non poteva mancare la reazione dei vescovi.
Cei su sentenza ora di religione
"Parte integrante cultura italiana"
CITTÀ DEL VATICANO - E' fortemente critica la reazione della Chiesa italiana alla sentenza del Tar che esclude l'insegnamento della religione dalla valutazione sul profitto scolastico degli studenti. Sulla questione interviene monsignor Diego Coletti, presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, precisando che non sarà la Chiesa a fare ricorso contro la sentenza perché il problema è in primo luogo del ministero dell'Istruzione, in quanto viene messa in discussione una sua direttiva, quindi di mobiliteranno quei settori della società civile che non condividono questa sentenza.
Ai microfoni della Radio Vaticana, Coletti ha rilevato come la sentenza risulti particolarmente pretestuosa e ha sottolineato come la scuola, l'università per il quale l'insegnamento della religione cattolica è parte integrante della conoscenza della cultura italiana, e in questo senso va intesa nel sistema scolastico italiano, non come percorso confessionale individuale. "Non si tratta di un insegnamento che va a sostenere scelte religiose individuali: ma di una componente importante di conoscenza della cultura di questo Paese, con buona pace degli irriducibili laicisti e purtroppo dobbiamo dire con buona pace anche dei nostri fratelli nella fede di altre confessioni cristiane".
(12 agosto 2009)
Al di la' della solita guerra di religione, vorrei raccontare quello che accade a scuola di mio figlio, qui in UK, paese protestante e cristiano per grande maggioranza, in modo da avere almeno un termine di paragone.
Qui insegnano storia delle religioni obbligatoriamente. Non esistono alternative e non ci si puo' rifiutare. L'insegnante di mio figlio e' una ragazza molto in gamba, cattolica, ma esistono persone di altre religioni che la insegnano. Il programma e' deciso a livello di ministero dell'educazione ma anche dalla scuola e l'insegnante deve attenersi a quello.
Mio figlio (13 anni, High School) va bene in Religione e a volte mi racconta cose interessanti. non c'e' nessun intento di indottrinamento mi sembra e vengono studiate tutte le religioni mono e politeistiche dal punto di vista dei riti, delle origini, dello sviluppo geografico, in grande dettaglio, cosi' che mio figlio mi ha raccontato delle cose interessanti su culti asiatici di cui conoscevo a malapena il nome.... La materia fa parte del curriculum normale e puo' essere materia d'esame al GSCE, che viene svolto a 15-16 anni e che prevede la scelta, da parte dell'alunno, di un certo numero di materie da sostenere. In questa forma, religione e' completamente equiparata alle altre materie.
Ricordo che la regina di inghilterra e' uno dei due capi anglicani. La confusione di ruoli tra stato e "chiesa", quindi, dovrebbe essere molto piu' elevata che in Italia, ma di fatto non lo e'.
Se qualcuno e' a conoscenza di situazioni analoghe da raccontare (Franz? What's going on in Switzerland?) sarei curioso e porremmo le basi per un discorso informativo che vada al di la' delle solite polemiche.
pagheca