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Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda franz il 01/06/2009, 8:49

Non è la prima volta che il presidente del Consiglio s’indigna per il trattamento che gli riservano i magistrati che lo processano, o i giornalisti che indagano sulla spregiudicatezza con cui mescola condotte private e pubbliche. S’indigna a tal punto che le due figure - il magistrato, il giornalista - sono equiparate a quella del delinquente: è avvenuto giovedì all’assemblea della Confesercenti. Le tre categorie sono assimilate a loro volta all’opposizione politica. Le accuse che vengono loro rivolte sono essenzialmente due. Primo, l’offesa al popolo sovrano, al consenso che esso ha dato alle urne e che imperturbato rinnova nei sondaggi. Secondo, la natura pretestuosa di tali attacchi antidemocratici: il primato dato alla forma sulla sostanza, ai problemi finti degli italiani su quelli veri, allo show sulla realtà, al gossip sulla politica del leader.

L’accusa va presa sul serio, perché il premier ha costruito il proprio carisma sulla maestria dello show e non ha concorrenti in materia. In particolare sa abbandonarlo, se serve, e presentare l’avversario come vero manipolatore della società dello spettacolo. Come ha scritto Carlo Galli, «il suo vero potere è sul linguaggio e sull’immaginario»: qui è l’egemonia che dagli Anni 80 esercita sul senso comune degli italiani, e che l’opposizione non ha imparato a scalfire (la Repubblica 25 maggio).
Ma qualcosa si va scheggiando, in questo perfetto potere d’influenza, come accade agli apprendisti stregoni che non dominano più interamente i golem fabbricati.

Il gossip, lo show, il privato che fagocita il pubblico, i problemi veri semplificati fino a divenire non-problemi, dunque falsi problemi: questi i golem, e tutti provengono dalle officine del berlusconismo. Sono la stoffa della sua ascesa, gli ingredienti della sua egemonia culturale in Italia. Quel che succede oggi è una nemesi: il problema finto divora quello vero, show e gossip colpiscono chi li ha messi sul trono. All’estero la condanna è dura. Non da oggi, certo: l’Economist lo giudicò «inadatto a governare» il 28 aprile 2001, sono passati anni e Berlusconi resta forte. Ma lo sguardo esterno stavolta s’accanisce, perché finzioni e non-verità si accumulano.

Il fatto è che nel frattempo il mondo è cambiato, attorno a lui. Berlusconi è figlio di un’epoca di vacuità della politica: il mercato la scavalcava impunemente, ignorando ogni regola; l’imprenditore-speculatore sembrava più lungimirante e realista del politico di professione. Il liberalismo dogmatico regnò per decenni, e Berlusconi fu una sua escrescenza. Ma questo mondo giace oggi davanti a noi, squassato dalla crisi divampata nel 2008. La regola e la norma tornano a essere importanti, il realismo dei boss della finanza è screditato, la domanda di politica cresce. È quel che Fini presagisce: senza dirlo si esercita in toni presidenziali, conscio del prestigio miracolosamente sopravvissuto del Colle. La crisi del 2007-2008 è sfociata in America nella sconfitta di Bush, ma quel che Pierluigi Bersani ha detto in una recente conferenza è verosimile: «Il capitalismo non finisce, ma finisce una fase ad impronta liberista della globalizzazione. E non finisce perché c’è Obama, ma c’è Obama perché finisce».

Questo spiega come mai Berlusconi - a seguito della sentenza Mills che lo indica come corruttore di testimoni e della vicenda Noemi in cui appare come boss che esibisce private sregolatezze fino a sfidare il tabù della minorenne - irrita più che mai chi ci guarda da fuori. Un’irritazione che si accentua di fronte ai troppi nascondimenti della verità: nel caso Mills la verità di sentenze che non sono tutte di assoluzione ma anche di prescrizione o assenza di prove; nel caso Noemi la verità di incontri poco chiari. Non dimentichiamolo: quando si incolpano le bolle, finanziarie o politiche, è di menzogne e sortilegi che si parla.

Quel che finisce, attorno a noi, è la negligenza dell’imperio della legge, della rule of law. Non tramonta solo il dogma del mercato onnisciente ma la figura del sovrano-boss, eletto per stare sopra le leggi, i magistrati, le costituzioni, le istituzioni. La fusione tra il suo interesse-piacere privato e il suo agire pubblico diventa un male non più minore ma maggiore, perché nelle democrazie c’è sete di regole e istituzioni, dopo lo sfascio, e non di favole ottimiste ma di realtà e verità. C’è bisogno di gesti fattivi e antiburocratici come la presenza in Abruzzo o a Napoli sui rifiuti, ma c’è anche bisogno di cose che durino più di una legislatura e non siano bolle. È utile osservare l’America, oggi: l’immenso sforzo pedagogico che sta compiendo Obama, per convincere i cittadini che il breve termine è letale, che la Costituzione e le norme devono durare più dei politici.

Deve poter durare il sistema di checks and balances innanzitutto: l’equilibrio tra poteri egualmente forti e indipendenti. Il presidente americano sta riconquistando l’egemonia della parola, con linguaggio semplice e vera passione pedagogica. Il suo discorso su Guantanamo e terrorismo, il 21 maggio, lo conferma: «Nel nostro sistema di pesi e contrappesi, ci deve essere sempre qualcuno che controlli il controllore. \ Tratterò sempre il Congresso e la giustizia come rami del governo di eguale rango». Berlusconi va oggi controcorrente: all’estero non ha altra sponda se non quella di Putin, figura tipica di politico-boss.

Tuttavia la società italiana gli crede ancora, e questo consenso varrà la pena studiarlo, con la stessa umile immedesimazione mostrata da Obama. Varrà la pena studiare perché gli italiani somigliano tanto ai russi, come se anch’essi avessero alle spalle regimi disastrosi. Perché tanta sfiducia verso le regole, lo Stato, la res publica. Non esiste una congenita debolezza morale degli italiani, e dunque occorre capire come mai la politica è così profondamente sprezzata, il conflitto così radicalmente temuto. La tesi esposta più di vent’anni fa dallo studioso Carlo Marletti è tuttora valida: è vero che da noi esiste un «eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano» adeguatamente. E che al loro posto si sono installate auto-organizzazioni informali, claniche o familiste, che non sono arcaiche ma si sono adattate alla modernità meglio di altre. Marletti spiega come lo sviluppo industriale si sia mescolato alla criminalità organizzata e come si siano creati, in assenza di uno Stato che semplifichi la complessità, meccanismi di semplificazione sostitutivi, solidaristico-clientelari, «di tipo nero o sommerso» (Marletti, Media e politica, Franco Angeli, 1984).

Berlusconi prometteva questa fuga nella semplificazione deviante, meno ingarbugliata che ai tempi della Dc. Secondo il filosofo Václav Belohradsky, essa è basata sul prevalere dei fini personali o corporativi sui mezzi che sono le norme prescritte a chi vuol realizzare tali fini. Tra i due elementi è saltata ogni coerenza ed è il motivo per cui l’Italia vive nell’anomia sociale, come fosse fuori-legge.

In Italia accade questo: le mete del singolo sono tutto, le norme nulla. La legalità vale per gli altri (i clandestini), non per noi, scrive Carlo Galli. Per noi le leggi sono d’impedimento: quelle italiane e anche quelle dell’Unione Europea, come ha ripetuto Berlusconi alla Confesercenti. L’opposizione potrebbe ripartire da qui: dalle norme pericolosamente sprezzate, dall’Europa che il governo finge di poter aggirare senza rischi, dalla sovranità nazionale che esso finge di possedere, a cominciare dal clima. La commistione privato-pubblico ha condotto a tutto questo, non è solo la storia di un padre, di una moglie mortificata, dei loro figli. I più preveggenti dicono: dopo la crisi il mondo non sarà più eguale. Berlusconi promette di conservarlo: anche questo è bolla, ed è spinta rivoluzionaria che si sta esaurendo.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... 5&sezione=
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda trilogy il 01/06/2009, 10:50

franz ha scritto:
articolo di B. Spinelli:
il premier ha costruito il proprio carisma sulla maestria dello show e non ha concorrenti in materia. In particolare sa abbandonarlo, se serve, e presentare l’avversario come vero manipolatore della società dello spettacolo. Come ha scritto Carlo Galli, «il suo vero potere è sul linguaggio e sull’immaginario»: qui è l’egemonia che dagli Anni 80 esercita sul senso comune degli italiani, e che l’opposizione non ha imparato a scalfire (la Repubblica 25 maggio). =


Sulla manipolazione del linguaggio e dell'immaginario lui è un vero talento naturale. Dietro di lui ha un'azienda che si occupa di TV e pubblicità e quindi una schiera di professionisti. Alcuni dei suoi non scherzano in quanto a competenze mediatiche.
Ti racconto una storiella.... Qualche sera fa stavo guardando uno dei suoi in una intervista televisiva. Arriva la mia bimba con una sua amica:
-papà ci lasci la TV dobbiamo vedere una cosa.-
- No, voglio ascoltare questo signore-
- Ma papà è noiosissimoooo-
- Non è vero, questo signore è bravissimo, sta usando una tecnica particolare per rispondere alle domande. Lui non dice nulla, la risposta in realtà, la da chi ascolta, e così si trova sempre d'accordo con lui. E' un modo di parlare che venne studiato da un grande medico-psichiatra molti anni fa-
[ Mai parlare di trucchi del genere con i bambini. Hanno seguito l'intervista con estrema attenzione, poi abbiamo giocato a fare domande puntuali e risposte vaghe. -]

Il giorno successivo, erano loro davanti alla TV e le sento chiamare:
-Papà corri Hanna Montana sta usando il linguaggio vago-
[Avevano ragione: Hannah è una cantante rock della disney, idolo delle ragazzine. Nella puntata doveva sfuggire a certe domande e il fratello le aveva suggerito questo trucco. La situazione era comica ma la base era quella.]
- Devo dire che ho provato un certo orgoglio. Quando avranno l'età per votare potranno difendersi meglio da certi politici.-


franz ha scritto:articolo di B. Spinelli
In Italia accade questo: le mete del singolo sono tutto, le norme nulla. La legalità vale per gli altri (i clandestini), non per noi, scrive Carlo Galli. Per noi le leggi sono d’impedimento: quelle italiane e anche quelle dell’Unione Europea, come ha ripetuto Berlusconi alla Confesercenti. L’opposizione potrebbe ripartire da qui: dalle norme pericolosamente sprezzate, dall’Europa che il governo finge di poter aggirare senza rischi, dalla sovranità nazionale che esso finge di possedere, a cominciare dal clima. La commistione privato-pubblico ha condotto a tutto questo, non è solo la storia di un padre, di una moglie mortificata, dei loro figli. I più preveggenti dicono: dopo la crisi il mondo non sarà più eguale. Berlusconi promette di conservarlo: anche questo è bolla, ed è spinta rivoluzionaria che si sta esaurendo.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... 5&sezione=


anche questo è corretto. Però "nulla si crea e nulla si distrugge". La destra berlusconiana individua, spesso precocemente, e amplifica certe percezioni degli italiani. (La tecnica deriva anche qua dalle ricerche sociali o di mercato "segnali deboli").
La follia della burocrazia e di certe leggi italiane è però un problema reale. Ci sono aree di attività che vanno dall'economia al tempo libero, in cui tutto è proibito o è comunque incerto e a rischio. Questo crea rigetto verso lo Stato, e lui lo sfrutta per i suoi fini.

Aggiungici poi la capacità di analisi dei media.

Titoli di oggi sui quotidiani, quello che trovo più interessante, sono i 2 punti dopo la parola berlusconi. :geek:
Mia figlia e la sua amichetta si farebbero quattro risate:..... - che polli ci sono cascati- :D :D :D :D

Il Mattino Berlusconi: foto toccato il fondo
Messaggero Berlusconi: privacy, toccato il fondo
La Stampa Berlusconi: toccato il fondo
Il Giornale Berlusconi: spiato toccato il fondo

ciao
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda ranvit il 01/06/2009, 11:32

Barbara Spinelli :Tuttavia la società italiana gli crede ancora, e questo consenso varrà la pena studiarlo, con la stessa umile immedesimazione mostrata da Obama. Varrà la pena studiare perché gli italiani somigliano tanto ai russi, come se anch’essi avessero alle spalle regimi disastrosi. Perché tanta sfiducia verso le regole, lo Stato, la res publica. Non esiste una congenita debolezza morale degli italiani, e dunque occorre capire come mai la politica è così profondamente sprezzata, il conflitto così radicalmente temuto. La tesi esposta più di vent’anni fa dallo studioso Carlo Marletti è tuttora valida: è vero che da noi esiste un «eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano» adeguatamente. E che al loro posto si sono installate auto-organizzazioni informali, claniche o familiste, che non sono arcaiche ma si sono adattate alla modernità meglio di altre. Marletti spiega come lo sviluppo industriale si sia mescolato alla criminalità organizzata e come si siano creati, in assenza di uno Stato che semplifichi la complessità, meccanismi di semplificazione sostitutivi, solidaristico-clientelari, «di tipo nero o sommerso» (Marletti, Media e politica, Franco Angeli, 1984).

Questo è il punto!!

E fa il paio con il rigetto di tanti italiani, soprattutto quelli "centrali", del personale politico in generale e del Centrosinistra in particolare : rappresentanti e simbolo dell'eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano.

Per non parlare del loro frequente coinvolgimento in "scorrettezze amministrative varie" per favorire se stessi, i propri familiari ed amici!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda trilogy il 01/06/2009, 12:46

ranvit ha scritto:Barbara Spinelli :Tuttavia la società italiana gli crede ancora, e questo consenso varrà la pena studiarlo, con la stessa umile immedesimazione mostrata da Obama. Varrà la pena studiare perché gli italiani somigliano tanto ai russi, come se anch’essi avessero alle spalle regimi disastrosi. Perché tanta sfiducia verso le regole, lo Stato, la res publica. Non esiste una congenita debolezza morale degli italiani, e dunque occorre capire come mai la politica è così profondamente sprezzata, il conflitto così radicalmente temuto. La tesi esposta più di vent’anni fa dallo studioso Carlo Marletti è tuttora valida: è vero che da noi esiste un «eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano» adeguatamente. E che al loro posto si sono installate auto-organizzazioni informali, claniche o familiste, che non sono arcaiche ma si sono adattate alla modernità meglio di altre. Marletti spiega come lo sviluppo industriale si sia mescolato alla criminalità organizzata e come si siano creati, in assenza di uno Stato che semplifichi la complessità, meccanismi di semplificazione sostitutivi, solidaristico-clientelari, «di tipo nero o sommerso» (Marletti, Media e politica, Franco Angeli, 1984).

Questo è il punto!!

E fa il paio con il rigetto di tanti italiani, soprattutto quelli "centrali", del personale politico in generale e del Centrosinistra in particolare : rappresentanti e simbolo dell'eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano.

Per non parlare del loro frequente coinvolgimento in "scorrettezze amministrative varie" per favorire se stessi, i propri familiari ed amici!

Vittorio


siamo d'accordo che questo sia UNO dei punti centrali. Berlusconi è stato capace di identificare lo stato d'animo: "rigetto della complessità" e associarlo nell'immaginario collettivo sempre e comunque al centrosinistra. Tutto quello che non va in Italia, (o non va per lui) è stato associato al termine "comunista" "fannulloni comunisti" , "giornalisti comunisti", "toghe rosse" fino alla Costituzione "scritta dai bolscevichi" ecc. E' lo stesso meccanismo che utlizzano i genitori per segnalare i pericoli ai bambini molto piccoli: "non toccare quello è cacca", "non mettere in bocca quello è cacca".

Sulle "scorrettezze amministrative" anche qua siamo d'accordo. Ma fanno parte anche della prassi di governo del centro destra. Sarebbe sufficiente guardare alle nomine che hanno fatto in vari settori strategici della PA.
L'opinione pubblica però non reagisce allo stesso modo. Perchè? Da un lato la loro capacità mediatica superiore.
Quando c'è un bersaglio si muovono tutti come una falange. Stesse parole, stessi slogan, per settimane, fino a che questi entrano in testa a tutti. Se fosse stato uno del centrosinistra ad usare gli aerei di stato in quel modo l'avrebbero già fatto dimettere. Invece il governo Berlusconi ha elimato già l'estate scorsa le restrizioni sull'uso degli aerei di Stato introdotte dal governo Prodi, senza che nessuno fiatasse.

Dall'altro lato c'è la tendenza di alcuni politici del centrosinistra a predicare bene e razzolare male, quando si tratta di parenti e questo fa girare le pelotas agli italiani. L'ho già scritto più di una volta...Il centrosinistra dovrebbe presentare una proposta di legge in Parlamento contro il nepotismo per la trasparenza nella PA, altro che l'aria fritta di Brunetta che cambia tutto per non cambiare NULLA!

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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda trilogy il 01/06/2009, 12:49

trilogy ha scritto:
ranvit ha scritto:Barbara Spinelli :Tuttavia la società italiana gli crede ancora, e questo consenso varrà la pena studiarlo, con la stessa umile immedesimazione mostrata da Obama. Varrà la pena studiare perché gli italiani somigliano tanto ai russi, come se anch’essi avessero alle spalle regimi disastrosi. Perché tanta sfiducia verso le regole, lo Stato, la res publica. Non esiste una congenita debolezza morale degli italiani, e dunque occorre capire come mai la politica è così profondamente sprezzata, il conflitto così radicalmente temuto. La tesi esposta più di vent’anni fa dallo studioso Carlo Marletti è tuttora valida: è vero che da noi esiste un «eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano» adeguatamente. E che al loro posto si sono installate auto-organizzazioni informali, claniche o familiste, che non sono arcaiche ma si sono adattate alla modernità meglio di altre. Marletti spiega come lo sviluppo industriale si sia mescolato alla criminalità organizzata e come si siano creati, in assenza di uno Stato che semplifichi la complessità, meccanismi di semplificazione sostitutivi, solidaristico-clientelari, «di tipo nero o sommerso» (Marletti, Media e politica, Franco Angeli, 1984).

Questo è il punto!!

E fa il paio con il rigetto di tanti italiani, soprattutto quelli "centrali", del personale politico in generale e del Centrosinistra in particolare : rappresentanti e simbolo dell'eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano.

Per non parlare del loro frequente coinvolgimento in "scorrettezze amministrative varie" per favorire se stessi, i propri familiari ed amici!

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siamo d'accordo che questo sia UNO dei punti centrali. Berlusconi è stato capace di identificare lo stato d'animo: "rigetto della complessità" e associarlo nell'immaginario collettivo sempre e comunque al centrosinistra. Tutto quello che non va in Italia, (o non va per lui) è stato associato al termine "comunista" "fannulloni comunisti" , "giornalisti comunisti", "toghe rosse", fino alla Costituzione "scritta dai bolscevichi" ecc. Non è una sua mania psicopatica. E' lo stesso meccanismo che utlizzano i genitori per segnalare i pericoli ai bambini molto piccoli: "non toccare quello è cacca", "non mettere in bocca quello è cacca". Banale, ma molto efficace, l'abbiamo appreso da piccoli.

Sulle "scorrettezze amministrative" anche qua siamo d'accordo. Ma fanno parte anche della prassi di governo del centro destra. Sarebbe sufficiente guardare alle nomine che hanno fatto in vari settori strategici della PA.
L'opinione pubblica però non reagisce allo stesso modo. Perchè? Da un lato la loro capacità mediatica superiore.
Quando c'è un bersaglio si muovono tutti come una falange. Stesse parole, stessi slogan, per settimane, fino a che questi entrano in testa a tutti. Se fosse stato uno del centrosinistra ad usare gli aerei di stato in quel modo l'avrebbero già fatto dimettere. Invece il governo Berlusconi ha elimato già l'estate scorsa le restrizioni sull'uso degli aerei di Stato introdotte dal governo Prodi, senza che nessuno fiatasse.

Dall'altro lato c'è la tendenza di alcuni politici del centrosinistra a predicare bene e razzolare male, quando si tratta di parenti e questo fa girare le pelotas agli italiani. L'ho già scritto più di una volta...Il centrosinistra dovrebbe presentare una proposta di legge in Parlamento contro il nepotismo per la trasparenza nella PA, altro che l'aria fritta di Brunetta che cambia tutto per non cambiare NULLA! O capiscono che è ora di smetterla con le mezze misure, le politiche del giorno per giorno e si fanno portatori di un vero cambiamento nel paese, oppure ci si tiene questo Berlusconi e questa destra.

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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda chango il 01/06/2009, 12:54

ranvit ha scritto:Barbara Spinelli :Tuttavia la società italiana gli crede ancora, e questo consenso varrà la pena studiarlo, con la stessa umile immedesimazione mostrata da Obama. Varrà la pena studiare perché gli italiani somigliano tanto ai russi, come se anch’essi avessero alle spalle regimi disastrosi. Perché tanta sfiducia verso le regole, lo Stato, la res publica. Non esiste una congenita debolezza morale degli italiani, e dunque occorre capire come mai la politica è così profondamente sprezzata, il conflitto così radicalmente temuto. La tesi esposta più di vent’anni fa dallo studioso Carlo Marletti è tuttora valida: è vero che da noi esiste un «eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano» adeguatamente. E che al loro posto si sono installate auto-organizzazioni informali, claniche o familiste, che non sono arcaiche ma si sono adattate alla modernità meglio di altre. Marletti spiega come lo sviluppo industriale si sia mescolato alla criminalità organizzata e come si siano creati, in assenza di uno Stato che semplifichi la complessità, meccanismi di semplificazione sostitutivi, solidaristico-clientelari, «di tipo nero o sommerso» (Marletti, Media e politica, Franco Angeli, 1984).

Questo è il punto!!

E fa il paio con il rigetto di tanti italiani, soprattutto quelli "centrali", del personale politico in generale e del Centrosinistra in particolare : rappresentanti e simbolo dell'eccesso di pluralismo e complessità che le istituzioni legali non semplificano.

Per non parlare del loro frequente coinvolgimento in "scorrettezze amministrative varie" per favorire se stessi, i propri familiari ed amici!

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trovo la cosa un po' troppo comoda.
una giustificazione che individua sempre negli "altri" (neanche fossimo in Lost) i colpevoli di un nostro comportamento immorale/scorretto ancora prima che illegale.
chango
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda ranvit il 01/06/2009, 15:54

chango ha scritto:trovo la cosa un po' troppo comoda.
una giustificazione che individua sempre negli "altri" (neanche fossimo in Lost) i colpevoli di un nostro comportamento immorale/scorretto ancora prima che illegale.


Scusa Chango ma non è chiaro....chi trova comoda la cosa?

Perchè qua se non ci decidiamo a capire le reali ragioni del disamore verso il Cs, non ne veniamo piu' fuori!

Ora io capisco che il personale politico del Cs NON vuole capire perchè dovrebbe trarne le conseguenze del caso (tutti o quasi a casa!), ma non posso capire chi tra i militanti si ostina a non voler vedere che il disgusto o la noia verso i politici (e in particolar modo quelli di Cs perchè tra le loro fila non possono vantare neanche un paraculo come Berlusconi...) è determinato da quanto diceva la Spinelli che io ho sottolineato.

Parliamoci chiaro, io e tanti italiani come me non siamo piu' disponibili a votare questi "signori" sotto il ricatto che l'alternativa è Berlusconi.

Vittorio
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda chango il 01/06/2009, 17:42

ranvit ha scritto:
chango ha scritto:trovo la cosa un po' troppo comoda.
una giustificazione che individua sempre negli "altri" (neanche fossimo in Lost) i colpevoli di un nostro comportamento immorale/scorretto ancora prima che illegale.


Scusa Chango ma non è chiaro....chi trova comoda la cosa?

Perchè qua se non ci decidiamo a capire le reali ragioni del disamore verso il Cs, non ne veniamo piu' fuori!

Ora io capisco che il personale politico del Cs NON vuole capire perchè dovrebbe trarne le conseguenze del caso (tutti o quasi a casa!), ma non posso capire chi tra i militanti si ostina a non voler vedere che il disgusto o la noia verso i politici (e in particolar modo quelli di Cs perchè tra le loro fila non possono vantare neanche un paraculo come Berlusconi...) è determinato da quanto diceva la Spinelli che io ho sottolineato.

Parliamoci chiaro, io e tanti italiani come me non siamo piu' disponibili a votare questi "signori" sotto il ricatto che l'alternativa è Berlusconi.

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credo quello che riporta la spinelli sia vero fino ad un certo punto.
mi sembra che per una parte degli italiani non ci sia un rifiuto di un eccesso di complessità, ma il rifiuto stesso della complessità.
rifiutano la complessità perchè faticosa da affrontare e gestire, ma trovano comode le cose complicate perchè risulta facile indignarsi.
per una parte degli italiani qualunque semplificazione dell'eccesso di complessità compiranno le istituzioni legali non sarà mai abbastanza. decisamente più comodo e conveniente ricorrere a meccanismi di semplificazione sostitutivi informali e clientelari. basta trovare la giustificazione giusta:si evade perchè le tasse sono troppo alte; c'è delinquenza perchè ci sono gli stranieri;non siamo noi razzisti ma sono loro che sono "negri", ecc.
in tutto questo c'è una responsabilità diretta dei cittadini che mi sembra venga un po' troppo spesso nascosta.

per me possiamo indagare le ragioni del disamore verso il CS quanto vogliamo, però dobbiamo anche aver presente che per una parte consistente degli italiani il disamore non è verso il CS ma vero chiunque parli di regole. a meno che queste non riguardino gli "altri".
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda ranvit il 01/06/2009, 18:47

Chango : "dobbiamo anche aver presente che per una parte consistente degli italiani il disamore non è verso il CS ma vero chiunque parli di regole. a meno che queste non riguardino gli "altri".

Sicuramente è vero che gli italiani non amano molto le regole. Credo sia una cosa conclamata e conosciuta da tutti in giro per il mondo.

Ma nel caso specifico credo che questo aspetto sia solo sullo sfondo. Mentre l'insofferenza verso i politici di lungo corso noiosi, ripetitivi e non credibili è una realtà concreta, immediata e di oggi (che non ha niente a che fare con le caratteristiche storiche degli italiani).

Vittorio
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Re: Barbara Spinelli: Vacuità della politica

Messaggioda pinopic1 il 01/06/2009, 19:14

L'insofferenza verso i politici è anch'essa di lunghissima data. Perché fanno parte di un sistema che ha delle regole. L'insofferenza si manifesta verso i politici che agiscono all'interno di un sistema di regole e che per questo vengono visti come noiosi, ripetitivi e non credibili. Invece ha sempre avuto successo la semplificazione berlusconiana, solo che una volta i politici responsabili, capaci o incapaci che fossero, bravi o meno bravi, non la praticavano; o per scelta personale o di partito oppure non erano in grado di praticarla con la scientificità e la ricchezza di mezzi che oggi il B. è in grado di mettere in campo.
La semplificazione funziona, ovvero è vista come tale, se portata avanti o predicata da un uomo (della provvidenza); non funziona come iniziativa di un partito perché il partito è esso stesso un sistema complesso con delle regole.
Una volta prevalevano i partiti sugli individui ed erano gli stessi partiti a smorzare qualsiasi tendenziale populismo dei loro leader.
Il nostro problema non è battere il PDL, ma battere Berlusconi. Del resto non sapremmo cosa contestare al PDL: è questo non è questo, fa questo, non fa quello. Come una volta invece era possibile fare con la DC senza peraltro rinunciare alla critica ai suoi leader responsabili però di portare avanti la politica della DC.
Oggi non c'è nessuna politica, c'è un signore che è capace di convincere gli elettori che lui sa risolvere i problemi, qualsiasi problema perché sa liberarsi anche delle regole e dei vincoli.
Naturalmente non è vero, ma è difficile rendersene conto. E comunque mentre risolve i problemi trova modo di provocare l'effetto cacca di cui parlava Ranvit. Per cui, anche di fronte ai fallimenti del nostro, l'elettorato è ormai convinto che gli altri sarebbero peggio.

A questo si aggiungono naturalmente i fallimenti (veri o presunti) del CS; dell'ultimo governo di CS.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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