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PATERNALISMO E LIBERALISMO

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda ranvit il 26/08/2009, 16:13

Da "per non mollare" Newsletter per l'azione liberale
“[…] Chi cerca nella libertà altra cosa che la libertà stessa è fatto per servire […]” (Alexis de Tocqueville)
Anno X – n. 17bis – 23 agosto 2009


PATERNALISMO E LIBERALISMO

Angelo Panebianco sul Corriere della Sera del 17 agosto ha scritto: “La via liberale, quella che chi scrive preferirebbe (e che, nel lungo periodo, credo, sarebbe la carta vincente per il Sud) è quella che dice: solo i meridionali, e nessun altro, possono risolvere i loro problemi. Lo Stato, quindi, offre al Sud, come ha suggerito da tempo l’istituto Bruno Leoni, solo l’opportunità di trasformarsi in una grande no tax area interrompendo contestualmente i flussi di trasferimento di risorse. Lo Stato resterebbe al Sud solo con gli apparati della forza (per contrastare la criminalità) e i servizi pubblici essenziali. A quel punto, probabilmente, si scatenerebbe un conflitto feroce fra le forze modernizzatrici del Sud (che ci sono) e quel «clientelismo senza risorse», fino ad oggi dominante, di cui ha parlato recentemente il presidente della Confindustria siciliana Ivan Lo Bello. Essendo cambiate le condizioni del gioco, le forze modernizzatrici avrebbero, per la prima volta, la possibilità di prevalere. Solo quando, dopo qualche tempo, si fosse messo in moto un processo di sviluppo auto-sostenuto (con il miglioramento del capitale umano, con una maggiore efficienza delle amministrazioni pubbliche, con una raggiunta capacità di attirare capitali) le varie regioni del Sud passerebbero progressivamente, anche del punto di vista fiscale e istituzionale, nella fascia A, quella delle regioni sviluppate.”

Ossia per Panebianco la politica meridionalista è a un bivio: o il governo propende per una scelta liberale o per una scelta paternalista. Dalla proposta di una nuova “Cassa del Mezzogiorno” e dai prossimi aiuti finanziari a “pioggia”, già anticipati con quattro milioni di euro alla Sicilia, il governo sceglie il paternalismo. Il paternalismo è la scelta politica tradizionale perché offre a chi governa la possibilità di “comprarsi” il consenso al prezzo di mantenere il meridione soggetto al ricatto del regime e delle mafie locali, sterilizzando qualsiasi iniziativa “modernizzatrice”.

Emblematicamente tutta la storia d’Italia può essere esaminata sotto la lente d’ingrandimento di questa alternativa: paternalismo e liberalismo. In fondo quando si preferì lo stato accentrato piuttosto che quello decentrato proposto da Minghetti, è il paternalismo ad averla vinta sull’eresia liberale. Il trasformismo del tempo di De Pretis, il periodo crispino ed anche quello giolittiano (sostanzialmente con l’abuso dei prefetti nel meridione d’Italia per addomesticare le elezioni), la guerra 15-18, il fascismo, il regime partitocratico postfascista, sono tutti periodi storici in cui il paternalismo ha dettato l’azione delle classi dirigenti.

Una forza politica riformista e non radicalmente riformatrice, come sembra auspicare l’ex leader dell’Ulivo Romano Prodi quale sbocco per il partito Democratico, non sarebbe dotata di quella cultura politica idonea per cambiare il destino dell’Italia. I riformisti, infatti, si pongono l’obiettivo della “normalizzazione”, ossia di fare dell’Italia un “paese normale” ove “destra” e “sinistra” si rispettano e gareggiano ad armi pari per conquistare i consensi popolari per governare. L’obiettivo non è quello di normalizzare l’esistente. In tal modo le scelte paternaliste avrebbero sempre la meglio. L’obiettivo è quello di sostituire alla vecchia alternativa tra “destra” e “sinistra”, quella tra conservatori e liberali. Conseguentemente è il contenuto delle politiche e non la nostalgia di un passato, ormai definitivamente trascorso, deve dettare la lotta politica. Sostanzialmente è quanto indica Panebianco nel suo fondo. L’indicazione non vale, però, solo per la questione meridionale, vale anche per la questione “democrazia” nel nostro paese. Perciò occorre un soggetto riformatore “di” liberali e “di” democratici distinto (e non distante) dai socialisti, antagonista dei conservatori e nemico irriducibile di qualsiasi fondamentalista. (bl)
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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda pagheca il 26/08/2009, 16:31

non sono in grado di giudicare, comunque a questo punto ci vorrebbe uno shock di questo livello per affrontare la questione meridionale. Con tutti i rischi che puo' comunque rappresentare. Con le piccole e vecchie iniziative (finanziamenti a pioggia, lotta alla criminalita', contributi e casse del mezzogiorno) mi sembra dimostrato che non se ne esce.

Ma chi puo' assumersi la responsabilita' di affrontare scelte del genere senza giocarsi ancora per un decennio l'elettorato del meridione? Chi sarebbe in grado di spiegare i dettagli di operazioni del genere a persone, sindacati, politici, che non hanno nessun interesse ad ascoltare?

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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda franz il 27/08/2009, 11:42

Perché si usa il termine "paternalismo" invece di quello da sempre usato: "assistenzialismo"?

Ok, dovrei chiederlo a Panebianco.... 8-)

Comunque il problema è il clientelismo e l'assistenzialismo.
Ovviamente a molti piace essere assistiti ed essere clientes.
Ed al potere piace avere in mano le leve di comando che il clientelismo e l'assistenzialismo gli dà.

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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda mariok il 27/08/2009, 16:49

D'accordo sulla necessità di "voltare pagina" nelle politiche per il Sud. D'accordo anche sulla constatazione delle storture che ne hanno caratterizzato la storia, soprattutto quella più recente.

Tuttavia non sono d'accordo con le generalizzazioni e con l'equazione, secondo la quale intervento pubblico è sinonimo necessariamente di assistenzialismo e clientelismo.

Innanzitutto non è solo questa la storia del cosiddetto meridionalismo dal dopoguerra in poi. La "prima" cassa per il mezzogiorno, creata nel 1950 da Alcide De Gasperi, ha prodotto nei primi decenni anche risultati positivi nella creazione di infrastrutture quasi del tutto inesistenti nell'Italia del sud del dopoguerra.

Altra leggenda da sfatare è quella "dell'enormità" delle risorse impegnate. Innanzitutto esse sono state inferiori a quanto investito negli stessi anni nel Nord e comunque il loro ammontare complessivo (calcolato in circa 140 miliardi di euro) non sembra poi tanto "eccessivo" se rapportato per esempio ai costi sostenuti dalla Germania a seguito della riunificazione con la parte est ex-comunista (intorno ai 1.500 miliardi di euro!).

La degenerazione comunque è innegabile e può essere datata più o meno dagli anni '70 in poi, soprattutto nella gestione scandalosa dei fondi europei e delle leggi (come la 181 dell'89 e la 488 del '92) che hanno istituzionalizzato i contributi a fondo perduto a favore delle imprese.

Infine sarà un caso. Ma il fenomeno degenerativo ha avuto più o meno inizio con l'istituzione delle regioni. Si tratta solo di una coincidenza temporale? Sarebbe interessante approfondire il tema.

Ovviamente, con le mie osservazioni non voglio minimamente dare un giudizio positivo (tutt'altro) alla reistituzione di una nuova cassa per il mezzogiorno. Credo al contrario che dovrebbe essere ripensata e ridefinita ex-novo una politica per le aree più svantaggiate del paese, che tuttsvis non credo possa ridursi semplicemente nell'istituzione di no-tax-aree e nell'abbandono delle regioni meridionali al loro destino.
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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda pinopic1 il 27/08/2009, 17:12

mariok ha scritto:Innanzitutto non è solo questa la storia del cosiddetto meridionalismo dal dopoguerra in poi. La "prima" cassa per il mezzogiorno, creata nel 1950 da Alcide De Gasperi, ha prodotto nei primi decenni anche risultati positivi nella creazione di infrastrutture quasi del tutto inesistenti nell'Italia del sud del dopoguerra.


Diciamo per il primo decennio. Il tempo di organizzarsi per le cordate clientelari.

Altra leggenda da sfatare è quella "dell'enormità" delle risorse impegnate. Innanzitutto esse sono state inferiori a quanto investito negli stessi anni nel Nord e comunque il loro ammontare complessivo (calcolato in circa 140 miliardi di euro) non sembra poi tanto "eccessivo" se rapportato per esempio ai costi sostenuti dalla Germania a seguito della riunificazione con la parte est ex-comunista (intorno ai 1.500 miliardi di euro!).


Appunto. Ma il luogo comune è più forte di qualsiasi dato.
Questo è accaduto nei momenti nevralgici della storia della nazione. Si è sostenuto lo sviluppo dell'area più attrezzata per favorire la crescita economica del paese, non per fare un dispetto ai meridionali, ma perché era la cosa più semplice.
Al sud l'assistenzialismo. Affidato ad una classe dirigente politica assolutamente mediocre e legata ad altri gruppi di potere conservatori quando non criminali. ma anche a gruppi finanziari del nord interessati a rapinare ciò che si poteva rapinare.
Gabbie salariali, cassa per il mezzogiorno, difensori del sud come Lombardo e Micciché... tutto lascia pensare che stia iniziando una nuova fase di sviluppo del nord e di assistenzialismo per il sud.
Scelta liberale e magari un pò liberista? Certamente. Ma per tutti. Cioè senza capitalismo assistito al nord. perché questa è la nostra storia: capitalismo assistito al nord, clientele assistite al sud.
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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda ranvit il 27/08/2009, 17:25

>Gabbie salariali, cassa per il mezzogiorno, difensori del sud come Lombardo e Micciché... tutto lascia pensare che stia iniziando una nuova fase di sviluppo del nord e di assistenzialismo per il sud.<


Il dramma è che nemmeno dal centrosinistra, semmai andasse al governo, si potrebbe sperare in qualcosa di meglio....

La soluzione "liberale" (come ha suggerito da tempo l’istituto Bruno Leoni : grande no tax area interrompendo contestualmente i flussi di trasferimento di risorse. Lo Stato resterebbe al Sud solo con gli apparati della forza, per contrastare la criminalità, e i servizi pubblici essenziali), potrebbe essere messa in atto solo da un'accordo tra Cd e Cs...

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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda franz il 27/08/2009, 17:39

mariok ha scritto:D'accordo sulla necessità di "voltare pagina" nelle politiche per il Sud. D'accordo anche sulla constatazione delle storture che ne hanno caratterizzato la storia, soprattutto quella più recente.

Tuttavia non sono d'accordo con le generalizzazioni e con l'equazione, secondo la quale intervento pubblico è sinonimo necessariamente di assistenzialismo e clientelismo.

Non mi pare che l'equazione qui sia stata prospettata.
Si dice, èd è innegabilmente vero, che quello che è stato fatto per il SUD è clientelismo e assistenzialiasmo.
Non si dice che ogni intervento pubblico per forza sia assistenzialiasmo.
Lo diventa se gli aiuti sono a pioggia (senza vincolo di destinazione) e pilotati da un sistema di potere che lo veicola dove puo' dragarne una fetta (una parte per il clentes, una per il potentes).
Che poi in Italia, vista la nostra realtà, sia quasi institivo associare l'intervento pubblico all'assistenzialismo, fa riflettere.
Sulle regioni (anni 70) non sono molto d'accordo. L'assistenzialismo ed il clientelismo c'era già prima (io direi con i primi anni 60) ma con le regioni credo che sia diventato sistemico. Ha fatto un salto di qualità.
In ogni caso la cassa del mezzogiorno non ha funzionato e tanto meno, mi pare, gli incentivi in chiave europea.
Il divario nord sud è rimasto ed anzi cresce.

Sulla "grande no tax area" al sud non so nemmeno se la misura è compatibile con la legislazione europea.

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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda mariok il 27/08/2009, 18:49

L'equazione (intervento pubblico = assistenzzialismo+clientelismo) mi sembra implicito nell'articolo di Panebianco.

L'intervento straordinario per il mezzogiorno ha funzionato abbastanza per la creazione di infrastrutture.

Nel sud c'erano intere zone senza reti idriche, energia elettrica, fogne, strade. Senza un intervento straordinario non credo che sarebbero stati raggiunti i risultati che pure ci sono stati.

La parte peggiore degli sprechi e della connessa corruzione si è avuta soprattutto con i fondi europei, con il trasferimento di fondi alle imprese (molte delle quali aziende del nord) e nel fenomeno, divenuto endemico negli anni 70-80, del malaffare criminale legato al sistema degli appalti.

Sono meccanismi che bisogna necessariamente rivedere e bonificare, per avviare un nuovo ciclo di investimenti di cui l'Italia ed il sud in particolare hanno grande bisogno nel campo dei trasporti, soprattutto su ferro, dell'energia, della formazione, delle reti, delle strutture portuali e dell'annessa logistica ecc.

Prima di essere impallinato, ricordo che Prodi stava ragionando su un nuovo piano di rilancio dell'economia meridionale, basato soprattutto sulle suddette infrastrutture, che il PD farebbe bene a ripescare.
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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda ranvit il 27/08/2009, 19:48

da ilmattino.it :

Presidente del Banco di Sicilia, presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello è nella posizione ideale per verificare sul campo l’analisi di Mario Draghi su ripresa, imprese e sistema del credito. Soprattutto in un’ottica meridionalista. Una relazione tutt’altro che rituale.
Quale punto l’ha colpita di più? «La parte sul capitale umano. Se non si investe sull’istruzione siamo finiti e ciò è vero soprattutto al Sud, dove prevale una cultura del favore che finisce col ridurre la qualità dell’insegnamento». Non si rischia di generalizzare? «Le eccezioni positive ci sono. Ma sono molto preoccupato quando vedo che le famiglie agiate del Mezzogiorno che mandano i propri figli a studiare al Nord. È la conferma che sanno che il meglio non si trova nelle nostre università. Però così si torna allo studio legato al censo. Ed è un’ingiustizia sociale».
Se la crisi sta finendo, come si dice, perché per le imprese è così dura? «C’è stato un calo di produzione in alcuni settori del 30-35%. Adesso il calo si è interrotto e quindi si parla di crisi superata ma la situazione è stagnante. Chi per un po’ ha tirato avanti con la cassa integrazione rischia di passare ai licenziamenti, se non alla chiusura dell’azienda». Un quadro fosco per l’autunno. «Serve la responsabilità da parte di tutti per evitare un conflitto sociale». In un passaggio molto applaudito, Draghi ha detto che le banche dovrebbero fare bene il proprio mestiere proprio nei momenti difficili... «Certo. Dare credito facile a tutti significa sottrarre risorse ai migliori. La banca deve capire quando c’è una crisi congiunturale e quando l’impresa è decotta, aiutando solo l’azienda in difficoltà temporanea, e ciò indipendentemente dalle cosiddette garanzie reali». Draghi sostiene che al Sud servono politiche generali, nazionali, rivolte a tutto il Paese e non interventi straordinari. Concorda? «È la tesi che sostiene da tempo Gianfranco Viesti e mi trova d’accordo. Infrastrutture, istruzione, sicurezza sono temi nazionali che da noi al Sud hanno una maggiore intensità. Ma non occorrono politiche e strumenti straordinari. E men che mai occorrono maggiori risorse». Senza soldi non si completa neanche un marciapiede. «Voglio dire: non servono risorse aggiuntive. Il rivendicazionismo ha già fatto troppi danni. Dobbiamo far funzionare la giustizia civile, la scuola, la burocrazia. E per far ciò non serve nulla di straordinario. Occorre solo capire che il clientelismo porta al disastro. Le regioni hanno poteri sufficienti. Devono imparare a usarli». m.e.
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Re: PATERNALISMO E LIBERALISMO

Messaggioda pinopic1 il 28/08/2009, 13:59

Se Lo Bello si candidasse alla presidenza della regione..... anzi, se lo candidasse il PD dopo aver fatto un pò di pulizia al suo interno....
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