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La Chiesa e Berlusconi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 26/06/2009, 17:01

Riprendo qui per farne un thread a parte, con anche articoli nuovi, il tema delle critiche di alcuno (rari) esponenti della Chiesa a Berlusconi.

Sempre alta l'attenzione della stampa internazionale sul caso
Il Times dedica due articoli al Cavaliere, spazio sui giornali svizzeri
"Alla Chiesa non piace Berlusconi"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "Dai le dimissioni per il bene del paese". E' un titolo del Times di oggi, riferito al caso Berlusconi: ma non è il quotidiano londinese a pronunciare questa esortazione nei confronti del primo ministro italiano. Il giornale riferisce l'appello di un vescovo italiano, "la prima volta che un alto esponente della Chiesa cattolica" ha apertamente invitato il presidente del Consiglio a dimettersi, nota il corrispondente da Roma Richard Owen.

Si tratta di monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo in Sicilia, in passato tra le alte sfere della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), il quale com'è noto ha detto nei giorni scorsi che Berlusconi "dovrebbe considerare se è opportuno dimettersi nell'interesse della nazione".

L'articolo del Times sottolinea che il premier italiano è stato ulteriormente criticato dalla Chiesa quando l'arcivescovo Angelo Bagnasco di Genova, capo della Cei, ha recentemente messo in guardia contro "uomini ubriachi di un delirio di grandezza, che toccano l'illusione dell'onnipotenza e distorcono i valori morali", in un'apparente allusione al comportamento privato del leader del leader del centro-destra. Il Times nota anche che la petizione lanciata da un gruppo di accademiche italiane per invitare le first-lady a boiucottare il summit del G8 in programma a L'Aquila il mese prossimo per protesta contro Berlusconi ha raggiunto "quasi 7 mila firme".

Il quotidiano dell'impero mediatico di Rupert Murdoch dedica anche oggi una pagina alla vicenda, pubblicando un secondo articolo, dell'inviata Lucy Bannerman da Bari, in cui si riferiscono alcune delle dichiarazione rese dalla escort Patrizia D'Addario. "Le rivelazioni su un party nella sua residenza romana, in cui (il premier) ha intrattenuto circa venti donne, incluse due prostitute lesbiche, aumentano le pressioni su Silvio Berlusconi perché dica tutto sulla sua vita privata", scrive la giornalista. L'articolo è intitolato "Una escort racconta la sua serata con lo 'sceicco' Berlusconi", riprendendo la frase in cui la D'Addario dice: "Sembrava di essere in un harem. E c'era un solo sceicco. Lui". Secondo il Times, il Cremlino ha smentito che Vladimir Putin abbia mai regalato un letto a Berlusconi, come quest'ultimo avrebbe detto a Patrizia D'Addario parlando del letto in cui si preparano a trascorrere insieme la notte a Palazzo Grazioli.

Sia il Times che un altro quotidiano londinese, il Guardian, danno poi notizia dello "strano furto" avvenuto in casa della D'Addario, pochi giorni dopo che la escort disse a un amico di avere regitrazioni segrete sui suoi incontri con il presidente del Consiglio, e dell'incendio doloso che ha distrutto l'auto di Barbara Montereale, un'altra delle giovani donne interrogate dai pm pugliesi nell'ambito dell'inchiesta per sfruttamento della prostituzione e uso di droga nei confronti di Giampaolo Tarantini, l'uomo d'affari barese che ha accompagnato la D'Addario e altre ragazze a casa di Berlusconi. Anche il Guardian scrive che crescono le critiche allo stile di vita del premier da parte del mondo cattolico.

Dello scandalo si occupano oggi anche due quotidiani svizzero-francesi, Le Temps e 24 heures, centrando l'attenzione sulla sostanziale censura imposta sul caso dalle televisioni di proprietà di Berlusconi o dai canali Rai da lui politicamente controllati, sugli attacchi lanciati dal premier contro "la Repubblica", con l'invito agli imprenditori a non acquistare più pubblicità su un giornale colpevole di avere orchestrato a suo dire un complotto contro di lui, e sulla decisione del Gruppo Espresso-Repubblica di fargli causa. "Berlusconi minaccia di colpire la stampa nel portafoglio", titola 24 heures, riferendo che l'atteggiamento del presidente del Consiglio suscita apprensione ormai non solo nel centro-sinistra ma anche frai suoi stessi sostenitori. Il giornale francese nota in proposito un articolo di Marcello Veneziani su Libero, in cui il noto intellettuale e giornalista del centro-destra esorta il primo ministro a liberarsi della corte di "ruffiani, cortigiani e prostitute" che gli gravita intorno.

(26 giugno 2009)
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 26/06/2009, 17:02

"Perché trattate così bene Berlusconi?"
Don Farinella scrive al cardinal Bagnasco
"Io e molti credenti crediamo che così avete perduto autorità. Molti si allontanano dalla Chiesa per la vostra morale elastica"
di don PAOLO FARINELLA

Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 26/06/2009, 17:14

politica sia lontana dal clamore e dai riflettori»
Bagnasco:«Gli italiani chiedono alla politica comportamenti coerenti»
Il presidente della Cei: l'Italia «è aliena da derive e eccessi di qualunque tipo siano»

ROMA - Gli italiani e specie i giovani, chiedono alla politica «comportamenti coerenti» e lontani dal «clamore e dai riflettori»; l'Italia «è aliena da derive e eccessi di qualunque tipo siano»: è quanto ha ammonito il presidente dell'episcopato italiano, cardinal Angelo Bagnasco, intervenuto ad un convegno della Cei sulla preparazione al matrimonio. Il suo intervento è stato rilanciato anche dall'Osservatore Romano.

IL RICHIAMO - Il contesto socio-culturale «dovrebbe accompagnare i giovani in generale nei loro progetti di vita», ha affermato Bagnasco. «Le responsabilità sono di ciascuno ma conosciamo l’influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani che hanno diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti». Il presidente della Cei chiede dunque alla politica di «onorare quella moltitudine silenziosa che questi ideali umani ed evangelici vive ogni giorno con umiltà e concretezza, senza clamore e riflettori». Moltitudine che esprime «il vero ethos di fondo del nostro popolo e che è aliena da derive ed eccessi di qualunque tipo siano». Secondo il cardinale Bagnasco occorre «costruire la vita sulla roccia della famiglia in quanto tale: è questa un soggetto peculiare, cellula fondamentale e ineguagliabile della società e in quanto tale bisognosa di fondamento stabile e di criteri certi e veri, ma anche soggetto di doveri e di diritti precisi».


26 giugno 2009
www.corriere.it


Il richiamo di Bagnasco non mi pare nulla di strepitoso.
Eppure parlando di giovani e di modelli culturali proposti dai media poteva anche sprecarsi un po' di piu'.
Non dico che mi aspettavo un intervento in stile Ayatollah ma ... che dire, non ci sono più i preti di una volta, che dal loro pulpito non parlavano ma "tuonavano".
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 26/06/2009, 17:22

Altro contributo che avevo già mandato prima ma che rimando qui per raggruppare il tema.
Franz


«Da piccolo credente protesto:
non si fa carta straccia dei valori»

C’è chi, da sempre avverso a Berlusconi, pensa di avere finalmente in mano l’arma definitiva, in grado di rimuoverlo una volta per tutte dalla scena politica, e contro costoro c’è stato il fuoco di fila dei corifei del centrodestra. Ma c’è anche chi senza alcun secondo fine politico non riesce a digerire che a capo del proprio Paese ci sia una persona il cui comportamento privato appare letteralmente scandaloso.

Di questo gruppo – piccolo o grande, non m’importa – io mi sento parte e non accetto di essere tacitato con un’alzata di spalle. La vicenda emersa a Bari non è più composta solo di pettegolezzi: giorno dopo giorno aumentano gli indizi che il presidente del Consiglio ha consuetudine di accogliere a casa propria donne con cui svagarsi, e quando capita qualcuna si tratterrebbe anche per la notte. Non serve neppure sommare a quest’ultimo episodio i precedenti ambigui, gravidi di interrogativi ancora aperti, del caso Noemi e lo sgradevole dialogo a mezzo stampa con l’attuale consorte Veronica.

Come si fa a liquidare con un «gente piena di odio e invidia», chi esprime disagio e avanza apertamente domande? Come si può pensare che tutti digeriscano battute come: «Io sono fatto così, sono un mattatore. Non cambio e gli italiani mi vogliono così». Per quanto mi riguarda, credo sia legittimo scandalizzarsi per il quadro che va emergendo. Mi colpisce la contraddizione tra questi comportamenti e le enunciazioni di principi e di valori che il premier fa ad ogni piè sospinto, senza rinunciare mai a rivendicare il «marchio» di cattolico doc per sé e per la politica da lui guidata.

Da piccolo credente protesto: non posso accettare che idealità preziose sulle quali tanti spendono con generosità e dedizione la propria vita siano potenzialmente così strumentalizzate, alimentando di converso veleni che vengono poi rivolti contro la Chiesa. Non nascondo che mi stanno bene molte delle scelte programmatiche e delle decisioni politiche di questo governo, soprattutto in materia di bioetica e di politiche sociali, come pure le enunciazioni in favore della famiglia – peraltro poco suffragate finora da misure concrete –, però questa condivisione oggi non compensa il profondo disagio per la contraddizione di comportamenti che fanno carta straccia di quei valori. Sembriamo alla berlina del mondo, con il coro dei media stranieri – senza distinzione di colore politico e ben al di là di quelli di proprietà dell’antagonista Murdoch – che sbeffeggiano l’Italia.

Di fronte a tutto ciò mi sembra che Berlusconi non abbia scelto la reazione migliore, rigettando in modo sommario le accuse, quasi che neppure davanti a fatti documentati siano consentiti dubbi e interrogativi, interpretando tutto come azione di «lesa maestà», rispondendo alle richieste di fare chiarezza con una intervista a un rotocalco che sul pettegolezzo si fonda.

Quelle risposte sono però ancora attese; fornirle con onestà non sarebbe cedere a chi vuole strumentalizzare l’accaduto per sovvertire il responso delle urne, ma gesto responsabile – moralmente dovuto – di un leader che ha nell’investitura popolare il requisito fondamentale della propria legittimità. La fiducia non può prescindere dalla stima e questa va alimentata con comportamenti consoni, che includono onestà e verità. Valori personali, ma anche politici.
Piero Chinellato
http://www.avvenire.it/Cronaca/berlusco ... 530000.htm
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda ranvit il 26/06/2009, 18:02

Indubbiamente a livello dei singoli preti Berlusconi corre il rischio di essere impallinato.

A livello della Chiesa invece, quella che nei fatti ha accettato il nazismo ed il fascismo, non c'è da sperare niente.

Fine della discussione....

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda pagheca il 26/06/2009, 18:04

piccolo credente ha scritto:giorno dopo giorno aumentano gli indizi che il presidente del Consiglio ha consuetudine di accogliere a casa propria donne con cui svagarsi, e quando capita qualcuna si tratterrebbe anche per la notte.


...e' qui che le strade si dividono e si vede che esistono due diverse morali.

Per me (non credente), il fatto che il PdC dorma con una donna che non e' sua moglie non e' rilevante, per un credente si.

Non e' che nego al prete o al cardinale il diritto di dire e pensare quello che vogliono in merito. Mi pare pero' che si faccia a volte un po' di confusione. Come se ci si aspettasse, anche tra noi laici, che la chiesa prenda posizione su queste cose, mentre la sua posizione non ci dovrebbe riguardare. O come se la posizione della Chiesa abbia una rilevanza sul piano politico, che invece non ha.

Io piuttosto mi scandalizzo per:
1) dichiarazioni false (l'elenco e' troppo lungo...)
2) attivita' illegali (minorenni pagate, mazzette all'ospedale di Bari)
3) trascuratezza di fronte a compiti istituzionali (mancata presenza a impegni presi causa coito)
4) nomina di incompetenti varie a parlamentari o a ministri per meriti conquistati... sul campo (anche detti: esami orali :) ).
5) abuso di mezzi e servizi dello stato (se c'e' stato)
6) comportamenti potenzialmente ricattabili.
7) machismo sistematico a danno delle persone gay.
etc. etc.

tutte cose che o non fanno parte della morale religiosa (vedi caso 7) o, quando ne fanno parte, cadono in secondo piano rispetto alla solita ossessione per il sesso.

Nonostante non ci sia nessuna accusa ai cattolici, solo una presa di distanza, so bene che questo intervento potrebbe sollevare un vespaio come al solito. In tal caso rinuncero' volentieri al culto dell'ultima parola sperando che chi ne ha voglia legga i miei e gli altrui interventi e tragga le sue conclusioni.

pagheca

p.s. Qualcuno ha fatto notare che uno come JFK se la faceva con donne del calibro e del fascino di Marylin Monroe e Jackeline Kennedy. SB con una qualsiasi Patrizia D'Addario. Che pena.
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda pierodm il 26/06/2009, 23:51

Ho apprezzato la lettera di don Farinella, perché non è fondata sul moralismo, né sullo scandalo di natura sessuofobica, caratteristico del bigottismo cattolico.
La sua lettera, la sua indignazione si ricollega a quella di noi tutti, e all'evocazione di un complessivo "ciarpame" che era stato evocato dalla moglie stessa di Papi: un clima generale da basso impero, fatto di populismo, falsificazione della realtà, pagliacciate, megalomania, tentativo di reintrodurre una specie di culto della personalità, servilismo smaccato, etc, un insieme nel quale s'inseriscono come fatto puramente sintomatico le festicciole patetiche del settantenne con le veline e le "escort".

Un insieme, tra l'altro, che presenta un lato che non ho visto messo in evidenza da nessuno, fino a questo momento.
Un lato che in qualche modo rivaluta certe procedure tipiche della politica amaricana, che spesso abbiamo messo un po' in ridicolo - giustamente, nel quadro di una politica fondata sui partiti e sulle appartenenze, ma forse meno giustamente là dove la politica prende invece una piega personalistica e dove prevale il potere dell'esecutivo e di chi lo guida.
Quando infatti la competizione politica americana vede lo scontro giocarsi su tutta la gamma dei comportamenti individuali, anche i più lontani dall'ambito politico, quello che in effetti viene messo in gioco è l'affidabilità della persona, il suo buon senso, la sua stessa "furbizia", il suo senso dell'opportunità, che dovrebbero spingere una persona ad accantonare alcune inclinazioni probabilmente innocenti, ma che offrirebbero una facile sponda per insinuazioni e per campagne capaci d'incrinare l'immagine della persona coinvolta.
Certamente, in questo modo s'incoraggia chiaramente l'ipocrisia e il conformismo, ma si tratta di un metodo drastico e schematico per accertarsi - nei limiti del possibile - che i candidati siano dotati di un "controllo di sé" e di un complessivo equilibrio, che dal livello individuale si dovrà estendere poi a quello istituzionale.
Ecco, proprio questo è l'aspetto che risalta nel caso del nostro Papi: un'assoluta incapacità di valutare e controllare se stesso, la totale assenza di un minimo senso del ridicolo, la convinzione squilibrata che ricchezza e potere lo mettano al sopra del giudizio e dunque l'insofferenza verso il giudizio stesso - non importa di chi sia il giudizio, se della chiesa, dell'opposizione, della stampa italiana o straniera, delle autorità economiche, della moglie ...

Il caso di fronte al quale ci troviamo mostra con la massima chiarezza che non si può cambiare sistema politico lasciando inalterate le istituzioni nate per un sistema diverso.
Nella vecchia repubblica, probabilmente i casi di libertinaggio e di ladrocinio che germogliavano dal brodo primordiale della società, per approdare al livello politico, sono stati numerosi e altrettanto virulenti rispetto a quello del nostro Papi.
E probabilmente la Chiesa - quando avvenivano nel campo del pentapartito o direttamente nella DC - li sterilizzava o li consentiva, li regolava e li gestiva con la medesima doppia morale di oggi: ma imponeva a suo modo un filtro analogo a quello "americano", ossia quello della capacità almeno di "saper stare a tavola", per dirla con Montanelli.
Attualmente la questione si pone apertamente, in sede ex post, senza che esista un filtro di alcun genere all'emergere di personaggi privi di controllo e di equilibrio.
E anche la Chiesa viene messa allo scoperto, nelle sue ambiguità.
pierodm
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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda Paolo65 il 27/06/2009, 8:53

Ci sono 2 aspetti da considerare:

Se la CEI o la Chiesa chiedesse le dimissioni di Berlusconi non sarebbe una palese ingerenza negli affari italiani?
Si, e quindi la Chiesa andrebbe contestata per gli stessi motivi già discussi per altri temi delicati:vedi testamento biolgico ecc.

La Chiesa ha un forte rapporto con l'Italia ed in particolare con questa maggioranza,per cui sperare che gli vada palesemente contro è un'utopia.

D'altronde dalle inchieste stavolta il Cav non è neppure indagato,per cui se neppure la Magistratura ha fatto nulla dovrebbe farlo il Vaticano?

La Chiesa dovrebbe fare ciò che sta facendo adesso sempre,cioè trattare moderatamente le questioni italiane, anche quando si tratta di altri temi.

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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 27/06/2009, 14:48

Paolo65 ha scritto:D'altronde dalle inchieste stavolta il Cav non è neppure indagato,per cui se neppure la Magistratura ha fatto nulla dovrebbe farlo il Vaticano?

Scusa ma l'altezza dell'asticella del moralmente lecito per il codice penale è (spero) diversa dall'altezza del moralmente lecito per l'etica religiosa. La Chiesa ha tutto il diritto (e chi lo nega?) di affermare che per la moralità cristiana (che riguarda i cristiani e chi si ritiene tale) certe cose non sono ammesse anche se non sono un reato penale, perseguibile dalla magistratura. Ugualmente l'altezza dell'asticella del politicamente lecito, pur diversa da quella del penalmente lecito e del "cristianemente ammesso" spero sia fissata con criteri piu' severi del primo.

Non c'entra nulla "chiedere le dimissioni", che è atto politico che non compete a nessuna Chiesa ma solo alla polis.
C'entra ribadire la moralità e l'etica per chi si sente critiano o affema di esserlo e di difenderne i valori.
Vedi, per me un politico puo' fare quello che vuole nella vita privata e nessuno dovrebbe andare a ficcare il naso sotto le sue lenzuola.
Ma se questo politico è difensore di valori cattolici, della famiglia (con il family day) allora le cose cambiano.
Se emerge una macchia nel suo privato, allora è sputtanato e la chiesa non puo' salvarlo solo perchè è un potente che gli fa comodo tener buono. Altrimenti si sputtana anche la Chiesa. Cosa che non mi pare comunque una novità.

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Re: La Chiesa e Berlusconi

Messaggioda franz il 06/07/2009, 14:53

Il segretario della Cei alla commemorazione di santa Maria Goretti
"Comportamenti gai e irresponsabili, gravi soprattutto quando coinvolgono minori"

I vescovi: "Libertinaggio
non è affare privato"


LATINA - Lo sfoggio di un "libertinaggio gaio e irresponsabile" a cui oggi si assiste, non deve far pensare che "non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati, soprattutto quando sono implicati minori": lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mariano Crociata, in una omelia pronunciata a Le Ferriere di Latina in occasione di una celebrazione in memoria di Santa Maria Goretti.

"Assistiamo - lamenta il segretario della Cei - ad un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria salvo poi, alla prima occasione, servirsi del richiamo alla moralità, prima tanto dileggiata a parole e con i fatti, per altri scopi, di tipo politico, economico o di altro genere".

Secondo monsignor Crociata, con un riferimento che appare in tutta evidenza diretto alle polemiche degli ultimi mesi che hanno coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, "nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati; soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio. Dobbiamo interrogarci tutti sul danno causato e sulle conseguenze prodotte dall'aver tolto l'innocenza a intere nuove generazioni. E innocenza vuol dire diritto a entrare nella vita con la gradualità che la maturazione umana verso una vita buona richiede senza dover subire e conoscere anzitempo la malizia e la malvagità. Per questa via - osserva il presule - non c'è liberazione, come da qualcuno si va blaterando, ma solo schiavizzazione da cui diventa ancora più difficile emanciparsi".

In proposito, mons. Crociata ha citato anche quanto detto di recente dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco: 'Le responsabilità sono di ciascuno ma conosciamo l'influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani che hanno diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti".

(6 luglio 2009)
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