Dal corriere.it :
Bossi e "Il Giornale" attaccano Fini
Il ministro delle Riforme contro il presidente della Camera: «Il voto agli immigrati? È matto»
TORINO - «L'è matt». Tradotto dal dialetto varesotto: «È matto». Il giudizio tagliente su Gianfranco Fini è di Umberto Bossi e l'argomento è il voto agli immigrati alle elezioni amministrative, un tema che il presidente della Camera ha nella sua agenda sin dal 2003 e che ha recentemente rilanciato. Il giudizio è stato espresso dal leader della Lega Nord a Torino, alla festa del partito, come riportato dalla Stampa.it.
FELTRI - Ma quella del Senatùr non è l'unica frecciata rivolta a Fini, che negli ultimi mesi è parso in disaccordo con la Lega e talvolta anche con il suo partito, il Pdl, su alcuni temi (come sicurezza e testamento biologico). Tra gli attacchi più decisi c'è quello di Vittorio Feltri: «Rientra nei ranghi - scrive il direttore de "Il Giornale" - non rischierai più di essere ridicolo come lo sei stato negli ultimi tempi». Feltri punta il dito contro quelle che chiama 'virate'. «Sei ancora di destra o da quella parte ti sei fatto superare da Berlusconi? Non è una domanda provocatoria. Nasce piuttosto da una constatazione. Sulla questione degli immigrati parli come un vescovo. Sul testamento biologico parli invece come Marino, quello della cresta sulle note spese dell'Università da cui è stato licenziato». Secondo il direttore del "Giornale", Fini ha in mente una strategia. «Ti sta a cuore la simpatia della sinistra che non sai più come garantirti. Il motivo si può intuire, se sbaglio correggimi. Miri - conclude Feltri - al Quirinale perché hai verificato che la successione a Berlusconi avverrà con una gara cui è iscritta una folla».
FARE FUTURO - A Feltri replica Alessandro Campi, politologo e direttore scientifico di 'FareFuturo', la fondazione di cui Fini è presidente: «È ridicolo accusare Fini di essere ambizioso. Tutti i politici lo sono. Ed è ridicolo accusarlo di non essere di destra: Fini lo è, ma il suo modo di intendere la destra è diverso da quello di Feltri». «Si tratta della prosecuzione della campagna di stampa che ha avviato il 'Giornale' contro quelli che si ritiene siano gli avversari diretti o indiretti, interni o esterni, reali o supposti del Cavaliere e di questo governo - dice Campi all'Adnkronos-. Il tutto all'interno di una strategia che da un lato punta a blindare Berlusconi da pettegolezzi e attacchi, dall'altro rischia di renderlo prigioniero dei suoi pretoriani».
MELONI E RONCHI - Anche il ministro Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, difende il presidente della Camera: «Anche quando non si è d'accordo, e a me è capitato più di una volta di non essere d’accordo con Fini, ci si deve rispettare. Ma credo che si debbano rispettare tutti quelli che hanno il coraggio di esprimere le posizioni più diverse, da cui nasce un confronto che porta a una sintesi e serve a crescere». Per il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi, «Fini è un leader coraggioso della Casa delle libertà, è il cofondatore del nuovo partito ed esprime una sensibilità che ha piena cittadinanza nel popolo del centrodestra».
07 settembre 2009