La crisi in Sicilia. Rosario Amico Roxas
Non è una crisi politica.
Non è una crisi economica.
Non è una crisi istituzionale.
E’ una crisi clientelare.
Tutto ruota intorno alla fattiva e coraggiosa azione di governo nell’ambito della sanità, proposta dall’assessore Massimo Russo e avallata dal governatore Lombardo. Il ridimensionamento della sanità in Sicilia, aveva, come continua ad avere, una valenza etica, più che economica, in quanto si è vissuti nell’assurdo di far proliferare interessi privati sulla pelle dello stato di necessità dei siciliani, mantenendo e foraggiando una pletora di strutture private e di posizioni apicali di sottogoverno, assolutamente inutili alla collettività, costosissime e fonte di connivenze tra politica, mafia (con i colletti bianchi) e collettori di voti.
La soluzione dell’assessore Russo e del presidente Lombardo ha prospettato la visione del “bicchiere mezzo pieno”, vantando un risparmio di oltre 400 milioni, da destinare al miglioramento delle strutture e ad una più efficiente fruizione pubblica.
Ma gli oppositori hanno visto il “bicchiere mezzo vuoto” , interpretando quel risparmio come la sottrazione di capitali al circuito degli interessi clientelari.
La crisi l’hanno pretesa e determinata proprio gli interessati, pur tecnicamente estranei alla politica; i deputati regionali che si sono offerti a portare alle estreme conseguenze la situazione, sfociata nell’azione di forza di Lombardo, non contano niente, anzi molto meno di niente; sono solo gli esecutori materiali degli ordini impartiti dai loro protettori.
Non serve nessuna ricerca politica, o analisi economica; ci vorrebbe una rigorosa indagine della magistratura, per aprire una breccia in questo fetido bubbone e far uscire tutto il marciume che sta ammorbando l’intero corpo.
In prima linea l’UDC, che in Sicilia appartiene a Cuffaro e promette quel pacchetto di voti indispensabile al raggiungimento nazionale della barriera del 4% alle prossime europee.
Casini se ne è, pilatescamente, lavato le mani; non è vero !
Casini sa bene di non avere alcun potere, surrogato da Cuffaro, a sua volta condizionato dalle pressanti richieste che deve soddisfare.
Appresso naviga a vista il PdL, diviso da due componenti: una che aspira a subentrare a Lombardo, l’altra che tenta il recupero forzoso di un potere che tende a diminuire.
Giocano di rimessa anche ben identificati personaggi del PD, a suo tempo condizionati dal riconoscimento al diritto di usufruire, per i propri protettori, di taluni posizioni apicali (uno di quelli inutili e costosi).
Ma la sanità in Sicilia, il diritto dei cittadini, le esigenze della popolazione ???
E chi se ne frega….!
C’è da recuperare il malloppo sottratto che rappresenta anche un bel pacchetto di voti, che consentirà di mantenere lo status quo e i privilegi per i soliti notissimi.
Poi verranno a dirci che tutto ciò si chiama “democrazia partecipativa !” Il danno e la beffa !