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Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda franz il 02/07/2009, 9:31

pierodm ha scritto:Sarebbe interessante, tra l'altro, che qualcuno finalmente si decidesse a spiegare perché mostra tanta acrimonia verso D'Alema e altri come lui, e li giudica inadatti a condurre il partito, entrando nel merito delle scelte fatte e dei temi politici da essi rappresentati.

Se quel "qualcuno" posso essere io, ricordo due avvenimenti che sono associati a gravi errori di D'Alema.
Il primo è la Bicamerale (presidente lo stesso D'Alema) con cui si cerco' di dialogare con Berlusconi per le riforme istituzionali. Sappiamo come è finita. Berlusconi rovescio' il tavolo e noi per tenercelo buono (o sotto scacco) non risolvemmo nemmeno il problema del conflitto di interessi. La seconda cosa è la defenestrazione di Prodi del 1998, seguita appunto dal governo D'Alema. Il quale non brillo' affatto tanto che si dimise dopo i pessimi risultati delle europee (che aveva dato per vittoria sicura) passando lo scettro ad Amato.
Col risultato che poi nel 2001 vinse Berlusconi. Non parliamo poi in quegli anni delle discussione sulla cosa 1, la cosa 2, la cosa 3 e via esilarando e del conflitto con Veltroni.
No. Diciamo che il personaggio era valido e lo è stato per un po' (gli anni '90, direi) ma ha esaurito il suo compito. Diciamo che si è "bruciato".
L'intelligenza di certi personaggi è in questo caso di sparire e lasciare il posto ad altri. Non dico giovani o vecchi. Dico altri. Solo con il reddito da parlamentare (anche europeo per un po' ) e la pensione direi che problemi a sopravvivere non ne ha e non è costretto a lavorare come noi.

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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda pierodm il 02/07/2009, 11:33

Franz, non solo concordo con te su certi errori e sulla loro gravità, ma ne aggiungerei anche altri secondo me peggiori.
Ma la mia richiesta non era rivolta al nostro circolo e alla base in generale: quello che vorrei è una specificazione da parte di chi si propone come candidato ai vertici, e che parla di rinnovamento e cambiamento.
Da parte di questo tipo di soggetti, la specificazione serve a capire in quale direzione sentono l'esigenza di muoversi.
Si tratterebbe, insomma, di un impegno e di responsabilità.
Criticare per esempio - come tu hai accennato - la bicamerale, implica la volontà e in qualche modo la "promessa" di un comportamento diverso e opposto.
Lo stesso vale per la questione delle privatizzazioni - vedi Telecom - e quella degl'interventi bellici, e la conduzione del partito, etc.
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda franz il 03/07/2009, 8:54

pierodm ha scritto:Intanto, con la faccenda della "simpatia", la Serracchiani l'abbiamo persa, e credo senza tanti rimpianti.
Purtroppo, ho la sensazione che, al di là della specifica persona, Debora rappresenti la figura tipica-media del "giovane emergente".
E poi lo devo dire: non coltivavo il feticcio del giovanilismo nemmeno quando avevo vent'anni, e continuo a non coltivarlo.

Qualcuno sul corriere ti dà dell'arcigno professore?

Metamorfosi a sinistra
E Debora la vincente diventò
nel Pd una giovane petulante


Il «paradigma Serracchiani» prescrive che nel Pd il giovane adottato da tutti sia trattato come un cucciolo da vezzeggiare con paternalistica accondiscendenza, ma se è un giovane che sceglie una parte e dice la sua, allora sono rampogne severe, commiserazione, persino dileggio. Da un giorno all'altro il volto nuovo di Debora Serracchiani si deforma nel simbolo dell'ingenuità.

La fresca energia si rovescia in sventatezza. La schiettezza in dabbenaggine. Prima era un soprammobile pregiato, adesso una presenza molesta e petulante. Sono bastate due battute di un’intervista a Repubblica per compiere questa repentina metamorfosi. Giovane, e donna, ha appena ottenuto un record di preferenze alle europee, addirittura battendo Berlusconi nel suo Friuli. Il voto, in democrazia, dovrebbe pur fare la differenza.

Non la solita cooptazione oligarchica, l’ennesima candidatura in «quota giovani». Ma un’investitura popolare, con una messe di consensi che molti dei notabili della corrente a lei avversa, oggi in prima fila nell’accanirsi sulla poco sorvegliata creatura, neanche possono sognarsi. Invece, due battute e parte il fuoco d’interdizione. La Serracchiani ha detto che sta con Franceschini perché è più simpatico. Una leggerezza, ma da quanti anni, e con quanta stucchevole ripetitività, nella sinistra ci si avvita nella ricerca smaniosa di un leader che sia dotato di un appeal comparabile a quello di Berlusconi? Mai un rimprovero, nemmeno un buffetto: niente di paragonabile all’orrore suscitato dalla irriverente giovane (e donna). La Serracchiani ha anche detto che Massimo D’Alema rappresenta a suo parere una logica d’apparato da cui il Pd dovrebbe emanciparsi. Magari è una ruvida e ingiusta semplificazione. Ma è esattamente quella che pensano e non dicono, o forse sussurrano, esponenti ben più esperti e stagionati del Partito democratico.

E poi, se la sfida tra i candidati è una gara vera e appassionante, si ha un’idea della brutalità politica con cui è stata condotta la competizione delle primarie democratiche tra Obama e Hillary Clinton, oggi sullo stesso fronte?

La Serracchiani, ex astro nascente quando si prestava a un unanime appoggio pre-elettorale, ha parlato troppo e male. Non dispone di paracaduti di partito (a parte il dettaglio dei voti conquistati) e dunque su di lei è più agevole esercitarsi nell’arte della demolizione ad personam che sfiora il linciaggio politico. Non c’è bisogno di concordare con le sue tesi per non accorgersi che in tanta virulenza c’è qualcosa di smodato e di paradossale. Un partito che invoca il rinnovamento si trasforma in un consesso di arcigni professori che bacchettano la giovane che ha osato valicare i confini dell’irriverenza. Un partito che invoca le «primarie» a ogni passo non tiene in nessun conto il consenso elettorale che quella giovane ha ricevuto. Un partito che non fa che dichiarare la propria insofferenza per le oligarchie di appartenenza si scandalizza se la critica alla nomenklatura viene espressa con parole e concetti decisamente poco diplomatici.

Il «paradigma Serracchiani» è anche la spia di una schizofrenia politica che rischia di ipotecare seriamente la rude verità di una battaglia politica da cui scaturirà il volto del nuovo Partito democratico. Si spera solo una caduta di stile, non il sintomo di una voglia d’ordine ( interno).

Pierluigi Battista
03 luglio 2009
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda pagheca il 03/07/2009, 9:13

ma non esageriamo nemmeno dall'altra parte. E' questa aspettativa che si crea immediatamente, basata pressoche' sul nulla, a creare questi feticci. Mentre probabilmente si tratta di una persona ancora in formazione, una dei tanti. Vedremo in futuro. La difendo adesso perche' come non c'era equilibrio in certe lodi sperticate non ce n'e' in queste critiche prive di costrutto.

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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda pierodm il 03/07/2009, 9:23

Dal Messaggero.

Battute, sorrisi e complimenti
La sinistra scopre il Fattore S

di FILIPPO CECCARELLI


Debora Serracchiani e Dario Franceschini
EVVIVA la simpatia: prima o poi doveva succedere. Privatizzazione, semplificazione e regressione del discorso pubblico. Tirannia dell'intimità. Esibizionismo sentimentale. Deriva da talk-show. Apoteosi del calore e della spontaneità. Di spiegazioni sociologiche ce n'è quante se ne vuole. Ma è inutile stracciarsi le vesti, un tempo sarebbe stato impensabile invocare la simpatia come un dato politico risolutivo. Oggi, forse, è addirittura necessario.
... Ecco, non per giustificare l'improvvida, ma evolutissima Serracchiani, però adesso i politici, tra loro, altro che vacanze fanno! Ballano, giocano, spengono le candeline, cantano, abbracciano peluche, fanno gare di cucina, si raccontano le barzellette, si baciano, si mascherano, fanno cu-cù e body-building. Oppure s'inteneriscono, e allora piangono a tutto spiano, raccontano affari di cuore, svelano malattie, confessano storie di letto: tanto più sono distanti dai cittadini, tanto più devono provarle tutte per farsi sentire vicini. Simpatici e spudorati.
E il dramma è anche che non hanno modo di verificare se i loro sforzi vanno a segno, ma anche per questo ci danno dentro. Il dominio delle rappresentazioni moltiplica i caratteristi, i generici, i simpaticoni e i loro contrari. Mastella, La Russa, le facce, le voci, le battute, "digiamolo". Maroni col berrettino che suona l'organo. Di Pietro "che ci azzecca?". La pasta e fagioli di Brunetta. Il ditone sfoderato di Bossi. Le scaramanzie della Mussolini. Il lacrimone veltroniano. Come pure, alla rovescia, i professionisti dell'antipatia, i D'Alema, gli Sgarbi, i Padoa Schioppa.
Ma nel frattempo la simpatia, arbitrario moto dell'animo, molla complessa, ambigua percezione, è andata al potere, inesorabilmente perdendo la sua umana autenticità. E' difficile dire in che momento tutto questo è cominciato, quando cioè il comando ha deposto i sacri paramenti in cambio di un consenso a portata di mano.
Forse a questo punto conviene osservare quanto profondamente tale processo di alterazione funzionale abbia attraversato gli schieramenti, fino a far diventare questa specie di energia prima un fattore rilevante d'immedesimazione e poi un obbligo omologante, quindi una categoria della politica.
Anche in questo caso - come ti sbagli! - il contributo del berlusconismo appare determinante. La simpatia del Cavaliere è certo naturale, ma dietro a tutti quei sorrisi, ai frequenti doni e alle molteplici "carinerie" si coglie una matrice aziendale, l'istinto predatorio del venditore, una sperimentata strategia commerciale all'insegna dello scambio. In questo senso la pedagogia di Arcore e di Palazzo Grazioli è prodiga di incoraggiamenti. ...
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda ranvit il 03/07/2009, 12:27

pagheca ha scritto:ma non esageriamo nemmeno dall'altra parte. E' questa aspettativa che si crea immediatamente, basata pressoche' sul nulla, a creare questi feticci. Mentre probabilmente si tratta di una persona ancora in formazione, una dei tanti. Vedremo in futuro. La difendo adesso perche' come non c'era equilibrio in certe lodi sperticate non ce n'e' in queste critiche prive di costrutto.

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E' sicuramente cosi' caro pagheca. Ma...la "formazione" di cui parli consiste in cosa? Diventare "stanchi e perdenti" come lo sono da un paio di decenni i vari D'Alema, Rutelli, Veltroni, Marini, Fioroni, Gentiloni, etc etc?

Io credo che il punto sia la qualità delle persone. Una persona di qualità non impiega decenni....per capire come funzionano le cose. Viceversa dopo decenni di sconfitte è evidente che ci troviamo di fronte a persone di scarsa qualità!

Voglio dire che il panorama dei dirigenti del Pd è....sconfortante, assai!
Quindi qualunque giovane...o quasi.... regolarmente eletto "puo'" essere meglio dell'accertata "scarsezza" dei "formati".
E per verificarlo non resta che dargliene l'opportunità (tanto peggio di com'è non potra' andare)!

Vittorio
Ps Vediamo comunque come si svilupperà questa corsa alla segreteria del PD....le vie del cielo sono infinite...
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda pagheca il 03/07/2009, 13:26

messaggio cancellato - scusate
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda Paolo65 il 03/07/2009, 14:32

Se nel PD e tra i suoi elettori non si accetta che nella scelta del segretario, ci deve essere uno scontro-confronto tra i candidati, non si fa un passo avanti: non si matura politicamente.

La Serracchiani ha fatto benissimo a dire quello che ha detto su Bersani,ha sbagliato però a mettersi sotto le ali di Franceschini, che non può rappresentare in nessun modo la svolta.

Serve che i candidati,specie quelli fuori dalle cordate, siano aggressivi e dicano fuori dai denti quello che non va,senza andare per il sottile.

Il tempo della diplomazia è finito,serve una chiarezza dentro il PD che solo un confronto rude può tirare fuori.

Paolo
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Congresso pd, D'Alema all'attacco

Messaggioda franz il 03/07/2009, 17:44

L'ex ministro: "Non è colpa degli apparati. Il partito fondato sulla cultura dell'antipolitica"
"Il declino di Berluscono non sarà lineare, ci saranno scosse. Questa fase mi ricorda il nazismo"

Congresso pd, D'Alema all'attacco
"Basta leaderismo plebiscitario"


ROMA - Difende quegli "apparati" da più parti additati come il freno alla riuscita del Pd. Contesta la tesi di chi li indica come gli unici responsabili delle "due disastrose sconfitte politiche" dei democratici. A passare per il principale responsabile dell'affossamento del pd Massimo D'Alema non ci sta. L'ex ministro degli Esteri lo dice chiaro e tendo: "Se si dà la colpa di non aver raggiunto il 40% dei consensi auspicato da Eugenio Scalfari agli apparati cattivi, non c'è discussione politica ma solo la ricerca della via per eliminare i cattivi e si finisce male".

Il giorno dopo la convention organizzata da Veltroni, D'Alema analizza la vicenda italiana degli ultimi quindici anni e rilancia la sua idea di partito. Che deve scacciare le suggestioni leaderistiche e tornare a fare politica. Cosa che, spiega il presidente di ItalianiEuropei, al congresso di ottobre non si potrà fare. "Bisognava cominciare da una discussione seria e libera e poi, dopo, pensare alle candidature - commenta - Ora è necessario liberarsi di un progetto di partito che ha chiuso in una gabbia troppo asfittica il Pd". Non cita Veltroni ma il destinatario di queste parole sembra proprio l'ex segretario.

D'Alema critica severamente lo statuto del partito sostenendo "l'impianto costitutivo tradisce l'impronta culturale antipolitica" e la conseguenza di questo "è che andiamo a un congresso in cui non si può parlare di politica". Poi spiega: "Se c'è un poveretto che è iscritto al Pd ma a cui non piace nessuno dei candidati alla segreteria non può dire la sua perchè lo si può fare solo se si appoggia una candidatura".

Ed è a questo punto che D'Alema sferra l'attacco più duro. Rivolgendo al Pd le stesse critiche che vengono rivolte a Berlusconi e mettendo in guardia dalle tentazioni di tornare al sistema dei partiti precedente al '92. "Alla nascita del Pd - riflette l'ex presidente dei Ds - ha presieduto lo stesso spirito del 1992-'94, con esiti analoghi e perfino più negativi, uno spirito di antipolitica, una sorta di berlusconismo debole articolato su capo, media e massa. Ma nel centrodestra tutto questo è strutturato mentre dalle nostre parti è debole". Una tendenza che ha avuto come un esito fallimentare per i democratici: "Aver affrontato l'antipolitica della destra sul suo stesso terreno ha portato alla rapida successione di rovinose sconfitte dell'ultimo anno e mezzo".

La strada da seguire per far rinascere il Pd, per D'alema, è quella di darsi "regole di partito perchè ora l'impianto costitutivo tradisce l'impronta culturale dell'antipolitica". Con buona pace di quel bipartitismo caro a Veltroni: "Non ci credo, non perchè sia un male in sè, ma perchè non c'è nella realtà italiana. I partiti sono il frutto della storia, non li si può imporre per legge".

Poi tocca a Berlusconi di cui vede "il declino". Che, però, non sarà "lineare". E' preoccupato D'Alema per una fase politica che vede "una nuova destra populista e nazionalista" imperversare in Europa. Qualcosa, continua "che ci ricorda quello che avvenne dopo la crisi del '29 con il New Deal da un lato e il nazionalismo dall'altro. Il risultato è diverso: non voglio dire che siamo alle porte del nazismo ma molti ingredienti sono simili".

(3 luglio 2009)
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Re: Il Pd è salvo. Comincia un percorso?

Messaggioda ranvit il 03/07/2009, 19:20

Alcune considerazioni del ns "campione" sono senza dubbio valide, ma....è chiaro il fatto che politicamente non ha piu' niente da dire!
Si potrebbe insomma dire : da che pulpito viene la predica!

E' rimasto solo il burocrate di un partito che non c'è piu'!

Vittorio
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