da pierodm il 19/08/2009, 16:58
Tanto per mettere subito in chiaro, riferendoci al titolo: di Romano Prodi non c'è per niente bisogno, e lo stesso vale per gli strateghi dell'Ulivo.
L'articolo citato spiega bene la ragione di questo che mi sembra un punto fermo dal quale far partire tutte le nostre considerazioni: ... Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti. Il messaggio lanciato all’elettore era il più delle volte dedicato a dimostrare che
il modo di governare sarebbe stato migliore.
Nel frattempo il cambiamento della società continuava secondo le linee precedenti: una crescente disparità nelle distribuzione dei redditi, un dominio assoluto e incontrastato del mercato, un diffuso disprezzo del ruolo dello Stato e dell’uso delle politiche fiscali, una presenza sempre più limitata degli interventi pubblici di carattere sociale.
Dopo aver letto queste righe, mi sono chiesto se fossi vissuto in questi ultimi quindici anni in un universo parallelo.
Perché si dà il caso che quelle cose le diceva quella parte del centro-sinistra considerata "massimalista", e mi capitava spesso di dirle a me, per contestare l'indirizzo prevalente nella coalizione, attirandomi le medesime accuse di massimalismo, di vetero-sinistrismo, etc.
Per quanto mi riguarda ci sono abituato, a vedere che la gente con la quale litigavo qualche anno dopo mi rifilava, come una scoperta, le stesse identiche idee che qualche anno prima le scandalizzava e che ci avevano fatto litigare.
Sul piano politico, però, la questione è assai più grave e più sgradevole: chi è stato così coglione da non accorgersi che quell'indirizzo era sbagliato, e anzi tanto ciecamente arrogante e doppiamante coglione per non saper accogliere le critiche che avvertivano dell'errore, come può legittimamente continuare a presentarsi in scena da protagonista, anzi da eterno stratega che insegna urbi et orbi la strada giusta?
Non parlo, ovviamente, solo di Prodi, ma non posso dimenticare che Prodi è il firmatario della famigerata "teoria delle maree", che dice in sostanza: quando c'è uno sviluppo galoppante, ci sono soldi per tutti.
Insomma, in questi giorni fa un caldo infame, e io non sto nemmeno tanto bene, e dunque sono nervoso, e di conseguenza particolarmente insofferente alle cazzate.
Da queste nostre parti, abbiamo buttato nel cestino il socialismo, non ce ne frega niente di Gramsci, abbiamo scoperto che Togliatti era uno stronzo, che Russell era uno stravagante, abbiamo le palle piene di Pasolini, di Berlinguer, dell'egemonia della sinistra, della Resistenza, di Nenni e De Martino, di Pertini e dell'aristocrazia operaia, di Marcuse e di Chomsky, e abbiamo bravamente fatto pattume di un paio di secoli di storia e di cultura della sinistra liberale e socialista, perché tutta questa roba come minimo non ci serve: ma solo di Prodi non possamo fare a meno? - e di quelli che l'hanno accompagnato?