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Respingimenti

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Re: Respingimenti

Messaggioda franz il 12/06/2009, 17:22

Audizione per il governo italiano, unico in Europa
chiamato a rispondere sulle condizioni dei lavoratori stranieri


L'Organizzazione internazionale del lavoro esprime dubbi anche sui respingimenti verso la Libia
Il ministro del Welfare Sacconi protesta formalmente e diserta la conferenza
di VITTORIO LONGHI

L'Ilo mette sotto accusa l'Italia "Migranti, violate le convenzioni"
GINEVRA - Dopo il governo panamense, prima di quello etiope. L'audizione del governo italiano alla 98° conferenza internazionale del lavoro si è tenuta ieri pomeriggio, terza in programma tra le audizioni di altri 24 paesi, di cui nessuno europeo. Il governo è stato chiamato dall'Organizzazione internazionale del lavoro, Ilo, a rispondere delle pesanti accuse di discriminazione verso i lavoratori migranti e perciò di violazione della convenzione 143, ratificata dall'Italia nel 1981, che invece ne promuove la parità di opportunità e di trattamento. Il comitato di esperti dell'agenzia Onu ha chiesto chiarimenti anche sul decreto sicurezza e sull'accordo con la Libia, misure che destano perplessità nella comunità internazionale.

La risposta del governo. Durante il dibattito, il direttore del dipartimento immigrazione al ministero del Welfare, Giuseppe Silveri, non ha risposto in merito alla convenzione 143 e ha detto subito di trovare "ingiuste" le osservazioni del comitato di esperti Ilo. Ha elencato invece i progetti finanziati per l'integrazione delle minoranze Rom e Sinti, ha parlato delle ispezioni per contrastare il lavoro nero e dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, Unar, governativo che ha aperto una pagina web per le denunce di discriminazione. Sul decreto sicurezza e sul reato di clandestinità, Silveri ha ripetuto, tentando di rassicurare, che "ancora non si tratta di una legge, il testo è in discussione, è stato più volte modificato e potrebbe esserlo di nuovo". "Perciò - ha concluso - non si possono fare commenti". Anche la rappresentante di Confidustria, Stefania Rossi, ha voluto a sottolineare che "le osservazioni del comitato di esperti non tengono conto della realtà delle imprese italiane", esprimendo totale "apprezzamento per l'azione e l'impegno del governo in materia di immigrazione". E oggi si è appreso che il ministro Maurizio Sacconi non parteciperà alla conferenza la prossima settimana, come previsto. Sembra che lo stesso Sacconi - che tra l'altro è stato direttore dell'Ufficio italiano dell'Ilo dal 1995 al 2001 - abbia protestato formalmente con l'Organizzazione per la convocazione.

Le accuse all'Italia. A marzo l'Ilo aveva pubblicato il rapporto annuale degli esperti e dal documento emergeva chiaramente che in Italia gli immigrati, sia regolari sia irregolari, sono vittime di discriminazione non solo in forma diretta, con trattamenti differenziati nel lavoro, ma anche indiretta, per il clima di evidente razzismo diffuso nel paese, specialmente nei confronti di romeni, Rom e Sinti. Accuse che nei mesi scorsi si sono sommate alle preoccupazioni del Consiglio d'Europa e per la crescente xenofobia e alla contrarietà ai respingimenti verso la Libia espressa dall'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati.

La denuncia del sindacato. Sulla base di quel rapporto sono stati poi Cgil, Cisl e Uil a portare in discussione il caso italiano alla conferenza "tripartita" dell'Ilo costituita da rappresentanti dei governi, delle imprese e dei sindacati. "In generale, le discriminazioni dei migranti regolari - ha spiegato nel suo intervento Leopoldo Tartaglia, a nome delle tre confederazioni - vanno dall'accesso ai posti pubblici, negati a chi non ha cittadinanza italiana, al trattamento economico (il 40% in meno rispetto agli italiani), fino al mancato utilizzo dei titoli di studio conseguiti all'estero, perché non riconosciuti".

Discriminati sul lavoro. In particolare, la convenzione 143 dice che quando un migrante viene trovato a lavorare in condizione di irregolarità "deve avere parità di trattamento nel rispetto dei diritti che emergono da un lavoro svolto, rispetto al compenso, ai contributi e ad altri benefici". Invece, secondo i sindacati, nella pratica a un "clandestino" non è garantito il diritto alla remunerazione, tanto meno ai contributi previdenziali, visto che la denuncia si traduce spesso in un'espulsione. Non solo. Il trattato internazionale stabilisce che i migranti regolarmente occupati e residenti "non possono essere considerati irregolari per il solo fatto di avere perso il lavoro, cosa che non può implicare il ritiro del permesso di soggiorno", come invece prevede la Bossi-Fini dopo sei mesi di disoccupazione.

L'accordo con la Libia. Durante l'audizione il presidente del gruppo internazionale dei sindacati, Luc Cortebeck, ha definito le risposte del governo italiano "insufficienti" e ha ripetuto alcune delle richieste di chiarimento già rivolte dal comitato di esperti. Tra queste, anche quella sull'accordo con la Libia, dato che la convenzione 143 prevede misure di protezione per le vittime di abusi e traffico di esseri umani. Entro settembre il ministero del Lavoro italiano dovrà fornire all'Ilo "informazioni sugli sviluppi legislativi che riguardano la protezione dei migranti vittime di abusi e di sfruttamento, così come l'istituzione di una commissione che individui azioni di contrasto alla violenza e allo sfruttamento dei migranti". Difficile dire come l'Italia potrà spiegare la politica dei respingimenti sommari previsti dall'accordo.

(12 giugno 2009)
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Onu contro i respingimenti: violano diritto internazionale

Messaggioda franz il 14/09/2009, 16:08

citato il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra Libia, Malta e Italia
L'Onu contro i respingimenti:
«Violano il diritto internazionale»

L'Alto Commissario Pillay: «In molti casi le autorità respingono i migranti come stessero respingendo rifiuti»

GINEVRA - «In molti casi, le autorità respingono i migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi»: è netta la presa di posizione dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay sui respingimenti. Nel testo del suo discorso inaugurale alla 12esima sessione del Consiglio dell'Onu dei diritti umani, che sarà pronunciato martedì e anticipato a Ginevra, Pillay cita il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra la Libia, Malta e Italia, ad agosto e menzione in generale la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi, nell'Oceano indiano ed in altri tratti di mare. Quindi l'Alto Commissario denuncia le politiche nei confronti degli immigrati, «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale».

«BASTA CRIMINALIZZARE I CLANDESTINI» - «La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare. Oggi - aggiunge - partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d'aiuto, in violazione del diritto internazionale».

14 settembre 2009
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Re: Respingimenti

Messaggioda franz il 16/09/2009, 15:08

Ieri sera a Vespa a Vespa, Berlusconi, nella sua prosopopea, ha per l'ennesima volta difeso la politica governativa dei rispengimenti in mare, sostenendo che è conforme al diritto internazionale.
Ha affermato che i barconi trovati nel limite delle acque territoriali vengono accolti negli appositi centri e che legittimamente quelli fuori delle acque territoriali vengono scortati ai luoghi di provenienza.
Berlusconi, sotto ricatto leghista ....e piu' è debole e più è sensibile ai ricatti, tenta di accreditare che questa politica è conforme al diritto internazionale.

Invece non è vero. Il respingimento non puo' essere fatto versi paesi in cui la vita del rifugiato può essere in pericolo.
Soprattutto non puo' essere effettuiato verso paesi che non hanno ratificato la convenzione sui diritit dei rifugiati politici.
E la Libia è uno di questi. Ecco perché i respingimenti sono illegali. La Libia non è un paese terzo affidabile.
Il fatto per me più preoccupante tuttavia non è la falsità delle tesi governative (non sono una novità) ma il fatto che alcuni sondaggi danno anche nell'elettorato di centro sinistra e sinistra un discreto gradimento per le politiche di respingimento.

Franz


Ecco cosa prevedono le norme internazionali sui respingimenti
Del respingimento di rifugiati o richiedenti asilo si occupano più convenzioni e accordi internazionali, che lo vietano. In particolare, la questione è trattata dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951, dal Protocollo del 1967, dalla Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, dalla Convenzione ONU contro la Tortura e dalla Convenzione Europea sulla Protezione dei Diritti Umani.

La convenzione di Ginevra del '51
- All'art 33, stabilisce che "nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche". Ciò non vale nei confronti del rifugiato che "per motivi seri debba essere considerato un pericolo per la sicurezza del paese in cui risiede". L'obbligo di non-respingimento per gli Stati non comporta alcuna limitazione geografica e si applica "a tutti gli agenti statali nell'esercizio delle loro funzioni all'interno o all'esterno del territorio nazionale".

I divieti - E' vietata, quindi, non solo l'espulsione dal territorio di uno Stato ma anche il respingimento alle frontiere dello Stato o il rinvio o l'accompagnamento verso il luogo di temuta persecuzione. Inoltre, nel caso di persone che affrontano un viaggio via mare, il principio di non-respingimento si applica all'interno delle 12 miglia di acque territoriali, così come nelle acque contigue, in mare aperto e nelle acque costiere di paesi terzi. Il rinvio diretto di un rifugiato o di un richiedente asilo verso un paese nel quale teme di essere perseguitato non rappresenta l'unica forma di respingimento. Anche il rinvio indiretto verso un paese terzo che potrebbe successivamente inviare la persona verso il paese di temuta persecuzione costituisce respingimento, ed in questo caso entrambi i paesi sarebbero ritenuti responsabili.

Cosa stabilisce la convenzione - Nessun richiedente asilo dovrebbe essere rinviato verso un paese terzo che non possa garantire criteri base di protezione quali l' osservanza del principio di non-respingimento, l'impegno ad esaminare in maniera imparziale ed obiettiva la domanda di asilo della persona e la capacità e volontà di fornire efficace protezione in tutti i casi competenti.
14 settembre 2009
http://notizie.tiscali.it/articoli/poli ... i_234.html
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Re: Respingimenti

Messaggioda ranvit il 16/09/2009, 15:14

franz : "Il fatto per me più preoccupante tuttavia non è la falsità delel tesi governative (non sono una novità) ma il fatto che alcuni sondaggi danno anche nell'elettorato di centro sinistra e sinistra un gradimento per le politiche di respingimento. "

E' il risultato dell'eccessiva tolleranza avuta per anni verso gli ingressi di clandestini. Tolleranza che ha trasformato la necessità di una prima accoglienza per le verifiche di identità e motivazioni con la pressochè totale accoglienza di tutti.
Una vera barzelletta infatti le decisioni di espulsione senza il controllo e la verifica dell'effettivo allontanamento dal ns Paese.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Respingimenti

Messaggioda pierodm il 17/09/2009, 0:25

No Ranvit, ti sbagli: insisti ostinatamente a ripetere questa cosa, e bisogna essere ostinati quanto te nel respingerla - non tanto per te personalmente, ma perché è un veleno che purtroppo si diffonde facilmente, come tutte le idee sbagliate.

Questi atteggiamenti e queste leggi hanno preso piede grazie alla vergognosa e lucida demenza leghista, alla sua martellante propaganda.
Non è nemmeno il caso di andare a cercare "le cause" di un fenomeno come questo, come se certe stronzate avessero davvero una genesi intellettuale: nella fattispecie, la causa ancestrale di un persistente, sotterraneo fascismo.
Il fenomeno trova in se stesso la propria causa e la propria identità: non è pensiero, ma puro comportamento.
La xenofobia è tale perché le persone si atteggiano a xenofobe. Il razzismo è tale perché le persone si atteggiano a razziste. Una massa di gente ripete a pappagallo quello che sente da altri, dai giornali, dalla Tv: molti non si rendono nemmeno conto di quello che dicono, e del perché lo dicono. Molti si ascoltano parlare e sono rassicurati dal fatto che l'eco delle proprie parole è simile a quello che sentono in televisione.
Non è vero che dietro certi atteggiamenti ci sia la paura - fondata o infondata che sia - perché dietro a quelle parole, a quelle facce indignate, non c'è niente. Niente. Dietro c'è il vuoto. Un vuoto riempito di chiacchiere.

Il discorso sulla qualità, sull'efficacia delle politiche sull'immigrazione della sinistra è un argomento serio, ma lontano anni luce dalle menti vuote di razzisti e xenofobi inconsapevoli, i quali non sanno niente di quelle politiche giuste o sbagliate, e nemeno delle politiche fatte da Bossi e dal governo Berlusconi.

Io francamente ho l'impressione che non ci rendiamo conto - nemmeno noi qui, nel forum - di quale e quanto grave danno sia stato fatto alla già cagionevole e malaticcia cultura diffusa di questo paese da vent'anni di demenza televisiva e di martellanti stronzate amplificate dalla comunicazione.
A me capita sempre più spesso di trovarmi di fronte a persone che non sono in grado di fare un ragionamento sensato: non dico di pensarla come me, ci mancherebbe altro, ma di mettere in fila un elementare sillogismo, una concatenazione di giudizi per cui se A è uguale a B e B è uguale a C, A è uguale a C, qualunque valore vogliano dare ad A, B o C.
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Re: Respingimenti

Messaggioda franz il 17/09/2009, 9:16

pierodm ha scritto:No Ranvit, ti sbagli: insisti ostinatamente a ripetere questa cosa, e bisogna essere ostinati quanto te nel respingerla - non tanto per te personalmente, ma perché è un veleno che purtroppo si diffonde facilmente, come tutte le idee sbagliate.

Questi atteggiamenti e queste leggi hanno preso piede grazie alla vergognosa e lucida demenza leghista, alla sua martellante propaganda.
Non è nemmeno il caso di andare a cercare "le cause" di un fenomeno come questo, come se certe stronzate avessero davvero una genesi intellettuale: nella fattispecie, la causa ancestrale di un persistente, sotterraneo fascismo.
Il fenomeno trova in se stesso la propria causa e la propria identità: non è pensiero, ma puro comportamento.
La xenofobia è tale perché le persone si atteggiano a xenofobe. Il razzismo è tale perché le persone si atteggiano a razziste. Una massa di gente ripete a pappagallo quello che sente da altri, dai giornali, dalla Tv: molti non si rendono nemmeno conto di quello che dicono, e del perché lo dicono. Molti si ascoltano parlare e sono rassicurati dal fatto che l'eco delle proprie parole è simile a quello che sentono in televisione.
Non è vero che dietro certi atteggiamenti ci sia la paura - fondata o infondata che sia - perché dietro a quelle parole, a quelle facce indignate, non c'è niente. Niente. Dietro c'è il vuoto. Un vuoto riempito di chiacchiere.

Il discorso sulla qualità, sull'efficacia delle politiche sull'immigrazione della sinistra è un argomento serio, ma lontano anni luce dalle menti vuote di razzisti e xenofobi inconsapevoli, i quali non sanno niente di quelle politiche giuste o sbagliate, e nemeno delle politiche fatte da Bossi e dal governo Berlusconi.

Io francamente ho l'impressione che non ci rendiamo conto - nemmeno noi qui, nel forum - di quale e quanto grave danno sia stato fatto alla già cagionevole e malaticcia cultura diffusa di questo paese da vent'anni di demenza televisiva e di martellanti stronzate amplificate dalla comunicazione.
A me capita sempre più spesso di trovarmi di fronte a persone che non sono in grado di fare un ragionamento sensato: non dico di pensarla come me, ci mancherebbe altro, ma di mettere in fila un elementare sillogismo, una concatenazione di giudizi per cui se A è uguale a B e B è uguale a C, A è uguale a C, qualunque valore vogliano dare ad A, B o C.
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Re: Respingimenti

Messaggioda franz il 17/09/2009, 9:17

pierodm ha scritto:No Ranvit, ti sbagli: insisti ostinatamente a ripetere questa cosa, e bisogna essere ostinati quanto te nel respingerla - non tanto per te personalmente, ma perché è un veleno che purtroppo si diffonde facilmente, come tutte le idee sbagliate.

Piero, prova a pernsare per un attimo, anche solo per un attimo, poi ti riprendi, che potresti sbagliarti tu.
Il problema qui non è il razzismo e fascismo della lega, dato consolidato, ma il fatto che anche a sinistra (lo ripeto meglio: a s-i-n-i-s-t-r-a) c'è un forte gradimento di queste politiche governative di respingimento selvaggio. Tanto che il gradimento appare superiore nella sinistra arcobaleno o radicale rispetto al PD (vedere sondaggio che avevo postato mesi fa e già era stato discusso).
Ora io posso anche sorpassedere sulla cause di una simile posizione a destra ma ritengo sia lecito interrogarsi sul paese e sulla sinistra.
Ranvit tenta una spiegazione. La reazione a politiche lassiste.
E' una tesi che è stata impiegata anche per spiegare quello che era successo in Austria ai tempi di Haider.
Verosimile. Ma ovviamente non vale come giustificazione. Vale solo come spiegazione.
Sarebbe come a dire che dopo anni di giustizia lassista potremmo spiegarci un eventuale ricorso crescente al linciaggio?
Forse si, forse no, ma questo potrebbe spiegare solo le reazioni di un popolo di destra, non del popolo di sinistra.
In questo senso la spiegazione di ranvit non mi convince e nemmeno la tua.
A meno che non si voglia concludere che anche il popolo della sinistra radicale è, su certi temi, un popolo tendenzialmente di destra.

Franz
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Re: Respingimenti

Messaggioda pierodm il 17/09/2009, 14:53

Non solo ci penso adesso, ma al problema del rapporto tra cultura di massa e politica ci penso da almeno vent'anni - o sono trenta?, ormai ho perso il conto.
In tutto questo tragitto ho attraversato diverse fasi, alcune molto "sociologiche", altre più strettamente politico-ideologiche, e le ritengo tutte portatrici di elementi interessanti e utili alla comprensione del fenomeno - fenomeno complesso, che non ha una sola spiegazione definitiva.
Ma allo stesso tempo non ho mai perso di vista l'esperienza concreta e diretta: le facce, le parole, gli atteggiamenti delle persone in carne ed ossa che capita d'incontrare nella vita quotidiana.

Mai come adesso da questo contatto diretto con la realtà ho ricavato l'agghiacciante sensazione di ignoranza, di vuoto mentale ed esistenziale, di una dilagante idiozia che affligge un gran numero di persone: di una resa ormai incondizionata al luogo comune e al conformismo del "pensiero unico comunicativo".
Un fenomeno che conosce un relativo freno soltanto sui temi di carattere più strettamente politico, grazie al condizionamento pregresso di tipo ideologico-affettivo, e che riguarda soprattutto coloro che avevano creduto con più intensità ai rispettivi impianti etico-estetici di stampo socialista, o fascista, o democristiano.
Freno che non sussiste per tutto ciò che fluttua nella sfera esistenziale e civile, benché abbia pesanti risvolti politici, come appunto la questione degl'immigrati.
Che anche a sinistra, quindi, si abbia un varietà di posizioni a riguardo non mi meraviglia: del resto - nonostante mi sia stata spesso attribuita l'idea stupida che a sinistra regni la certezza della "verità" urbi et orbi - non ci sono ragioni per cui il degrado intellettuale implicito nella democrazia di massa post-consumistica sia selettivo sulla base dell'appartenenza di partito.
Ma c'è semmai da notare che - a proposito di partito - con l'avvento della "nuova politica" èvenuto a mancare, anzi diciamo che è stato sceintemente sopresso, il concetto stesso di partito-guida, ossia di partito che incanala ed "educa" le spinte viscerali presenti spontaneamente nel "popolo".
Una volta affermatasi l'idea di una democrazia totalitaria, basata unicamente sul momento elettorale, insieme con il populismo si affermano anche tutti i suoi allegati collaterali: le pulsioni istintuali individuali sono lasciate libere di fluttuare senza riferimenti ideologici, senza un quadro politico di riferimento, senza una piattaforma comune di compromesso sociale, senza una riflessione sulle finalità.
L'unica aggregazione che rimane è quella data dalla comunicazione di massa, ed è questa a prevalere in termini di opinioni e d'idee pre-formate sulle aggregazioni evanescenti che si evincono dai dati elettorali.
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Re: Respingimenti

Messaggioda franz il 17/09/2009, 16:10

pierodm ha scritto:Che anche a sinistra, quindi, si abbia un varietà di posizioni a riguardo non mi meraviglia: del resto - nonostante mi sia stata spesso attribuita l'idea stupida che a sinistra regni la certezza della "verità" urbi et orbi - non ci sono ragioni per cui il degrado intellettuale implicito nella democrazia di massa post-consumistica sia selettivo sulla base dell'appartenenza di partito.
Ma c'è semmai da notare che - a proposito di partito - con l'avvento della "nuova politica" èvenuto a mancare, anzi diciamo che è stato sceintemente sopresso, il concetto stesso di partito-guida, ossia di partito che incanala ed "educa" le spinte viscerali presenti spontaneamente nel "popolo".

È venuto a mancare perché del tutto inutile, privo di risultati.
Magari 30 anni fa ci si poteva credere ma a Mosca c'è stato un "partito guida" per 70 anni, che ha tentato di educare ed incanalare. Senza esito. Anche il partito fascista aveva questa ambizione di partito guida ma an che qui il risultato non è stato "brillante".

Le persone hanno dei valori (o disvalori) e li hanno dall'infanzia, al massimo dall'adolescenza.
Educano i genitori, educa la scuola. Non il partito. Non le chiese. Al massimo indottrinano.
Querste cose avvengono prima della maturità. Pochissimi possono cambiare dopo.
pierodm ha scritto:Una volta affermatasi l'idea di una democrazia totalitaria, basata unicamente sul momento elettorale, insieme con il populismo si affermano anche tutti i suoi allegati collaterali: le pulsioni istintuali individuali sono lasciate libere di fluttuare senza riferimenti ideologici, senza un quadro politico di riferimento, senza una piattaforma comune di compromesso sociale, senza una riflessione sulle finalità.
L'unica aggregazione che rimane è quella data dalla comunicazione di massa, ed è questa a prevalere in termini di opinioni e d'idee pre-formate sulle aggregazioni evanescenti che si evincono dai dati elettorali.

Le pulsioni istintuali individuali sono frutto dell'educazione nell'infanzia e di povertà di valori ricevuti dalla famiglia, dalla scuola, dalla società. Date queste premesse non vedo come potrebbe essere diverso il nostro paese.
Esso pero' non è tutto cosi', da Palermo a Bolzano. E non tutti i paesi sono cosi', dalla Svezia al Portogallo.
E' facile generalizzare; la cosa piu' difficile e analizzare e vedere che la "democrazia totalitaria" puo' essere definita tale in tanti paesi ma la Germania non è l'Italia (come sensibilità sui respingimenti) e la Svezia non è la Padania, quanto a razzismo. Quindi ci sono differenze ed è studiando quelle che si puo' tentare di capire come uscire dalla notte del pessimismo. Tra l'altro la germania ha molti piu' immigrati di noi ed ha fatto una politica di porte aperte per molti decenni eppure la popolazione non ha reagito come reagisce la nostra.

Franz
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Re: Respingimenti

Messaggioda ranvit il 17/09/2009, 18:18

Vorrei tranquillizzare pierodm : il mio standard è vedere la televisione dalle 21 alle 22.15 quando vado a dormire (di solito Ncis, Csi, La Squadra, Montabano, Coliandro).....qualche volta vedo Omnibus al mattino, qualcosa di sport (tipo ciclismo quelle rare volte che lo fanno....del calcio me ne strafotto).

Come vedi caro piero è praticamente difficile che la Tv possa condizionarmi....

In compenso pero', faccio la spesa tutte le mattine, leggo giornali tipo Repubblica, Corriere della Sera, Il Mattino di Napoli, oltre a tante altre cose su internet....

Per il resto, vivo in mezzo alla gente, mi muovo con i mezzi pubblici, non frequento "salotti" di nessun genere..."buoni! o "intellettuali" o "politici".


Piuttosto, tu mi preoccupi (non come singolo ma come esponente di un mondo di sinistra fatto di persone che "stanno bene" e che continua a non capire le problematiche della vita quotidiana della gente.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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