imprescindibili che il malato in stato vegetativo non può rifiutare tramite una dichiarazione anticipata di trattamento.

La sentenza. "I pazienti in stato vegetativo permanente - si legge nella sentenza - che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti".

E ancora: il paziente "vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi". Il Tar, nella sentenza n. 8560/09, ha evidenziato che si tratta di questioni che coinvolgono il "diritto di rango costituzionale quale è quello della libertà personale che l'art. 13 (della Costituzione, ndr) qualifica come inviolabile".

Il Tribunale amministrativo ha poi ricordato che è entrata in vigore la convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità che impone che venga loro garantito il consenso informato. Infine, ha sottolineato come il rilievo costituzionale dei diritti coinvolti escluda che gli stessi possano essere compressi dall'esercizio del potere dell'autorità pubblica.

La conseguenza è l'esclusione della giurisdizione del giudice amministrativo spettando, in caso di violazione dei principi richiamati dal Tar, al giudice ordinario garantire il pieno rispetto dei diritti della dignità e della libertà della persona.

LE REAZIONI

Il movimento difesa del cittadino. "Si tratta di una decisione estremamente importante - commenta l'avvocato Gianluigi Pellegrino che ha curato il ricorso per il Movimento Difesa del Cittadino - Il Tar infatti è giunto a individuare la giurisdizione del giudice ordinario proprio dopo aver sottolineato il carattere costituzionale e incomprimibile del diritto di scelta che ogni individuo ha con riferimento a qualsivoglia pratica e intervento che debba avvenire sul suo corpo". Secondo l'avvocato Pellegrino, in sostanza, il Tar sentenzia che "la volontà del paziente prevale su tutto, sia che la esprima a voce sia che sia espressa per iscritto o in altre forme".

Il ministro Maurizio Sacconi. "Se corrisponde al vero quanto contenuto in una nota che fa riferimento a una sentenza del Tar del Lazio sul caso di Eluana Englaro, questo rende di fatto ancora più urgente l'approvazione della 'norma Englaro'", sostiene il ministro del Welfare Maurizio Sacconi spiegando che la norma riguarderà "l'inalienabile diritto all'alimentazione e all'idratazione per offrire una certezza normativa coerente con l'articolo 2 della Carta costituzionale e con il riconoscimento del valore della vita che è presente nella tradizione largamente condivisa del nostro popolo".

Maurizio Gasparri (Pdl). "Su temi che riguardano la vita e la morte delle persone serve una norma di legge precisa e non la fantasia della giustizia amministrativa, che immaginiamo impegnata su temi più ordinari. Sarebbe ridicolo o forse agghiacciante se su un argomento così delicato la decisione definitiva fosse affidata al Tar".

Ignazio Marino (Pd). "La sentenza del Tar del Lazio chiarisce molte ambiguità che si erano create in occasione della drammatica vicenda di Eluana Englaro. Il Tar infatti afferma che non è possibile imporre l'alimentazione e l'idratazione artificiale a un paziente, nemmeno nel caso si trovi in stato vegetativo permanente".

Beppino Englaro. "Eluana vuol dire libertà pura in uno Stato di diritto. Non esiste nessuna 'norma Englaro': Englaro ha solo sollevato un problema davanti alla magistratura e ha avuto delle risposte, in primis mi riferisco alla sentenza della Corte Suprema di Cassazione", commenta Beppino Englaro dopo le dichiarazioni del ministro Sacconi.

Se la leggina voluta dal ministro dovesse vedere la luce, "si tratterebbe di un provvedimento anti-costituzionale, anti-medico e anti-scientifico, una vera e propria legge da Stato etico", afferma deciso Englaro, pur sottolineando di non voler entrare in polemica con il ministro. "Neanche lo Stato - sottolinea il papà di Eluana - può disporre della salute dei cittadini: si tratta di diritti inviolabili e costituzionalmente garantiti dall'articolo 2 della Carta, un articolo che afferma e garantisce i diritti dell'uomo, vera e propria chiave di volta di tutto il sistema costituzionale".

(17 settembre 2009)
www.repubblica.it
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Re: Fine vita un rebus

Messaggioda Robyn il 19/09/2009, 13:22

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Delle tre parti anche se derivano dal catechismo serve il ricalco laico Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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