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Il Gossip aiuta Berlusconi?

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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda pierodm il 24/06/2009, 17:29

Pagheca - secondo te uno che considera papi paraculissimo lo convinci a votare per un partito di cs che fa politica di cs?

Infatti non lo penso per niente.
Se rileggi quello che scrivo in questo forum, e che ho scritto negli anni scorsi, vedi bene che appartengo a qualla categoria che è stata da molti definita di "pessimisti", ossia di quelli che considerano una buona parte di elettorato un "caso" antropologico, un caso cioè di natura psicologica e culturale ben prima che "politica".
Ho sostenuto questa tesi in diverse occasioni, e in relazione a diversi argomenti: per esempio, quando ci si affannava a parlare di programmi, e a parlare di un elettorato che stava lì a valutare serenamente le proposte offerte da una e dall'altra parte politica al fine di decidere secondo logica e convenienza.
Per fare strage di queste visioni angelicate, è sufficiente ascoltare per qualche quarto d'ora i "contributi in diretta" di una buona radio, o una conversazione tra le tante che s'intrecciano per caso in un ufficio o su una spiaggia, un ufficio postale, una sala d'aspetto: ti accorgi immediatamente che il problema non è papi, ma questa massa di gente, alla quale non c'è speranza di far capire niente. Niente: non dico di farli votare a sinistra, perché francamente risulterebbe difficile trovare buoni argomenti dopo questi ultimi anni, ma almeno per farli diventare di destra democratica, una destra non fascista e non populista. Parlarci è inutile, perché sono del tutto privi di senso dell'udito, e semmai il senso dell'udito non ha collegamnti con l'organo cervicale, e questo semmai non ha relazioni con la memoria e la storia.
Mi capita in continuazione di sentire persone, che fino a ieri erano bigotte, insultare la Chiesa, famiglia Cristiana e l'Avvenire, perché hanno sentito dire che questi criticano Papi Cucù. Lo stesso facevano, al tempo, quelli che erano dei fans di Montanelli, quando questo si sganciò da Papi.

Ora, possiamo pure pensare che l'epopea di Papi si concluderà fra due mesi, o due o tre anni. Ma la domanda è: basterà la scomparsa politica del loro centro d'attenzione per farli considerare "normali"?
Secondo me no, ovviamente, così come questa stessa gente era già quello che era quando votava in massa per certi ceffi dell'area andreottiana, in Sicilia e nel Lazio, o di certi ladroni dorotei, nonostante che le loro malefatte fossero cosa nota.

Quello che ha confuso le idee, e ha ingannato molti, è stata però proprio la lunga fase di "democristianità", che fatto credere che in qualche modo questa massa di gente fosse convertita alla "democrazia": era solo interesse, spesso clientelare, e la confusa idea che lo scudo crociato o pentapartitico li mettesse al riparo dalla contaminazione "comunista".

Se è vero che contro la stupidità nemmeno gli dèi possono nulla, figuriamoci il povero Franceschini, o chi per lui.
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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda pagheca il 24/06/2009, 17:41

si, hai ragione, la mia era solo una battuta depressa... Comunque, penso che un "caso antropologico" puo' succedere, 20 milioni di casi antropologici nello stesso periodo e nello stesso paese no. Significa che c'e' qualcos'altro dietro.

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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda ranvit il 24/06/2009, 18:15

Mah.... io sono dell'idea che il declino di Berlusconi sia cominciato.


Certo, aldilà di colpi di scena è ovvio che il potere di Berlusconi è ancora solido.

Ma la prima crepa (come nelle dighe) si è verificata (se poi ci si mette pure Famiglia Cristiana sono dolori).
Politicamente la cosa regge ancora un po'..... ma poi la diga viene giu'!

Rifiuto categoricamente la tesi che gli italiani siano in gran parte "paraculissimi" ammiratori del "paraculo" per antonomasia...

Ripeto sempre che se è vero che un terzo di italiani è cosi' e un terzo è fideisticamente di sinistra, è altrettanto vero che l'ultimo terzo sta in mezzo. Non come posto geografico o perhè moderato e cattolico, ma semplicemente perchè per questi elettori in un Paese occidentale democratico votare Cd o Cs....cambia poco!
Ed è su questo settore che bisogna agire. Tenendo presente che la stragrande maggioranza di esso è composto da potenziali e spessissimo concreti astensionisti.

Un Cs rissoso, verboso, inconcludente non convincerà mai questo elettorato!
Votano Berlusconi per disperazione emancanza di credibilità del personale politico attuale del Cs.
I grandi temi nobili della sinistra come solidarismo, diritti umani, pacifismo, etc etc se buttati semplicemente nella mischia, tanto per riempire le dichiarazioni, senza "anima" e senza prospettare soluzioni concrete......sono ritenute solo masturbazioni mentali di fighetti debosciati e mediocri.

Obama ha vinto parlando di cose nobili.....ma gli ha dato un'anima! E non è che il popolo americano sia migliore del nostro!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Il gioco è aperto

Messaggioda ranvit il 24/06/2009, 18:44

da repubblica.it :


Alla fine del bipartitismo l'astensione è nel Pdl

di ILVO DIAMANTI


La geografia politica italiana, dopo le elezioni amministrative di questo mese, si è riequilibrata. Cinque anni fa si era spostata a sinistra, in modo più accentuato che nel passato. Oggi il divario si è riassorbito. Le province. Erano 50 di centrosinistra e 9 di centrodestra.

Oggi il centrosinistra governa in 28 e il centrodestra in 34. Quanto ai Comuni capoluogo in cui si è votato, il centrosinistra ne amministrava 27 ed è sceso a 18, mentre, parallelamente, il centrodestra ha eletto 14 sindaci quando prima ne aveva solo 5. L'impianto urbano del centrosinistra, dunque, per quanto indebolito, resta solido. Tanto più se allarghiamo lo sguardo fino a comprendere le città medie (superiori a 15mila abitanti). Dove il centrosinistra ha eletto il candidato sindaco in 122 dei 220 al voto. Peraltro se si ragiona distintamente sui due turni, risulta evidente che le perdite le ha subite, perlopiù, al primo turno. Mentre ai ballottaggi ha riconquistato gran parte delle province e delle città rimaste in lizza.

Poi, contano i segnali. Dopo il primo turno il centrosinistra temeva di veder franare la terra sotto ai propri piedi. In altri termini: di perdere le regioni rosse. Non è avvenuto. Ha, inoltre, tenuto nel Mezzogiorno. Soprattutto nelle città. Mentre ha sofferto nel Nord. Il secondo turno ha fatto emergere anche un diverso grado di mobilitazione degli elettorati. La "ripresa" del centrosinistra al secondo turno coincide, infatti, con il "ritiro" di una parte degli elettori del centrodestra. Nelle capitali di regione è evidente. A Firenze e Bologna: il calo della partecipazione elettorale (oltre 14 punti percentuale in entrambi i casi) si è tradotto in un allargamento delle distanze a favore dei candidati del centrosinistra. Rispettivamente: Renzi (da 16 a 20 punti percentuali) e Delbono (da 20 a 21).

Più clamoroso il caso di Bari, dove la partecipazione fra i due turni è calata (anche qui) di circa 14 punti percentuali (pari a 40.000 votanti). Punendo il candidato del centrodestra, Di Cagno, che perso 25mila voti rispetto al primo turno. Il suo distacco da Vittorio Emiliano è, così, salito da 3 a 20 punti.

Un'evoluzione simile si osserva anche a Potenza e ad Ancona. Ma soprattutto nelle province metropolitane del Nord. A Milano, dove la partecipazione elettorale fra i due turni cala di 24 punti percentuali e di quasi 600mila voti, il distacco di Podestà nei confronti di Penati viene quasi annullato. Da 10 a 0,4 punti percentuali. Podestà ottiene 250 mila voti in meno (Penati 90 mila).

Infine a Torino, dove votano 500 mila elettori in meno del primo turno, il presidente uscente e candidato del centrosinistra, Saitta, perde circa 90 mila voti. Ma la sua avversaria, Porchietto, vede ridursi il risultato del primo turno di 166 mila voti e il distacco da Saitta dilatarsi: da tre a quasi 15 punti percentuali. Per cui se l'astensione cresce dovunque, al secondo turno, per ragioni diverse e in parte fisiologiche, tende però a colpire, in modo patologico, soprattutto i candidati del centrodestra. Che vincano o perdano, non importa.

Da questa rappresentazione geopolitica si ricavano alcune indicazioni, a nostro avviso, chiare.

1. Anzitutto, l'elettorato è meno stabile di quanto le mie stesse mappe lo rappresentino. Certo: il centrosinistra è ancorato al Centro e il centrodestra al Nord. Tuttavia, il Mezzogiorno era e resta fluido. Il Centro è meno stabile del passato. E nel Nord neppure Milano pare predestinata. Insomma: il paese è diviso. E il gioco elettorale, per molti versi, aperto.

2. Il risultato delle amministrative e, anzitutto, delle europee suggerisce la crescente difficoltà di far coincidere bipolarismo e bipartitismo. Il peso elettorale del Pd e del PdL, infatti, si è ridimensionato sensibilmente, a favore dell'Idv e della Lega. I cui elettori rappresentano quasi un quarto delle rispettive coalizioni. Inoltre, il risultato delle amministrative, in molti casi, è dipeso dalle coalizioni "locali" più che dal rendimento dei partiti maggiori. Il successo del centrodestra nel Nord deriva dall'intesa fra PdL e Lega. Cinque anni fa, invece, la CdL si era alleata prevalentemente con l'Udc, mentre la Lega aveva corso perlopiù da sola. L'Udc, d'altronde, si è alleata o apparentata con il centrosinistra in 6 province. Contribuendo al successo in 5 di queste.

3. Da ciò una conseguenza. In Italia non ci sono più partiti dominanti. Con questo sistema elettorale: non ci saranno mai più. E l'esito del referendum suggerisce che difficilmente riusciremo a cambiare modo di scrutinio con la spinta popolare.

Il Pd e il PdL sono, dunque, destinati a costituire i riferimenti principali dei poli. Ma non autosufficienti. Il Pd, con il 26% non può aspirare all'autosufficienza. Dovrà costruire alleanze intorno a programmi, progetti. Con l'Idv, l'Udc, una parte della sinistra. Lo stesso vale, però, per il centrodestra. Fin dall'origine: un network con un solo, unico frame, un solo unico gancio. Silvio Berlusconi e il suo partito personale. In pochi mesi, in poche settimane, quel gancio è divenuto molto più traballante. Quel puzzle molto più dada. Senza la Lega: non riesce a controllare il Nord. Ma neppure la Sicilia, senza Lombardo. E l'immagine del leader più che una risorsa è divenuta un limite.

4. Da ciò l'importanza crescente dei "partiti di mezzo". Per dimensione. Ormai centrali anche per importanza politica. La Lega, l'Idv e oggi l'Udc. Casini è riuscito a rafforzarla pur tenendola "fuori". Non era facile. Oggi dovrà decidere come e con chi giocare. Non sarà facile. Anche se riesce arduo immaginarlo alleato al centrodestra. Per motivi di ostilità personali fra leader. E per l'alternativa irriducibile - storica, geopolitica, culturale - con la Lega.

5. Infine, gli elettori. Usano, in modo e in misura crescente, il non voto come un voto. Di volta in volta, a seconda dell'elezione, del candidato, del momento. Occorre, dunque, dare loro buone ragioni: non solo "per chi" votare, ma anche "per" votare. D'altra parte l'astensione in questa occasione è cresciuta, infatti, in modo anomalo, rispetto al passato. Ha interessato gli "esuli" del Pd, alle europee; ma, soprattutto gli "elusi" del PdL. Gli elettori di centrodestra. In molti, hanno preferito fuggire. Nascondersi. Non solo per ragioni locali, immaginiamo.

Da ciò la conclusione obbligata, per quanto banale: il gioco è aperto. Il paese è politicamente contendibile. Dipende dalla qualità dei contendenti. Che, da oggi, non sono e non saranno solamente due.
(24 giugno 2009)
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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda pagheca il 25/06/2009, 10:57

Questa analisi non mi convince del tutto. Intanto non mi sembra del tutto vero che "non esistono partiti dominanti". Mi sembra che anche in passato esistessse una percentuale limite per i partiti non-dominanti, come l'IDV e la Lega, che e' intorno al 10%. E' un tetto contro il quale mi sembra che tutte le entita' politiche tendano a scontrarsi. La vera sfida per loro e' superare quel tetto, cosa che avviene, mi sembra solo con il crollo della propria controparte, che lascia uno spazio vuoto.

Inoltre mi sembra che Diamanti, come tanti analisti politici, sembrano dimenticare un semplice fatto: l'incremento dell'astensionismo e' un noto ed inevitabile effetto della crescita del bipolarismo. I due fenomeni sono correlati ovunque nel mondo. E' il noto "paradosso dei chioschi sulla spiaggia" * che tende a rendere i due soli partiti o coalizioni presenti di fatto indistinguibili. Mano a mano che la situazione evolve in questo senso, gli estremi dell'elettorato perdono quindi interesse nella competizione elettorale non sentendosi rappresentati e ritenendo "inutile" dare il voto a entita' politiche di fatto equivalenti.

Mano a mano che il bipolarismo prendera' piede, ci dobbiamo abituare al fatto, spesso dimenticato, che la percentuale di votanti mano a mano calera'. Avviene in tutte le democrazie del mondo. E c'e' un'altra conseguenza importante di questo fatto: In un certo senso ai partiti che puntano alla maggioranza relativa (PdL e PD) converrebbe incoraggiare l'astensionismo, perche' significa aumentare il proprio predominio sui partiti piu' piccoli del proprio ramo di parlamento.

pagheca

* due venditori devono aprire ciascuno un chiosco per la vendita di bevande su una spiaggia lunga, diciamo, 4 km. Dal punto di vista dell'acquirente, l'ideale sarebbe avere i due chioschi distanziati di 2 km l'uno dall'altro e a 1 km da ogni estremo. In questo modo ogni bagnante potrebbe dissetarsi percorrendo, al massimo, 1 km:

------------------------------ * ------------------------------------------------------------ * ------------------------------

tuttavia, se uno dei due attua questa strategia, all'altro converra' spostarsi verso di lui, in modo da contendere piu' acquirenti all'altro:

------------------------------ * ----- * --------------------------------------------------------------------------------------

La situazione raggiunge un punto di equilibrio solo se entrambi i chioschi si situano al centro della spiaggia, a danno dei bagnanti che si trovano costretti a percorrere una distanza maggiore, o che data la distanza rinunciano a dissetarsi:

------------------------------------------------------------ * * -------------------------------------------------------------

E' un fenomeno osservato nella realta' (per esempio nella distribuzione di negozi concorrenti) che mostra uno dei limiti piu' ovvi del libero mercato.
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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda ranvit il 25/06/2009, 12:26

Pagheca concordo abbastanza, tanto che qualche post fa ho scritto :

"Ripeto sempre che se è vero che un terzo di italiani è cosi' e un terzo è fideisticamente di sinistra, è altrettanto vero che l'ultimo terzo sta in mezzo. Non come posto geografico o perhè moderato e cattolico, ma semplicemente perchè per questi elettori in un Paese occidentale democratico votare Cd o Cs....cambia poco!
Ed è su questo settore che bisogna agire. Tenendo presente che la stragrande maggioranza di esso è composto da potenziali e spessissimo concreti astensionisti."


Io trovo che questo fenomeno delle astensioni è in realtà....un votare!



Tornando al gossip....gli italiani cominciano a stancarsi!

Vittorio
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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda pagheca il 25/06/2009, 12:36

Caro Vittorio,

sai, per me non e' un fatto di crederci si o no. Sono i fatti che dimostrano che bipolarismo e astensionismo vanno d'accordo.

Per il resto, comincio a pensare anch'io che il declino sia cominciato, ma non tanto per la stanchezza dell'elettorato, che sinceramente non mi sembra cosi' evidente, ma perche' ho l'impressione che c'e' qualche potere, in Italia, a cui devono avere pestato i piedi e che ha deciso che e' tempo di mettere da parte il personaggio. Non si tratta di eversioni o complotti. E' cosi' da sempre: non si puo' fare il primo ministro contro i grandi interessi.

Non riesco a spiegarmi altrimenti perche' di colpo la Repubblica e' diventata implacabile col PdC. Per la prima volta le notizie non passano in archivio, ma rimangono li, a bella posta in prima pagina. Guarda la lista delle 10 domande. E' in prima pagina da oltre un mese! Quando mai e' successo?

La stanchezza dell'elettorato seguira' prima o poi.

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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda franz il 25/06/2009, 20:07

pagheca ha scritto:E' un fenomeno osservato nella realta' (per esempio nella distribuzione di negozi concorrenti) che mostra uno dei limiti piu' ovvi del libero mercato.

Avevo mandato una risposta ma ora che ripasso qui non la trovo. Succede .....
Ok, faccio uno strappo al mio motto "paganini non ripete" ... :-)

L'esempio che fai è un classico della trasposizione da offerta di mercato a offerta politica, anche perché in politica è piu' facile concettualizzare un modello lineare, da destra a sinistra, tipo spiaggia.
Nella realtà pero' se il mercato non è artefatto da leggi che impongono distanze minime tra i chioschi oppure che impongono un certo numero massimo di chioschi, il "limite ovvio" a cui ti rifesisci è molto meno ovvio e dimostra caso mai che come scienziato saprai tutto dei ghiacci polari ma che del mercato non sei certo un esperto. Nulla di grave, dato che io invece non so nulla sui ghiacci polari e su mille altre cose. Come imprenditore invece un po' di mercato lo mastico, anche fosse solo per un ovvio problema di sopravvivenza.
In effetti mantenendo lo schema lineare è evidente che un solo chiosco (gelataio nell'esempio trasposto alla politica) sarebbe la soluzione migliore per l'unico monopolista. Ma non certo per il consumatore, che non solo avrebbe un tragitto medio piu' lungo ma che (peggio) dovrebbe accettare l'unica qualità offerta.

Con due gelatai scatta il meccanisimo citato ma in realtà bisogna anche considerare i gusti offerti (quantità) e la qualità.
Alcuni consumatori per esempio potrebbero fare un tragitto piu' lungo per accaparrarsi un gusto che uno dei due gelatai non offre o per un gusto che viene considerato soggettivamente migliore.
Poi ovviamente il vero problema è capire quanti gelatai possono vivere bene su quel mercato lineare.
Se potessero viverci in tre, oppure in quattro è evidente che la banalizzazione che ci hai presentato come "ovvio limite" non sarebbe tale. Altrettanto ovvio che le dimensioni del mercato non sono solo due (come in una spiaggia) ma molte di piu' dato che includono una terza dimensione spaziale, la qualità dell'offerta, il costo dei prodotti, la quantità dei gusti, la predisposizione o attidutine allo spostamento dei compratori, la loro conoscenza del mercato (di tutto quanto sopra) l'offerta di altri servizi (musica, ombra, giochi).

La disposizione dei gelatai sulla spiaggia quindi diventa espressione di un equilibrio dinamico (un equilibrio di Nash) ed è molto meno banale di quanto da te evidenziato.

Franz
Ultima modifica di franz il 25/06/2009, 20:27, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il Gossip aiuta Berlusconi?

Messaggioda franz il 25/06/2009, 20:24

Paolo65 ha scritto:A mio parere si. Lo aiuta perchè anche se ne infangano l'immagine, gli permette di non parlare di altro e non permette all'opposizione di farsi strada tra la gente con le proprie proposte....quando ci sono.


A mio parere no.
Oggi ha dovuto sparare cazzate piu' enormi del solito.
È stato costretto a reagire a fronte della critica di accessi incontrollati nei palazzi e sulla mancata registrazione degli ingressi.
Lo ha fatto dicendo che il suo spirito libero si rifiuta di controllare e perquisire chi entra nei suoi palazzi, quasi fosse un affronto all'ospite.
In realtà se la prassi di sicurezza in uso anche in una media azienda fosse seguita, oggi avremmo un archivio competo delle varie persone entrate nei suoi palazzi, che come residenze ufficliali sono comunque equiparate a uffici pubblci (tanto che per villa certosa è stato il contribuente mi pare a pagare gli adeguamenti ). Avremmo quindi la prova provata di quanto afferma la moglie a proposito delle frequentazioni con minorenni e della "malattia". Avremmo la prova che è Berlusconi che non pensa ad altro, che non pensa alle soluzioni vere dei problemi del paese, occupato come è a farsi i #@°°§° suoi.
Vero che questo non dovrebbe pero' essere compito dell'opposizione ma di stampa e magistratura.
Lo diventa quando parte della stampa e dei media asservita al premier non fa il suo lavoro e parte della magistratura corre in ossquio al potere sequestrando fotografie compromettenti ed impedendone la pubblicazione.

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