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Condono / Scudo fiscale ter

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 12/07/2009, 9:41

Chi riporterà i soldi in Italia beneficerà anche di una sanatoria per falso in bilancio e bancarotta
Due aliquote per sanare i beni rientrati. Il provvedimento si estende fino al dicembre 2007

Ecco il nuovo scudo fiscale
condono sui capitali che rientrano

di ROBERTO PETRINI

ROMA - Colpo di spugna sui capitali all'estero e su molti reati societari e tributari. Sette commi, sei paginette dense di norme e riferimenti di legge: lo scudo fiscale-ter si appresta ad arrivare in Parlamento per mano dello stesso governo o, più probabilmente, ad opera di un deputato della maggioranza. La sostanza della bozza dell'emendamento al decreto anticrisi approntata dai tecnici dell'esecutivo, e di cui Repubblica è entrata in possesso, è quella di un condono generalizzato per chi ha costituito o esportato somme all'estero fino al 31 dicembre del 2007.

La sanatoria prevede, per chi aderisce, l'"esclusione di punibilità" per una nutrita serie di reati penali di carattere economico: dal falso in bilancio, alla bancarotta fraudolenta, dall'emissione di fatture false a tutti i reati tributari. Per chi ha costituito fondi nero all'estero c'è l'opportunità di farla franca.

Il "rimpatrio", come è intitolato il comma 2 dell'emendamento potrà avvenire entro il 31 dicembre di quest'anno, a partire da una data compatibile con l'approvazione del decreto, probabilmente il 1° agosto o il primo settembre. L'operazione potrà essere effettuata attraverso banche, intermediari finanziari, Poste e agenti di cambio e riguarderà "denaro e altre attività finanziarie".

Doppio il binario che si potrà percorre per la regolarizzazione e doppia l'aliquota: il primo canale è il "rimpatrio con sottoscrizione di speciali titoli di debito", in pratica Bot, Cct, titoli di aziende controllate dallo Stato (come l'Enel o l'Eni) emessi in "serie speciale". Queste somme saranno vincolate per dieci anni e lo scudo dovrebbe costare il 5 per cento dell'importo dichiarato delle attività "rimpatriate". Il ricavato, come spiega il comma 3, con il vago sapore dell'alibi, è destinato alla "ricostruzione dei territori interessati al sisma del 6 aprile 2009". Il secondo meccanismo di rimpatrio è quello senza vincoli e costerà di più, molto probabilmente il 7-8 per cento delle attività finanziarie.

Per accedere alla sanatoria i soggetti interessati dovranno presentare una "dichiarazione riservata" agli intermediari e questi rilasceranno agli interessati una copia della stessa. Ovvero lo "scudo". E sono proprio gli effetti dello "scudo" elencati nel comma 5 a definire al portata del provvedimento che si presenta come un vero e proprio condono non solo dei reati valutari ma anche di quelli fiscali, societari (come il falso in bilancio) e fallimentari (come la bancarotta fraudolenta).

In primo luogo il comma "preclude nei confronti del dichiarante ogni accertamento tributario e contributivo per i periodi d'imposta per i quali non è ancora decorso il termine per l'azione di accertamento". In pratica, visto che la prescrizione per gli accertamenti tributari è di cinque anni, lo scudo garantirà una protezione da indagini fiscali dal 2004 al 2008.

Ma la lista dei reati - tributari, societari e fallimentari - per i quali lo scudo consente di farla franca è lunga e piuttosto articolata. Il punto "c" del comma 5 "preclude la punibilità" per i reati tributari previsti dagli articoli 2-11 del decreto legislativo n.74 del 2000, ovvero tutto l'armamentario che va dall'omessa dichiarazione, all'emissione di fatture false, alla dichiarazione fraudolenta.

Colpo di spugna anche sui reati societari, a partire dal celebre 2621 del Codice civile, che riguarda proprio il falso il bilancio, reato depotenziato, perché si può procedere solo per querela di parte, ma pur sempre passibile di una pena fino a 5 anni. Inoltre l'"esclusione di punibilità" riguarda tutta una serie di reati degli amministratori di una società, dalle manovre fraudolente sui titoli alla valutazione esagerata di conferimenti e acquisti. A corollario della sanatoria il colpo si spugna si estende anche ai reati della legge fallimentare, bancarotta fraudolenta inclusa. Chiudendo così il cerchio.
(12 luglio 2009)
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 12/07/2009, 9:52

A caldo, la prima reazione che mi viene in mente è il paragone con la legge che istituisce il reato di immigrazione clandestina.
Nel senso che centinaia di migliaia di disperati vengono criminalizzati e multati (da 5 a 10 mila euro) cosi' come vengono criminalizzati chi li ha aiutati (e in gran parte anche sfruttati).
Per l'esportazione di capitali illegali (in nero) invece ponti d'oro. Se rientrano allora "condono + sanatoria", pagando una modica cifra.

Ora credo che sia chiaro a tutti che oggi, nell'epoca della globalizzazione, c'è libera movimentazione di persone, merci, capitali. Se fatto alla luce del sole e motivi leciti, non esistono impedimenti al possesso di somme all'estero.
Chi lo fa clandestinamente è perché i guadagni sono illeciti, frutto di lavoro nero e sommerso.
Dietro ci sono reati, sia frutto di attività illecite (droga, pizzo, armi, corruzione) sia di carattere finanziario (perché l'evasione è un reato, da noi).

Sul piano etico è quindi del tutto lecito affermare che una operazione come questa (condono + sanatoria) corrisponde ad una grande operazione di riciclaggio di denaro sporco, fatta in modo istituzionale dal Governo italiano.
Sempre da governi presieduti da Berlusconi.
Il fatto che da noi risiedano le maggiori organizzazioni criminali (mafia, camorra e 'ndrangheta) credo non sia casuale.

Ciao,
Franz
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 12/07/2009, 9:59

Stati Uniti, Ue e Ocse allineati in una battaglia per far cadere il segreto bancario
La quota maggiore, circa 300 miliardi, in Svizzera. Altri 100 in Lussemburgo

Nei caveau dei paradisi tributari
un tesoro da 550 miliardi di euro

Le stime più attendibili sui capitali detenuti all'estero dagli italiani

MILANO - Non c'è due senza tre. Giulio Tremonti, dopo aver rimpatriato con i suoi primi due scudi fiscali del 2001 e del 2003 oltre 78 miliardi di euro (con un incasso di 1,95 miliardi per l'erario) ci riprova. E il motivo è semplice. Le prime due versioni di questo condono mascherato - malgrado le condizioni da saldo applicate (un'aliquota del 2,5% sui capitali rimpatriati) - hanno riportato nel Belpaese solo una percentuale minima dei soldi in nero nascosti oltrefrontiera dai nostri connazionali. Cifre ufficiali, come ovvio quando si prova ad alzare il velo sui paradisi offshore, non ce ne sono. Ma all'estero, secondo stime attendibili, c'è ancora un tesoro di beni tricolori da 550 miliardi.Una cifra enorme, pari a un terzo del debito pubblico italiano, nascosta dietro il paravento dei conti cifrati e del segreto bancario.

La quota maggiore, circa 300 miliardi, sarebbe parcheggiata in Svizzera, con oltre 250 miliardi ben custoditi nei caveau delle banche del Canton Ticino. Un centinaio di miliardi sono sotto chiave nel Lussemburgo mentre a Montecarlo, paradiso fiscale che negli ultimi anni ha perso parte del suo glamour, ce ne sarebbero solo (si fa per dire) una quarantina di miliardi. Dalla Confederazione, del resto, sono arrivati ben il 58% dei soldi rientrati in Italia con i primi due condoni, davanti al Granducato (14%) e alla Germania (10%).

Su questa immensa fortuna esportata in un quarantennio per sfuggire agli occhi del fisco, tira però già da qualche mese un'aria di bufera. I primi scricchiolii sono stati avvertiti quando un ex impiegato della Ltg, una riservatissima banca del Liechtenstein, ha venduto agli 007 tedeschi l'elenco dei clienti stranieri dell'istituto, finiti poi nelle mani dei vari erari europei. Sembrava solo un incidente di percorso. Ma la crisi finanziaria ha improvvisamente acceso un faro internazionale su questi esotici e (fino a poco fa) tranquillissimi paradisi fiscali.

Gli Stati Uniti e la Ue si sono accodati all'Ocse in una battaglia per chiedere loro più collaborazione nel perseguire i reati fiscali e far cadere il segreto bancario. E, forse per la prima volta, hanno minacciato sanzioni reali. Tanto che lo spauracchio di finire in una lista nera degli organismi internazionali ha convinto Berna, Vienna, Montecarlo, il Lussemburgo, le Isole del Canale e persino Cayman e le Vergini a impegnarsi, almeno sulla carta, a garantire maggior trasparenza.

La prima prova sul campo di queste aperture - quella che fa correre brividi freddi lungo la schiena di molti clienti italiani offshore - è il braccio di ferro tra Stati Uniti e Svizzera su Ubs. Il tesoro Usa ha chiesto ufficialmente alla banca elvetica (una delle preferite dai nostri connazionali più esterofili) di consegnare la lista dei 52mila correntisti americani che hanno depositi soldi in nero presso le sue filiali elvetiche.

Minacciando di ritirarle la licenza a operare negli Stati Uniti. L'istituto, terrorizzato all'idea di vedersi chiudere sotto il naso il suo business più ricco ha acconsentito ad alzare il velo su una prima lista di nominativi. Ma oggi, dopo che lo stesso governo elvetico ha chiesto di non violare il segreto bancario (reato penale nella confederazione) ha fatto marcia indietro. E pare disposto a pagare una multa miliardaria a Washington pur di non perdere la sua aurea di riservatezza.

I paradisi offshore, insomma, sono un po' meno paradisi di un tempo. E Tremonti conta anche su questo clima per convincere gli italiani a riportare in patria i loro sudati risparmi (finora esentasse). Il successo della terza versione dello scudo dipenderà molto dall'aliquota che sarà richiesta per perdonare gli evasori. Il 2,5% delle prime due edizioni è stato un vero regalo. Il Belgio al suo scudo ha imposto il 9%. La Germania un ben più severo 25%. Se applicato ai nostri 550 miliardi, sarebbero quasi 140 miliardi di tasse da pagare.
(12 luglio 2009)
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Ma vediamoli questi italiani con i conti in svizzera

Messaggioda franz il 12/07/2009, 10:08

da: http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... lo/2104073
I misteri della Berlusconi Bank
di Paolo Biondani e Vittorio Malagutti
Una nuova inchiesta per riciclaggio penetra nei segreti della Banca Arner. Dove ci sono i conti della famiglia Berlusconi e dei suoi uomini di fiducia. E dove si intrecciano storie di fondi neri

Chi c'è stato racconta che gli uffici milanesi della Banca Arner sfoggiano un lusso inconsueto anche per una griffe della finanza elvetica. Ma i militari delle Fiamme Gialle che giovedì 11 giugno hanno perquisito il palazzotto di Corso Venezia, in una delle zone più esclusive della città, non hanno avuto molto tempo per ammirare marmi, stucchi, boiseries e arredi di gran pregio. Su ordine della Procura di Milano, il drappello di militari andava a caccia di documenti utili per un'indagine a dir poco delicata.

Un'indagine per riciclaggio che solleva dubbi e sospetti pesantissimi sull'attività della filiale italiana di Arner. Nel mirino ci sono giochi di sponda milionari con i paradisi fiscali. Almeno una decina di conti e società off shore di cui, secondo i rilievi degli ispettori della Banca d'Italia, non sarebbe possibile individuare il reale beneficiario. È un terreno minato per definizione, ma la vicenda rischia di trasformarsi in un caso politico. Perché la Arner da circa 15 anni è la banca di famiglia di Silvio Berlusconi. È l'approdo sicuro di innumerevoli operazioni fiduciarie. La cassaforte in cui viene amministrata una parte del patrimonio dell'uomo più ricco e potente d'Italia.

Non sembra un caso, allora, che il conto di gestione intestato a Berlusconi sia identificato con il numero uno. Ovvero il primo e forse il più importante tra tutti quelli aperti nella sede milanese dell'istituto con base a Lugano. Ma il premier, a quanto pare, ha fatto scuola. E così nei documenti interni della banca spuntano i nomi di alcuni degli amici più stretti di Berlusconi, gente di assoluta fiducia, custodi di molti dei segreti del regno di Arcore. Per esempio Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum. La famiglia dell'avvocato Cesare Previti, condannato in via definitiva per i casi Imi-Sir e lodo Mondadori. Il fiscalista Salvatore Sciascia, un veterano di casa Fininvest, uno che ha tirato le fila di innumerevoli affari berlusconiani. Presso lo stesso indirizzo milanese hanno parcheggiato alcune decine di milioni di euro anche tre delle finanziarie di famiglia del presidente del Consiglio. Per la precisione le Holding Italiana seconda, ottava e quinta, amministrate dai suoi figli Marina e Piersilvio.

Un legame tanto stretto con l'universo berlusconiano è il frutto di rapporti consolidati nel tempo. La Arner, 250 dipendenti, sede centrale a Lugano proprio sul lungolago, offre riservatezza assoluta e rifugi esentasse. Il repertorio della casa comprende fondi d'investimento alle Bahamas e società lussemburghesi. Di recente è stato inaugurato anche un ufficio a Dubai, l'ultimo grido in fatto di paradisi fiscali e societari. Insomma, le specialità sono quelle classiche delle piccole banche svizzere nate come funghi a Lugano per intercettare i capitali in fuga dal fisco italiano. Niente di straordinario, se non fosse che la storia di questo istituto corre parallela a quella della Fininvest e si incrocia fatalmente con le inchieste giudiziarie che hanno messo a nudo il versante off shore dell'impero di Berlusconi.

L'uomo chiave è Paolo Del Bue, classe 1951, figlio di un alto dirigente del gruppo Eni. Romano di nascita, ma svizzero di adozione, Del Bue è uno dei fondatori della Arner di Lugano, prima come semplice finanziaria e, poi dal 1994, banca a tutti gli effetti. Da principio, i suoi compagni di avventura sono Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli. Del Bue però vive di luce propria.

La conferma arriva da un documento recente: la sentenza di primo grado che nel 2009 ha condannato l'avvocato inglese David Mills con l'accusa di essersi fatto corrompere da Berlusconi per testimoniare il falso nei processi in cui era imputato l'attuale premier. Nella motivazione il tribunale spiega che Mills si fece pagare per nascondere ai giudici italiani che due grosse casseforti off shore, chiamate Century One e Universal One, facevano capo non ai manager Fininvest, ma "direttamente a Silvio Berlusconi".

A gestire i conti esteri di quelle due società così delicate era proprio Del Bue. Grazie ai "poteri di firma" da lui ottenuti il 21 e 28 giugno 1991, Del Bue ritira "sempre in contanti", nei successivi tre anni, ben "72 miliardi di lire dal conto svizzero di Century One e altri 32 da quello di Universal One". L'entità dei prelievi, secondo i giudici del caso Mills, "è assolutamente indicativa dello strettissimo rapporto di fiducia" tra Berlusconi e Del Bue, che non si limita a fare il banchiere, ma agisce come un tesoriere occulto del presidente del Consiglio italiano.

Imputato di riciclaggio nello stesso processo sui diritti tv, che ora è sospeso grazie al lodo Alfano, Del Bue si è rifiutato di rispondere alle domande dei giudici. E il suo silenzio continua a proteggere molti altri segreti. Secondo l'accusa, per nascondere i fondi neri di Berlusconi, il banchiere della Arner si sarebbe trasformato in una specie di 007. Nell'aprile 1996, mentre la polizia inglese perquisisce per la prima volta Mills, scoprendo le finanziarie off shore del sistema All Iberian, Del Bue si presenta nello studio dell'avvocato inglese e si fa consegnare tre faldoni di carte: guarda caso, quelle che riguardano Century One e Universal One. Per questo ora il banchiere svizzero è accusato anche di aver fatto sparire quei documenti così compromettenti per Berlusconi. Subito dopo averli ritirati, Del Bue ha un incontro riservatissimo, a Londra, con Mills e con un avvocato italiano della Fininvest: Giovanni Acampora. Lo stesso legale che ha poi subito due condanne definitive, insieme a Previti, per aver corrotto il giudice Vittorio Metta. Ma cosa c'entra Acampora con l'uomo della Arner? E perché Mills, appena perquisito, deve incontrare proprio quel corruttore italiano insieme al banchiere svizzero che ha fatto sparire le carte su Berlusconi? Anche a queste domande Del Bue non ha dato alcuna risposta.

Di certo, però, si può dire che l'intera storia della Arner è strettamente intrecciata agli affari più segreti della galassia Fininvest. Da questa piccola banca svizzera, per cominciare, passa l'operazione che porterà i pm milanesi del pool Mani pulite a scoprire, a partire dalla prima rogatoria del maggio 1994, un enorme serbatoio di fondi neri del gruppo Fininvest: circa un miliardo di euro, nascosti da una fittissima rete di società off shore. La principale si chiama All Iberian ed è servita, tra l'altro, a finanziare segretamente il Psi di Craxi (tangenti per 21 miliardi di lire solo tra il '90 e il '92) e a fornire all'avvocato Cesare Previti i soldi per comprare i giudici romani corrotti (in particolare nel caso Mondadori). Per tutta l'inchiesta Mani pulite, però, i magistrati ignoravano l'esistenza di questa 'tesoreria occulta'. Il primo a parlarne, per quanto di sua conoscenza, è stato l'ex presidente del Torino, Gianmauro Borsano. È il 1994. Berlusconi guida il suo primo governo. Inquisito per bancarotta, Borsano rivela di aver incassato 10 miliardi di lire in nero per vendere al Milan il calciatore Gianluigi Lentini. I soldi gli erano arrivati dalla società panamense New Amsterdam, che è amministrata fiduciariamente proprio dalla Arner. Partendo dalla New Amsterdam, le inchieste giudiziarie milanesi hanno ricostruito il sistema off shore della 'Fininvest parallela'.

Berlusconi, a suo tempo imputato di falso in bilancio per questi fatti, ha evitato la condanna grazie ai nuovi termini di prescrizione introdotti dalla legge varata in Parlamento dalla sua maggioranza. La Banca Arner invece, tirata in ballo a più riprese nelle indagini italiane, ha varato un riassetto in consiglio. Paolo Del Bue lascia la carica di amministratore nel 2005, ma non è chiaro se, come pare probabile, rimane ancora tra i soci di riferimento dell'istituto. Due anni dopo, anche su pressione delle autorità di vigilanza svizzere, la banca nomina un nuovo presidente di garanzia, il revisore di bilancio Adriano Vassalli.

Fine della storia? Arner torna nei ranghi? Pare di no, perché il terremoto continua. E la crisi finanziaria, per una volta, non c'entra nulla. A maggio del 2008 è finito agli arresti Nicola Bravetti, direttore e socio fondatore della Arner, nonché presidente della filiale italiana fino al 2007. La Procura antimafia di Palermo lo accusa di intestazione fittizia di beni per aver aiutato l'imprenditore siciliano Francesco Zummo a far sparire alle Bahamas 13 milioni di euro. Zummo, già condannato per associazione mafiosa, stava cercando di nascondere questa somma a un sequestro della magistratura. I pm siciliani sono riusciti, caso rarissimo, a ottenere assistenza giudiziaria dal paradiso fiscale caraibico: le Bahamas hanno sequestrato i 13 milioni e spedito a Palermo l'intera documentazione.

La Arner difende Bravetti: in un comunicato, la banca sottolinea che Zummo, dopo la condanna in primo grado a cinque anni, è stato assolto in appello nell'aprile scorso. E se cade il reato a monte, secondo la difesa, scompare anche il riciclaggio. L'accusa però ribatte che qui il reato è diverso: l'intestazione fittizia è vietata anche se in un momento successivo i giudici escludono il reato principale. Sulla questione specifica deciderà il tribunale. Ma intanto il caso Zummo-Bravetti ha acceso la miccia di una bomba giudiziaria che è esplosa in questi giorni con il nuovo commissariamento disposto dalla Banca d'Italia, la perquisizione e l'inchiesta per riciclaggio. Nel mirino, ancora una volta, i segreti della banca preferita di Berlusconi.
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 12/07/2009, 10:26

Cercando "berlusconi bank" con google si ottengono circa 500 pagine.
Sarà interessante rifare periodicamente il controllo.
http://www.google.it/search?hl=it&q=%22 ... erca&meta=
Da quanto letto sull'Espresso, pubblicato pochi giorni fa, emerge chiaramente il perché della necessità di condonare ed unire anche una sanatoria.

Il tutto non tanto perché Berlusconi ed i sui avvocati abbiano paura di quanto scrive l'Espresso ma per una frase riportata da Repubblica.

Gli Stati Uniti e la Ue si sono accodati all'Ocse in una battaglia per chiedere loro più collaborazione nel perseguire i reati fiscali e far cadere il segreto bancario. E, forse per la prima volta, hanno minacciato sanzioni reali. Tanto che lo spauracchio di finire in una lista nera degli organismi internazionali ha convinto Berna, Vienna, Montecarlo, il Lussemburgo, le Isole del Canale e persino Cayman e le Vergini a impegnarsi, almeno sulla carta, a garantire maggior trasparenza.


Ecco che se la Svizzera garantisce maggior trasparenza c'è il rischio che si scoperchi il vaso di pandora dei conti luganesi di Berlusconi. La Svizzera per uscire dalla lista grigia ed evitare di finire in quella nera sta rinegoziando gli accordi sulla doppia imposizione fiscale con le principali nazioni. Deve farlo almeno con 12 paesi. Questa la condizione posta da OECD / OCSE / OCDE. Da quanto emerso sulla stampa ha già rinegoziato positivamente in pochi mesi con Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Francia, Messico, Stati Uniti, Giappone, Paesi Bassi e Polonia. Due giorni fa si è aggiunto un decimo paese: il Regno Unito.
Manca poco quindi .... e stranamente manca l'Italia. Che preferisce invece istituire uno scudo fiscale + sanatoria.

Indovinate perché?

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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda lucameni il 12/07/2009, 14:56

Nulla di nuovo sotto il sole e purtroppo i media, salvo quelli considerati "giustizialisti", non ne parlano.
O al più accennano. Altrimenti si rischierebbe di essere troppo illiberali e bla bla bla.
Certo è che tutto questo è grave e mi augurerei che il PD sappia prendere posizione in maniera netta.
Magari col suo linguaggio con tanto di congiuntivo, ma netta.
I precedenti non sono strepitosi.


"Il fatto che da noi risiedano le maggiori organizzazioni criminali (mafia, camorra e 'ndrangheta) credo non sia casuale. "

Altrimenti non si spiegherebbe Vittorio Mangano e la Banca Rasini.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda mauri il 12/07/2009, 16:47

si ma ricordiamoci che in italia esistono 2 paradisi fiscali, san marino e vaticano, non menzionati
pàpi si sta preparando al trapasso e sistema i suoi affari e degli amici, a suon di leggi
comunque credo che putroppo abbiamo esurito i ns soldi, le casse sono vuote e loro devono fare cassa e quindi sistemeranno anche i migranti che lavorano onestamente soprattutto per incassare
ciao, mauri
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 12/07/2009, 21:08

mauri ha scritto:si ma ricordiamoci che in italia esistono 2 paradisi fiscali, san marino e vaticano, non menzionati
pàpi si sta preparando al trapasso e sistema i suoi affari e degli amici, a suon di leggi
comunque credo che putroppo abbiamo esurito i ns soldi, le casse sono vuote e loro devono fare cassa e quindi sistemeranno anche i migranti che lavorano onestamente soprattutto per incassare
ciao, mauri

In effetti i veri paradisi fiscali sono dentro le grandi nazioni o in piccole nicchie dentro l'Europa.
Alcuni stati Usa, alcune enclave del Regno Unito, come l'isola di Mann, San Marino, Montecarlo, il Liechtenstein.
Nessun segreto fiscale è meglio costodito di quelli in Vaticano.
Grandi nazioni come Austria e Svizzera non hanno alcun interesse ad essere paradisi fiscali, anche perché hanno uno complesso e costoso stato sociale, che costa e richiede un gettito tributario consistente.
Magari sono paradisi ma solo relativamente al nostro inferno.
Diverso è il discorso sul segreto bancario. Che cade in caso di violazione di norme penali o di quanto stabilito dalla convenzioni bilaterali sulla doppia imposizione. Che guarda caso l'Italia non sta ratificando.

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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda pianogrande il 13/07/2009, 1:31

Di questo passo, ci sarà presto una congiura internazionale orchestrata dalla sinistra che metterà l'Italia nella lista nera.
Una domandina da scolaretto.
Come si fa a capire se i soldi che arriveranno in Italia con questa sanatoria siano un rientro di soldi prodotti o esportati da italiani e non un imboscamento a buon mercato nelle New Kayman?
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Condono / Scudo fiscale ter

Messaggioda franz il 13/07/2009, 8:30

pianogrande ha scritto:Di questo passo, ci sarà presto una congiura internazionale orchestrata dalla sinistra che metterà l'Italia nella lista nera.
Una domandina da scolaretto.
Come si fa a capire se i soldi che arriveranno in Italia con questa sanatoria siano un rientro di soldi prodotti o esportati da italiani e non un imboscamento a buon mercato nelle New Kayman?

Per definizione ....i soldi una volta riciclati non sono piu' riconoscibili per provenienza.
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