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Minzolini e il suo padrone

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Minzolini e il suo padrone

Messaggioda lucameni il 23/06/2009, 0:53

Dopo l'orrido intervento diel maggiordomo Minzolini nelle vesti di direttore del TG1, tra tutti gli articoli presenti in rete questo mi pare uno dei più azzeccati; e giustamente sconsolati.


http://www.siciliainformazioni.com/gior ... nutili.htm

"Il 2009 sarà ricordato, eccome se non sarà ricordato. Non soltanto per le disavventure sentimental-sessuali del Presidente del Consiglio, di cui non c’erano precedenti nella storia patria, né per il trasferimento della cronaca rosa nella pagina politica (com’era avvenuto alla giudiziaria), ma per il primo caso di giornalismo togato.
Augusto Minzolini, fresco direttore del TG, non ha finora consentito che nel “suo” telegiornale – è
lui a usare l’aggetivo possessivo – facesse capolino l’inchiesta della magistratura di Bari sulle escort ingaggiate per fare compagnia agli ospiti di Palazzo Grazioli, sede del Capo del Governo.
E fin qui si tratta di una caso di omissione di una notizia di cronaca, che l’etica professionale teoricamente considera una scorrettezza ma che la quotidianità ci ha abituati ad accettare a causa delk gran numero di omissioni.
La novità, che fa indossare la toga a Minzolini, è un’altra.
Il direttore del Tg1 spiega le ragioni del suo silenzio. Egli è convinto che “le famose cene, feste - o chiamatele come vi pare - nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa” non siano degne di essere difuse.
“Il motivo è semplice”, sostiene il giornalista,”dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali, non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori''.
Stando così le cose, sembra concludere Minzolini, che interesse potrebbero avere gli italiani a sapere ciò che accade a Palazzo Grazioli.
Chi vuole sapere, dunque, che cosa deve fare?
Sfogliare un giornale qualsiasi o sintonizzarsi su un canale diverso dal Tg1, con gran guadagno per la Rai.
Se Mizolini fosse stato il PM barese avrebbe archiviato il caso e cestinato tutto il materiale, probabilmente avrebbe fatto le sue scuse agli indagati, ivi comprese le ragazze d’intrattenimento, e i generosi personaggi che procuravano compagnia ai potenti, ignorando foto, video, registrazioni, intercettazioni.
IL direttore del Tg1 non è un magistrato inquirente, ne fa parte della giudicante. E’ semplicemente un giornalista.
Chi fa questo mestiere – cercare notizia e raccontarle - non ha il compito di giudicare la notizia. No deve emettere sentenze di assoluzione o condanna, ma di informare i telespettatori – nel caso del direttore del Tg1 - di ciò che succede, sia quando a sbagliare sono i magistrati sia se a commettere errori siano i rappresentanti delle istituzioni.
Ai telespettatori dei canali Rai potrebbe interessare conoscere il punto di vista di Minzolini o dei suoi colleghi, approvandolo o meno, e magari apprezzare la cautela e la sobrietà nel dare le notizie.
A patto, naturalmente, che le informazioni vengano date in modo completo e tempestivo .
Ai telespettatori del Tg1 non può essere sottratto il diritto di essere informati come cittadini ancor prima che come abbonati ad un canale televisivo del servizio pubblico.
Se questo diritto Minzolini non lo concede perché le sue convinzioni personali lo inducono a sostenere il contrario, i telespettatori hanno tutte le buone ragioni per arrabbiarsi e pretenderlo.
Minzolini peraltrp gode di grande discrezionalità nel confezionare le notizie, non ha davvero bisogno di sostituirsi al giudice: può riferire ciò che accade con ogni cautela possibile, dando spazio a tutti coloro che istruiscono l’indagine ed a coloro che la subiscono. Può suggerire perciò ai suoi giornalisti grande cautela su una particolare vicenda se il protagonista della storia è il capo del governo.
Può perfino decidere di rappresentare l’indagine come una anomalia, costruendola in modo da evitare che i suoi telespettatori gli diano eccessivo peso e che il Capo del Governo ne abbia un danno d’immagine.
Ciò che non può fare è nascondere la notizia. E non perché dirige un telegiornale del servizio pubblico, ma semplicemente perché fa un mestiere che gli impone di raccontare tutto ciò che avviene nel mondo, sia che avvenga nel condominio di casa sua, sia che capiti in Siberia.
L’omissione di una notizia, beninteso, costituisce un incidente di percorso piuttosto usuale per qualsiasi giornalista, per pigrizia o modesta professionalità.
L’incidente viene generalmente tollerato quando accade la prima volta, provoca qualche irritazione la seconda, suggerisce decisioni drastiche la terza.
Qui ci troviamo davanti ad una anomalia, un caso senza precedenti. Il giornalista decide di non fare sapere perché ritiene che la notizia non sia meritevole di essere conosciuta.
Meritevole, dunque.
La qualcosa implica un giudizio di merito, che non spetta affatto ai giornalisti dare.
Se passasse questa tesi, ogni giornalista potrebbe decidere di volta in volta che cosa fare della notizia che arriva sul suo desk, ed avere la facoltà di censurare ciò che ritiene immeritevole, ingiusto, inutile o sbagliato.
I cittadini che vivono in uno stato dispotico non devono sapere nulla di ciò che accade a casa loro se non è gradito al regime. Le implicazioni della singolare presa di posizione di Minzolini sono molteplici, e tutte preoccupanti.
Il Presidente della Rai, Garimberti, giornalista, ha dovutio ricordare con una dichiarazione di principio che le notizie devono essere complete e diffuse, sia che piacciano sia che non piacciano."
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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