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Nuova influenza, è pandemia!

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda ranvit il 13/07/2009, 17:28

Nuova influenza, è pandemia
"Non si ferma, serve il vaccino"


ROMA - La pandemia di nuova influenza "non si può fermare e tutti i Paesi avranno bisogno del vaccino". Marie-Paule Kieny, direttore Initiative for Vaccine Research dell'Oms, fotografa così la situazione del virus ormai diffuso in gran parte del pianeta. "A questo punto occorre adattare la strategia di contrasto alle situazioni nazionali, tenendo presente comunque la necessità di immunizzare gli operatori sanitari per garantire l'assistenza alla popolazione nel corso della prossima stagione influenzale, in autunno".

Gli esperti consultati dall'Oms hanno fissato come priorita' la vaccinazione dei lavoratori del settore sanitario, ''per mantenere in funzione il sistema''. MGli Stati, ha aggiunto Kieny devono adattare le raccomandazioni dell'Oms sulla vaccinazione in funzione della ''situazione epidemiologica, che e' diversa da Paese a Paese'', in particolare per quanto riguarda la gravita' dei sintomi.


(13 luglio 2009)

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Ho la sensazione che stiamo un po' tutti sottovalutando la cosa......anche se francamente la scarsa (per fortuna!) diffusione in termini quantitativi incoraggia questo atteggiamento.

Questa cosa....non mi piace...

Vittorio
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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda franz il 13/07/2009, 17:57

ranvit ha scritto:Ho la sensazione che stiamo un po' tutti sottovalutando la cosa......anche se francamente la scarsa (per fortuna!) diffusione in termini quantitativi incoraggia questo atteggiamento.

Questa cosa....non mi piace...

Vittorio

C'è di buono (relativamente parlando) che ora le scuole sono chiuse, cosi' come il campionato di calcio.
Questo è un forte fattore di rallentamento di una epidemia.
Meglio evitare grandi città e grandi assembramenti.
Concerti, manifestazioni, eventi sportivi.

Comunque salvo casi rarissimi gli attuali farmaci anti influenzali sono efficaci.
Ecco forse perché si sta sottovalutando la cosa.

Franz
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entro marzo 3-4 milioni di casi della nuova influenza

Messaggioda ranvit il 14/07/2009, 19:35

Dal corriere.it :

pandemia
Fazio: entro marzo 3-4 milioni di casi della nuova influenza
Saranno 8,6 milioni gli italiani che verranno vaccinati contro il virus entro la fine del 2009

MILANO - Le previsioni del Vice Ministro della Salute Ferruccio Fazio parlano di 3-4 milioni di nuovi casi di influenza A in Italia entro il prossimo marzo. Fazio promette la vaccinazione entro la fine dell’anno per 8,6 milioni di italiani e indica le categorie: prima i lavoratori dei servizi essenziali come il personale sanitario, i funzionari di polizia e i vigili del fuoco, poi le persone sotto i 65 anni con malattie croniche. A partire dal febbraio 2010 saranno vaccinati i giovani dai 2 ai 20 anni e presumibilmente anche le donne incinte. Le autorità italiane recepiscono così le raccomandazioni che il 13 luglio scorso il Sage (cioè il gruppo di esperti che si occupano delle scelte strategiche e dei vaccini) dell’Oms ha fornito sulle priorità della vaccinazione anti-influenza A. Il Sage ha indicato gli operatori sanitari come prima categoria da proteggere con il vaccino.

DUE FASI - In Italia dunque il piano di vaccinazioni prevede due fasi: la prima in autunno e la successiva all’inizio del 2010. «Stiamo pensando a strategie vaccinali da implementare entro la fine dell’anno - ha detto Fazio in una conferenza stampa a Roma con il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi. - In assenza di queste strategie vaccinali si potrebbero ammalare, con le sole misure di contenimento della pandemia attualmente in vigore, nove milioni di persone. Se riusciremo, invece, a vaccinare i gruppi previsti contiamo di limitare il numero a meno di quattro milioni>. Il problema è quello della disponibilità del vaccino che non sarà per tutti: ecco perché è indispensabile individuare le priorità. «Il piano – ha aggiunto Sacconi – è frutto di una decisione collegiale che ha interessato anche il Sottosegretario Letta, il Ministro dell’Economia Tremonti e il premier Berlusconi. Ci muoviamo anche sulla base delle indicazioni dei centri di controllo delle malattie, i Cdc, di Atlanta e considerando i piani già adottati da Germania e Spagna. Ma siamo pronti a correzioni lungo la via nel caso, per esempio, ci trovassimo di fronte a una mutazione del virus».

PIANI REGIONALI - Le raccomandazioni del Ministero dovranno poi essere accolte dalle Regioni e armonizzate con i piani pandemici che queste ultime stanno approntando. Non solo: anche singole Asl possono predisporre piani di intervento che tengano conto delle realtà locali e che siano capaci di individuare le categorie a rischio. Al Comune di Roma, per esempio, è stata costituita una commissione per l’influenza A che, in accordo con la Commissione Consiliare Speciale Politiche Sanitarie, ha proposto un piano per la vaccinazione del personale comunale a rischio che comprende insegnanti e tassisti. Ma necessariamente il vaccino andrà «razionato». «Perché si rendano disponibili le prime dosi di vaccino – commenta Alessandro Zanetti responsabile in Lombardia del Laboratorio di riferimento regionale per l’influenza A– ci vorranno alcuni mesi». Non è soltanto una questione di preparazione, ma anche di verifica della sua sicurezza dei preparati.

LE AZIENDE PRODUTTRICI - E di «contrattazione» fra autorità sanitarie e case produttrici del vaccino. Che, secondo il direttore generale dell’Oms Margaret Chang, vanno incentivate, per esempio, con la garanzia di brevetti remunerativi, perché siano innovative nella ricerca di vaccini e di farmaci contro emergenze come quella della influenza A. Mentre l’Australia ha già ordinato 21 milioni di dosi di vaccino per coprire almeno metà della popolazione, l’Italia, secondo alcune fonti dell’industria dei vaccini, non si sarebbe ancora mossa in questa direzione.

Adriana Bazzi
abazzi@corriere.it
14 luglio 2009
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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda Gab il 18/07/2009, 18:51

da http://www.aamterranuova.it/article3653.htm

Secondo l'Oms (dati aggiornati al 6 luglio 2009), i casi della cosiddetta influenza suina sono circa 94mila, 429 i decessi nel mondo. Ecco un intervento del dottor Eugenio Serravalle.

Il dottor Serravalle, medico con lunga esperienza alle spalle, è autore del libro "Bambini super-vaccinati" (Leone Verde edizioni). Riportiamo il suo intervento sull'influenza suina:

"Responsabile è un virus influenzale (A/H1N1) nato da un triplice riassortimento aviario, suino e umano, che dal Messico si è diffuso in quasi tutto il mondo. Inizialmente è stato chiamato “virus dell’influenza suina” poiché pare che il riassortimento virale sia avvenuto negli enormi allevamenti intensivi di maiali. Poi il virus ha iniziato a trasmettersi tra gli esseri umani, viaggiando velocemente, favorito dai voli aerei transcontinentali. Se altri microrganismi hanno avuto bisogno di almeno sei mesi per diffondersi in tutto il mondo, la nuova influenza si è propagata in poche settimane. Le immagini del contagio rimbalzano su tutti i telegiornali, aumenta la paura, si diffonde ancor più velocemente il panico, gli spettri delle pandemia precedenti sono sempre evocati. Virus letali: in quanti film catastrofisti sono i protagonisti indiscussi?
Si confondono, come sempre, trattando temi che riguardano la salute e quindi la vita delle persone, affermazioni ed opinioni con dati scientifici e risultati di ricerche cliniche. Sono ancora molte le domande aperte su questo nuovo virus influenzale, sulla sua origine (perché è iniziato in Messico?), sulla sua evoluzione (ci sono microrganismi associati che circolano contemporaneamente? quali sono i gruppi di età più colpiti?), sulla nostra capacità di affrontarlo (cosa c'è di insolito in questa epidemia?) e soprattutto di chiederci, onestamente, quanto hanno influito sulla sua comparsa elementi incontrollabili e quanto condizioni create dall’uomo.
Maiali che vivono e vengono macellati in allevamenti intensivi sono soggetti ad una serie di malattie che rendono indispensabile l'uso massivo di farmaci ed antibiotici, con grave danno del loro (e di conseguenza del nostro) sistema immunitario. “Siamo quel che mangiamo”, ma siamo anche quel che mangia quello che mangiamo noi. Altre ipotesi sull'origine e sulla diffusione della malattia parlano di un errore umano verificatosi in laboratori di ricerca e di studio dei virus. Questo è quanto sostiene Adrian Gibbs, virologo australiano, uno dei “padri” dell’antivirale oseltamivir (farmaco anti-influenza più noto con il nome Tamiflu), in una comunicazione inviata all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc). Già nel 1977 un virus influenzale del tipo H1N1 venne prodotto per errore in seguito alla cattiva gestione di un laboratorio in Russia.
A queste domande giornali e televisioni non cercano risposte: l'informazione, che è linfa vitale della democrazia, esalta così non il racconto del fatto – cioè la sua origine, il suo sviluppo, l'accadere - ma solo gli aspetti che più di altri colpiscono l'emotività: a grossi caratteri si parla di pandemia. La definizione di pandemia, in realtà, non comporta un criterio di gravità, anche se il termine evoca subito “la spagnola” con il suo carico di morti. E' usato per segnalare un criterio di diffusione: quando la diffusione di un virus è sostenuta e persistente in più continenti. «Pandemico significa globale, ma non ha connotazioni di gravità», ha puntualizzato il portavoce dell'Oms, Gregory Hartl, ma il seme della paura germoglia. Il grande numero di decessi segnalati inizialmente in Messico, è stato ridimensionato anche se la situazione epidemiologica di quel territorio rimane poco nota. Il virus, è vero, circola rapidamente, ma si presenta con sintomi lievi, come nelle banali sindromi virali, con facile guarigione spontanea. Eppure ogni giorno apprendiamo che qualche nuovo caso è segnalato in qualche città o paese a noi vicino. Se questa accuratezza di diagnosi eziologica (cioè l'identificazione precisa dei virus in tutte le patologie di lieve entità) fosse estesa a tutte le malattie, la medicina moderna farebbe enormi progressi.
L'indice di mortalità della “nuova influenza” è veramente basso: meno dell' 1 per cento. Molto inferiore al tasso di decessi per l' influenza stagionale, che varia tra il 5 e il 15 per cento. Durante le epidemie influenzali, quando normalmente non ci si preoccupa di eseguire diagnosi di laboratorio per identificare il virus, la morte per influenza di un anziano o di una persona con patologia cronica (una cardiopatia, una bronchite cronica, ad esempio) viene attribuita in genere alle
complicanze di queste patologie, e non all'influenza stagionale. Cosa che non succede quando si formula la diagnosi di nuova influenza: in questo caso, la responsabilità del decesso è generalmente riferito al virus. Eppure, nonostante questo artificio statistico, la malattia non risulta particolarmente aggressiva. Al contrario dell'influenza aviaria, che avrebbe dimostrato un tasso di mortalità di circa il 40 per cento, ma che, generalmente, non si trasmette da uomo a uomo.
In realtà è verosimile che il numero dei casi reali della nuova influenza sia fortemente sottostimato, dal momento che i sintomi sono così aspecifici e a volte anche molto lievi. Ciò rende ancora più difficile valutare la reale proporzione delle complicazioni e dei decessi. Tanta preoccupazione per una malattia molto contagiosa, ma estremamente benigna. Questo virus H1N1 è caratterizzato da una particolare forma della proteina di superficie, che si lega male ai recettori presenti nel tratto respiratorio umano, secondo i ricercatori dei /Centers for Disease Control and Prevention/ (Cdc) Usa. "Il virus è capace di legarsi ai recettori umani, ma chiaramente è limitato", ha affermato Ram Sasisekharan, direttore della divisione Scienze della salute e tecnologia del Mit. Questo legame limitato, debole, insieme a una piccola variazione genetica in un enzima dell'H1N1, spiega perché il virus non si diffonde con la stessa efficacia dell'influenza stagionale. I ricercatori hanno poi scoperto una seconda mutazione che ostacola l'abilità dell'H1N1 di trasmettersi rapidamente. In pratica, il nuovo ceppo del virus non presenta la versione del gene PB2 cruciale per una rapida diffusione nell'uomo. Tanti governi – compreso il nostro - hanno annunciato la disponibilità di scorte di antivirali ai quali il virus è risultato suscettibile(Oseltemivir, Tamiflu e Zanamivir, Relenza) veicolando un messaggio indiretto di protezione certa. Ma la suscettibilità riscontrata in vitro è cosa diversa dall’efficacia clinica, non brillante neppure verso l’influenza stagionale, che andrà verificata sul campo. Basterebbe una singola mutazione per portare a un'inefficiente interazione del microrganismo con l'oseltamivir (Tamiflu), il farmaco usato per curare i pazienti,e potrebbero così emergere facilmente ceppi resistenti al Tamiflu. Inoltre l' uso esteso e indiscriminato degli antivirali potrebbe favorire l'insorgere di resistenze, come già riscontrato. L'uso degli antivirali è stato esteso recentemente anche ai bambini sotto l’anno di età e nelle donne gravide in base a una valutazione teorica di maggior beneficio rispetto al rischio. Ma questo andrebbe verificato, anche alla luce delle numerose e gravi reazioni avverse segnalate in bambini giapponesi dopo la somministrazione del farmaco. In un report del BPCA ( Best Pharmaceuticals for Children Act ) sono state riportati eventi neurologici e psichiatrici, come delirio, allucinazioni, confusione, comportamento anormale, convulsioni ed encefalite. In 12 pazienti pediatrici l’esito è stato fatale. E' vero che in molti di questi casi, una relazione tra impiego di Tamiflu e morte era difficile da valutare a causa dell’assunzione di altri farmaci, della presenza di altre patologie e/o per la mancanza di approfondite informazioni nella segnalazione, ma è certo che non è prudente per tutti i bambini assumere questo farmaco (che va somministrato entro 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi) senza ulteriori dati di sicurezza, per una patologia che si risolve in genere spontaneamente.
Intanto la corsa al vaccino è cominciata. Il ceppo «madre» del virus della nuova influenza A/H1N1 è finalmente arrivato nei laboratori delle aziende farmaceutiche: per settembre-ottobre saranno pronti sia il vaccino antipandemico, sia il vaccino contro l' influenza stagionale. Ma siamo proprio sicuri che sarà efficace? L’assoluta novità del virus e il possibile utilizzo di nuove tecnologie, fanno sì che la reale efficacia e sicurezza del vaccino si potranno conoscere solo dopo l’introduzione su larga scala. Fino ad allora è tutto un tirare ad indovinare. Eppure i vaccini godono ancora di questo privilegio: sono considerati uno strumento salvifico, a prescindere, prima della dimostrazione clinica. Conviene allora ricordare che, per il vaccino contro l'influenza stagionale, importanti studi scientifici hanno affermato che “L’efficacia del vaccino nei bambini, così come negli anziani, è risultata incerta, quando non addirittura assente”. Non c’è ragione di vaccinare i bambini sani. Innanzitutto, perché non sappiamo se e quanto funzioni la vaccinazione per l'influenza nel bambino, come è stato confermato da uno studio pubblicato sugli Archives Of Pediatrics And Adolescent sugli esiti della vaccinazione nei bambini con meno di 5 anni. E non bisogna scambiare per influenza le numerose patologie virali che possono interessare i bambini durante l'autunno e l'inverno. C'è molta confusione a proposito: i classici sintomi del raffreddore, mal di gola e febbre che mettono a letto grandi e piccoli non sono sempre riconducibili al virus dell'influenza ma, nella maggior parte dei casi, ad altri virus e patogeni. Si parla in questi casi, di sindrome simil influenzale. Si stima che siano positivi al virus dell'influenza solo tre adulti su dieci e un bambino su dieci che presentano i sintomi simili all'influenza. E sulle forme simil-influenzali l'efficacia della vaccinazione è ovviamente zero. E la sicurezza? Abbiamo la certezza che il rapporto rischio/beneficio sia favorevole? Un'epidemia influenzale si verificò nel 1977 in un campo militare del New Jersey causando 500 malati e la morte di un giovane soldato. Anche allora si sostenne che l'epidemia che si stava verificando era dovuta a un virus molto simile a quello della famigerata 'spagnola'. La paura di un ritorno di quel flagello sfociò nell'annuncio del presidente Ford che il Governo federale americano avrebbe stanziato 135 milioni di dollari per la messa a punto di un vaccino con il quale l'intera popolazione statunitense avrebbe potuto essere protetta. Ma l'alta frequenza di reazioni avverse gravi alla vaccinazione, come la sindrome di Guillain Barré , causò la sospensione del programma vaccinale, per il timore dell'industria farmaceutica di pagare ingenti risarcimenti per i danni provocati ai soggetti sottoposti alla vaccinazione".
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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda franz il 19/07/2009, 15:15

Pagine svizzere di informazione in italiano.
http://www.bag.admin.ch/pandemie/index.html?lang=it

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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda mauri il 19/07/2009, 16:13

credo più nella conoscenza dei sintomi che nel vaccino, almeno in questo caso, perchè molte persone che si vaccinano sono poi state malisssssimo

questo scrive la svissera
Qual è la differenza tra l'influenza pandemica (H1N1) 2009 e un’influenza stagionale?
Secondo le conoscenze acquisite finora, i sintomi sono praticamente gli stessi: si tratta di un’affezione delle vie respiratorie con febbre superiore ai 38 gradi. Il sintomo della febbre può essere assente. Gli ammalati soffrono di mal di gola, tosse e raffreddore. I sintomi tipici delle malattie influenzali sono pure i dolori muscolari e/o articolari, mal di testa e brividi. Alcuni pazienti soffrono inoltre di stanchezza e/o di inappetenza e possono apparire sintomi di nausea, vomito o diarrea.

qui la descrizione è più precisa
http://it.wikipedia.org/wiki/Influenza_suina
http://it.wikipedia.org/wiki/Influenza

questa volta non converrà sottovalutare i "raffreddamenti" come sempre abbiamo fatto, 2 aspirine e via
ciao, mauri
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Virus A, affari d'oro per Big Pharma

Messaggioda franz il 22/07/2009, 11:03

Già prenotate un miliardo di dosi, business gestito da quattro colossi farmaceutici
Lotta contro il tempo per produrre il medicinale. Al via in Australia i primi test sull'uomo

Virus A, affari d'oro per Big Pharma
Il vaccino vale 10 miliardi di dollari

di MAURIZIO RICCI

Forse, alla fine, la pandemia non ci sarà. Forse, il vaccino arriverà troppo tardi. Ma i soldi, nelle casse di Big Pharma, chiamata in fretta e furia a preparare l'antidoto, stanno già entrando a fiumi. È un business da 10 miliardi di dollari: la paura non conosce recessione. Anche se ogni singola dose di vaccino è destinata a costare una decina di euro, infatti, è il volume delle vendite a fare massa. Una delle maggiori banche d'investimento mondiali, J. P. Morgan, ha calcolato che i governi dei vari paesi abbiano già prenotato, presso le 3-4 aziende in grado di produrre il vaccino su larga scala, almeno 600 milioni di dosi.

Per un controvalore di 3 miliardi di euro, circa 4,3 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi, si è aggiunta la Francia, con un ordine per 94 milioni di dosi e un assegno da 1 miliardo di euro. E la lista è destinata ad allungarsi.

J. P. Morgan stima che, alla fine, ai 600 milioni di dosi già prenotate se ne sommeranno altri 350 milioni, per un'ulteriore fattura di oltre 2 miliardi e mezzo di dollari, più di 1,8 miliardi di euro. Di fatto, per Big Pharma è un affare a colpo sicuro. Il miliardo di dosi prenotate, o in via di prenotazione, è largamente insufficiente a coprire una popolazione mondiale che sfiora i 7 miliardi di persone. Ma è anche, più o meno, il massimo che gli impianti attuali possano produrre, sotto forma di fiale da iniettare (in Europa) o di spray nasale (negli Usa). Non ci saranno rimanenze di magazzino.

A spartirsi questo imponente business dell'influenza suina è un ristretto gruppo di giganti dell'industria farmaceutica: GlaxoSmithKline, Sanofi Aventis, Novartis, Astra Zeneca. Accanto ai vaccini antinfluenza ci sono, però, anche le medicine per chi, l'influenza, l'ha già presa. Anche qui, è Big Pharma a dominare il mercato. Anzitutto con il Tamiflu della Roche. E poi con il Relenza, ancora di GlazoSmithKline. Secondo J. P. Morgan, Tamiflu e Relenza porteranno, rispettivamente a Roche e Glaxo, vendite per 1,8 miliardi di dollari nei paesi ricchi, più 1,2 miliardi di dollari nei paesi in via di sviluppo. Complessivamente, altri 3 miliardi di dollari, oltre 2 miliardi di euro. Fra vaccini e medicine, il rischio pandemia vale, per Big Pharma, circa 10 miliardi di dollari.

Di contro, senza i grandi nomi dell'industria farmaceutica, probabilmente, non ci sarebbero né le medicine, né la speranza del vaccino. Cinque anni fa, nell'inverno 2004-2005, negli Usa non si riuscì a mettere insieme le dosi previste di vaccino contro l'influenza ordinaria, prodotte da due aziende relativamente piccole: Aventis Pasteur e Chiron. In effetti, Big Pharma si teneva per lo più lontana da un settore che appariva poco promettente: nel 2004 le vendite complessive di vaccini in generale - non solo per l'influenza - raggiungevano appena gli 8 miliardi di dollari, meno degli incassi di un singolo farmaco fra i più diffusi.

Poi, alcune aziende hanno scoperto che, con i vaccini, si possono far soldi. La Wyeth con un vaccino contro lo pneumococco (84 dollari a dose). La Merck con uno contro il papilloma (130 dollari a dose). Big Pharma ha scoperto il settore: Novartis ha comprato Chiron, Sanofi ha preso Aventis Pasteur, Astra Zeneca Medimmune, Glaxo ID Biomedical, ancora Sanofi la Acambis, Pfizer ha assorbito Wyeth. Senza questa concentrazione di mezzi e di ricerca, dicono gli uomini delle grandi aziende, non ci sarebbero oggi le risorse industriali per una risposta rapida all'emergenza pandemia.

Nonostante questo spiegamento di forze, peraltro, il vaccino, anche se prenotato, è ancora un punto interrogativo. Gli scienziati della Novartis hanno fatto sapere che, nei test di laboratorio sul virus della suina, riescono a produrre solo il 30-50 per cento dell'antigene (l'antigene è l'elemento attivo del vaccino) che normalmente si ottiene per il virus dell'influenza ordinaria. Più antigene si crea, più dosi si possono produrre. Inoltre, il processo di fabbricazione è ancora lungo: una volta isolato il virus in laboratorio, le milioni di dosi di vaccino vanno coltivate in altrettanti milioni di uova di gallina, per un periodo di 4-6 mesi.

È per questo che non si sa ancora con sicurezza quando il vaccino prenotato sarà effettivamente disponibile. Esiste un metodo più rapido: la produzione del vaccino direttamente su una cultura di cellule. È una procedura già usata per altri vaccini, ma ancora non autorizzata per l'influenza. L'emergenza pandemia potrebbe costringere a bruciare i tempi.

(22 luglio 2009)
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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda franz il 22/07/2009, 11:17

A volte certi giornalisti riescono a stupirmi ancora. In negativo.
Eppure la categoria dovremmo conoscerla, ormai.

Ci sono allo studio scenari che riguardano settembre ottobre, in cui si arriva a prospettare che la metà dei conduttori di treni e mezzi pubblci, del personale ospedaliero, delle maestre, sarà infettato e rimarrà a casa per una settimana circa. Si parla di milioni di casi. A parte il fatto che la mortalità, relativamente bassa, porta pur sempre a decine di migliaia di morti, quando ad ammalarsi sono in milioni, c'è poi il costo economico, trasporti bloccati e quindi fabbriche chiuse. E quindi cassa integrazione. Anche i rifornimenti di generi alimentari nelle grandi città sono a rischio. Se per alcuni mesi metà della forza lavoro fosse colpita avremmo un danno enorme all'economia. Ecco perché è indispensabile vaccinare il personale medico, scolastico, gli autisti dei mezzi pubblici e privati di trasporto merci, tutto il personale dei servizi pubblici. Anche i giornalisti, direi.
Riusciremo con questo a sopportare che le industrie farmaceutiche e le farmacie guadagnino vendendo vaccini?
Riusciamo a mettere sui piatti della bilancia da un lato il costo stimato della vaccinazione (10 miliardi) e dall'altro i danni all'conomia ed i morti che si potrebbero essere? Da che parte pende la bilancia secondo voli?

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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda mauri il 24/07/2009, 15:58

sta venedo fuori che la suina è nè più nè meno che una normale influenza uguale a tutte le altre, interessante sarebbe trovare le statistiche di mortalità della "normale" influenza da aspirine
quindi mi sta venendo il dubbio che tutto il cancan scatenato serva a qualcuno e per interesse, vedi i 10mil, e per opportunità politica ed economica, oh come siamo bravi noi del governo, e di far passare come indispensabile vaccinarsi altrimenti si muore
sarebbe meglio si dicesse la verità, che serve per evitare un costo nazionale maggiore del costo dei vaccini che comunque ci fanno pagare, mica sono gratis
quindi chi non si è mai vaccinato continuerà a non vaccinarsi ed io pure fino a quando non rientrerò nelle categorie a rischio che non sono chi è a contatto del pubblico, ma chi ha problemi di salute
ciao, mauri
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Re: Nuova influenza, è pandemia!

Messaggioda franz il 24/07/2009, 17:09

mauri ha scritto:sta venedo fuori che la suina è nè più nè meno che una normale influenza uguale a tutte le altre, interessante sarebbe trovare le statistiche di mortalità della "normale" influenza da aspirine

La normale infleuenza ha una mortalità, sentivo in un servizio in una TV estera, tra il 10 ed il 15%.
Sembra enorme ma tiene conto di una certa mortalità "invisibile" che è quella degli anziani.
La normale influenza colpisce forse meno persone alla volta, si diffonde lentamente ma è letale per le persone deboli (anziani e bambini).
Questa invece colpirà piu' persone contemporaneamente e sarà piu' rapida come diffusione ma ha una mortalità tra lo 0.5% e l'1%.
Se pero' colpisse un miliardo di persone, i calcoli possiamo farli tutti.
L'uno percento di un miliardo non è una bella cosa.
Nemmeno lo 0.5% di 6 miliardi e mezzo.
Piu' persone vaccinate ci sono, meglio è.
Un miliardo di dosi di vaccino possono trasformarsi in 10 milioni di morti in meno.
Ogni vaccinato in piu' è un untore di meno, mi pare.

Franz
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