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PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Messaggioda pianogrande il 02/06/2009, 23:08

Direi che questo è il classico falso problema.
Non c'è mica bisogno di scegliere tra una cosa o l'altra.
Quello che conta è mettere energie in tutti i campi possibili della comunicazione e del radicamento nel territorio.
Questo deve riguardare tutti il livelli del partito non solo il leader.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Messaggioda raffaele leone il 03/06/2009, 20:50

Mi sembra di capire che ci sono poche speranze,se il PD continuerà a essere zozzo,parolaio,castaiolo e presuntuoso ne piglierà di mazzate...ma alla fine dovrà arrendersi....speriamo presto
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Re: PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Messaggioda raffaele leone il 03/06/2009, 21:13

lo dice uno dei 3.500.000 di italiani che hanno votato alle Primarie
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Re: PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Messaggioda pinopic1 il 03/06/2009, 23:05

pagheca ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Nel discorso di Terni pare che abbia finalmente capito che il PD deve stare lontano dalle TV e deve tornare ai metodi antichi di lotta politica. Più comizi in piazza e meno telecamere.


Caro Pino, ma ne sei proprio sicuro? Come puoi pensare che oggi la gente vada a decidere cosa votare e a formarsi un'opinione ai comizi in piazza?

pagheca


E' un discorso un pò complicato che ho cercato di fare anche con gli amici del PD di Bergamo. Intanto qui i comizi in piazza li hanno fatti quelli del CD, Larussa, Bossi, i candidati a sindaco e presidente della provincia. I nostri hanno preferito gli ambienti chiusi e orari serali, quasi notturni. Franceschini è passato con il treno e si è soffermato nei locali del dopolavoro dei ferrovieri, alle 3 del pomeriggio.
Altre manifestazioni ci sono state, pizzata, merenda nel parco, cocktail e altre iniziative spesso in locali chiusi. Queste manifestazioni però attirano soltanto i militanti del partito e super affezionati. Ci vogliono iniziative che coinvolgano anche per semplice curiosità chi non ci vota o non ha deciso di votarci. Mi sembra che nelle campagne elettorali ce la cantiamo e ce la suoniamo tra noi. Adesso mi è arrivato per email l'invito al cocktail di chiusura della campagna elettorale. Dato il luogo, anche se molto bello (Bergamo alta), e l'orario non credo che potrò andarci; non guido. Comunque non è che avrei deciso dopo la partecipazione al cocktail. Epoi, l0'invito è arrivato a me e agli altri iscritti al partito; ma non è noi che bisogna convincere.

Tornando al comizio in piazza alle 18: obbliga i residenti e i passanti almeno a prendere atto che ci siamo. Qualcuno magari si ferma ad ascoltare; magari fingendo di essere lì per prendere un gelato in uno dei bar della piazza. Se poi l'auto con l'altoparlante ha fatto il giro della città per annunziarlo, se contemporaneamente ci sono i giovani che fanno volantinaggio nelle vie circostanti, e magari vendono il giornale del partito (quale?).....
Il fatto è che non credo che la gente si formi la sua opinione in campagna elettorale studiandosi attentamente i programmi. Ma alla gente piace vedere la presenza dei leader nazionali e locali e spesso chi decide all'ultimo momento lo fa per una suggestione. E non dimentichiamoci che ci sono tanti e tante che non conoscono nemmeno la differenza tra un partito e l'altro.

Comunque l'importante è capire che gli interventi in TV a noi servono poco e spesso ci danneggiano. Pare che Franceschini la pensi un pò come me. Vedi il suo discorso di Terni (su YouDem).

Conclusione: c'è una scarsa capacità di andare oltre il nostro tradizionale elettorato, di farci conoscere. Per questo ci siamo affidati troppo alla TV, sbagliando.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: PD:finalmente sparita la parola "dialogo"

Messaggioda lucameni il 28/06/2009, 11:44

In tema dialogo l'articolo sempre attuale di un cronista (mestiere diverso dal politico, sia chiaro) non dialogante.

"ORA D’ARIA
MARCO TRAVAGLIO

Bisogna ringraziare come sempre il cavalier Berlusconi per la sua tetragona coerenza. Mentre i commentatori di chiara fama, ma soprattutto fame, lo scambiano per uno statista, l'opposizione lo prende per un riformatore e i magistrati associati applaudono addirittura Mortimer Alfano perché è così ammodo, lui tiene subito a precisare che dello Stato, delle riforme e del dialogo non gliene può fregar di meno. A lui interessano le sue tv e i suoi processi, cioè le due ragioni sociali della discesa in campo del '94, quando confidò a Montanelli e Biagi: «Se non entro in politica, finisco in galera e fallisco per debiti». Ora bisognerà allestire comunità di recupero con terapie d'avanguardia per aiutare i vedovi del dialogo a superare lo choc e riabituarli a trattare il Cainano per quello che è: un impunito. Le loro lacrime crepuscolari meritano il massimo rispetto. Come non intenerirsi dinanzi agli strazianti appelli sul Corriere di Paolo Franchi e Massimo Franco, detti anche Franco & Ciccio, a «non chiudere la stagione del confronto»? Come non commuoversi al pensiero dei cronisti dell'inciucio sempre a caccia dei 2-3 giapponesi asserragliati nella trincea del «confronto costruttivo»? Basti pensare che il Messaggero riesuma addirittura Franco Debenedetti, entusiasta per la legge bavaglio; il Corriere interpella la Merloni, e financo Calearo in gran fregola per «ottimi ministri come Brunetta, Sacconi, Zaia, Tremonti». C'è ancora chi non vuole arrendersi alla cruda realtà e continua a raccontarsi le fiabe, tipo il «ritorno dell'antiberlusconismo», senz'accorgersi del ritorno di Berlusconi, che peraltro non se n'era mai andato. Panebianco lancia l'allarme contro chi parla di «regime», «deriva autoritaria», «attentato alla Costituzione», ma contro chi li pratica nemmeno una parola: non lo preoccupa l'azione, ma l'eventuale reazione. Un vero liberale. Altri, come il geniale Nicola Rossi e l'acuto Enrico Letta, sono «preoccupati per le riforme istituzionali». Ma il Cainano le sta già facendo, le sue riforme istituzionali: la salva-Rete4 e le blocca-processi. Che altro dovrebbe fare un premier titolare di una tv abusiva e di quattro processi? Infatti lui continua a ripetersi, sempre uguale a se stesso, anche se tutti lo trovano cambiato. Abolisce i suoi processi, replica il lodo incostituzionale per le alte cariche (soprattutto quella bassa), strilla alle toghe rosse. Ultima della serie: quella che lo processa sul caso Mills, guardacaso il più prossimo a sentenza. Si chiama Nicoletta Gandus, non ha macchie sulla coscienza (a parte forse aver assolto Formigoni per la discarica di Cerro), ma un giorno firmò un appello contro le leggi ad personam. Fra la Costituzione e chi la calpesta, ha scelto la prima. Ergo è sospetta, prevenuta. «Mi ha accusato di aver determinato atti legislativi a me favorevoli», tuona il Cainano. Il quale, per rieducarla, le blocca il processo con altri due atti legislativi a lui favorevoli. Ma, s'intende, lo fa «per il bene del Paese». Se poi, incidentalmente, vi rientrano anche i suoi processi, pazienza. Tantopiù che l'ha appena saputo, di essere imputato a Milano da 4 anni per la corruzione giudiziaria del teste Mills. «I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile a uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica». Sono fatti così, i suoi avvocati: sebbene siano tutti e tre in Parlamento, non gli avevano mai detto niente. Volevano fargli una sorpresa. Non una parola nemmeno sulla rossa Gandus, che lo processa da due anni. O forse han voluto fare una sorpresa anche a lei: anziché ricusarla all'inizio, la ricusano alla fine. Tanto la corruzione giudiziaria non desta «allarme sociale»: è solo il reato di chi paga il giudice o il testimone per essere assolto anche se è colpevole. Che sarà mai. Proprio ieri la Procura di Palermo ha scoperto alcuni mafiosi che, per ritardare o aggiustare i loro processi, si rivolgevano a un cancelliere perché parlasse con un gesuita perché parlasse con una poliziotta. Benedetti ragazzi: non sapevano che, per bloccare i propri processi basta molto meno. Si va al governo e si fa un emendamento al decreto sicurezza. E, se non basta, si allungano 600 mila dollari al testimone Mills perché dimentichi tutto. Poi si spiega che quello è un reato minore e si abolisce il processo per il nostro bene. Alla peggio, ci si sente dire che non bisogna tirare troppo la corda, se no il dialogo rischia e torna l'antiberlusconismo. Non sia mai.
l’Unità (18 giugno 2008)"
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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