da pierodm il 20/08/2009, 0:39
Luca, a me la faccia di Togliatti non è mai piaciuta, e ti assicuro che quando parlo di faccia non è una questione di simpatia o di fisiognomica.
Ma il mio elenco era puramente esemplificativo, e un po' alla rinfusa: potevo - e forse dovevo - metterci dentro un centinaio d'altri nomi e d'altri autori, per dire che (ma anzi, l'ho detto) che è stata buttata via un'intera cultura, un'intera storia di due secoli di progressismo, con personaggi e cose di ogni genere, belli e brutti.
Anzi, ho avuto la tentazione di metterci in mezzo anche Fanfani e La Malfa, Moro e Donat Cattin, come esemplificazione ugualmente alla rinfusa di gente non propriamente di sinistra, ma di qualche spessore personale, mandati al macero con la liquidazione ignominiosa della Prima Repubblica.
Mariok, non parlo per la sinistra cosiddetta massimalista, parlo per me: non è "semplicistico" dire che quelle cose io le ho affermate in numerose occasioni, e non è nemmeno semplicistico dire che ne ricevevo risposte del tipo che ho accennato.
Non è semplicistico: è la verità, nuda e cruda.
Quanto alle risorse "a disposizione per le fasce più deboli", non so se si sono create, ma ho l'impressione che le fasce più deboli non se ne sono accorte.
Quello che è stato invece lanciato alla grande - e zelantemente ripreso dai governi di destra - è stato il lavoro interinale e il precariato su larga scala: una vera e propria schifezza.
Oltre a ciò, abbiamo il modello Telecom delle privatizzazioni, che non ha bisogno di commenti: se non ricordo male non era già più Prodi il premier, ma sicuramente era Ulivo.
Robyn, il problema non è un altro.
Il cs era invaso dai veti incrociati...un grande consenso bruciato poi dai litigi.Non ci vuole molto per capire che con i litigi la gente si stanca e non ti vota più , tu dici. Giusto. Siamo tutti d'accordo su questo, a parte il "grande consenso", che non era poi così grande, e comunque sarebbe da indagare quanto abbiano contato certe basi pregresse - a prescindere dall'Ulivo e da Prodi, intendo - nel formare questo consenso.
Il fatto è che la sconfitta elettorale non è una cosa grave in se stessa. La cosa grave è la perdita di credibilità, la perdita di autorità e di identità. Questo è il problema.
Il PD si ritrova infatti a fare fronte a questa sua deficienza, nonostante abbia tagliato quelle che considerava le appendici che appesantivano la coalizione, e che abbia ipotizzato di presentarsi con un volto unitario.