La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

TRE QUESITI REFERENDARI

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda franz il 19/06/2009, 8:39

Loredana Poncini ha scritto:Un meccanismo è che i QUESITI SONO 3 e le schede anche. Sotto sotto mi pare che tutti sian sicuri che il quorum non ci sarà, ma nel mio piccolissimo vi chiedo : "E se invece il quorum ci fosse, e SOLO il quesito abrogativo delle candidature multiple VINCESSE con i SI', che accadrebbe, dopo ? " :D

Ogni referendum ha il suo quorum. Chi lo supera è valido e si vedono i SI ed i NO.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda franz il 19/06/2009, 8:41

QUELLO CHE C'E' DA SAPERE SUI REFERENDUM
di Sandro Brusco 17.06.2009

A pochi giorni dal voto, la cortina di silenzio sui referendum è sempre fitta. E tra i non molti italiani che sanno della loro esistenza, regna la confusione sulle conseguenze che potrebbero produrre. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza. Il primo e secondo quesito aboliscono la possibilità di formare coalizioni per ottenere il premio di maggioranza. Ma un eventuale successo non cambierebbe di molto le cose rispetto alla legge elettorale attuale. Il terzo impedisce ai leader di presentarsi in più circoscrizioni. Un meccanismo indifendibile, ma praticato da tutti i partiti.

A pochi giorni dal voto, molti italiani non sanno nemmeno che domenica e lunedì prossimi si terranno tre referendum elettorali. Anche tra quanti sono coscienti della loro esistenza, sembra esserci notevole confusione sui risultati pratici che avranno. Cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza.
I referendum elettorali sono tre. Il primo elimina la possibilità di formare coalizioni per conseguire il premio di maggioranza a livello nazionale per la Camera. Il secondo fa lo stesso per i premi di maggioranza regionali al Senato. Il terzo elimina la possibilità, usata principalmente dai capi-partito, di candidarsi contemporaneamente in più circoscrizioni. La poca attenzione finora prestata ai referendum si è incentrata sul primo e sul secondo. Voglio qui andare controcorrente, iniziando la discussione dal terzo.

IL REFERENDUM SULLE CANDIDATURE MULTIPLE

L’attuale sistema elettorale prevede liste chiuse, ossia gli eletti di un partito o coalizione vengono determinati dall'ordine in cui appaiono in lista. Dato che l'ordine è a sua volta determinato dai dirigenti del partito, questo fornisce loro un enorme potere. Tale potere sembrò però insufficiente agli estensori della legge elettorale. Dopotutto, alla fine, quanti deputati e senatori elegge un partito viene ancora determinato dal numero di voti ricevuti; anche se tutti hanno una idea approssimativa dei voti che un partito può prendere, sorprese negative o positive sono possibili. Ne segue che, almeno occasionalmente, il candidato designato può non essere eletto o il candidato non particolarmente desiderato può farcela. Come fare per rendere più ferreo il controllo dei capi-partito sugli eletti?
La risposta è: candidature in più collegi. Questa possibilità, concessa dalla legge elettorale, viene normalmente sfruttata dai capi-partito per decidere ex post chi eleggere. Il succo del meccanismo è il seguente. Supponiamo che il partito X si aspetti di ottenere due seggi nel collegio 1 e due seggi nel collegio 2. A esser sicuri del risultato, basta mettere persone gradite ai capi-partito nei primi due posti della lista nel collegio 1 e nel collegio 2. Ma può accadere che ci siano sorprese, e in almeno un collegio i seggi siano tre, oppure uno. Si rischia in tal modo di ottenere l'elezione di qualcuno che non è stato unto dai capi-partito, o si rischia di far mancare la poltrona a qualcuno cui è stata promessa.

È qui che entrano in gioco le candidature multiple. Sostanzialmente, si mette il capo del partito come capolista nei due collegi, e dietro un paio di nomi di fedelissimi. Supponiamo ora che nel collegio 1 il partito ottenga due seggi e nel collegio 2 ne ottenga tre. Senza candidature multiple c'è il rischio che il terzo seggio del collegio 2 finisca a qualcuno non designato dai vertici, a cui magari era stato promesso un posto marginale in lista, come contentino. Ma con le candidature multiple il problema scompare. Ora dietro al capolista, lo stesso nei due collegi, stanno due candidati controllati dall'oligarchia in ciascun collegio. Il capo-partito, una volta visti i risultati, opta per il collegio 2. Finiscono quindi eletti i numeri due e tre nel collegio 1 (i fidati messi dietro al capolista) e i numeri uno, due e tre nel collegio 2 (il capolista più i due fidati). Chiaramente, se invece è il collegio 1 quello che genera la sorpresa dando più seggi del previsto, il capolista opterà per quello. In sostanza solo enormi sorprese, con variazioni impreviste degli eletti in molti collegi allo stesso tempo, possono rovinare i piani dei capi-partito. In tutti gli altri casi una sapiente scelta ex post del collegio in cui essere eletti consentirà ai capi-partito di mantenere un ferreo controllo degli eletti.
Il meccanismo è così indecente e spudorato che è difficile immaginare un qualunque argomento in sua difesa. Infatti, nessuno lo difende, o almeno io non ho visto un singolo articolo in sua difesa. Salvo poi non fare assolutamente nulla in Parlamento per eliminare la possibilità di candidature multiple e utilizzare puntualmente il meccanismo elezione dopo elezione. Al cittadino esterrefatto non resta che l'arma referendaria. E forse nemmeno quella, vista la cappa di silenzio che è stata imposta.

I REFERENDUM SUI PREMI DI COALIZIONE

I referendum sui premi di maggioranza aboliscono la possibilità di formare coalizioni per ottenere il premio di maggioranza. Se i referendum avranno successo, il premio di maggioranza nazionale per la Camera andrà alla singola lista che ottiene il maggior numero di voti, e i premi regionali per il Senato andranno alle liste che arrivano prime in ciascuna regione.
È bene non illudersi troppo sugli effetti di tale cambiamento. L'obiettivo iniziale del comitato referendario era quello di stimolare il dibattito parlamentare sulla legge elettorale. Ho anche cercato di argomentare l'estate scorsa che una buona riforma elettorale era possibile nel nuovo Parlamento, dato che era nell'interesse delle principali forze politiche presenti, Pd, Lega e Pdl. Ma non si è mai abbastanza pessimisti quando si analizza la politica italiana. Una discussione sulla riforma elettorale avrebbe richiesto un minimo di lungimiranza e buon senso. Avrebbe inoltre richiesto di agire con calma e per tempo. Apparentemente questo è chiedere troppo; si è atteso fino all'ultimo momento (e anche un po' più in la: è stata necessaria una leggina per allungare i termini massimi entro cui andava indetto il referendum) per poi agitarsi scompostamente e secondo i propri ristrettissimi e ultra-miopi interessi di bottega.
Detto questo, un po' di chiarezza sugli effetti dei referendum va fatta. Si è cercato di far passare l'idea che il referendum consegnerebbe l'Italia a Silvio Berlusconi, che renderebbe possibile governare anche con percentuali di consenso minime. Il ministro Calderoli ha addirittura detto che il risultato del referendum sarebbe di “assoluta dissonanza con la democrazia”. Non accadrebbe nulla di tutto questo. Di fatto, purtroppo, accadrebbe troppo poco.

Chiariamo anzitutto che anche con la legge attuale è perfettamente possibile che un partito con una quota elettorale ridotta ottenga il premio di maggioranza. Questa non è in alcun modo una novità del referendum. Chi afferma che la legge che uscirebbe dal referendum è antidemocratica sta quindi implicitamente dicendo che l'attuale legge è antidemocratica. Cosa succederebbe se passassero i referendum? Essenzialmente, anziché avere differenti simboli a supporto di un candidato presidente del Consiglio, come accade ora, i partiti dovranno accordarsi ex ante su un unico simbolo e una unica lista. Questo può avvenire mediante l'inclusione di diversi simboli in un unico cerchio o mediante un nuovo simbolo. Non sarebbe una pratica nuova nel panorama italiano, tutt'altro. Per esempio, nel 2006 i Ds e La Margherita si presentarono sotto il comune simbolo dell'Ulivo per la Camera, ma con simboli separati per il Senato. Tutto questo per dire che la distinzione tra "coalizione di liste elettorali" e "lista elettorale" è alla fine assai meno netta di quel che può apparire a prima vista, per l'elementare ragione che i partiti rivedono la propria strategia elettorale a seconda della legge. Se passa il referendum vedremo, al tempo stesso, meno liste elettorali e liste elettorali più eterogenee. Ma, alla fine, i cambiamenti saranno minimi.
Per mettere concretamente i piedi nel piatto: se Berlusconi diventa sufficientemente forte da poter vincere senza la Lega, allora, anche con la legge attuale, può presentarsi da solo e guadagnare il premio di maggioranza. Da questo punto di vista, i referendum sono sostanzialmente ininfluenti. Può essere utile guardare ai numeri usciti dalle ultime elezioni politiche e dalle ultime Europee per avere un'idea più precisa di ciò che può succedere.

Partito % Voti Camera 2008

Pdl 37,39
Lega 8,3
Pd+Radicali 33,17
Idv 4,37
Udc 5,62
Sinistra Arc. 3,08
Mpa 1,13



Partito % Voti Europee 2009

Pdl 35,27
Lega 10,20
Pd 26,13
Idv 8,00
Udc 6,52
Prc-Pdci 3,39
Sin. & Lib. 3,13
Radicali 2,43



Se il Pdl si fosse presentato da solo alle ultime politiche sarebbe stato battuto da un listone Pd-Radicali-Idv, ossia, la coalizione che si formò alle politiche del 2008. Lo stesso sarebbe successo se i numeri rilevanti fossero stati quelli delle ultime Europee: un listone Pd-Radicali-Idv avrebbe ottenuto il 36,56 per cento dei voti, contro il 35,27 per cento del Pdl. La sconfitta del Pdl sarebbe stata ancora più netta se alla coalizione Pd-Radicali-Idv si fossero aggiunti pezzi sulla sinistra o sulla destra.
Ovviamente, quello che ci dicono questi numeri è che, anche se passassero i referendum, il Pdl non si presenterebbe da solo, rischiando in tal modo la sconfitta. Quello che ci possiamo aspettare, se passa il referendum, è una lista unitaria Pdl-Lega, presumibilmente con un simbolo composto dai due sotto-simboli appaiati, la cosiddetta "bicicletta".Nulla di trascendentale, quindi. Il Pdl o il Pd riusciranno a governare da soli solo se aumenteranno i consensi o se le forze che li avversano saranno sufficientemente divise e rissose. Questo è vero con il sistema attuale e resterà vero con il sistema che potrebbe uscire dai referendum. Non è un caso che Berlusconi abbia così prontamente sacrificato i referendum appena la Lega ha fatto la voce grossa. Sapeva che non aveva gran che da guadagnarci.
Perché tanto agitarsi allora? Perché la Lega ha minacciato addirittura la crisi di governo per far fallire i referendum e ha imposto un notevole esborso ai contribuenti per evitare l'accorpamento dei referendum alle elezioni europee? Perché Antonio Di Pietro, dopo aver raccolto le firme, si è schierato contro i referendum? Ho analizzato altrove, più in dettaglio, le ragioni di tale opposizione. Qui è sufficiente dire che tutto questo isterico agitarsi mostra solo quanto i nostri rappresentanti siano ferocemente abbarbicati anche alle più piccole fette di potere. Essenzialmente si teme che, una volta costretti a fare liste elettorali uniche con i loro alleati principali, i partiti diversi da Pdl e Pd perdano riconoscibilità e quindi potere. Questo nonostante il fatto che comunque si voterà alle elezioni comunali, provinciali, regionali ed europee con sistemi che rendono possible la presentazione del proprio simbolo.

da:lavoce.info
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Paolo65 il 19/06/2009, 11:07

Non andrò a votare sia perchè una legge elettorale può trovare il suo equilibrio solo in Parlamento, secondo perchè qualora vincessero i SI il giorno dopo la maggioranza tirerebbe fuori una legge qualsiasi pur di non far imbestialire la Lega, terzo perchè non voglio fare un favore al PDL,in quanto se vincessero i SI, sarebbe l'unico partito avvantaggiato.

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda lucameni il 19/06/2009, 11:11

Paolo65 ha scritto:Non andrò a votare sia perchè una legge elettorale può trovare il suo equilibrio solo in Parlamento, secondo perchè qualora vincessero i SI il giorno dopo la maggioranza tirerebbe fuori una legge qualsiasi pur di non far imbestialire la Lega, terzo perchè non voglio fare un favore al PDL,in quanto se vincessero i SI, sarebbe l'unico partito avvantaggiato.

Paolo



Pure io sto a casa.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda mauri il 19/06/2009, 12:13

liberissssimi di non andare a votare
ma poi non piangete lacrime di coccodrillo...

nel caso di vittoria dei sì saranno costretti a fare una nuova legge elettorale e poi si dovrà ritornare a votare
io non ho paura dei cambiamenti perchè comunque portano ad una crescita collettiva, mi terrorizza l'immobilismo e la restaurazione che vediamo oggi, l'arresto culturale e la mancanza di creatività tipica dell'italia progressista che conoscevamo non porta niente di buono, anzi vedo la desertificazione dei ns cervelli
e quanto accade in italy si sta spandendo anche in EU
la vedo brutta questo virus questa deriva deve essere stoppata e gli unici che lo possono fare siamo noi, le opposizioni, unite
ciao, mauri
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda lucameni il 19/06/2009, 13:20

Il problema è quando si piange a causa di chi dovrebbe essere della tua parte politica e di fatto lavora per Berlusconi.

"VOTO SULLA LEGGE ELETTORALE
Resto contrario al referendum

E’ comprensibile che i promotori di un referendum, tra i quali anche Angelo Panebianco, difendano la propria creatura. Premetto che userò le dizioni Porcellum 1 e Porcellum 2 perché i due testi sono molto simili. Il primo è quello di Calderoli e quindi la legge in vigore, il secondo è il testo Guzzetta- Segni. Chi voterà Sì al referendum approva il Porcellum 2; chi voterà No preferisce restare con il Porcellum 1. Ciò premesso vengo all’articolo di Panebianco del 13 Giugno.

Il suo primo rilievo è che il Porcellum 1 non contiene nessun anticorpo contro un futuro eventuale ritorno della frammentazione partitica; ma in verità contiene lo stesso sbarramento del 4% che ritroviamo nel Porcellum 2. E sta di fatto che oggi i partiti che hanno superato questo sbarramento sono soltanto cinque. Se dovessero tornare a salire non sarà perché glielo impedisce il Porcellum 2. E sul punto a Panebianco sfugge che il premio di maggioranza assegnato da entrambi i Porcelli alla più forte minoranza fa sì che per i partiti senza premio il costo in voti di un seggio diventa più alto. Nel 1983 il costo di un seggio ai Comuni è stato per i Laburisti di 40.000 mentre per i liberali è stato di 400.000 voti. Questo è un caso limite, ma illustra il problema. Se, per esempio, Berlusconi conquistasse il premio con il 35% dei voti a lui spetterebbe il 55% dei seggi, mentre il 65% dei non premiati si dovrebbe dividere il 45% dei seggi restanti.

Panebianco riprende poi l’argomento che anche i sistemi uninominali trasformano una minoranza di voti in una maggioranza di seggi. A parte importanti differenze, mi sfugge perché i difetti del sistema inglese dovrebbero giustificare i difetti (aggravati) dei Porcelli. Infine conclude che «è sbagliato giudicare i sistemi elettorali alla luce dì preoccupazioni politiche contingenti». Con questa logica si potrebbe giustificare anche la legge Acerbo del 1923. E il fatto è che da entrambi i Porcelli non risulterà nessun sistema bipartitico, ma invece un sistema a partito predominante nel quale lo stesso partito governa da solo e senza alternanza per decenni (in altri casi anche dai trenta ai cinquant’anni).

Restano due quesiti. Primo, qual è la differenza tra Porcellum 1 e Porcellum 2. Oramai è minima. Nel primo il premio di maggioranza è previsto per una coalizione di liste, mentre nel secondo viene riservato a una sola lista. Quando i referendari proposero questa variazione la differenza era importante. Oggi è pressoché irrilevante. Perché anche se restasse in vigore il Porcellum 1, nulla impedisce a Berlusconi di presentarsi da solo. Secondo quesito: perché mai Franceschini si batte a oltranza per il Sì? Secondo Sergio Romano, siccome la legge Calderoli è pessima «il Sì avrebbe il vantaggio di costringere il parlamento ad approvare una nuove legge elettorale». Ma perché mai? Per Berlusconi il Porcellum 2 va strabene, è già operativo, e lui controllerà la maggioranza assoluta. Nessuno lo potrà costringere a nulla.

Io non ho mai raccomandato di non votare. Ma questa volta siamo chiamati a scegliere tra la padella e la brace. E se il referendum passerà avremo in ogni caso una pessima legge elettorale che ottiene il rinforzo di legittimità della volontà popolare. Se invece fallirà si potrà sostenere che gli italiani hanno dimostrato di non volere né il Porcellum 1 né il Porcellum 2. Il che lascia aperto un barlume di speranza.

Giovanni Sartori
19 giugno 2009 "
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Paolo65 il 19/06/2009, 13:30

Sartori ,come al solito, vede chiaro e lungo. Infatti, nessuno sia a DX che a SX lo è mai preso e portato dalla sua parte, in quanto direbbe cose sgradevoli ad entrambi gli schieramenti e leader.

Resta una delle poche voci fuori dal coro di cui ci si può fidare....ed infatti oltre afidarmi seguo il suo consiglio:resto a casa.

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda borghinolivorno il 19/06/2009, 18:09

Paolo65 ha scritto:
Resta una delle poche voci fuori dal coro di cui ci si può fidare....ed infatti oltre afidarmi seguo il suo consiglio:resto a casa.

Paolo


restare a casa vuol dire ridursi a spettatori e a fans (di qui o di la, di quello o di quell'altro)...
ma c'è una cosa molto buffa in questa discussione che ci assorbe, sulla riforma elettorale (quella già fatta e quella che potrebbe venire fuori dai referendum oppure da una revisione parlamentare dei testi unici elettorali)...fermarsi sui contenuti formali e strutturali dei modelli elettorali, senza guardare agli schieramenti che li determinano, ne approfittano, li subiscono......e senza guardare al funzionamento delle macchine istituzionali di cui i sistemi elettorali determinano rappresentanza e governi...
In una Italia che marcia sul maggioritario a premio di coalizione dai comuni, alle province, alle regioni, il brutto anatroccolo delle leggi nazionali elettorali (un curioso ibrido tra premi ai partiti, alle coalizioni, nei collegi, nelle circoscrizioni) continuare a sperare nel proporzionale a livello nazionale è addirittura da ingenui...cosi' piano piano, magari per evitare il sistema francese, si arriverà al sistema inglese (che garantirà poco rappresentanza, ma è invidiabile dal punto di vista della cosa che cronicamente è messa in discussione in Italia...la governabilità), continuando a sognare proporzionalismo o la semplice rappresentanza delle diverse culture politiche di questo paese.
In fin dei conti la storia non finisce a Berlusconi e allo schieramento (attualmente) a lui avverso!
ma Partire dagli schieramenti è proprio la chiave di volta per capire la logica di dare 3 SI ...
paolo borghi livorno
borghinolivorno
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 142
Iscritto il: 26/07/2008, 14:49
Località: livorno

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda lucameni il 19/06/2009, 18:21

Io sogno solo che la sinistra non voglia continuare a farsi del male come pare voglia fare ancora adesso.
E proprio per contrastare la logica di "questi" schiaramenti che sembra vi piacciano tanto (ricordo bene l'ulivismo suicida di tanti che hanno visto in Berlusconi la chiave di volta per costruire un bipolarismo come piaceva a loro) me ne resto a casa.
Sartori, che come noi non è amante di quel proporzionalismo che sopra viene evocato, ha spiegato bene, col richiamo alla soluzione meno disastrosa, quello che molti di noi pensano da tempo e non solo in relazione a questa iniziativa referendaria.
Ho già visto il film dell'autolesionismo spacciato per voglia di nuovo (qualunque esso sia e ammesso che i risultati siano tali) e non gradirei vederlo ancora.
Punto.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: TRE QUESITI REFERENDARI

Messaggioda Loredana Poncini il 19/06/2009, 19:49

Sempre più convinta di votare NO, NO, e SI' per l'ABOLIZIONE DELLE CANDIDATURE MULTIPLE ! ! ! :D
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 39 ospiti