Pagheca, giustamente si chiede: perche' se io ho voglia di sbattezzarmi la chiesa deve porre delle difficolta'?
Amico mio, in Italia ci sono difficoltà insormontabili a cancellarsi da qualunque elenco - fatta eccezione per quello della P2: dai ruoli della nettezza urbana, dal c/c bancario, dai data-base dei "cattivi pagatori", dalle utenze telefoniche ...
Quanto alle domande, e alle risposte che hai sollecitato a Luca, alla fine qualche risposta l'abbiamo avuta: sarebbe stato meglio, forse, se fossimo rimasti nell'ignoranza, perché almeno avremmo avuto un residuo di dubbio.
Meno male che Luca sarebbe un cattolico democratico: si capisce bene che bell'ambientino c'era quando a farla da padroni erano i cattolici senza aggettivi.
Comunque Luca ha ragione su un punto - benché in teoria non sia scontatamente così, come ho cercato di spiegare: sul fatto che sia esagarato rimbeccargli subito Torquemada.
Per contestare il cattolicesimo in generale, e il cattolicesimo come clava politica, basta molto meno, e bastano cose molto più vicine nello spazio e nel tempo.
Inoltre, Luca ripetutamente prospetta una situazione secondo lui chiaramente paradossale: quella di un seguace della religione cattolica costretto a limitare la sua pratica ai riti canonici e alla fede "privata", sia pure liberamente manifestata.
Evidentemente non si rende conto che questo che viene giudicato un paradosso è in realtà un altissimo grado di libertà, in senso lato e non solo riguardo alla religione.
Al di là di questo "limite", c'è l'impegno come cittadini, ognuno con i suoi antefatti culturali, ognuno con la sua fede e i suoi pregiudizi.
In questo impegno è assolutamente lecito tentare di far prevalere le proprie idee, sostenendole in punta di logica o di opportunità, di umanità o di efficienza, ma non sostenendole in punta di religione, ossia in quanto ipso facto sarebbero degne di rispetto o peggio ancora di obbedienza a valere per tutti, e non solo per gli adepti a quella fede religiosa.
Su questo punto - così semplice ma così doloroso per chi crede di avere una speciale preminenza spirituale - i cattolici so' de coccio: anche quando sembra che almeno parzialmente acconsentano, la girano e la rifriggono in modo tale che alla fine di questa "laicità" non rimane quasi niente.
Tra l'altro, caro Pagheca, la tua insistenza benemerita sul fatto che molti temi sono assolutamente personali, tali da non riguardare altri se non gl'interessati, ti scontri con uno dei cavalli di battaglia delle due religioni abramitiche monoteiste: la testimonianza e la propaganda fidei, l'evangelizzazione e la conversione dell'infedele, vale a dire la missione a impicciarsi degli affari degli altri, tanto più quanto più sono privati, e peggio che mai quando sono figli di una libera interpretazione della propria esistenza. Con specialissimo riguardo, ovviamente, con tutto ciò che ha a che fare con l' attività degli organi sessuali.
Per rispondere ad un'altra domanda, se sia possibile la convivenza tra laici e cattolici.
Nella società certamente sì, anche grazie ad un paio di secoli di faticosissime battaglie laiche e progressiste.
In un partito assai meno, specialmente laddove - appunto - la "fede" non sia vissuta dai cattolici come fatto privato e individuale, ma come distintivo politico.
Amen.
PS
Quelli che considerano da secoli il Cristo niente di più che un "morticino appeso ad una croce", da portare di tanto in tanto in processione e poi rimettere in frigorifero, sono proprio i cattolici.