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Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 23/05/2009, 12:21

Da repubblica.it :

Iscritti al gruppo del popolare social network, a decine di migliaia
chiedono al premier di rispondere alla dieci domande poste da Repubblica

Appello di Facebook: "Berlusconi siamo in 50mila. Ora rispondi"
di BENEDETTA PERILLI

ROMA - Non si ferma la carica degli italiani che attendono una risposta da Silvio Berlusconi. Anzi. Non solo una, ma almeno dieci. Sono cinquantamila a chiedere al premier di rispondere alle domande che Repubblica gli ha posto tramite l'inchiesta di Giuseppe D'Avanzo. Cinquantamila iscritti al social network Facebook che si sono riuniti nel gruppo Berlusconi rispondi! per esortare il premier a fare luce sulle vicende legate al caso Letizia e allo scandalo che ne è seguito.

Un vero tam tam che ha fatto si che in meno di sei giorni il gruppo arrivasse a cinquantamila iscritti, con picchi di oltre diecimila nuovi utenti al giorno. Un gruppo che vuole mantenere alta l'attenzione sull'inchiesta e trova inconciliabile il ruolo pubblico del premier con la mancata risoluzione dei quesiti posti.

"Le dieci domande sono semplici ma non inutili.
Certamente ci sono diecimila domande e problemi più gravi ma spesso è la semplicità del punto di partenza che introduce sviluppi significativi - così Renzo Milanese, uno degli iscritti che interviene da Hong Kong - in realtà dietro a queste banalità c'è un differente senso dello stato".

Più avanti riflette Rossana Lo Grasso: "Se questo gruppo cresce di diecimila persone al giorno ci sarà un motivo"; mentre un altro iscritto, Fernando Arduini, pone l'attenzione sulla natura dell'inchiesta e sull'esigenza di un giornalismo più coraggioso: "Certo,visto che ancora esiste la libertà di stampa,mi accontenterei di vedere scendere in campo altri giornalisti coraggiosi".

Tutto, intorno al gruppo Berlusconi rispondi!, si muove con fermento e la pagina è diventata un punto di riferimento per gli italiani - ma sono tanti anche gli iscritti stranieri o gli italiani resienti all'estero che hanno aderito - che vogliono dire la loro sulle controverse vicende del premier. Giorno dopo giorno gli iscritti si confrontano sulle novità che riguardano il premier e tra gli argomenti più caldi della settimana c'è sicuramente il caso Mills. Una sorta di piazza virtuale insomma, nella quale si incontrano con frequenza anche sostenitori di Berlusconi. Le dieci domande continuano ad essere oggetto di discussione anche sui blog italiani come si legge su BlogBabel, un aggregatore di blog che monitora gli argomenti più commentati del web.

I cinquantamila vanno avanti con la loro richiesta: dieci risposte a dieci semplici domande e invitano gli iscritti ad inoltrare le domande alla segreteria del presidente del Consiglio. Il resto sono discussioni - oltre cento gli argomenti - messaggi lasciati in bacheca - oltre tremila - e link che, tra parodie, satira e informazione, approfondiscono il caso.

"Papi - scrive uno degli iscritti - ora siamo in cinquantamila a chiedertelo: puoi risponderci?"

(23 maggio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 23/05/2009, 19:12

da repubblica.it :

Un editoriale del quotidiano britannico appoggia l'iniziativa delle dieci domande del nostro giornale
"Nessun altro leader democratico avrebbe potuto ignorare i quesiti sull'amicizia con Noemi Letizia"
Il Guardian si schiera con Repubblica
"Battaglia solitaria, merita sostegno"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Da giorni la stampa britannica pubblica articoli sulle polemiche suscitate in Italia dalle dichiarazioni o dal comportamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: il divorzio chiesto dalla moglie, il mistero dei suoi legami con Noemi Letizia, le presunte candidature delle veline per le elezioni europee, il rifiuto del premier di rispondere alle dieci domande di Repubblica, la motivazione della sentenza per corruzione contro l'avvocato Mills, i commenti di Berlusconi sull'eccessivo numero di deputati e sulla scarsa utilità del Parlamento. Stamani il Guardian, uno dei più autorevoli quotidiani del Regno Unito, torna sull'argomento con un editoriale non firmato, che come vuole la tradizione anglosassone riflette l'opinione della direzione del giornale. Un editoriale analogo, critico di Berlusconi e a sostegno dell'iniziativa delle "dieci domande" di Repubblica, era già uscito nei giorni scorsi sul Times di Londra.

L'editoriale è intitolato semplicemente "In praise of La Repubblica" (A elogio de la Repubblica). Ecco il testo. "Nonostante rumori minacciosi da parte di Silvio Berlusconi, il principale quotidiano italiano di centro-sinistra si è rifiutato di smettere di chiedere risposte alle 10 domande poste al premier circa la sua relazione con una adolescente napoletana, Noemi Letizia. Nessun altro leader democratico avrebbe potuto ignorare i quesiti su questa amicizia nel modo in cui lo ha fatto Berlusconi. La sua spiegazione di come ha conosciuto la famiglia Letizia non regge. Egli non ha spiegato l'affermazione della sua giovane amica sul fatto che il premier le avrebbe aperto la strada in politica o nello show business. Né ci sono state spiegazioni sulle nuove rivelazioni secondo cui la 18enne signorina Letizia è proprietaria di quattro case. Questa è molto più che curiosità della stampa. Sua moglie ha detto che non può più stare con un uomo che "frequenta minorenni" e che egli "non sta bene". Repubblica ha fatto notare che le dichiarazioni della signorina Letizia sui regali di compleanno ricevuti dall'uomo che lei chiama 'papi' lasciano intendere che erano amici da quando lei aveva 15 anni. La stampa rimane una delle poche forze critiche in una società in cui quasi tutti i canali televisivi rispondono a Mr. Berlusconi. Finora, il suo solo gesto per dare spiegazioni è stato di apparire in un talk show il cui ossequioso presentatore gli ha lasciato pronunciare un monologo autogiustificativo. Ma quando un giornalista di Repubblica ha provato a fargli una domanda questa settimana, Mr. Berlusconi ha perso le staffe. "Che diritto ha di fare domande?", ha gridato. La risposta, in una società democratica, deve essere: "Tutti i diritti del mondo". Repubblica sta combattendo una battaglia solitaria e merita sostegno".

Parla il premier. Silvio Berlusconi oggi è tornato ancora sul caso Noemi Letizia. "Questa volta hanno proprio esagerato, anche portando mie situazioni private al centro della lotta politica. Ora, in questa situazione non c'è nulla che sia men che pulito e ciò verrà fuori", ha ribadito, parlando a Radio Montecarlo. Ed ha aggiunto: "Anche il comportamento di molti
giornali è veramente indegno, ignobile, direi sconcio e quando la gente si accorgerà di quella che è la vera situazione, ci saranno molte persone che si dovranno vergognare eccome".

(23 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 24/05/2009, 10:37

da repubblica.it :

L'INCHIESTA. Parla Gino, l'ex fidanzato della ragazza di Portici
La prima telefonata del Cavaliere: "Sono colpito dal tuo viso angelico"
"Così papi Berlusconi entrò nella vita di Noemi"
di GIUSEPPE D'AVANZO e CONCHITA SANNINO


NAPOLI - Il 14 maggio Repubblica ha rivolto al presidente del consiglio dieci domande che apparivano necessarie dinanzi alle incoerenze di un "caso politico". Veronica Lario, infatti, ha proposto all'opinione pubblica e alle élites dirigenti del Paese due affermazioni e una domanda che hanno rimosso dal discreto perimetro privato un "affare di famiglia" per farne "affare pubblico". Le due, allarmanti certezze della moglie del premier - lo ricordiamo - descrivono i comportamenti del presidente del Consiglio: "Mio marito frequenta minorenni"; "Mio marito non sta bene".

Al contrario, la domanda posta dalla signora Lario - se ne può convenire - è crudamente politica e mostra le pratiche del "potere" di Silvio Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate "veline" senza altro merito che un bell'aspetto e l'amicizia con il premier, legami nati non si sa quando, non si sa come. "Ciarpame politico" dice la moglie del premier.
Silvio Berlusconi non ha ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di Repubblica.

E, dopo dieci giorni, Repubblica prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale. Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio.

Gino, 22 anni, operaio, una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28 agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'"amore" di Noemi Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore, i sogni, il fiato, le promesse. "Quando non dormivo da lei a Portici - è capitato una ventina di volte - o quando lei non dormiva qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del mattino per portarle la colazione a letto; poi l'accompagnavo a scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha. Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando poteva".

Gino Flaminio è in grado di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di Noemi. Come quel "miracolo" (così Gino definisce l'inatteso irrompere del premier) ha cambiato - di Noemi - la vita, i desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto, le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, "i valori". Il ragazzo può raccontare come quell'ospite inaspettato dal nome così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: "Mi è stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il macellaio giù all'angolo...".

È utile ricordare, a questo punto, che il primo degli enigmi del "caso politico" è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua famiglia, il padre Benedetto "Elio" Letizia, la madre Anna Palumbo?
A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la Stampa (4 maggio): "Io sono amico del padre, punto e basta. Lo giuro!". Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato ancora più definitivo. Ricordando l'antica amicizia di natura politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: "Ho avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è tutto".

Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto ancor più recentemente quando ha presentato Noemi "in società", per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle "grandi firme" del made in Italy a Villa Madama, il 19 novembre 2008: "È la figlia di miei cari amici di Napoli, è qui a Roma per uno stage" (Repubblica, 21 maggio). All'antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna: "[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista".

Berlusconi, qualche giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma. "[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l'autista di Craxi". (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva Noemi: "[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste". (Repubblica, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di quest'ultima ricostruzione di Repubblica). Chiedono a Letizia: ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? "Non ho alcuna intenzione di farlo" (Oggi, 13 maggio).

Gino ascolta questa noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se definire avvilito o sardonico. C'è un attimo di silenzio nella stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d'ovatta, rispettato dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La madre, Anna, si incarica di spezzarlo: "Quando un giorno Gino tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva, Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le guance con sarcasmo). Un po' ne ridevo, mi sembrava una buffonata di ragazzi".

Gino la guarda, l'ascolta paziente e finalmente si decide a raccontare:
"I genitori di Noemi non c'entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete sapere che almeno per l'inizio - perché poi quattro, cinque volte ho ascoltato anch'io le telefonate - vi dirò quel che mi ha raccontato Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all'ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un'agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell'agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il "book" era nelle mani dell'agenzia, dice Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com'è, "pura". Questa fu la prima telefonata, io non c'ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni io c'ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m'allungava il cellulare all'orecchio e anch'io sentii dalla sua voce quella cosa della "purezza", della "faccia d'angelo". E poi, una volta, ha aggiunto un'altra cosa del tipo: "Sei una ragazza divina". Berlusconi, all'inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi, quando Noemi si è decisa a chiedergli: "Scusi, ma con tutte queste domande, lei chi è?", lui prima le ha risposto: "Se te lo dico, non ci credi". E poi: "Ma non si sente chi sono?". Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla. Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi - insieme - hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei "provini" per le meteorine, quelle robe lì". (Ieri, a tarda sera, durante Studio Aperto, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di Noemi. Repubblica ha chiesto a Gino se, in qualche occasione, Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. "Mai, assolutamente", è stata la risposta del ragazzo).

"Comunque, quella sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede - continua Gino - Non voglio essere frainteso o creare confusione in questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno. Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l'andazzo. Non vedevo più le cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il macellaio giù all'angolo che si era fidanzato con Britney Spears. Come potevo pensare di farcela? Gliel'ho detto a Noemi: questo mondo non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, "il suo teddy". Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra storia".

Intorno a Gino, questo racconto devono averlo già sentito più d'una volta perché ora che il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici già l'avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e bocconi. C'è chi si distrae, chi parlotta d'altro, chi parla al telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora una volta, a se stesso come sono andate le cose.

"Ho cominciato a distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna, nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l'aveva invitata là. Mi disse: "Posso portare un'amica, un'amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da quell'orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l'aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... C'erano tante ragazze. Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a lei e a Roberta, c'erano le "gemelline", ma voi sapete chi sono queste "gemelline"? Penso anche che lei mi abbia detto tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva: no, non te la posso passare, è di là - di là dove? - o sta mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c'era risposta. Per quella vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente - giornalisti, fotografi? - , poi le misero sull'aereo privato del presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto Noemi... Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante "Villa Santa Chiara" a Casoria, la "sala Miami" - lo avevo suggerito io - e già ci si aspettava una "sorpresa" di Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui, Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa non ci sono andato. L'ho incontrata qualche altra volta, per riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un'altra volta, di avere un colloquio un po' brusco. Le ho restituito quasi tutte le lettere e le foto. Le ho restituito tutto - ho conservato poche cose, questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto - perché non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi, come si chiama?, che non s'era mai visto da nessuna parte anche se dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del 19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: "Siamo stati a cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo". Non c'erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto un'altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c'entro?".

Le parole di Gino Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma soprattutto dall'ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi. Repubblica lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell'amore perduto di Gino. Compagni di lavoro che - fino alla fine - hanno provato a proteggerlo: "Gino? E chi è 'sto Gino Flaminio?" e Gino se ne stava nascosto dietro un muro.

La testimonianza del ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha mentito all'opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste. Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver "avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori". O ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi addirittura "divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la nostra frequentazione in questi anni". Come di cartapesta è la scena - del tutto artefatta - disegnata dalle testate (Chi) della berlusconiana Mondadori.

Il fatto è che Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli "anni passati", né negli "ambienti socialisti". Mai Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle candidature delle Europee (Porta a porta, 5 maggio). Berlusconi ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un "book" lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l'ha invitata a Roma, in Sardegna, a Milano.
Le evidenti falsità, diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà politiche e istituzionali. Nell'Italia assuefatta di oggi, quella menzogna gli vale un'altra domanda: perché è stato costretto a mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier "frequenta minorenni". Noemi, nell'ottobre del 2008, quando riceve la prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come Roberta, l'amica che l'ha accompagnata a Villa Certosa. La circostanza rinnova l'ultima domanda: quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?


(24 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda Stefano'62 il 24/05/2009, 12:22

A meno che in futuro non vengano date risposte atte a dimostrare il contrario,cosa che ritengo abbastanza improbabile,mi sembra chiaro che resti solo un dubbio residuo tra due opzioni.
La prima è che il premier rientri nella casistica umana di chi,pur (molto) adulto riconosce e apprezza la beltà giovanile,ma invece di rammaricarsi di non aver più l'età giusta,come si limitano a fare le persone normali e serie,cerca di approfittare di situazioni che potrebbero ancora porlo "in gioco":in alcuni casi una buona forma fisica di chi ha saputo invecchiare lentamente,in altri casi (il suo) una condizione sociale di dominanza che possa attrarre 'prede' con l'esca del successo facile;questa ipotesi è di rilevanza penale.
La seconda è che la divorzianda moglie abbia ragione e che ci troviamo di fronte ad un malato che non riesce a reagire da vero uomo a situazioni che ne innescano una psicosi sessuofoba al limite della pedofilia.
Questa ipotesi è di rilevanza sanitaria.

Mi sembrano entrambe conclusioni più che sufficienti,in primo luogo,ad escludere categoricamente la possibilità che possa continuare a ricoprire alcun incarico pubblico;in secondo luogo,ad innescare un'indagine volta a capire se sia il caso si sottoporlo a cure sanitarie,o ad un bel paio di manette.

Ciao
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 24/05/2009, 12:31

Da repubblica.it :

Timori per il voto cattolico dopo i casi Mills e Noemi
La soglia del 40% non è più sicura come prima per il Popolo delle Libertà
Allarme sondaggi e il premier rilancia
"La campagna elettorale cambi passo"
di CLAUDIO TITO

ROMA - "Dobbiamo cambiare passo nella campagna elettorale". Negli ultimi giorni la parola d'ordine lanciata ai suoi collaboratori è proprio questa. Silvio Berlusconi spinge per un "rilancio". Chiede al Pdl uno scatto di reni. E già, perché nelle ultime settimane i sondaggi non sono più tanto entusiasmanti. La soglia del 40%, per il Popolo delle libertà, non è più sicura come prima. E al di là delle rassicurazioni proclamate in pubblico, il premier teme sempre più che due "casi" possano pesare sul prossimo voto europeo: Noemi Letizia e la sentenza Mills.

Soprattutto la vicenda di Casoria ha provocato una flessione nei consensi. Almeno un due per cento ha iniziato a flottare tra l'area del Pdl e quella del non voto. In gioco un parte dell'elettorato cattolico. Le critiche esplicitate dai vescovi italiani hanno impressionato l'inquilino di Palazzo Chigi. Gli editoriali dell'Avvenire, il giornale della Cei, sulla vicenda Noemi-Lario hanno lasciato uno strascico. Anche nelle intenzioni di voto. Tanto che tra gli appunti demoscopici ricevuti a Palazzo Grazioli ce n'è stato anche uno che attribuisce al suo partito un risultato inferiore al 40%. Un limite che oramai per il Cavaliere fa la differenza tra la "vittoria e la non vittoria".

Per questo, nell'ultima settimana ha studiato con i suoi tutte le possibilità per "cambiare registro". Per imporre a tv e giornali un altro terreno di confronto. Non è un caso che da giovedì scorso, ossia dall'assemblea di Confindustria, abbia cercato di lanciare il tema delle riforme. Soprattutto quelle più care all'elettore medio, quelle che spingono il tasto dell'"anti-politica": la riduzione del numero dei parlamentari. Da associare al suo classico cavallo di battaglia: la riforma della giustizia. Un campo che al premier è sempre risultato proficuo dal punto di vista elettorale.

Del resto, sul voto del 7 giugno Berlusconi ha fatto da tempo una scommessa: far capire che il Pdl "può puntare al 51%" e che "io sono il leader più popolare d'Europa" con il record di preferenze ("scrivete bene il mio nome", va ripetendo). E sta provando a non perderla. Per di più vive l'asse che si è formato tra Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini come un ulteriore ostacolo. Un'alleanza che potrebbe essere cementata domani, in un convengo sulla Costituzione che si terrà a Montecitorio. Non per niente, i contatti tra il capo dello Stato e il capo del governo sono sempre meno frequenti. L'ultimo colloquio, una decina di giorni fa, è avvenuto dopo una pausa di quasi due mesi.

Non solo. Negli ultimi giorni, alla flessione dei sondaggi si è associata a Via del Plebiscito un'altra paura. Che riprenda la guerra delle intercettazioni telefoniche. Quelle che la scorsa estate agitarono la vita politica e in particolare quella del presidente del consiglio. Il ricordo di quanto accadde nel 1994 con l'avviso di garanzia mentre a Napoli presiedeva la Conferenza Onu sulla criminalità, di recente ha fatto più volte capolino nei discorsi con lo staff. A luglio, in Abruzzo, si terrà il G8 e lo spettro del passato si è riaffacciato, anche se in altre forme. L'idea che il summit dei "grandi della terra" possa essere turbato da un fattore esterno, sta generando ansia a Palazzo Chigi. Anche per questo la prossima sfida ha assunto un valore ulteriore. Berlusconi considera il successo personale come la "migliore difesa".

"La gente sta con come", risponde a tutti gli interlocutori più critici. Ma l'idea di aprire la strada delle riforme risponde anche ad un altro obiettivo. Quello di creare nei prossimi quattro anni un contesto istituzionale innovato. Che non replichi quello dello scorso anno e che gli consenta di presentarsi alle urne del 2013 con un bilancio positivo e un quadro politico diverso.


(24 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 25/05/2009, 11:28

repubblica.it :

Sui giornali esteri sempre spazio alle 10 domande poste da "Repubblica"
Così la stampa internazionale chiede al premier di rispondere
Stupore per la mancata solidarietà al nostro giornale

di ALESSIA MANFREDI

ROMA - Il primo ad occuparsene è stato il Times londinese di Rupert Murdoch, poi il caso delle dieci domande poste da Repubblica a Silvio Berlusconi sul suo rapporto con la diciottenne Noemi Letizia, rimaste senza risposta, ha fatto il giro della stampa estera.

Dalla Gran Bretagna alla Spagna alla Francia e ad altri paesi, autorevoli quotidiani hanno mostrato il loro sostegno a Repubblica, appoggiandone l'inchiesta e la fermezza nel richiedere risposte da parte del presidente del Consiglio perché sia fatta chiarezza, e sottolineando il silenzio e l'ira del premier. In un'intervista a Repubblica, il direttore di Die Zeit, Giovanni Di Lorenzo, ha detto che insultare un quotidiano "in Germania provocherebbe l'immediata solidarietà di tutti gli altri media, indipendentemente dal loro orientamento politico". Al caso sono stati dedicati diversi articoli e commenti. Ecco i principali.

"Public Duty and Private Vendetta", The Times, 18 maggio 2009. Le lamentele di Silvio Berlusconi, che si ritiene vittima di diffamazione, non hanno alcun senso, si legge nell'editoriale non firmato del Times, che, secondo la tradizione anglosassone, riflette l'opinione della direzione del giornale. Le domande di Repubblica, continua il Times, non sono un'intrusione nella vita privata, ma sono legate al suo ruolo di politico e magnate dei media. E l'attacco di Berlusconi al giornale è un tentativo di intimidire il dissenso.

"In praise of La Repubblica", The Guardian, 23 maggio 2009. Anche il Guardian dedica un editoriale al caso, intitolato, semplicemente, "Elogio a La Repubblica". "Nonostante rumori minacciosi da parte di Silvio Berlusconi, il principale quotidiano di centro-sinistra si è rifiutato di smettere di chiedere risposte alle 10 domande poste al premier circa la sua relazione con una adolescente napoletana, Noemi Letizia", si legge nel testo, che insiste sul diritto della stampa in una società democratica a fare domande e conclude: "Repubblica sta facendo una battaglia solitaria e merita sostegno".

"Papi, en la encrucijada", El Pais, 20 maggio 2009. "Papi, al crocevia" titola il commento del quotidiano spagnolo, che ripercorre l'origine della crisi, dalle dichiarazioni di Veronica Lario, sottolineando l'anomalia di Berlusconi, capo del governo, "editore del maggior gruppo mediatico del Paese", il suo controllo quasi totale della informazione televisiva, fino alle domande di Repubblica, seguite da ira e silenzio. Sarebbe salutare per la democrazia italiana, argomenta El Pais, "che Berlusconi prendesse carta e penna e spiegasse al mondo perché lo chiamano papi".
"How one newspaper's shameful questions have rattled Silvio Berlusconi", The Observer, 24 maggio 2009. Il giornale inglese ripercorre in un lungo articolo l'intera vicenda Noemi, le domande "vergognose" di Repubblica che hanno innervosito il presidente del Consiglio, provocato una dura reazione da parte della stampa di destra, e innescato gli insulti del premier al cronista di Repubblica.


"Les questions sur les starlettes font enrager Silvio Berlusconi", La Tribune de Geneve, 16 maggio 2009. E' un Silvio Berlusconi "sull'orlo di una crisi di nervi" quello che se la prende con il principale quotidiano di Roma, secondo il quotidiano svizzero. Le domande di Repubblica, per far luce sulle molte zone d'ombra sono rimaste senza risposta perché il Cavaliere ha invocato il complotto, si legge sul quotidiano.
"L'affaire Noemi poursuit Berlusconi", Le Figaro, 25 maggio 2009. Anche il quotidiano francese conservatore dà spazio al caso Noemi, che "sta perseguitando il presidente del Consiglio", e dà conto da giorni della campagna di Repubblica, delle incongruità rivelate dall'inchiesta sul rapporto fra la ragazza ed il presidente del Consiglio e della richiesta di spiegazioni in Parlamento da parte dell'opposizione.

(25 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 25/05/2009, 11:30

da repubblica.it :

Il RETROSCENA Dopo l'intervista all'ex fidanzato si studia un cambio di strategia
E dopo la strategia della "non risposta" ora si pensa di replicare
E il Cavaliere furibondo
studia una nuova via d'uscita
di CLAUDIO TITO

ROMA - Far parlare Noemi e la madre di Noemi. Proporre la "verità" delle dirette interessate. Fino a ieri Silvio Berlusconi era convinto che il "caso Letizia" si sarebbe sgonfiato da se. Lentamente, ma pur sempre sgonfiato. L'intervista all'ex fidanzato della ragazza napoletana, però, sta cambiando qualcosa nello schema berlusconiano.

La giornata nera del premier è cominciata ieri mattina con la lettura di Repubblica. Ha iniziato a tempestare di telefonate una parte del suo staff. Da palazzo Grazioli, a Roma, ha chiamato Gianni Letta, ha sentito Nicolò Ghedini e ha parlato con il suo portavoce, Paolo Bonaiuti. Un breve briefing per organizzare la reazione. Il Cavaliere era infuriato. Non si aspettava che la vicenda si arricchisse di un'altra pagina. "È solo gossip. È tutto invenzione - ha assicurato ai suoi -. O meglio, è una manovra del Pd. Pensano di fare campagna elettorale in questo modo. Non possono attaccare il governo - perché non c'è nulla che non abbiamo fatto - e allora vanno sul gossip".

Se nei giorni scorsi, il presidente del consiglio aveva imboccato la strada della "non risposta", ieri dunque per la prima ha chiesto un parere sulla necessità di replicare davvero. Non alle dieci domande di Repubblica, ma direttamente all'opinione pubblica. Già l'altro ieri aveva ventilato l'ipotesi di riferire in Parlamento. Una soluzione tramontata nel giro di poche ore. Basti pensare che anche nell'intervista concessa l'altro ieri alla Sicilia, ha preferito tagliare corto: "potrei usare parole di fuoco, aggettivi pesanti, ma non ho voglia di parlare di queste cose. Ci sono argomenti molto più seri, c'è una campagna elettorale per le europee, e di Europa sto sentendo parlare molto poco". Stavolta, invece, sta lentamente emergendo l'idea di esporre la "versione originale" mettendo il confronto esattamente sui binari scelti da Gino Flaminio. Far quindi parlare le dirette interessate: Noemi Letizia e la madre. Per fornire tutte le spiegazioni che, ripete il premier, sono "personali e pulite". E per di più appartenenti ad un lontano passato.

Non è ancora una decisione, ma l'inquilino di Palazzo Chigi vorrebbe ribaltare il tavolo. A Via del Plebiscito stanno valutando tutti i pro e i contro. Soppesano i rischi connessi alla scelta di "dare altro spazio al gossip". Sta di fatto che da ieri qualcosa è cambiato negli orientamenti del premier. E in gioco non c'è una semplice querela. Non è un caso che ieri i suoi giudizi su Repubblica siano stati a dir poco taglienti.
Per ora la svolta non è stata effettuata. Il Cavaliere vuol ancora studiare gli effetti della vicenda sui sondaggi e le eventuali "prossime puntate". Anche perché la posizione assunta fino a questo momento è stata un'altra. "Tra un po' - ha ripetuto Berlusconi nei giorni scorsi a molti dei suoi interlocutori - questa storia non interesserà più nessuno. Rimarranno loro a farsi quelle dieci domande. Tanto, non possono avere niente di più perché non c'è niente di più. E allora io continuerò a fare finta di nulla". Una tattica che ieri ha cominciato a incrinarsi.

Anche perché quel che è accaduto nel pomeriggio a San Siro è stato letto dagli uomini del presidente del consiglio come un ulteriore segnale. Le contestazioni subite in occasione della partita Milan-Roma rappresentano quasi un unicum. Critiche pronte a prescindere dalla sconfitta con i giallorossi. Gli striscioni contro il presidente erano pronti fin dall'inizio del match. Da tempo il Cavaliere non era abituato a questi episodi. La giornata nera di Berlusconi si è chiusa così.

(25 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 25/05/2009, 11:31

da repubblica.it :
L'affondo in un editoriale del direttore don Antonio Sciortino
"Il premier risponda ai media. Basta con il velinismo"
Famiglia Cristiana al premier "Faccia chiarezza su Noemi"
Il padre della ragazza: "Così ho conosciuto il Cavaliere"

ROMA - "Berlusconi faccia chiarezza. Non si può sottrarre alla legittima richiesta che viene dai media", perchè "non esiste per nessuno l'immunità morale". Il direttore di Famiglia Cristiana Don Antonio Sciortino anticipa all'Unità i contenuti dell'editoriale che pubblicherà nel prossimo numero, nel quale accusa il premier di "incongruenze e contraddizioni" sulla vicenda Noemi. E aggiunge: "non si può rappresentare il popolo col velinismo".

"Sono i cittadini, gli elettori a chiedere chiarezza", assicura Sciortino, "il premier non si può esimere dall'essere chiaro e trasparente". E, secondo il direttore di Famiglia Cristiana, "vi sono incongruenze e contraddizioni che vanno chiarite tra quanto il premier ha affermato in diverse occasioni" e "quanto, invece, si sta appurando".

Don Sciortino ricorda "figure autorevoli" come i presidenti Nixon e Clinton "chiamati e rendere conto per non avere detto tutta la verità al paese".
Ma l'affondo di Famiglia cristiana non si ferma qui. Don Sciortino attacca anche il "velinismo" e spiega che si è "modelli" per le giovani generazioni. "La via per affermarsi -dice- o addirittura per rappresentare il paese non può passare attraverso il mondo dello spettacolo". E ancora: Ad una decina di giorni dalle elezioni europee "di Europa non si parla affatto. Siamo prigionieri delle veline".

Nel frattempo si fa vivo il padre di Noemi che, in un'intervista al Mattino, spiega come conobbe il Cavaliere. "Lo incontrai ad un comizio e nel luglio 2001, mi fu vicino dopo". A Natale dello stesso anno, a Roma con la famiglia, Letizia presenta la moglie e la figlia a Berlusconi: "Fu la prima volta che vide Anna e Noemi. Proprio in quella occasione, per sdrammatizzare dopo aver ricordato la tragica fine di mio figlio, lui disse a Noemi, che aveva 10 anni: considerami come il tuo nonnino. Allora intervenni io e dissi: "Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi".

(25 maggio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda pianogrande il 25/05/2009, 13:45

Proprio così.
Il più grande nemico del berlusca è stato il suo strapotere.
Poteva temere solo sé stesso ormai e, puntualmente, anche con sé stesso, si è rivelato per quello che è: una persona altamente inaffidabile.
Poi succede come nei fallimenti.
Il primo creditore che reclama fa partire la reazione a catena.
Il collasso non è lontano.
Speriamo che il PD abbia le palle per approfittarne (succedesse anche prima di "Ottobre").
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 25/05/2009, 19:02

pianogrande ha scritto:Proprio così.
Il più grande nemico del berlusca è stato il suo strapotere.
Poteva temere solo sé stesso ormai e, puntualmente, anche con sé stesso, si è rivelato per quello che è: una persona altamente inaffidabile.
Poi succede come nei fallimenti.
Il primo creditore che reclama fa partire la reazione a catena.
Il collasso non è lontano.
Speriamo che il PD abbia le palle per approfittarne (succedesse anche prima di "Ottobre").



Si, il primo fischio è partito!

Ma ci vuole un po' piu' di tempo...il Pd non sarà pronto prima di fine legislatura.....forse...

Vittorio
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