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Franco Marini ed i Radicali

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pierodm il 21/07/2009, 0:11

Caro Pagheca, io non sottovaluto assolutamente l'importanza d'un pensiero razionale e lo sforzo di non abbandonarsi a valutazioni cervellotiche.
In certe occasioni, su certi argomenti, conoscere, studiare, tenere in conto dati statistici e risultanze scientifiche è essenziale, in altri casi è comunque utile: chi sarebbe così stupido da negarlo?
Quello che contesto è l'identificazione tra razionalità e scientificità, e tra scientificità e aritmetica, e la mia contestazione non nasce da un "sospetto" verso la scienza, ma anzi dal rispetto che la scienza merita, che la rende qualcosa di più (molto di più) di una pura ricerca di esattezza espressa in numeri e in grandezze definite.
Insomma, credo che potremmo metterci d'accordo intorno al fatto che sarebbe forse più giusto parlare di "logica", ossia di quello strumento che fa da interfaccia tra le scienze cosiddette "esatte" e i meccanismi mentali (e dunque anche sociali) umani.

L'esempio che tu porti è tipico: "il PD ha perso le elezioni perché ...".
Esperti di marketing politico-sociale da anni conducono studi su flussi elettorali, aspettative, incidenza dello status economico, etc, utilizzando tecniche di sondaggio sofisticate e giudicate altamente attendibili proprio perché dotate di un sufficiente grado di "scientificità", nella metodologia.
Il risultato stabilisce come, quanto e in che settore l'offerta politica del PD non ha corrisposto alle aspettative dell'eletorato, o almeno presenta un quadro di dati di fatto che tolgono di mezzo alcune ipotesi che si dimostrano inconsistenti. Ipotesi che in una discussione generale vengono puntualmente fuori.
Ma c'è davvero necessità di questo genere di studi? Forse sì, ai fini di una discussione. Probabilmente no, ai fini di una riflessione e una valutazione politica da parte di "strateghi" efficienti ed efficaci, insomma con un'adeguata capacità.
Avere una "adeguata capacità" - adatta allo scopo, in quantità e qualità - significa saper usare la propria mente, saper filtrare i dati dell'esperienza e della propria sensibilità, saper individuare i punti cruciali di un'analisi socio-culturale, etc.
Oltre a ciò, una "adeguata capacità" dovrebbe prevedere anche un parametro logico ulteriore: il fatto che l'elettorato non è un "dato di fatto" fisso, ma un soggetto mobile, ossia un soggetto che, oltre ad esprimere una sua propria volontà e personalità per così dire "oggettiva", è anche fortemente modificabile nelle proprie attese e nella propria percezione dei problemi dalla presenza, dalla natura e dall'azione dei partiti stessi che si accinge a votare.

Per esempio, in questo senso, io ho dato la mia personale risposta alla domanda sul "perché il PD ha perso", risposta che posso esprimere in vari modi che hanno alla fine lo stesso significato: perché in un sistema bipolare la condizione normale in Italia è che il "polo di sinistra" è destinato a perdere, a meno che dall'altra parte non avvenga uno sfacelo assoluto, e forse nemmeno in questo caso - o anche, perché, lasciando da parte il sistema bipolare in sé, Ulivo e poi PD hanno fatto in modo di essere identificati con tutto ciò che c'era di vecchio e di malfatto, facendo caricare su di sé colpe e misfatti del vecchio pentapartito, della prima repubblica, dell'inefficienza dello stato, del burocratismo, della lottizzazione.

Io non so se, per arrivare a questa conclusione ho usato una metodologia scientifica o esoterica, ma posso dire che l'ho ricavata da qualcosa che ritengo più attendibile di qualunque studio effettuato dall'alto: ho parlato con le persone, le ho ascoltate, le ho viste parlare in Tv, le ho guardate in faccia mentre parlavano,ho cercato di capirne i meccanismi mentali quando le sentivo affermare cose assurde e paradossali (dato che siamo stati governati per cinquant'anni dai comunisti e dato che Prodi ha fatto fallire l'Alitalia ...).
Se vogliamo parlare di "falsificazione" come elemento della scientificità, o almeno di una logica attendibile, posso dire che le cose che penso adesso in relazione a questo argomento, le penso da molto tempo, ben prima che questo argomento si ponesse nella forma attuale: il fatto che le mie valutazioni siano confermate dagli avvenimenti di questi anni più recenti credo che si possa considerare una "prova di falsificazione" superata con successo, sia pure sempre in ambito empirico.

A questo proposito, sarebbe divertente raccontare quello che mi è capitato alcuni giorni fa, andando a pranzo in un ristorante nei pressi di Vallepietra, ai margini del Parco dei Monti Simbruini.
Ma per far gustare l'episodio nel modo migliore dovrei entrare nei dettagli, e la cosa sarebe un po' lunga: magari un'altra volta.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda Loredana Poncini il 21/07/2009, 8:26

...dài Piero, non lasciarci in sospeso, raccontaci l'apologo vissuto nei dintorni di Roma...
E' sicuramente più interessante e più veritiero di mille sondaggi (para)scientifici !
P.S: Perché "para" ? perché dove c'entra il libero arbitrio umano, la certezza è bene si attenui in mera probabilità...
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pianogrande il 21/07/2009, 23:32

Visto che si parla di sondaggi etc. scopro l'acqua calda ma, ogni tanto, va ricordato.
Un partito non deve solo farsi condizionare dall'elettorato, deve anche studiare, e profondamente, il processo inverso.
Se ogni partito praticasse solo la caccia al voto attraverso i sondaggi senza cercare di far passare le proprie idee nella testa della gente, i partiti sarebbero, ormai l'uno la fotocopia dell'altro (sotto tanti aspetti, ci stiamo arrivando).
Senza nascondersi nel comodo "non siamo riusciti a farci capire" il confronto deve essere serrato, continuo e capillare.
Il confronto con i cittadini non con le varie correnti interne (lì è un bagno di sangue).
Tutto questo, al PD, manca in modo tragico.
L'impressione che ho è che il 99 % dell'intelligenza di questo partito sia impegnato a fregare il compagno di banco.
Questo è il rischio di un partito grande che, di questo passo, risolverà il problema diventando un partito piccolo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pierodm il 22/07/2009, 0:46

Va be', ci provo.
Naturalmente, capisco bene che in sè un episodio singolo non rappresnta niente, quindi mi si deve concedere che il significato che gli attribuisco deriva anche dal fatto che s'inquadra in una serie di scenari concordanti che hanno predisposto la mia attenzione in un certo modo.

Dunque, eccomi seduto al tavolo di questo ristorante, che in altri tempi sarebbe stato chiamato più propriamente una trattoria.
Un angolo di bosco, percorso dai rivoli freddi dell'Aniene che sgorga pochi chilometri a monte.
Da questa zona provengono molte delle acque che già i Romani avevano scoperto e portato nell'urbe con la loro miracolosa ingegneria idraulica.
Sono insieme alla mia compagna, suo fratello, la moglie di questo e il fratello di questa moglie, che erano passati poco prima invitandoci a questa escursione silvestre: con il caldo di questi giorni abbiamo accolto l'invito con grande piacere.
Comunque già qui - in questa scena "fissa" - la composizione è significativa.
Fratello berlusconiano, moglie di fratello tra il leghista e il fascista, fratello di moglie di fratello insignificante qualunquista che comunque ripete a pappagallo quello che sente al TG4.
Ad ogni buon conto non si parla di politica, né di argomenti che possano condurre sia pure vagamente alla politica: ci sto attento, perché so che non ne vale la pena.
Il pranzo è ottimo e soprattutto abbondante, devo confessare con una certa sorpresa. Banale, ben condito e abbondante, insomma da trattoria per camionisti.

A servire si adopera il proprietario, dotato di grembiulaccio, maglietta sbilenca con aquilotto laziale e aria da "lasciate fare a me".
Il bosco evidentemente fa un effetto mitteleuropeo, perché l'oste ha un colorito bianchiccio, accompagnato da due occhi furbi ed esperti da pizzicarolo.
A più riprese mi faccio portare acqua nel fiasco, dopo aver scoperto che è vera acqua di fonte, freddissima da appannare il vetro. Si chiacchiera e si fuma, appena finito il pranzo, e si sorseggia quest'acqua dalla frescura dimenticata.
A questo punto compare un anziano cow-boy: lo chiamo così perché dopo poco si dichiara allevatore di vari generi di mammiferi, dalle vacche ai cavalli, alle pecore, alle capre.
E' amico del proprietraio, che infatti ce lo presenta, invitandoci ad ascoltare i suoi discorsi che evidentemente giudica istruttivi.
Il cow boy si siede ad un pizzo del tavolo, si fa portare una birretta e comincia la sua orazione.
Non parla male, anzi si esprime con proprietà e con termini qua e là raffinati, e conosce anche l'uso delle pause e della gestualità. Si vede che è abituato a conferire davanti ad una platea - come minimo a quella dei compaesani, dei quali è certamente un notabile.
E' un vecchio allevatore, uno che non solo conosce il territorio dove è nato e dove abita da decenni, ma lo considera assolutamente tutto suo, se non per diritto di proprietà almeno per diritto di sangue.
Ce l'ha con tutto e tutti: il Comune, la Provincia, la Regione, quelli che hanno istituito il parco dei Simbruini, quelli che proteggono i lupi e i cinghiali, quelli che dovrebbero fare le ispezioni e non le fanno, quelli che fanno le ispezioni e rompono i coglioni agli allevatori, e poi con la la Federconsorzi (del quale è stato per qualche anno consigliere provinciale), e con i sindacati non si sa bene perché, con la gente di città che non capisce una mazza, con i partiti, con il parlamento, con i pecorari abbruzzesi che raccontano cazzate (quando gli ho fatto sommessamente presente che il problema dei lupi raccontano di averlo risolto con i cani da pastore, appunto, abbruzzesi).
Molte delle sue rimostranze sono pure sensate, altre sono cervellotiche, ma non è questo il punto.
Il punto è che per lui si scrive "governo", si scrive "regione" o "provincia" o "guardia forestale", ma si legge "sinistra".
Per lui le istituzioni sono intrinsecamente "sinistra", anche quando - come gli ho fatto notare sommessamente - la regione Lazio era governata da Storace: si è liberato dell'obiezione con un gesto della mano, come si fa con una mosca.
Era divertente stare ad ascoltarlo e lo facevo con attenzione: avevo la netta sensazione di ascoltare davvero la voce di Vallepietra, di un pensiero diffuso di tutta la gente della zona, non solo quella di uno specifico individuo.
Il governo è malgoverno, ed è "sinistra".
Per curiosità, gli ho chiesto come pensava allora di risolvere il problema dei lupi: fiutando la trappola, ha glissato elegantemente, parlando di ritorno agli antichi valori. Ho preferito non insistere, anche perché nel frattempo questo lato della quetione si era andato chiarendo tramite le comparsate dell'oste, che mescolava i suoi interventi con l'orazione del vecchio cow boy.

L'oste infatti aveva raccontato con dovizia di dettagli - come usano fare qui in campagna - le sue battute di caccia al cinghiale, che diverse volte avevano visto riempire il suo magazzino di sei-sette esemplari appesi a sgocciolare, e le beffe che regolarmente si faceva di chi si arrischiava a controllare.
L'eloquenza dell'oste era assai più casereccia, ma in compenso meno sottile e più esplicita: la sinistra è una merda e le istituzioni sono una merda specificamente quando ad occuparle è la sinistra. Finalmente adesso è arrivato Berlusconi.
Chi se ne frega se va a mignotte, anzi no: meno male che abbiamo uno che va a mignotte, vivaddio.
La mia sensazione che l'oste con grembiule vedesse Papi con occhio virilmente littorio mi si stava affacciando, quando la realtà superò immediatamente la fantasia.
Il pallido taverniere, infatti, ci invitò, a me e alla mia compagna, a seguirlo, ansioso di mostrarci qualcosa che lo rendeva orgoglioso.
Dietro una porticina, una stanza piuttosto vasta e in penombra era completamente tappezzata di manifesti, poster, quadri, fotografie raffiguranti il Duce, scene di guerre coloniali, sfilate in orbace e selve indistinte di mani protese nel saluto romano.
Io ho girato sui tacchi e sono subito uscito, lasciando la malcapitata Sonia a fare l'ospite educata e silenziosa per qualche minuto.
Mi permetto una disolvenza finale sull'epilogo, con l'oste che ormai preda dell'entusiasmo e fingendo di buttarla sullo scherzo sghignazzava e inneggiava ai camerati che finalmente erano tornati al potere, sotto l'egida di Papi Scopatore.

That's all, folks.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda franz il 22/07/2009, 9:06

Cosa vuoi che ti dica, Piero, comprendo il tuo sconforto.
Penso che in Italia l'anedottica comprenda tanti casi come quello che hai raccontato, oltre a bimbi sbranati dai cani o tacciati di essere napoletani puzzolenti e per questo costretti a cambiare scuola. Per fortuna l'Italia non è solo quello.
Io per fortuna non ho da raccontare aneddoti nememno vagamente simili. E credo che nemmeno pagheca in UK sia confrontato con questa realtà.

L'unico aneddoto che posso aggiungere, totalmente diverso, riguarda i media e come essi possono inflenzare quei comportamenti. Quando ascolto i TG italiani sono bombardato di notizie sulla politica interna, di quella che si parla (o sbrana) addosso. Come prima notizia (salvo i rari casi in cui quelle internazionali bucano per prime) c'è sempre qualcosa su Berlusconi, con annesse dichiarazioni pro e contro, per fatti che sono tutto sommato insignificanti. Per 10 o 15 minuti è tutto un susseguirsi di dichiarazioni di portavoce e portaborse che si affannano a smentire cose che a tuttto sommato non frega nulla a nessuno, se non a loro. Poi qualche sprazzo di politica estera e tonnellate di cronaca, con rapine, stupri e compagnia bella. Quando ascolto i TG esteri anche qui di solito la politica interna la fa da padrona ma non è cosi' invadente come in Italia. Ieri il TG svizzero mi ha impressionato, dando come prima notizia d'apertura una cosa di cui poi non ho visto traccia un alcun media italiano. Una nuova varieta di riso contenete piu' ferro, che puo' essere la soluzione per le carenze di ferro che colpiscono due miliardi di persone sul pianeta. 1/3 circa del sei miliardi e mezzo di abitanti. Simili notizie solitamente, se date, sono relegate alla fine del TG, prima della rubrica cinema e moda e dopo la cronaca nera. Oppure ne parla Angela o altri conduttori nelle loro rubriche settimanali. Darle come prima notizia nell'edizione principale del TG serale per me è un indicatore positivo. Significa veramente mettere l'Uomo al centro e far venire tutto il resto dopo. In Italia credo che ci sarebbe un coro di "chi se ne frega" e caso mai le solite polemiche sugli OGM. Il troiame di berlusconi è molto piu' importante delle carenze alimentari di due miliardi di persone, che nessuno conosce. E che se conoscesse qualcuno definirebbe "puzzolenti".

Ciao,
Franz
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pierodm il 22/07/2009, 22:57

Non sono particolarmente sconfortato: mi piacerebbe esserlo, come se avessi subito un contraccolpo, una rivelazione sorprendente.
Disgraziatamente non è così. Da anni vado ripetendo che la piuma costituzionale sul berretto repubblicano ha mascherato il fatto che fosse fatto di orbace: tessuto antico, come si sa, non esclusivamente fascista, ma sempre nel tempo legato al saio e alla milizia. Il fascismo ancestrale di cui parla Umberto Eco.

E' vero comunque che l'Italia è anche altro. Però, in fondo, qualunque paese è "anche altro" rispetto a qualunque cosa.
Bisogna riuscire a capire quanto peso hanno rispettivamente l'uno e l'altro. Pesare, non solo contare: i voti si contano (e già la cosa è sempre in bilico, se non peggio) ma le idee, la forza delle idee, la loro capacità di persuasione o la loro impotenza si pesano.
La sensazione nettissima che ho, da diverso tempo in qua, è che la recrudescenza e l'emersione del qualunquismo e del sostanziale fascismo italiano non siano più frenati da alcun contrappeso, né sul piano politico istituzionale, né su quello della politica "militare" - ossia della coscienza di una forza politica organizzata che incuta un qualche cautela pratica.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda Loredana Poncini il 23/07/2009, 5:09

Franco Marini e Pannella : ma ci rendiamo conto di quanto son vecchi e incartapecoriti ?
Attualissimo resta invece un libro che mi sono messa a rileggere:
"UN POPOLO DI FORMICHE" di Tommaso Fiore ; sottotitolo:" Lettere pugliesi a Piero Gobetti" (Adriana Editrice-Bari-1968).
Conto di rileggere anche :
"Gramsci: I ' QUADERNI DEL CARCERE '- una riflessione politica incompiuta " (UTET,1997).
Che c'entrano ? mi chiederete ! Li medito per vedere un po' più lontano della cronaca spicciola di questi mala tempora !
E per farlo, secondo me, bisogna proprio ripartire da quelle luci nell'oscurità dei tempi dell'orbace...

Dimenticavo: L'UNITA' non è solo il titolo di un giornale...
... senza Unità son convinta che in Politica si resti ai sogni, anzi, immersi negli incubi, come oggidì !
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda ranvit il 23/07/2009, 11:38

pierodm ha scritto:Non sono particolarmente sconfortato: mi piacerebbe esserlo, come se avessi subito un contraccolpo, una rivelazione sorprendente.
Disgraziatamente non è così. Da anni vado ripetendo che la piuma costituzionale sul berretto repubblicano ha mascherato il fatto che fosse fatto di orbace: tessuto antico, come si sa, non esclusivamente fascista, ma sempre nel tempo legato al saio e alla milizia. Il fascismo ancestrale di cui parla Umberto Eco.

E' vero comunque che l'Italia è anche altro. Però, in fondo, qualunque paese è "anche altro" rispetto a qualunque cosa.
Bisogna riuscire a capire quanto peso hanno rispettivamente l'uno e l'altro. Pesare, non solo contare: i voti si contano (e già la cosa è sempre in bilico, se non peggio) ma le idee, la forza delle idee, la loro capacità di persuasione o la loro impotenza si pesano.
La sensazione nettissima che ho, da diverso tempo in qua, è che la recrudescenza e l'emersione del qualunquismo e del sostanziale fascismo italiano non siano più frenati da alcun contrappeso, né sul piano politico istituzionale, né su quello della politica "militare" - ossia della coscienza di una forza politica organizzata che incuta un qualche cautela pratica.


Mettici anche questo nelle tue considerazioni (che condivido ....) :

Da repubblica.it :

Vicenza, mozione del consiglio provinciale: i posti siano riservati ai veneti
Documento bipartisan Pd-Pdl: "Le regioni meridionali hanno fatto troppi idonei"
Vicenza: "No a presidi del Sud nelle scuole della nostra provincia"
di SALVO INTRAVAIA

ROMA - No a dirigenti scolastici del Sud in provincia di Vicenza. La mozione votata martedì dal consiglio provinciale della città veneta farà discutere. Anche perché approvata da maggioranza e opposizione: 26 consiglieri su 27. A proporla l'assessore alla Scuola, Morena Martini del Pdl. Razzismo? "Macché. Non si vuole puntare il dito contro le professionalità provenienti da altre regioni - dichiara - ma ripristinare una situazione di diritto che alcune regioni, diciamo non virtuose, hanno disatteso".

Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro. Nel 2004, dopo quasi un decennio, venne bandito il concorso per dirigente scolastico, gestito a livello locale. Il bando assegnava ad ogni regione un certo numero di posti disponibili e alla fine della complessa procedura gli idonei potevano superare il numero dei posti messi a concorso al massimo del 10 per cento. Ma in alcune regioni le cose andarono diversamente. "In Campania, per esempio, gli idonei furono parecchi di più di quello che prevedeva il bando", continua la Martini. Stesso discorso in Sicilia e in altre regioni meridionali, dove si scatenò una guerra di carte bollate. E quando il governo Prodi consentì agli idonei la cosiddetta mobilità interregionale, in 6 regioni settentrionali (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) su 118 poltrone disponibili vennero nominati ben 108 neodirigenti provenienti dal Sud.

Rischiano ora di andare ad altrettanti presidi meridionali anche i 647 posti autorizzati qualche giorno fa dal ministero dell'Economia per il 2009/2010. Perché le uniche regioni italiane in cui sono ancora presenti idonei nelle graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico - per un totale di circa 660 candidati - sono Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Nelle restanti regioni le liste sono esaurite da tempo. E a settembre quasi tutti i posti lasciati liberi da coloro che sono andati in pensione andranno a dirigenti scolastici del Sud. Negli ultimi anni, coloro che dal profondo Sud hanno fatto le valigie e oggi insegnano al Nord sono tantissimi. In Veneto 17 insegnanti su 100 provengono dalle regioni meridionali, in Lombardia si tocca quota 31 per cento.

"Nel Veneto - spiega l'assessore Martini - ci sono circa 70 posti liberi da coprire, ma nessuna graduatoria regionale da cui attingere. Ci sono invece tanti dirigenti in lista di altre regioni d'Italia, non perché altrove siano più disponibili e bravi che da noi, ma perché noi siamo stati ligi alla normativa mentre altri - continua - hanno creato liste di disponibilità pari, talvolta, anche al doppio dei posti da occupare". E la probabilità che le 70 poltrone libere del Veneto vengano occupate da meridionali è altissima. Eventualità che non va proprio giù ai vicentini. "Il Consiglio provinciale ha voluto denunciare il mancato rispetto della norma da parte di alcune regioni ed evidenziare la conseguente situazione di svantaggio in cui si trova la regione Veneto rispetto ad altre realtà nazionali. Tanti insegnanti in servizio nel Veneto aspirano da anni a diventare dirigenti attraverso un concorso".
(23 luglio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pianogrande il 24/07/2009, 0:33

Razzismo a parte (e dobbiamo sempre vigilare) che io vinca un concorso fatto dalla regione Campania (per la regione Campania) e poi vada ad occupare un posto in Valle D'Aosta mi sembra un pasticcio indecente.
Gridiamo al razzismo e svergogniamo i responsabili quando è il caso (vedere "bambini che puzzano") ma, quando hanno ragione, vediamo di non inflazionare il termine.
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Re: Franco Marini ed i Radicali

Messaggioda pierodm il 24/07/2009, 1:20

La parola-chiave per dirimere la questione - razzismo o no - è quella di "meridionali": tutto il resto è elucubrazione giuridico-burocratica.
Il problema, con la Lega, è che la radice stessa della sua esistenza affonda in una visione xenofoba e razzista, ramificandosi poi, ovviamente, in una serie infinita di argomenti tra i quali ci sono anche quelli condivisibili sul piano strettamente formale, o argomenti che sono facili da mascherare con il belletto del "buon senso".

La pretestuosità delle motivazioni leghiste, o meglio la reale natura di ciò che sta dietro a certe iniziative, si manifesta proprio attraverso episodi come quello del ragazzino napoletano "che puzza": quando il marciume arriva ad influenzare la mente dei bambini, compagni del "napoletano che puzza", immaginiamo cosa c'è nelle loro famiglie, nei discorsi correnti della gente, nel clima diffuso nelle case, nei bar, nelle strade.

Di fronte ad una situazione che sta andando avanti da anni, sempre peggio, vogliamo proprio farci prendere per il culo dal formalismo di certe argomentazioni?
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