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Rapporti Chiesa-Berlusconi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Rapporti Chiesa-Berlusconi

Messaggioda ranvit il 17/08/2009, 18:41

Da repubblica.it

Il settimanale cattolico contro le norme contenute nella legge sulla sicurezza
L'editoriale: "Proposte bislacche in spregio a qualsiasi diritto fondamentale"
Sicurezza, Famiglia cristiana attacca
"La legge sembra scritta da don Rodrigo"

ROMA - Nuovo attacco di Famiglia cristiana alla legge sulla sicurezza. Questa volta il settimanale cattolico denuncia i vincoli imposti ai matrimoni tra stranieri e nelle unioni miste: "Ironia della sorte - si legge nell'editoriale - è toccato a Verona, la città di Romeo e Giulietta, aprire le danze".

Nell'editoriale di questa settimana, la rivista dei paolini dopo aver elencato "le proposte bislacche" della Lega, che "si susseguono al ritmo di una al giorno", osserva: "Quanto alla legge sulla sicurezza, che per le nozze miste sembra scritta da don Rodrigo (ma chiedere a un politico leghista di leggere i Promessi Sposi del 'gran lombardo' Alessandro Manzoni è chiedere troppo), essa sarà probabilmente spazzata via da una sentenza della consulta non appena qualcuno la impugnerà. Nel frattempo, la Lega avrà già conquistato le poltrone di governatore nelle regioni del Nord alle amministrative. Che importa se si sarà rivelata un'inutile grida? Al massimo qualche centinaio di migliaia di extracomunitari avranno dovuto rinunciare al loro sogno di sposarsi e metter su famiglia".

"Una proposta di legge simile, in Francia, è stata bocciata dal Tribunale costituzionale. Invece a Verona e in Italia - scrive il giornale diretto da don Antonio Sciortino - le nozze non s'hanno da fare. Con buona pace di quelle centinaia di migliaia di stranieri clandestini, badanti comprese, che non hanno il diritto d'innamorarsi, amarsi e creare una famiglia fondata sul matrimonio e protetta giuridicamente. In spregio a un diritto fondamentale della persona, sancito dalla Costituzione (agli articoli 29 e 30), dalle leggi dell'unione, dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, da quel diritto naturale e universale che muove il mondo e che è alla base del Vangelo: l'amore".

Piovono dure critiche alla Lega: "Dimenticando i veri problemi del paese, le proposte bislacche si susseguono al ritmo di una al giorno - sottolinea Famiglia cristiana - dai presidi e professori autoctoni al dialetto a scuola (ideale per formare cittadini europei), alle gabbie salariali, ai giudici eletti dal popolo fino ai sottotitoli in dialetto delle fiction e al cambio dell'inno nazionale".

(17 agosto 2009)
Ultima modifica di ranvit il 30/08/2009, 9:36, modificato 1 volta in totale.
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Il Vaticano: "Famiglia Cristiana non esprime la nostra linea

Messaggioda ranvit il 17/08/2009, 18:42

Da repubblica.it

Dopo le polemiche con il governo, il direttore della sala stampa della Santa Sede
precisa: "Le posizioni del settimanale sono responsabilità esclusiva della sua direzione''
Il Vaticano: "Famiglia Cristiana non esprime la nostra linea"
Il direttore don Sciortino: "Questa dichiarazione non è una sconfessione"

CITTA' VATICANO - Il Vaticano prende le distanze da Famiglia Cristiana e dai suoi scontri con il governo. A farsi portavoce della posizione della Santa Sede è padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, secondo cui il settimanale dei Paolini "è una testata importante della realtà cattolica, ma non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana". "Le sue posizioni - ha aggiunto Lombardi - sono responsabilità esclusiva della sua direzione''.

Immediata la risposta del direttore della rivista, don Antonio Sciortino: "Mai ci siamo sognati di rappresentare ufficialmente il Vaticano o la Cei, che hanno loro organi ufficiali di stampa: l'Osservatore Romano e l'Avvenire". Il sacerdote paolino sottolinea, però, che "la dichiarazione di padre Lombardi è formalmente corretta". E' "scorretto", invece, "se qualcuno vuole interpretare questa dichiarazione come una sconfessione".

Poi spiega: "Famiglia Cristiana, come tutti gli altri organi di stampa cattolici, si ispira al Vangelo ed è in sintonia con la Dottrina Sociale della Chiesa. Noi, sui temi di cui si discute, abbiamo ospitato gli interventi del presidente dei dicasteri vaticani competenti, il cardinale Renato Raffaele Martino".

L'ultimo duro intervento di Famiglia Cristiana contro le scelte dell'esecutivo è di ieri, quando è stato anticipato l'editoriale di Beppe Del Colle in cui si augura che "non sia vero il sospetto" che in Italia sta rinascendo il fascismo "sotto altre forme". Un commento che ha scatenato la polemica.

Ma non è la prima volta, negli ultimi mesi, che il settimanale diretto da Don Antonio Sciortino critica le scelte della maggioranza. Prima ha attaccato la norma sulle impronte ai bambini rom ("una trovata indecente"), poi la "finta emergenza sicurezza". Senza dimenticare la dichiarazione durissima contro Berlusconi quando il premier aveva accusato i pm di essere sovversivi.

(14 agosto 2008)
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La scelta delle gerarchie

Messaggioda ranvit il 17/08/2009, 18:44

Da repubblica.it

IL COMMENTO
La scelta delle gerarchie
DI EDMONDO BERSELLI

ALLA FINE per rintuzzare le critiche di Famiglia Cristiana al governo Berlusconi e per spegnere il focolaio delle polemiche è dovuto intervenire il direttore della sala stampa del Vaticano: e in quel momento si è capito che se padre Federico Lombardi aveva scelto di intervenire ai microfoni del Tg1 voleva dire che sullo sfondo si erano mosse le alte gerarchie, chissà, la segreteria di Stato, la presidenza della Cei, evidentemente preoccupate per la piega presa dagli eventi, e dalla durezza delle risposte nel governo e nel Pdl.

E difatti padre Lombardi, con le sue misuratissime parole, ha provveduto a ripartire le competenze e a definire le responsabilità: Famiglia Cristiana, ha detto il portavoce del papa, è un giornale importante del mondo cattolico ma non rappresenta affatto la linea del Vaticano o della Cei, e quindi i suoi giudizi identificano soltanto chi li ha scritti e il direttore del settimanale, don Antonio Sciortino.

Difficile immaginare una presa di distanza più radicale. Non si ricordano interventi equilibratori di questo tenore allorché il settimanale dei Paolini aveva criticato aspramente Romano Prodi e il suo governo, e più tardi il "pasticcio in salsa pannelliana" del Pd. E a questo punto viene anche da chiedersi per quale motivo le alte sfere vaticane hanno deciso un intervento che ha tutta l'aria di voler ridurre ufficialmente a Famiglia Cristiana a voce periferica e irrilevante.

Si può dissentire dalle valutazioni espresse dall'editorialista Beppe Del Colle, o comunque giudicare esasperato il giudizio secondo cui con misure come "la sciocca e inutile trovata" delle impronte digitali ai bimbi rom il nostro Paese sfiora il rischio di un nuovo fascismo. Ma nondimeno, per inquadrare decentemente i fatti, occorre anche considerare che il più importante e venduto giornale cattolico rappresenta un punto di vista significativo nella cultura cattolica, e non solo cattolica, italiana.
Sotto questa luce, non è facile definirlo politicamente. Destra e sinistra non sono termini che possono restituire integralmente la posizione storicamente rappresentata dal giornale dei Paolini.

Infatti Famiglia Cristiana si colloca rigorosamente nella tradizione cattolica per ciò che riguarda la concezione della famiglia, e su altri temi che attengono al magistero etico della Chiesa. Ma nello stesso tempo il settimanale ha sempre rappresentato un punto di riferimento per il cattolicesimo più aperto e non impaurito dalla modernità.

L'ortodossia verso il magistero papale, insieme con l'amore filiale manifestato verso i pontefici da Wojtyla a Ratzinger, non ha mai impedito ai Paolini, prima sotto la direzione di don Leonardo Zega e poi con la guida di don Sciortino, di esporre una propria linea culturale e finanche "sociale", legata a quelle inquietudini conciliari che hanno vivificato a lungo il cattolicesimo italiano e che hanno trovato nel papato di Montini l'espressione più compiuta, e nel pensiero del cardinale Martini la presenza più suggestiva.

Sarebbe una sciocchezza attribuire alla direzione di Famiglia Cristiana e ai suoi giornalisti un orientamento esplicitamente di sinistra. Si scadrebbe al grado di livore manifestato in questi giorni da Maurizio Gasparri, e dalle controaccuse di fascismo da parte dell'ex Udc Carlo Giovanardi (che si è scagliato contro i "toni da manganellatore" che don Sciortino consente ai suoi collaboratori). Eppure, non ci sono dubbi che nel corso degli anni Famiglia Cristiana ha rappresentato una delle sempre più rare isole di riflessione e anche di critica verso l'ineluttabilità del disincanto politico, e verso l'edonismo cinico che ha segnato l'ultima fase della modernizzazione del nostro Paese.

Se esiste un luogo in cui persiste un atteggiamento non corrivo, cioè non arrendevole, verso la brutalità e la volgarità dell'Italia consumista e televisiva, questo è stato ed è Famiglia Cristiana. Prendere tale atteggiamento e proiettarlo come una critica essenziale verso il berlusconismo può essere una forzatura: ma nondimeno è connaturata alla mentalità del giornale dei Paolini l'idea di una società sobria, esente dai fulgori effimeri, dagli amori fatui, dall'iperconsumo irresponsabile. E di converso di una partecipazione alla sofferenza degli umili, qualunque sia il loro posto nella società dell'euforia coatta. Una condivisione dettata dalla fede, dall'umanità, dalla curiosità verso ciò che è diverso, e dalla disponibilità culturale verso ciò che è inedito.

Che da destra si manifesti un'insofferenza tanto acuta verso il settimanale cattolico sembra la dimostrazione palese che il rapporto con il mondo cattolico viene sentito sotto un aspetto strumentale e problematico. Come una risorsa politica ed elettorale, ma anche come una possibile fonte di delegittimazione. D'altronde, appartiene interamente allo spirito di Famiglia Cristiana la critica verso quei provvedimenti governativi di taglio spettacolare, che sembrano fatti apposta per aumentare l'inquietudine dei cittadini, vale a dire per intensificare l'allarme sociale che dichiarano di voler combattere (con rischi, se non di un nuovo "fascismo", di un circolo vizioso di misure sempre più aspre e sempre più inadeguate rispetto all'allarme generato).

Non è facile oggi stare dentro i panni del direttore di Famiglia Cristiana. Rappresenta una posizione impopolare rispetto a quel mondo cattolico, maggioritario, che dopo la fine della Dc ha scelto di farsi rappresentare dalla destra. Non troverà sostegni apprezzabili a sinistra, dove la parte laica guarderà sempre con sfavore le sue posizioni sui temi politicamente sensibili della bioetica.

Ma il pericolo maggiore, prima ancora delle proteste di chi viene criticato, e che riguarda tutti i cattolici consapevoli, è quello di restare schiacciati da un implicito patto di potere fra la destra trionfante di questa stagione e il realismo politico delle gerarchie vaticane: cioè dalla strana e nuova conciliazione che sembra delinearsi, un nuovo patto di interessi e di potere che potrà premiare la Chiesa come istituzione temporale, ma che lascerebbe senza voce un cattolicesimo che ancora accetta di misurarsi con i dubbi, le incertezze e le angosce del nostro tempo.

(15 agosto 2008)
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Re: Sicurezza, Famiglia cristiana attacca

Messaggioda pagheca il 17/08/2009, 19:11

Oggi parlavo con una mia ospite molto di sinistra di come in realta' il recupero dei dialetti, una volta passato il periodo durato 50 anni di unificazione del linguaggio degli italiani, non sarebbe di per se' sbagliato. Un dialetto che muore porta con se una intera cultura locale, tradizioni, poesie, termini. In una parola "ricchezza". La diversita' fra dialetti italiani e' spesso maggiore di quella tra Italiano e Spagnolo, Mi e' capitato di sedere a un tavolo con un gruppo di friulani, un americano, un francese e un australiano e questi ultimi tre erano anche gli unici di cui capivo cosa dicessero...

Purtroppo le proposte della lega sono orientate a dividere, sono fomentate da un clima ostile al concetto di italianita', sono fatto per creare odio e divisioni. Ma pensate invece, in un altro contesto politico e storico, se qualcuno avesse espresso il concetto di esaltazione delle realta', delle tradizioni e dei dialetti locali proprio per valorizzare la peculiarita' di questo paese straordinario in termini di cultura e di storia. Con un invito al reciproco rispetto. L'Italia e' unica anche in termini di ricchezza dialettale.

invece sono discorsi gretti, contro il nostro Paese. In diverse nazioni si vuole recuperare l'identita' locale attraverso i dialetti, ma spesso lo si fa PER la cultura nazionale, e non contro. Pensate se la storia degli ultimi 20-30 anni ci avesse reso uniti, orgogliosi del nostro passato, delle nostre diversita', fraterni tra Sud e Nord, Est e Ovest. invece siamo caduti in preda a questi personaggi. Peccato.

Ma d'altra parte se e' impossibile cavare il sangue dalle rape e' non meno complicato sentir dire una cosa sensata a gente come Calderoli o Bossi.

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Re: Sicurezza, Famiglia cristiana attacca

Messaggioda ranvit il 17/08/2009, 20:31

>Ma d'altra parte se e' impossibile cavare il sangue dalle rape e' non meno complicato sentir dire una cosa sensata a gente come Calderoli o Bossi.<


In realtà loro dicono cose sensate ma indirizzate unicamente a mantenere il loro "appeal" sulle genti del nord-est....

Tornando al tema del 3d....nulla di nuovo sotto il sole! La Chiesa appoggio' il fascismo ed il nazismo o perlomeno non lo combattereno; cosi' come la mafia almeno quella dei colletti bianchi.

Vittorio
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Re: Sicurezza, Famiglia cristiana attacca

Messaggioda franz il 17/08/2009, 22:07

pagheca ha scritto:Ma d'altra parte se e' impossibile cavare il sangue dalle rape e' non meno complicato sentir dire una cosa sensata a gente come Calderoli o Bossi.

Certo, e che lo dicano in italiano o in dialetto la cosa non cambia.
Sul dialetto pero' io una proposta di legge non l'ho ancora letta.
Solo quando lo avro' fatto potro' valutare se è una cavolata o meno.
Se si tratta di usare il dialetto al poso tdella lingua italiana è una solenne castroneria.
Se, oltre all'italiano, si studiano i vari dialetti allora puo' essere una idea valida.
Come sempre mi chiedo dove siano i docenti in grado di farlo.
Chi saprebbe parlare ed insegnare milanese a Milano?
20 anni fa si diceva che i milanesi a Milano fossero rimasi solo 50'000, su un milione e mezzo di abitanti.
Molto meglio insegnare materie piu' pregnanti, dando le basi del diritto, dell'economia, della psicologia.
Anche qui pero' la materia prima è carente.

Franz
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Re: Sicurezza, Famiglia cristiana attacca

Messaggioda mariok il 27/08/2009, 21:32

Incredibile, ma (sembra) vero....

La faccia incredula di Marino, è uno spettacolo nello spettacolo...

http://www.youdem.tv/VideoDetails.aspx? ... 10e75560cf
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Sicurezza, Famiglia cristiana attacca

Messaggioda mauri il 27/08/2009, 22:14

sì ma tanto chi lo guarda youdem, facessero film magari da cineteca, documentari luce o cultura
invece ti fai 2 maroni così, l'idea è buona ma basta darsi le martellate sui coglioncini, bisogna aprire gli orizzonti

non dimentichiamoci che la lega è al governo da 10 anni e quindi connivente con il malgoverno, con le mafie e con i cadreghini che ora anche loro si tengono ben stretti e che noi manteniamo con i ns soldi

un conto è recuperare e mantenere lingue di popoli per recuperare la loro cultura, vedi gli aborigeni dell'australia, noi non ci stiamo estinguendo quindi i dialetti se vogliono li imparano in casa, non si possono insegnare perchè hanno un sentimento e una forza che nasce dall'infanzia nei cortili che oramai non esistono più
i ns ragazzi nelle scuole manco riescono ad imparare l'italiano figurati uno straccio di lingua come l'inglese e si mettono a studiare il dialetto
"ma mi faccia il piacere...."

e che poi si dica che famiglia cristiana sia più a sx della sx vuol dire che siamo alla pennichella permanente
l'estate sta finendo e le facezie da colpo di sole saranno un ricordo speriamo, in un bell'autunno caldo
bella nuttata, mauri
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Il presidente della Cei difende Dino Boffo

Messaggioda ranvit il 29/08/2009, 12:18

Il presidente della Cei difende Dino Boffo dopo gli attacchi del Giornale
"Rinnovo tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani"
Bagnasco con il direttore di Avvenire
"Attacco disgustoso e molto grave"
Feltri: "Non sono affatto pentito. Finché i moralisti speculeranno su ciò che succede
sotto le lenzuola di altri, noi ficcheremo il naso (turandocelo) sotto le loro"


ROMA - Continua a salire il livello della polemica tra i vertici della Chiesa e Il Giornale, dopo l'attacco del direttore del quotidiano Vittorio Feltri, contro il numero uno del giornale dei vescovi Avvenire, Dino Boffo, sfociato nella decisione del Vaticano di annullare l'incontro all'Aquila tra il segretario di Stato monsignor Tarcisio Bertone e il premier Silvio Berlusconi.

"L'attacco che è stato fatto al dottor Boffo direttore di Avvenire è un fatto disgustoso e molto grave", ha detto l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia. "Rinnovo al dottor Boffo - ha aggiunto Bagnasco - tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane".

Oggi il giornale dei vescovi pubblica la lettera del direttore già resa nota ieri, la nota della Cei e la solidarietà della redazione. Nella missiva il direttore del quotidiano della Cei denuncia "un killeraggio giornalistico allo stato puro" portato avanti dal Giornale di Feltri che ha montato "una vicenda inverosimile, capziosa e assurda". "Siamo, pesa dirlo, alla barbarie". "Nel confezionare la sua polpettona avvelenata Feltri, tra l'altro - scrive Boffo - si è guardato bene dal far chiedere il punto di vista del diretto interessato: la risposta avrebbe probabilmente disturbato l'operazione che andava (malamente) allestendo a tavolino al fine di sporcare l'immagine del direttore di un altro giornale e di disarcionarlo. Quasi che non possa darsi una vita personale e professionale coerente con i valori annunciati. Sia chiaro che non mi faccio intimidire, per me parlano la mia vita e il mio lavoro".

In coda alla lettera vengono pubblicate la nota ufficiale con cui la Cei conferma la sua "piena fiducia al direttore Boffo per l'"indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza". Quindi, il comunicato del Comitato di redazione di Avvenire che si schiera, solidale, al fianco del suo direttore.

E Feltri replica sul suo Giornale: non sono pentito, se i moralisti attaccano continuerò a reagire. "Silvio Berlusconi ha diramato un comunicato nel quale si dissocia dal Giornale perché contrario alle polemiche sulla vita intima di chiunque - scrive Feltri - Ci saremmo stupiti se il premier avesse detto il contrario, e cioè che approvava la nostra iniziativa. Non c'è bisogno di rammentare che il compito di decidere in una redazione spetta al direttore il quale può essere licenziato da un momento all'altro, ma non limitato nei suoi poteri". E nell'editoriale Feltri dice di non essere "affatto pentito di aver divulgato la notizia su Boffo e, in una circostanza analoga, il mio atteggiamento non cambierebbe di una virgola". E poi conclude: "Finché i moralisti speculeranno su ciò che succede sotto le lenzuola di altri, noi ficcheremo il naso (turandocelo) sotto le loro".

(29 agosto 2009)
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La Santa sede nega una crisi istituzionale

Messaggioda ranvit il 29/08/2009, 12:20

Dal corriere.it :

La Santa sede nega una crisi istituzionale

CITTÀ DEL VATICANO — Negli ambienti della segreteria di Stato si preferisce parlare di una decisione dettata dalla «comune responsabili­tà istituzionale». Il cardinale Tarci­sio Bertone, all’Aquila, sorvola sul­l’assenza di Berlusconi, «a me lo chiedete?». Ai piani alti della Santa Sede si rassicura: nessuna crisi isti­tuzionale con il governo italiano. La cena con il segretario di Stato e il premier già rischiava di caricarsi di significati estranei ad un incontro che «sarebbe dovuto avvenire in una occasione istituzionale ben defi­nita », come ha scritto ieri Lucetta Scaraffia sull’ Osservatore Romano.

Gli articoli del Giornale berlusconia­no hanno fatto il resto: meglio so­prassedere ed evitare «strumentaliz­zazioni ». E’ stata una mattinata intensa: Gianni Letta impegnato in telefona­te rassicuranti Oltretevere, Dino Bof­fo che replica al «killeraggio giorna­listico » su una vicenda «inverosimi­le, capziosa e assurda», la Cei che gli conferma la fiducia e infine la di­chiarazione che arriva significativa­mente dalla sala stampa vaticana: «Si è preferito cancellare la cena e devolverne il costo a beneficio dei terremotati», mentre Berlusconi ha delegato Letta «per evitare strumen­talizzazioni ». All’ultimo momento: nel testo già distribuito dell’omelia di Bertone era compreso il saluto al presidente del Consiglio. Eppure la cosa non finirà qui. «Si cercherà di non accanirsi, di non av­vilupparsi nel fango, del resto vedre­mo cosa accadrà nei prossimi gior­ni. Ma è chiaro che questo attacco virulento e basso susciti preoccupa­zione », dice un alto esponente vati­cano. «Staremo a vedere. Se è que­sto ciò che succede a chi critica l’operato del governo…». E non si tratta solo di Avvenire e del suo di­rettore, gli articoli del Giornale «vanno ben al di là del basso attac­co personale» ma vengono percepi­ti come un’offesa all’istituzione, alla Chiesa stessa: arrivando a tirare in ballo i cardinali Camillo Ruini e Dio­nigi Tettamanzi e l’attuale arcivesco­vo di Firenze, Giuseppe Betori, i ver­tici della Cei indicati come quelli che avrebbero saputo e coperto.

La conferenza episcopale ha rispo­sto con un comunicato asciutto che conferma la fiducia al direttore, ma l’irritazione è evidente. Negli ambienti della Chiesa italia­na è forte il sospetto di un attacco premeditato, c’è chi parla di un «mandato» ricevuto dal neodiretto­re del quotidiano berlusconiano, Vit­torio Feltri. Anche la presa di distan­za del premier, almeno in alcuni, non ha fatto che aumentare il disa­gio: quasi facesse parte di una «com­media », un semplice gioco delle par­ti. Del resto pettegolezzi e fango — che esasperavano una notizia già pubblicata da Panorama nel genna­io 2008, ma in termini ben diversi: si parlava solo di una «ammenda di 516 euro» per «molestia o disturbo alle persone in luogo pubblico» — giravano da mesi, si racconta che al­l’università Cattolica era stata perfi­no distribuita, in forma di volanti­no, una lettera anonima, «il che dice tutto sull’autorevolezza delle accu­se ».

Lettere anonime erano circolate mesi fa anche in Vaticano, prima del­le polemiche su Berlusconi. «Ed han­no avuto la sorte che si riserva a tut­te le lettere anonime». Ora però non si poteva far finta di nulla, «c’era il rischio che la cena del cardinale Bertone con il presi­dente del Consiglio fosse strumenta­lizzata da chi vuole far passare l’idea falsa di un contrasto tra la segrete­ria di Stato vaticana e la Chiesa italia­na », spiegano Oltretevere. «Se alcu­ni tifosi di Berlusconi si permettono questi veleni, l’unica decisione sag­gia per tutti era di far saltare l’incon­tro ». Anche chi pensa che ci siano sensibilità diverse tra Vaticano e Cei, del resto, concede: «Il riferimen­to ai cardinali non può che avere l’ef­fetto di compattare l’istituzione. Il classico boomerang. Perché la Chie­sa, cristianamente, sa perdonare. Ma non dimentica».

Gian Guido Vecchi
29 agosto 2009
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