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Sinistra sì,sinistra no

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda Robyn il 26/07/2009, 10:55

Gli ex popolari o sinistra democristiana sono sinistra,se pur con sfumature diverse.Che cos'è il centro?E quel luogo geometrico in cui si incontrano la destra e la sinistra.La Dc era un partito creato dalla chiesa dagli americani e dalla Nato per contrastare il Pci.Generalmente si identificano come partiti di sinistra tutti quei partiti che in parlamento siedono alla sinistra del presidente.Il problema non è la parola sinistra ,ma i contenuti.Se la società italiana ha paura della parola sinista allora viviamo nella società dei taleban.Io sono sempre stato fiero di essere di sinistra,certo una sinistra moderna ed interclassista Ciao Robyn
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pianogrande il 26/07/2009, 15:23

Anche il mitico Giorgio Gaber ha cercato di spiegarci "cosa è la destra e cosa è la sinistra".
Non gli è passato neanche per testa di spiegarci cosa fosse il centro.
Per me, il centro è solo una linea di confine (senza dimensioni).
Strumentalmente, si cerca di allargarlo e farlo diventare una zona franca dove rifugiarsi, al sicuro, in attesa di vedere da che parte tira il vento.
Dopo che centrodestra e centrosinistra sono diventate due parole senza spazio né trattino (grande passo avanti culturale) la zona del centro dovrebbe ridursi al solo significato geometrico della parola.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda Robyn il 26/07/2009, 17:42

Sono fasi della storia così.Bisogna capire che identificazione c'è del termine sinistra nell'immaginario collettivo.Certo se ad un certo punto entra senza nessun controllo Grillo e ci dice che la sinistra è quella che lui interpreta allora gli elettori hanno un'immagine negativa,oppure se la sinistra è quella che và ogni giorno in piazza,gli italiani hanno quell'immagine,anche se in piazza bisogna andarci.Hanno un'immagine negativa se ad un certo punto credono ad un berlusconi che dice di voler costruire un partito in cui si riconoscano tutti quelli che non sono di sinistra,che questo è un paese moderato fascista.Anche questa,la parola sinistra,è oggetto di populismo e di strumentalizzazione negativa da parte di media,giornali,industriali e poteri forti che ne danno un'immagine negativa per ragioni di interesse suscitando paure varie.Berlusconi è molto debole ma non vorrei che alla fin fine fosse un prodotto dei nostri errori e degli errori della prima repubblica.L'unico modo per non tenerlo più in piedi e mantenere vivo il concetto di sinistra evitando nostalgie e tentazioni proporzionalistiche perche potrebbero resuscitarlo.Siccome e molto debole ed in passato c'è stato chi ha detto che berlusconi e il leader della destra ,mantenendolo così in vita,quando sarà ancora più debole non bisogna resuscitarlo ma detronizzarlo Ciao Robyn
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 27/07/2009, 0:10

Mi sembra che, giudizosamente, qui ci si limiti al significato pratico di "sinistra".

Per quello che mi è capitato di sperimentare e di vedere, la sinistra à quella cosa che tendono a evocare come uno spauracchio quelli che si apprestano a commettere qualche puzzonata, o che l'hanno appena commessa e vogliono distogliere l'attenzione da se stessi.

Sinistra è anche tutto ciò che fascisti, razzisti, affaristi che non vogliono regole, mafiosi, berretti verdi assatanati, poliziotti col manganello facile, clericali integralisti, tutto ciò che questa gente percepisce come ostacolo alla realizzazione dei propri ideali di vita e di società.

Sinistra è, d'altra parte, quella parte verso la quale si sono rivolti per decenni quei cittadini che non erano soddisfatti della propria condizione, che speravano in una migliore giustizia sociale, che facevano il tifo per i buoni contro l'arroganza dei cattivi: qualcuno la considerava un ideale adamantino, altri una speranza, altri realisticamente un tentativo incerto, ma era tuttavia "sinistra" e tale rimase a lungo, nonostante tanti errori e tante omissioni.

Sinistra è stata quella che ad un certo punto, in Italia, ha ceduto alla sindrome dell'agnus dei qui tollis peccata mundi, e che ha detto: ragazzi, compagni, concittadini, ci siamo sbagliati, il mondo non ha bisogno di trasformazioni, le cose vanno benino così, salvo qualche ritocco qua e là alle aliquote fiscali, al sistema elettorale, e perché no, anche al welfare, che è stato un tantino esagerato con tutta quella caterva di garanzie.

Sinistra è stata per tanto tempo un popolo intelligente rappresentato da una nomenklatura arcigna.
Oggi, un popolo intelligente, rappresentato da nessuno.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda Robyn il 27/07/2009, 8:03

Pierdom
C'è anche l'enciclica sociale che è una protezione per noi,che neutralizza lobbyes,corporazioni,poteri forti,etc
Naturalmente poi sui temi della laicità c'è differenza Ciao Robyn
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda matthelm il 27/07/2009, 9:52

La sinistra descritta sopra è quella che avrebbe dovuto essere ma che raramente è stata altrimenti non se ne capirebbe il fallimento.
Dal 1948 ai nostri giorni la sinistra italiana ha inanellato una serie di errori e valutazioni storiche che ora si possono vedere chiaramente. Certo è anche impossibile sbagliarle tutte ma la supponenza di essere sempre dalla parte "eletta" è ciò che più di deleterio si possa fare e pensare.

Il tentativo di costruzione di un partito, il PD, che rappresenti un fatto nuovo anche per la sinistra è encomiabile e vale la pena di tentare.

Nostalgici ce ne sono sempre stati ma sistematicamente dimenticano le brutture "dei bei tempi passati" e qualcuno, vituperato, ha impiegato anni per dimostrare loro che "qualcosa", certo non tutto, sbagliavano e molti han capito. Altri,... pazienza.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 27/07/2009, 11:11

" La sinistra descritta sopra", di cui parla Matthelm, credo che sia quella del mio post.

Come al solito - va be', diciamo come capita spesso - Matt riprende una solfa abusata, senza troppi riguardi per il testo al quale si riferisce.
In quello che dicevo non c'è infatti alcuna "idealità", e nemmeno una sinistra che si autogratifica: si tratta invece di una sinistra definita per esclusione, o meglio, attraverso soprattutto l'opinione dei suoi avversari.
E non si tratta della sinistra della nomenklatura, come Matt ovviamente, s'intigna a pensare.
Quindi le ragioni del "fallimento" andrebbero cercate in altro modo e altra sede, e anzi sarebbe bene indagare seriamente anche sul fallimento in se stesso, se mai c'è stato e di quale fallimento eventualmente si tratta.

Sulle "nostalgie" ormai non vale nemmeno più la pena di perdere tempo, reali, inventate, personali o politiche che siano.
Mi piacerebbe invece sapere di che cosa Matt ha nostalgie - se ha nostalgie - e perché, e quali siano stati i suoi eroi, i suoi santini, le sue illusioni, i suoi rimorsi ...
Io infatti mi sarei leggermente stancato di tutta questa gente che sembra venire dal nulla, che non ha passato, che nel suo album di famiglia sembra avere solo santi, vergini e filantropi, e della storia sembra conoscere o ricordare solo quello che riguarda la sinistra, e pure male.
Ma l'Italia in queste condizioni chi ce l'ha portata: la sinistra? La sinistra, oltre tutto, da sola?

A proposito, poi, di ciò che è deleterio.
Provare ad essere dalla parte giusta, e magari non riuscirci sempre è umano, più che altro.
Ma essere dalla parte sbagliata e pensare che sia normale, senza mai provare ad essere altro, senza mai un esame di coscienza, e passare il tempo a contare le colpe degli altri, credo che sia molto cristiano, questo sì, ma anche molto deleterio. E fastidioso.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda ranvit il 27/07/2009, 12:43

Possiamo dire che la sinistra cosi' come definita da pierodm è reale, ma costituisce all'incirca un terzo dell'elettorato italiano (al suo interno poi contiene una parte, la sinistra radicale, alquanto velleitaria e terzomondista).
Cosi' come esiste, sempre come definita da pierodm, un agglomerato equivalente all'incirca ad un altro terzo di elettorato costituito da "fascisti, razzisti, affaristi che non vogliono regole, mafiosi, berretti verdi assatanati, poliziotti col manganello facile, clericali integralisti".....

"Ranvittianamente".....manca l'ultimo terzo. Quello che pierodm ignora : gente "normalmente" equidistante dai due precedenti terzi.

E sono loro che determinano il successo o l'insuccesso elettorale (in un sistema bipolare)!


Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda matthelm il 27/07/2009, 13:50

Il pierodm vorrebbe sapere se ho nostalgie.
Prima vorrei ricordare che le speranze, le illusioni, i rimorsi sono propri di tutti i comuni mortali. Sta il fatto che per taluni la politica era importante sì ma non era tutto perché c’erano altri “valori”.
Per altri era stato inculcato, e ancora ci credono, nell’essere sempre nel giusto e comunque allineati anche nella disfatta. Perché si sa il proletariato ha bisogno di guide adamantine ed inattaccabili.

Io non vengo dal nulla e se appena puoi mi attacchi è perché hai capito che ho percorso strade diverse dalle tue. E se puoi appena accettarlo, non meno nobili. Tutto è ormai scritto basta allargare la visuale di lettura.

Quindi non penso proprio che tu eri dalla parte giusta, anzi tutt’altro. Tu lo avrai creduto, e certo la disillusione deve essere stata tremenda, ma non incolpare gli altri o rimpiangere tempi idealizzati. La storia dei movimenti operai, delle leghe, delle rivendicazioni, dei diritti civili ecc non è stata solo della sinistra. Fattene una ragione.
Tutto è relativo, direbbe qualcuno.
Sarebbe solo sufficiente riconoscere che le battaglie e le scelte politiche fondamentali della storia politica italiana non hanno avuto la sinistra come artefice ma altre forze che hanno dimostrato di aver scelto la parte giusta senza idealizzarla come paradiso in terra.
Quindi allo stato dell’arte qualcuno come te deve ancora recuperare e riscrivere la Storia “giusta” italiana che non era “solo” di sinistra. Scava e togli qualche ragnatela di troppo.

Lo so è fastidioso ricordarlo ma opportuno e sacrosanto ripeterlo.
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Re: Sinistra sì,sinistra no

Messaggioda pierodm il 28/07/2009, 7:22

Matt, sgombriamo il campo subito subito da uno strafalcione: io non attaccco nessuno, tanto meno te.
Come altre volte, sei tu che ti butti ardimentosamente a ripetere lo stesso discorso, non appena senti echeggiare la parola "sinistra". Se ci credi, fai bene a farlo, tutto sommato, ma tichiedevo solo di stare attento al contesto: preparati una seconda versione del tuo compendio di historia comunistorum, adatta al caso in cui devi applicarla alla definizione pratica di sinistra che ne hanno dato i suoi avversari, invece che a quella che la sinistra ha dato di se stessa nelle articolesse di Rinascita o Vie Nuove.

Le nostalgie.
Francamente, non sono interessato in modo acuto o pregiudiziale verso i sentimenti o le idee di nessuno, nel senso che non pretendo, né mi aspetto da nessuno che venga nella comune a confessare i suoi riposti pensieri, come alla Alcolisti Anonimi.
Sono abituato, semmai, a cercare di capire questi sentimenti e queste idee, leggendoli tra le righe.

Quello che notavo era in realtà un'altra cosa: l'assoluta predominanza di gente che sembra non avere passato politico-culturale, sia a destra, sia nel centro-sinistra. E pure questo passato ce l'hanno, questo è incontestabilmente sicuro.
Quelli di sinistra, in questo senso, si riconoscono subito: nel bene o nel male, parlano di quello che credevano, di quello che speravano, di come hanno vissuto i cambiamenti della propria vita di cittadini e anche di persone, di ciò che li ha delusi, delle convinzioni che avevano e che si sono a mano a mano trasformate, di quelle che sono rimaste uguali o più solide di prima. Un atteggiamento che non è di per sé né "migliore", né "peggiore" dell'altro, ma semplicemente normale per un essere umano - per inciso, proprio indagando su questa "normalità" si capisce meglio il significato di quella sensazione di essere "migliori" all'interno di una società per tanti versi anormale.

Per la verità, dunque, ci sono molti che sembrano vivere e rivivere se stessi, la propria storia, solo in funzione dell'acredine verso la sinistra: questo è il solo discorso che riescono a fare, questa la sola dimensione politica che riescono a mostrare, questo il loro passato e il loro presnete, e in questa eterna ripetizione c'è tutta la gamma dei loro sentimenti, in questo si esaurisce il significato di venti, trenta, quaranta, cinquanta anni di vita vissuta.
In questi anni non mi mai capitato di ascoltare o leggere non dico la stesa quantità, ma nemmeno un centesimo delle riflessioni sulla propria esperienza che viene fuori spontaneamente a sinistra, da parte di chi nella sinistra non ha mai creduto, di chi sosteneva altre correnti di pensiero: ed erano milioni, diciamo il sessanta-settanta per cento degli abitanti di questo paese, non stiamo parlando di una setta oscura, la cui voce bisogna andare a ricercarla in qualche castello diroccato.

La parte giusta.
Queste categorie sono infantili: Tex Willer, la parte giusta, quella sbagliata, l'impero del male e quello del bene, il signore degli anelli, il diavolo e l'acqua santa. Più terra terra, mi ricordano le ansie dei paesani, che ad ogni sciocchezza accusano "quelli che vengono dalla città" di credersi più civili, e così facendo in realtà dimostrano di essere sul serio se non incivili, sicuramente più fastidiosi di chi in città se ne frega di appiccicare etichette.
La parte è giusta o sbagliata a seconda di chi la guarda, e di quello che ci si aspetta.
La sinistra è, per definizione e per storia politica, quella parte che mira ad una maggiore giustizia sociale e alla realizzazione più piena possibile della democrazia - tanto per ridurre la cosa in termini essenziali.
Non so se questo sia giusto per tutti. So che all'inizio lo era solo per la sinistra, poi è diventato (in parte, con distinguo) giusto per qualche altro, e alla fine è giusto per tanti quando è il momento di passare all'incasso.
Ce n'era abbastanza per pensare che fosse una parte giusta, certamente meno sbagliata di altre.
Ce n'era abbsatanza anche per vedere che in questa parte giusta non tutto era giusto, e che anzi c'erano aspetti decisamente sbagliati, dato che erano uguali a quelli delle parti sbagliate: vedi per esempio i regimi dell'Est, ma anche qualche robetta nostrana.
Personalmente la mia presa di posizione nettissima su queste parti sbagliate l'ho presa (quando non era affatto scontato farlo...) ma non è questo il punto.
Il punto è che su questo e su tanti altri argomenti a sinistra si è sempre ragionato, apertamente e profondamente, pubblicamente e crudelemente: anche questo stesso forum è figlio di questa abitudine, di questa tradizione, di questa "necessità".

Su quanto fosse giusta o quanto fosse sbgliata la parte di altri, o la tua, Matt, io ho visto assai poco discutere e ragionare.
Anzi, non so nemmeno quale fosse, la tua.
Eppure l'Italia in queste condizioni qualcuno ce l'ha portata: solo la sinistra? Ebbene sì, la sinistra - come ben si vede in questi anni - si prende le sue responsabilità, e pure di più, e ci si arrovella dentro.
Ma l'altro sessanta-settanta per cento d'italiani dove stavano, cosa facevano, che cosa pensavano, per chi votavano, quale parte giusta sostenevano? Su che cosa si arrovellano? Che cosa c'è dietro quella maschera di gomma?
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