Da "per non mollare" Newsletter per l'azione liberaleCARCERATI :
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I luoghi comuni servono a infinocchiare l’opinione pubblica. Sono spesso usati dai conservatori per evitare che i cittadini possano prestare attenzione ai problemi che il regime non sà affrontare e risolvere.
Un luogo comune dice: “In Italia, ormai, non c’è più nessuno che va in galera”.
A sconfessare questa affermazione c’è la tragica realtà carceraria nel nostro paese.
Sono 63.587 i detenuti nelle carceri italiane Per la precisione i detenuti in via definitiva sono 31.192 mentre quelli in attesa di giudizio sono 30.436. Lo dice il DAP in base ad una recente rilevazione. Se si confrontano questi dati con la capienza regolamentare delle carceri (43.201) si rileva che vi sono almeno 20.000 detenuti di troppo. Di qui il sovraffollamento e il degrado carcerario.
Quello che dovrebbe far scandalizzare, invece, è che il cinquanta per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, ossia sulla base della nostra Costituzione, si tratta di innocenti.
Inoltre ventimila detenuti di troppo rendono invivibile il carcere. Infatti l'Italia è stata condannata a risarcire un detenuto bosniaco per i danni morali subiti a causa del sovraffollamento della cella in cui è stato recluso per alcuni mesi nel carcere di Rebibbia. A stabilire che Izet Sulejmanovic, condannato per furto aggravato a due anni di detenzione, è stato vittima di «trattamenti inumani e degradanti» è la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sulla base del ricorso presentato dal detenuto. Tra il novembre 2002 e l'aprile 2003, secondo quanto accertato dalla corte, Sulejmanovic ha condiviso una cella di 16,20 metri quadri con altre cinque persone disponendo, dunque, di una superficie di 2,7 metri quadri entro i quali ha trascorso oltre diciotto ore al giorno (mentre il Comitato per la prevenzione della tortura parla di almeno 7 metri quadrati quale spazio minimo sostenibile in cella).
La soluzione da qualcuno proposta è la costruzione di nuovi istituti penitenziari. Ma quando ci vorrà per costruirli? Diciamo cinque anni. Nel frattempo, grazie ad una legislazione sempre più punitiva, la popolazione carceraria non sarà superiore alla capienza che oggi appare sufficiente? Quanti risarcimenti danni per condanne della Corte europea dei diritti dell’uomo l’Italia sarà costretta a pagare?
Forse bisognerà cambiare strada. Meno carcere e depenalizzazione dei reati lievi.
L’emergenza giustizia è anche il sovraffollamento delle carceri. (bl)