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Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda mariok il 31/08/2009, 12:48

Ieri ho visto anche la registrazione dell'intervista a Genova di Marino.

Al pari delle altre due interviste (a Franceschini e Bersani) nessun accenno nè nelle domande (presumibilmente concordate) nè nelle risposte alla corruzione ed alla cosiddetta "questione morale".

Penso che questo sia un punto ineludibile, dal quale discendono tutti gli altri: un partito che non ha il coraggio di affrontare il problema del degrado della politica in numerose realtà e di pratiche ampiamente diffuse, non ha l'autorevolezza per impedire il riproporsi di candidature tipo quella di Bassolino.

Se manca questa autorevolezza e questo coraggio di por mano, innanzitutto con il buon esempio, ad un'opera di profonda pulizia, lo stesso Marino, che pure vorrebbe rappresentare un elemento di rottura con l'attuale sistema di potere, non può che dire che sulle candidature di Bassolino e Loiero devono pronunciarsi i campani ed i calabresi attraverso le primarie.

Affermazione, sul piano formale, ineccepibile ma che non può costituire l'alibi per lavarsi le mani del problema del modo (scandaloso anche a prescindere dal codice penale) con cui in numerosi casi sono amministrate le nostre regioni.

Nè basta l'ambiguità delle solecitazioni di Franceschini di guardare al "futuro", senza specificare di quale futuro parliamo e soprattutto di quale passato occorre liberarsi.
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Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda franz il 31/08/2009, 13:41

pierodm ha scritto:Piuttosto, mi colpisce la frase di Franz: Io non lo voterei ma non sono un residente campano. Non mi compete.
Mi sembra che questa sia una petizione di coerenza con la nota posizione federalista e localista franzese: viene da chiedersi allora perché Franz ne parla. Evidentemente c'è qualcosa che gli compete in questa faccenda, e che compete anche a chi non è "residente campano".

In effetti è petizione di coerenza affermare che una cosa non compete. E dirlo.
Anche il presidente della repubblica recentemente ha detto che una certa cosa non gli competeva.
Ma perché ne parla allora, gli avrebbe chiesto un pierodm di passaggio?
Perché discutendo, il caso viene fuori e se uno non dice che non gli compete, nessuno lo saprà mai.
Quindi per principio di competenza dico che non mi compete e per volontà di comunicazione lo affermo pubblicamente.
Inoltre il principio di non competenza è un principio di ordine generale per cui affermarlo non è il contraddizione con la sua appicazione pratica (in un dato luogo).
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Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda mariok il 31/08/2009, 23:38

Ricordiamocelo. Chissà se avremo ancora occasione di vedere interventi come questo.

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Vincenzo De Luca : In Campania si deve cambiare.

Messaggioda ranvit il 04/09/2009, 18:12

Da ilmattino.it :

«In Campania si deve cambiare. Non resto a guardare»

SALERNO (4 settembre) - Evita qualsiasi riferimento interno. Ma si lascia scappare: «Non starò a fare contemplazione». È il passaggio più spinto che Vincenzo De Luca riserva all’attesa di un sì o un no secco rispetto alla sua richiesta di una discesa in campo per le regionali. Che lui non sia «uno di contemplazione» appare fin troppo chiaro quando si spinge alla fine a lanciare una sfida che appare qualcosa di più di un generico programma di governo: mandare a casa le sacche improduttive in questi anni addensatesi attorno alla regione Campania. Un suo cavallo di battaglia che è anche uno slogan attualissimo in un’eventuale campagna elettorale. Non si sbilancia, invece, e non scende in campo nella contesa congressuale nel suo partito. Anche il giorno dopo aver ricevuto i complimenti di Dario Franceschini, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, non si fa sedurre dalle parole del segretario uscente sulla sua capacità amministrativa di Salerno città. E alla vigilia del tour congressuale per la mozione Bersani, che sarà a Salerno il 19 settembre prossimo, continua ad osservare il silenzio, come se volesse preservare un pensiero sul futuro rispetto alle accelerazioni inevitabilmente polemiche della contesa interna.

L'ultimo riconoscimento al lavoro positivo da lei svolto quale sindaco di Salerno è firmato dal segretario nazionale uscente del Pd Dario Franceschini. Rispetto anche ai tempi congressuali c'è da attendersi novità sugli schieramenti interni?

«C’è da attendersi che il congresso si colleghi sempre di più ai problemi dell’Italia e del Sud. E sempre meno a logiche di schieramenti magari prevalenti sulle esigenze di chiarezza e di coerenza. Il meccanismo congressuale è defatigante e tale da snervare chiunque. Cerchiamo di non diventarne vittime».

L'attenzione positiva del segretario nazionale sul suo lavoro amministrativo le conferisce anche una nuova facoltà, quella di poter essere individuato come uomo forte, "pontiere" per l'unità del Pd in Campania?

«Se c’è una regione nella quale la ricerca di unità e solidarietà politica interna è necessaria, questa è la Campania. Dico di più: è talmente pesante la nostra situazione, sono così complessi i problemi da affrontare, che dovremo pensare a forme ”di solidarietà nazionali”. Il presupposto è dire con chiarezza per quali obiettivi di merito ci si batte e rompere le logiche di fazione o di notabilato».

Il giudizio del segretario nazionale Franceschini, per la Campania, è netto: "Bisogna voltare pagina". Lo condivide oppure no questo giudizio?

«Si chiude una lunga fase politica. che ha visto un nostro ruolo di governo e di vaste responsabilità istituzionali. Valuteranno gli storici le luci e le ombre di questa esperienza. Oggi è assolutamente necessario dare vita ad una nuova stagione politica e dare ai cittadini il senso di un nuovo inizio. Occorre ricostruire una speranza che oggi vedo quasi del tutto spenta».

Elezioni Regionali 2010. In che misura il dibattito congressuale del Pd influirà sull'appuntamento elettorale? «Nella misura in cui sui capitoli fondamentali di un programma di governo dirà parole chiare e utili a migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente».

Che ruolo immagina per Lei alle Regionali? Grande elettore o diretto protagonista? «Vedremo al momento opportuno di sicuro non farò contemplazione».

Nel Pd c'è chi dice: si è conclusa la fase politica della solitaria autosufficienza. Quale spettro di movimento politico immagina per un centrosinistra geneticamente rinnovato, in grado di superare anche l'ipotesi "facciamo tutto noi"?

«Non apprezzo le forzature caricaturali. ci sono accentuazioni diverse nel Pd ma nessuno immagina solitarie ”autosufficienze”. significherebbe condannarsi all’inesistenza politica. E’ perfino banale dire che occorre una base programmatica condivisa e anche un metodo di coalizione che escluda il potere di ricatto di chiunque. Il ventaglio delle alleanze è definito dalle coerenze di programma, non da presupposti ideologici. Questo vale anche per la Campania. Qui di più, credo, che peserà anche per le alleanze la forza e la nettezza con cui proporremo l’apertura di una nuova stagione politica con elementi percepibili di discontinuità».

Ipotesi: il Pd decide di affidare al sindaco della seconda città della Campania, riconosciuto ed elogiato perfino da settori della Lega, la definizione di un programma di governo della Campania quali sarebbero i cinque punti di una "credibile proposta di qualità", come spesso ama dire?

«Abbiamo punti programmatici obbligati. ed in primo luogo rispetto a questi che dovremo rendere chiara una linea di innovazione profonda: sanità, gestione dei fondi europei, problema rifiuti. Non c’è molto da spiegare, io credo, per qualche aspetto siamo alla preistoria. E poi, una sburocratizzazione generale (degli apparati e delle procedure a volte demenziali). E ancora, dieci progetti integrati di sviluppo territoriale da cui ricavare lavoro e non assistenza. E ci aggiunga pure un punto simbolico: tutti i ”consulenti” a casa in 24 ore».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda pagheca il 04/09/2009, 18:38

Quello che mi lascia in dubbio del discorso di mario e' piuttosto questa fiducia illimitata nel fatto che sia necessario e sufficiente cambiare una legge per diffondere moralita'. Secondo me questa e' una fissa molto italiana, ma non ci si rende conto che una legge difficilmente riesce ad attivare un meccanismo - come si dice - virtuoso, mentre di solito complica le cose, rende il tutto farraginoso etc.

Tra l'altro, mettere troppe condizioni perche' una persona possa essere eletta e' molto pericoloso. E' una cosa ben nota. Non dobbiamo dimenticare che a quel punto si rischia che per eliminare un avversario politico lo si incastri in qualche modo...

Insomma, mi spiace, ma non c'e' niente da fare: al di la' di quello che e' scritto nella legge, ci deve essere un'etica diffusa e condivisa, cosa che mi pare non accada molto nel nostro caro paese. Se questa non esiste, c'e' poco da fare. Bassolino se ne deve andare per incapacita', perche' coinvolto in diverse storie poco chiare E perche' c'e' bisogno di gente nuova. Non ci sono contraddizioni in tutto questo.

pagheca

p.s. il caso di corruzione che ha colpito il parlamento inglese, per esempio, non era dovuto a veri e propri reati, ma a comportamenti considerati "inappropriati", anche se perfettamente legali. Ciononostante la gente ha protestato vivacemente e costretto i partiti a darsi delle regole molto piu' restrittive di quello che prevede la legge e ha portato alla dimissione e alla fine della carriera politica personaggi che avevano spesa qualche sterlina di troppo per cose ritenute non necessarie.
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Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda franz il 04/09/2009, 20:34

pagheca ha scritto:Quello che mi lascia in dubbio del discorso di mario e' piuttosto questa fiducia illimitata nel fatto che sia necessario e sufficiente cambiare una legge per diffondere moralita'. Secondo me questa e' una fissa molto italiana, ma non ci si rende conto che una legge difficilmente riesce ad attivare un meccanismo - come si dice - virtuoso, mentre di solito complica le cose, rende il tutto farraginoso etc.

Invece io sono sostanzialmente d'accordo con il principio.
Ovviamente non basta "qualsiasi legge" per indurre un comportamento diverso.
Recentemente sui parla di regole "self-enforcing" nell'ambito degli sviluppi delle games theory.
Si tratta di regole, predisposte in un certo modo, che inducono un diverso comportamento nei cittadini.
Puoi trovare qualche cosa cercando con google "calcolo morale" (o la versione al plurale) ma consiglio la lettura di questo libro:
Calcoli morali. Teoria dei giochi, logica e fragilità umana, di Mero Laszlo.
http://books.google.it/books?id=oJ3JMYG ... q=&f=false

Ciao,
Franz
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Re: Bassolino-Franceschini, scontro rovente

Messaggioda mariok il 05/09/2009, 13:20

Non credo che la cosiddetta questione morale sia risolvibile con una legge. Nè credo che sia un problema "moralistico" che riguardi solo la fedina penale dei parlamentari (e degli amministratori).

Credo che quello della corruzione sia un problema politico che va comunque affrontato, se è vero che esso comporterebbe (stima della corte dei conti) circa 60 miliardi di maggiori costi nei servizi pubblici.

Il problema è certamente complesso, che va affrontato da diversi punti di vista, non solo con i codici etici, con le ineleggibilità, ma anche con altri strumenti, come per esempio nuove regole sugli appalti e soprattutto sui sub-appalti, maggiori poteri e strumenti da dare ad organismi come la corte dei conti (giusto il contrario di quello che ha fatto Tremonti in questi giorni), la revisione ed il disboscamento del sistema delle aziende partecipate dai comuni (il caos negli areoporti in questi giorni ci offre un ulteriore esempio di una tale necessità) ecc.

Non mi aspetto soluzioni taumaturgiche, ma mi sembra anche eccessivo far finta che il problema non esista.
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