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misfatti del G8

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

misfatti del G8

Messaggioda mauri il 08/07/2009, 15:58

"lo scorso aprile il presidente del Consiglio annunciò: "Spostiamo il vertice dalla Maddalena in Abruzzo e teniamo 220 milioni per i terremotati". La realtà, però, sembra essere un'altra cosa."

http://www.nannimagazine.it/articolo/G8 ... i+risparmi

vedremo se poi i 1000 alloggi e i 1200 cessi saranno occupati dai 2500 aquilani sfollati
ciao mauri
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Re: misfatti del G8

Messaggioda antonio bianco il 08/07/2009, 23:11

Le tristi macerie dell' Aquila ... e della nostra povera Italia.

"Barack Obama dovrebbe assumere la guida del vertice del G8 per evitare che sia uno spreco di tempo e di impegno". Lo scrive in un editoriale il quotidiano americano the New York Times"

Il PD pensa a spartirsi le misere poltrone e l' Italia va a pezzi in mano ad un inqualificabile personaggio.
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Re: misfatti del G8

Messaggioda franz il 08/07/2009, 23:40

antonio bianco ha scritto:Le tristi macerie dell' Aquila ... e della nostra povera Italia.

"Barack Obama dovrebbe assumere la guida del vertice del G8 per evitare che sia uno spreco di tempo e di impegno". Lo scrive in un editoriale il quotidiano americano the New York Times"

Il PD pensa a spartirsi le misere poltrone e l' Italia va a pezzi in mano ad un inqualificabile personaggio.

Ma che stai a dire? Quali poltrone? La carica di segretario del PD?

L'inqualificabile personaggio è tale perché è stato ampiamente votato dagli italiani.
Ma perché dopo 60 anni ancora dobbiamo ascoltare la lamentela del populismo?
È per questo che Berlusconi vince.

Franz
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Re: misfatti del G8

Messaggioda Loredana Poncini il 09/07/2009, 7:29

Il G8 a che serve ? Questi spostamenti fisici dei Grandi, in piena realtà di telelavoro, teleconferenze e teletutto, non è uno spreco energetico pazzesco ? Il farlo all'Aquila, poi, è la prova lampante che il nostro premier è geniale in una cosa sola: gli spot ! Tutto può far scena, anche le case terremotate ! ! ! Delle persone in carne ed ossa, invece, speriamo se ne occupi la Caritas...
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Il manifesto delle intenzioni

Messaggioda franz il 09/07/2009, 7:51

L'ANALISI
Il manifesto delle intenzioni
di MASSIMO GIANNINI

"ABBIAMO fatto un miracolo", dice Berlusconi al termine della prima giornata del G8 a L'Aquila. Ma se questo è vero dal punto di vista del format, lo è meno dal punto di vista dei contenuti. Il sedicente "accordo" raggiunto dai Grandi del Pianeta sul rilancio dell'economia e sulla ri-regulation della finanza ruota intorno a un impianto quasi moroteo: "Brevi cenni sull'universo". Un manifesto di intenzioni universalmente condivisibili, perché volutamente generiche. Come da copione.

Nessuno si aspettava nulla, da questo appuntamento mondiale che serviva molto più al capo del governo italiano che a tutti gli altri. E il nulla, puntualmente, è arrivato. Non tanto per l'inefficienza dell'ospitante (l'Italia), quanto per la dissonanza tra gli ospiti (Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania) e per l'insufficienza dello strumento (il G8). La crescita doveva essere il piatto forte del summit. E il piatto è rimasto sostanzialmente vuoto. Gli Otto (a dispetto del miracolismo berlusconiano) non hanno moltiplicato pani e pesci. Nel documento finale l'analisi della congiuntura resta contraddittoria: ci sono "segnali di stabilizzazione", ma la situazione rimane "incerta" e permangono "rischi significativi per la stabilità economica e finanziaria".

"People first", questo sì. Priorità assoluta alle persone, a chi non ha lavoro, a chi lo ha perso. Ma sono parole. Nei fatti, nessun nuovo "stimolo", nessun altro "Piano Marshall", per sostenere economie da mesi allo stremo. Chi può, farà per conto suo. Qui ha pesato l'ortodossia teutonica di Angela Merkel. La sua Germania, forte di un rimbalzino del 4,4% negli ordinativi dell'industria a maggio, pretendeva un confronto immediato sull'"exit strategy" dalla recessione: basta aiuti governativi e spese pubbliche, che destabilizzano i bilanci e infiammano l'inflazione. La Cancelliera non ha ottenuto il rigore che voleva. Ma ha impedito che gli altri ottenessero il contrario.

La stessa cosa è accaduta nella discussione sul prezzo del petrolio, altro fattore endemico di destabilizzazione, visto che solo nell'ultimo anno ha oscillato tra i 32 e i 147 dollari al barile. Nicholas Sarkozy e Gordon Brown avrebbero voluto che il G8 fissasse un "prezzo giusto" intorno ai 70 dollari, per mettere la speculazione con le spalle al muro. Dmitrij Medvedev si è opposto, in nome di un libero mercato che evidentemente deve valere ovunque, meno che nei confini della madre Russia.

In compenso, i Grandi si batteranno per "sostenere la domanda", per "mantenere aperti i mercati" e per "respingere il protezionismo di ogni genere". Come, lo diranno in un'altra occasione. La stessa cosa vale per gli altri capitoli del pacchetto economico all'ordine del giorno. Due esempi. Il primo è lo scudo fiscale, cui l'Italia stava alacremente lavorando, prima di incappare nello stop nell'Unione europea: canale "utile" per far rientrare i capitali dall'estero. Come attivarlo, lo sapremo solo dopo aver definito "un quadro di discussione tra i Paesi interessati".

Il secondo esempio è la lotta all'evasione: "Non possiamo continuare a tollerare grossi ammontari di capitali nascosti per evadere il fisco", si legge nel documento finale. Dunque, lotta senza quartiere ai paradisi fiscali. Come, lo sapremo quando l'Ocse finirà il suo lavoro sulla black list. Nel frattempo, si procede in ordine sparso. Alcuni Paesi, che fanno più fatti che chiacchiere, hanno già firmato patti bilaterali per la cooperazione fiscale e il superamento del segreto bancario: Francia e Germania hanno fatto accordi con Svizzera, Austria e Lussemburgo. Altri Paesi, che preferiscono le chiacchiere ai fatti, stilano false "liste nere": l'Italia non ha ancora fatto accordi con nessuno.

L'ultimo capitolo, sul quale aveva scommesso tutte le sue carte Giulio Tremonti, riguarda le nuove regole della finanza. Il cosiddetto "Global Legal Standard". Anche qui, al netto della retorica trionfalistica della delegazione italiana, non c'è stata quella "accelerazione enorme" né quel "colpo di manovella" di cui parla il ministro dell'Economia. Né, in tutta onestà, ci poteva essere. C'è il vago impegno degli Otto ad applicare "norme e principi comuni di correttezza, integrità e trasparenza", e a "riformare la regolamentazione finanziaria, stabilendo norme più stringenti tra cui il controllo degli hedge funds e il tetto agli stipendi dei manager". Ma questo è tutto. Le bibliche "dodici tavole" di Giulio non sono diventate legge. Non piacevano né a Obama, né a Brown. Di nuovo, tutto è rinviato all'autunno, e al necessario coinvolgimento del "Financial Stability Board" presieduto da Mario Draghi (volutamente ma inopinatamente tagliato fuori dall'elaborazione del testo tremontiano).

Nel frattempo, ognuno si fa la sua ri-regulation. In America il Segretario al Tesoro Tim Geithner l'ha sottoposta tre settimane fa al Congresso. In Gran Bretagna il Cancelliere dello Scacchiere Alastair Darling l'ha presentata ieri a Westminster. E questo è tutto. Per vedere un po' di arrosto, dietro questo fumo, bisognerà aspettare settembre e il G20 di Pittsburgh.

Ma è un errore aver fatto di questo G8 l'ennesima occasione perduta. I destini dell'economia e della ripresa mondiale, per quanto allargati dalla globalizzazione, si giocano ancora in buona parte nel perimetro del G8. L'anno scorso la somma dei Prodotti lordi degli Otto Grandi ha raggiunto i 22 mila miliardi di dollari, mentre la somma dei Pil degli emergenti (Cina, India, Brasile e Messico) è poco meno di un terzo. Il totale dei consumi privati dei primi ha superato i 14 mila miliardi di dollari, mentre quello totalizzato dai secondi è stato sette volte minore. Il G8 servirebbe ancora. Purché si producesse in un utile conferimento di sovranità nazionali, e non si limitasse a un inutile spargimento di carte intestate.

(9 luglio 2009)
www.repubblica.it
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Bilancio dle G8

Messaggioda franz il 11/07/2009, 10:52

Finito il G8 è tempo di bilanci.

Non esiste edizione che non abbia glorificato i propri successi.
Fa parte della consuetudine, fa parte del film.
Il vero giudizio arriva dopo anni: aspetteremo.

Forse un primo vero positivo risultato è che questo G8 sarà l'ultimo, con queste nazioni.
Poi avremo solo G20 e G14.

Spostare il G8 in Abruzzo è stato un ottimo colpo di teatro, riuscito in quanto tale.
Per lo meno le frange + violente e nullafacenti dei noglobal hanno avuto vergogna di andare in un luogo distrutto dove non c'era nulla da distruggere (quindi non c'è divertimento). Una cosa è sfogarsi a genova o nel centro di milano, altro è farlo dove ci sono solo macerie. Non funziona.
Per ora l'unico che cerca di trarne vantaggio è Berlusconi. Anche perché per lo meno si è parlato di altro, rispetto ai suoi problemi personali. Ma intanto il papa non lo ha ricevuto (ma ha ricevuto Obama).
Vedremo poi se anche la popolazione potrà beneficiare di questo evento mediatico.

Finito il G8, finita la tregua chiesta da Napolitano; seguita dal saggio Franceschini ed ingorata da Di Pietro.
Credo che Berlusconi ora tenti di sfruttare la pausa estiva.
Non so se ci riuscirà ma comunque vada l'autonno sarà movimentato.

Franz
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Re: misfatti del G8

Messaggioda mauri il 11/07/2009, 17:47

Trentamila tonnellate di anidride carbonica. E’ il costo in termini di effetto serra del G8 dell’Aquila:
http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/2009/07/11/

"Il governo italiano ha già annunciato che le emissioni serra prodotte dal G8 verranno azzerate. Si dovranno piantare mille ettari di alberi o costruire l’equivalente in termini di centrali alimentate da fonti rinnovabili."

eeeehbum 1000 Ha, ma hanno idea di cosa sono gli ettari?
le solite sparate senza cotenna
ciao, mauri
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G8, la «lista di nozze» di Berlusconi fa flop

Messaggioda franz il 12/07/2009, 12:14

Con i doni si pagano le spese
di Claudia Fusani

La visita guidata nei luoghi del G8 comincia verso le dieci della mattina. C’è la fila per le mostre dedicate al made in Italy e all’Abruzzo. Fila per entrare al Roma hotel e al Milano hotel dove hanno dormito Berlusconi, Medvedev, Sarkozy con Carla Bruni, Obama senza Michelle. Chi può si fa una foto nella stanza 518, quella del presidente Usa, e assaggia la qualità del letto e delle poltrone. Vengono da
fuori, apposta, e sono i più curiosi. Arrivano, i più scettici, dalle tendopoli. A gruppi passeggiano nel Media village dove per quattro giorni hanno lavorato quasi quattromila giornalisti, siedono nelle poltroncine di vimini degli open bar, scrutano i 45 pannelli alti tre metri che illustrano i monumenti distrutti dal terremoto e ora messi in mostra per l’adozione, quanti danni e quali costi.

Quanto è costato questo G8? Guido Bertolaso, regista del successo del summit, aveva accennato a una cifra pari a circa 50 milioni di euro, compreso l’aeroporto di Preturo (12 milioni) di cui però non è ancora chiaro quanto resterà effettivamente all’Aquila (molte delle strumentazioni, luci e radar, sono prestate dall’Enav). Il punto è che se il G8 doveva servire, anche, a raccogliere donazioni per la ricostruzione della città, alla fine di tutto, fatti due conti, è grassa se si arriverà a fare pari tra quello che è costato e quello che ha «incassato». Spenti i riflettori, par di capire che la «lista di nozze» inventata da Berlusconi non abbia avuto un grande successo. O almeno, non per ora.

E più che di adozioni occorre parlare di opere orfane di fondi e di futuro. Dal Castello alla Chiesa delle Anime Sante, dalla Basilica di Collemaggio al monastero della Beata Antonia, dalla chiesa di Sant’Agostino a quella di SantaMaria a Paganica, la lista è lunga e comprende alcuni dei gioielli del patrimonio artistico nazionale. Quarantacinque opere, costo totale del recupero almeno 300 milioni.

Sull’albo delle donazioni c’è rimasto poco o nulla. Almeno per ora. Ci sono gli impegni certi. La Spagna, ad esempio, metterà a disposizione tra i 20 e i 30 milioni per la Fortezza spagnola che gli aquilani costruirono nel 1539 per farsi perdonare la rivolta di 12 anni prima. Ne servrebbero 50 per il restauro completo. Il resto si vedrà.
Carla Bruni ha promesso, a nome della Francia, l’impegno di 3,2 milioni di euro, la metà esatta del costo del recupero delle Anime Sante, quella sulla sinistra, senza tetto e senza cupola, che si è vista tanto in tivù in questi giorni. Michelle Obama e gli Stati Uniti si sono impegnati per almeno la metà del restauro della chiesa Santa Maria Paganica (4,5 milioni) ma è rimasta in forse. «Vi aiuteremo» è stata la promessa. Più probabile che Washington decida di investire su 200 borse di studio, gli studenti, l’università, il futuro. Gordon Brown dovrebbe dedicare 1,6 milioni di euro per San Clemente a Casauria. Ci sono gli impegni probabili. Quello della Russia per il barocco palazzo Ardinghelli, quello della Cina per palazzo Margherita (sede del comune) e palazzo dei Nobili e quello dell’Australia per l’oratorio di San Filippo Neri.

E poi ci sono quelli che, come in tutti i matrimoni, decidono di andare fuori lista. E di fare di testa propria. È il caso del Giappone che farà costruire un palazzetto dello sport dual-use, utile anche per le evacuazioni in caso di terremoto (da loro, esperti di terremoti, funziona così) e una Casa della musica di cartone rafforzato, rigorosamente antisismica, progetto esclusivo di un loro architetto. Ma daranno solo 500 mila euro, la metà, al resto deve pensare il governo italiano. Tokyo, comunque, invierà esperti e contribuirà alla ricostruzione dal punto di vista delle tecnologie.

Sono andati fuori lista anche il Canada (5 milioni per l’università) e la Germania (tre milioni per Onna). Le donazioni straniere finiscono qui.Almeno per ora. Ci sono gli sforzi di enti privati, soprattutto banche, per l’abbazia di Collemaggio (Fondazione Cassa di Risparmio, 200 mila euro), San Bernardino (Monte dei Paschi) e chiesa di San Marco (Regione Veneto). Ci sono ancora una trentina di monumenti orfani di adozioni. Tra loro il Duomo, 35 milioni di danni e almeno undici anni di lavoro. E dire che è stato il monumento più visto in questi giorni.
12 luglio 2009
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