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Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 14/05/2009, 14:31

Repubblica ha chiesto a Berlusconi un'intervista....non accettata. Queste le domande che voleva fare il quotidiano.


1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?

2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice «lunga», quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?

3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?

7. Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?

8. E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

9. Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?

10. Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?

(14 maggio 2009)
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Per leggere tutto l'articolo di D'Avanzo :

http://temi.repubblica.it/repubblicaspe ... erlusconi/
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 14/05/2009, 14:56

Dal corriere.it :


in un comunicato dell'ufficio stampa del premier
Palazzo Chigi: «Da Repubblica invidia e odio contro Berlusconi»
«Campagna denigratoria che da giorni strumentalizza vicende private a fini politici»

(Reuters)
ROMA - «Invidia e odio nei confronti di un Presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini: sono palesi i motivi della campagna denigratoria che La Repubblica e il suo editore stanno conducendo da giorni contro il Presidente Berlusconi.

IL COMUNICATO - Attacchi di così basso livello, in vista delle prossime elezioni europee e amministrative, confermano non solo l'assoluta mancanza di argomenti politici concreti di quel giornale e della sua parte politica, ma anche una strategia mediatica diffamatoria tesa a strumentalizzare vicende esclusivamente private a fini di lotta politica». Il quotidiano romano dedica una inchiesta di Giuseppe D'Avanzo che occupa pagina 8 e 9 del quotidiano (con un richiamo di spalla in prima) alle «dieci domande mai poste al Cavaliere». Domande che «La Repubblica» rivolge quindi al premier e che riguardano quelle che il quotidiano definisce «le incoerenze di un caso politico» a proposito del contrasto nato tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi all'indomani della partecipazione del presidente del Consiglio alla festa per il 18/o compleanno di Noemi Letizia. D'Avanzo evidenzia le presunte «incoerenze» della vicenda mettendo a confronto le dichiarazioni dei vari protagonisti e traendone alcune conclusioni. Al termine di questa disamina rivolge al premier le «dieci domande» finora mai poste, a partire da quelle sulle circostanze in cui nacque e poi si sedimentò la sua amicizia prima col padre di Noemi e poi con la ragazza. Fino alla decima domanda che, viste le parole della signora Lario, chiede: «Quali sono le condizioni di salute» del premier?

INSULTI IN STRADA - Intanto mercoledì a Roma sono stati fermati e denunciati dagli agenti della polizia di Stato del commissariato Trevi due persone di 38 e 21 anni che quando si sono trovati davanti il premier Silvio Berlusconi, in via dell'Impresa, hanno incominciato a rivolgergli insulti e urlargli improperi. I due non risultano appartenenti ad particolari movimenti politici.


14 maggio 2009
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Nessuno le ha chiesto di fare il Premier....

Vittorio
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda cardif il 14/05/2009, 16:08

Ho letto che la Lario è sconcertata che il metodo da "ciarpame politico" non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che "per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore"; queste valutazioni forse sono dovute alle cattive compagnie che frequenta.
Vorrei che lei sapesse che, invece, ce n'è a iosa di gente che, come me, si vergogna di un'Italia governata da suo marito; di gente che non lo stima, non lo apprezza, non lo riconosce neanche lontanamente somigliante ad un imperatore.
Della sua vicenda privata non me ne può calar di meno; ma se questo è il prezzo che lei deve pagare perché molti altri italiani capiscano qual è la natura di colui che lei ha conosciuto tanto bene per esserci vissuta insieme quasi trent'anni, forse l'approfondimento delle vicenda ha una utilità sociale.
Dal momento che, oltre a tutto il suo passato giudiziario, lui aggiunge quest'altra chicca alla sua storia personale, posso finalmente ritenere passato l'incubo e l'eventuale vergogna di vedermelo Presidente della Repubblica Italiana?
Sugli "attacchi di basso livello" al S.S. Berlusconi non capisco: come dovrebbero essere, visto che il livello della vicenda in cui si è cacciato è basso?
Quanto al "rivolgergli insulti e urlargli improperi" e che sarà mai: si tratta solo di espressione colorita delle proprie opinioni; ne abbiamo sentite di peggio in Parlamento anche dallo stesso S.S. Berlusconi contro Scalfaro, per esempio.
Piuttosto, una domanda gli farei: ma veramente le veline italiane sono così geniali che basta loro un corso di tre giorni tre, tenuto da Brunetta e da La Russa, per essere in grado di fare le parlamentari europee?
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Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda Iafran il 14/05/2009, 17:05

ranvit ha scritto:INSULTI IN STRADA - Intanto mercoledì a Roma sono stati fermati e denunciati dagli agenti della polizia di Stato del commissariato Trevi due persone di 38 e 21 anni che quando si sono trovati davanti il premier Silvio Berlusconi, in via dell'Impresa, hanno incominciato a rivolgergli insulti e urlargli improperi. I due non risultano appartenenti ad particolari movimenti politici.

Se la notizia è vera, quei parlamentari che si sono preoccupati di andare periodicamente nelle carceri, di fare indulti appena nominati ministri, di preparare “l’evasione” legale di ex ministri (per commozione generale dei telespettatori), non dovrebbero ora essere i primi a presenziare agli interrogatori delle “due persone di 38 e 21 anni che … hanno incominciato ...”. (Per evitare che altri continuino!)
Non sarebbe affatto male che si mantenesse viva l’attenzione dei cittadini e che si costituisse anche un pool di avvocati a loro difesa.
cardif ha scritto:Quanto al "rivolgergli insulti e urlargli improperi" e che sarà mai: si tratta solo di espressione colorita delle proprie opinioni; ne abbiamo sentite di peggio in Parlamento anche dallo stesso S.S. Berlusconi contro Scalfaro, per esempio.

Per non parlare delle "carinerie" che ha fatto ai maggiori rappresentanti politici di 1/2 mondo, se includiamo gli islamici.
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 15/05/2009, 9:17

Da repubblica.it :

Una risposta al premier
di EZIO MAURO


È MOLTO facile rispondere alle parole di Silvio Berlusconi pronunciate ieri contro "Repubblica", che nell'inchiesta-documento di Giuseppe D'Avanzo gli aveva rivolto dieci domande per chiarire gli aspetti più controversi del caso politico nato attorno alle candidature delle veline nelle liste Pdl, alla denuncia di "ciarpame politico" di Veronica Lario, alla festa di compleanno della giovane Noemi alla presenza del Premier, nel ruolo indiscusso di "Papi". Molto più difficile, per il Cavaliere, rispondere alle domande del nostro giornale. Anzi, impossibile. Berlusconi non sa rispondere, davanti alla pubblica opinione, perché con ogni evidenza non può. Ciò che ha detto su questa storia, nei lunghi monologhi mai interrotti da una vera richiesta di chiarimento, cozza fragorosamente con ciò che hanno raccontato gli altri protagonisti, e soprattutto con quel che la moglie sa e ha denunciato. Meglio dunque tacere, rifiutare la verità, la trasparenza e il confronto, il che per un uomo pubblico equivale alla fuga. Una fuga accompagnata ovviamente da insulti per il nostro giornale, perché il rumore (domani amplificato dai manganelli di carta al suo servizio) copra il vuoto, la mancanza di coraggio e la scelta necessitata dell'ambiguità.

Ma l'uomo in fuga è il Presidente del Consiglio. Dunque questa incapacità o impossibilità di fare chiarezza, cercando la verità, è immediatamente un fatto politico, un handicap della leadership, una macchia istituzionale qualsiasi cosa nasconda, fosse anche soltanto l'incapacità di accettare un contraddittorio sui lati che restano poco chiari di una vicenda che ha fatto il giro dei giornali e dei siti di tutto il mondo. Una storia nella quale l'unica cosa che non c'entra proprio nulla è la privacy.

Berlusconi è infatti l'uomo che ha unito pubblico e privato fino a confonderli, con la sua biografia trasformata in programma elettorale per gli italiani e spedita nelle case di 50 milioni di elettori all'inizio della sua avventura politica: mentre oggi, quindici anni dopo, continua a vendere sul rotocalco di famiglia gli ex voto elettorali della sua infanzia aureolati nella patina reale del fotoromanzo, con l'immagine adolescente della Prima Comunione poche pagine prima del brindisi anziano di Casoria.

Le domande di "Repubblica" volevano appunto bucare questa nuvola nazional-popolare dove si sta cercando di trasportare nottetempo il caso Berlusconi, lontano dalla responsabilità istituzionale e politica di dire il vero agli italiani. Nascevano semplicemente, come abbiamo detto a Palazzo Chigi proponendo un confronto diretto col Premier, dalla constatazione che a due settimane dall'inizio della vicenda troppe cose rimanevano da spiegare, anche perché nessuna vera richiesta di chiarimento era stata rivolta al Cavaliere, e la sede televisiva del "rendiconto" - quella del suo personale notaio a "Porta a Porta" - si era in realtà rivelata la sede di un lungo monologo: per accusare la moglie ed esigerne le scuse, invece di rispondere alla sua denuncia (la politica che seleziona veline diventa "ciarpame senza pudore", "mio marito frequenta minorenni", "mio marito non sta bene, ho implorato coloro che gli stanno accanto di aiutarlo") rovesciando la realtà davanti agli italiani.

Questa mancanza di chiarezza e di confronto, con domande precise e risposte nette, ha ingarbugliato le cose. Tra il racconto del Premier e i racconti degli altri protagonisti di questa vicenda si sono allargate incongruenze evidenti, pubbliche, inseguite da spiegazioni postume che aprivano nuovi fronti controversi e dunque suscitavano altre domande. In tutto il mondo civile, dove esiste una pubblica opinione e la funzione autonoma della stampa, le contraddizioni del potere e la mancanza di chiarezza sono lo spazio naturale del giornalismo, del suo lavoro d'inchiesta, del suo sforzo documentale e infine delle sue domande.

Questo abbiamo provato a fare, senza dare giudizi e senza una tesi finale da dimostrare. Ci interessa il percorso tra le contraddizioni di un uomo pubblico in una vicenda pubblica, mettendo a confronto versioni e racconti che vanno tra loro in dissonanza, per domandare infine al protagonista di spiegare perché, proponendo la sua verità dei fatti.

Oggi dobbiamo prendere atto che il Presidente del Consiglio, invece di rispondere alle domande, scappa dalle vere questioni aperte che chiamano in causa la sua credibilità, e lo fa insultando, cioè cercando di parlar d'altro. "Invidia e odio", a suo parere, sono i motivi della "campagna denigratoria che "Repubblica" e il suo editore stanno conducendo da giorni" contro il Presidente. Che c'entra l'editore con l'inchiesta di un giornale? Non esistono scelte autonome da parte di un quotidiano nella cultura proprietaria del Premier? Cosa bisogna dunque pensare delle domande che proprio ieri il "Giornale" berlusconiano rivolgeva in prima pagina a Di Pietro? E soprattutto, cosa c'entrano con un'inchiesta giornalistica i sentimenti dell'odio e dell'invidia? Può il Cavaliere concepire, per una volta, che si possa indagare sui suoi atti e persino criticarli senza odiarlo, ma semplicemente giudicandolo? Può rassegnarsi a pensare che esiste ancora qualcuno, persino in questo Paese, che non lo invidia affatto, né a Roma né ad Arcore né a Casoria? Può infine ammettere che dieci domande non costituiscono una denigrazione, soprattutto se le si può spazzare via dal tavolo con la semplice forza della verità?

Il Cavaliere denuncia infine che "attacchi di così basso livello" giungano in prossimità del voto europeo: ma i tempi e soprattutto il livello di questa vicenda non li abbiamo scelti noi, nemmeno la location di Casoria, le luci delle fotografie festose e i comprimari, i monili, la favola bella dei genitori che si baciano in esclusiva per "Chi", la ragazza incolpevole di tutto ma soprattutto sicura che approderà negli show televisivi o in Parlamento, l'uno o l'altro intercambiabili, l'importante è sapere che "deciderà Papi". Non abbiamo deciso noi che tutto questo valesse prima la critica della Fondazione "Farefuturo" di Fini e poi lo strappo di un divorzio pubblico come l'offesa ricevuta, dunque politico come tutto ciò che accade al Cavaliere: da parte di una moglie che il grande rotocalco con cui si impagina oggi l'Italia dipinge come incapace di autonomia, fragile e sola, dunque preda di suggeritori mediatici e politici, unica spiegazione che ripristini la sacralità mistica del carisma intaccato dall'interno, quando una donna ha deciso (prima e unica, in un quindicennio) di rompere il cerchio magico dell'intangibilità sciamanica del Capo.

Per il Cavaliere, chi lo critica non può avere autonomia. Per lui, l'adesione è amore e fede, dunque la critica è tradimento e follia, le domande - non essendo contemplate e per la verità neppure molto praticate, nel conformismo del 2009 - diventano "odio e follia", in un discorso pubblico fatto di vibrazioni, dove tutto è emotivo.

Che cosa concludere? La storia che ha fatto il giro del mondo resta tutta da chiarire, perché il Presidente del Consiglio sa solo minacciare, ma non può spiegare. Dunque continueremo a fare domande, come fossimo in un Paese normale, per quei cittadini che chiedono di sapere perché vogliono capire, rifiutando di entrare nel grande fotoromanzo italiano che sta ingoiando quel che resta della politica.

(15 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda pianogrande il 15/05/2009, 10:00

Berlusconi si è sempre vantato di non essere un politico.
Ce lo sta ampiamente dimostrando.
E' forse l'unica verità che ci ha trasmesso in modo martellante.
Che cosa è allora Berlusconi?
Ma, ci voleva tanto ad arrivarci?
E' una velina!
E' la prima velina d'Italia.
E' una velina che vuole trasformare il parlamento in un bivacco per i suoi manipoli (di veline, of course).
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 16/05/2009, 12:57

Da repubblica.it :

Parla Emmott, storico direttore dell'Economist. "E' stato Berlusconi
a fondere vita pubblica e vita privata. E sul padre di Noemi non ha detto la verità"
"Informare è una missione premier indifendibile se mente"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "Porre domande a un leader politico, per un giornale, è non solo legittimo ma parte della missione di informare. E la distinzione tra vita pubblica e vita privata, nel caso Berlusconi, non si può fare, è stato lui per primo a fondere le due cose". Bill Emmott, dal 1993 al 2006 direttore dell'Economist, il settimanale britannico che sotto la sua guida ha raddoppiato la tiratura fino a oltre un milione di copie e si è trasformato nel primo periodico globale del mondo, conosce bene Silvio Berlusconi.

L'Economist di Emmott gli dedicò una famosa copertina, in cui lo definiva "unfit to govern", indegno di governare, a causa del conflitto d'interessi rappresentato dal suo impero mediatico e dei suoi numerosi problemi con la giustizia. Il premier italiano rispose definendo Emmott un comunista: sebbene del comunista, l'autorevole giornalista inglese, abbia soltanto una barbetta da Lenin. Adesso fa il columnist per il Guardian e scrivere libri best-seller: a proposito, rivela in questa intervista a Repubblica, il prossimo "sarà sull'Italia".

Bill Emmott, dov'è il confine tra pubblico e privato, nell'informare sull'attività di un leader politico?
"La mia opinione è che il comportamento pubblico di un leader sia definibile dal suo ruolo di governo, dalle sue responsabilità, dalla consistenza delle sue azioni. Ritengo però che, quando sei un primo ministro che si atteggia a simbolo della nazione, come Berlusconi ha fatto fin dall'inizio della sua discesa in campo, con il suo presentare la sua vita come la 'Storia di un italiano', il confine tra pubblico e privato si confonde. Il privato non è più una faccenda riservata, quando lo usi per ottenere la tua affermazione pubblica. Berlusconi stesso ha incoraggiato i media a giudicarlo anche sotto la lente della sua vita privata".
Il nostro giornale ha inoltrato all'ufficio del presidente del Consiglio dieci domande per fare chiarezza sulle contraddittorie dichiarazioni riguardo ai rapporti con la 18enne Noemi Letizia, con il padre della ragazza e alle parole usate da Veronica Lario nel chiedere il divorzio. Palazzo Chigi definisce le nostre domande una "campagna denigratoria". E' appropriato o meno, secondo lei, porre domande simili su una questione come questa?
"Assolutamente appropriato. Di più: è parte dei doveri di un giornale, della missione di informare l'opinione pubblica. E' legittimo voler sapere che cosa lega il primo ministro a quella ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Anche a me piacerebbe sapere la verità. E mi piacerebbe che la Chiesa ponesse a Berlusconi domande analoghe".

Che lezione dovrebbe averci insegnato la vicenda di Bill Clinton e Monica Lewinski?
"Che i rapporti sessuali tra il presidente e la stagista erano affari loro, una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma il modo in cui il presidente li raccontava poteva costringerlo a dimettersi. Quando ero direttore dell'Economist, scrivemmo un editoriale in cui ci schieravamo per le dimissioni di Clinton. Non perché fossimo dei bacchettoni. Bensì perché era chiaro che il presidente aveva mentito, ripetutamente, parlando in televisione dei suoi rapporti con Monica e poi sotto giuramento in una corte di giustizia. Mentire alla nazione, sia pure su una vicenda privata, era a nostro avviso imperdonabile".

E lo stesso principio si può applicare a Berlusconi?
"Per me sì. Non importa cosa c'è tra lui e la ragazza, tra lui e deputate o ministre che potrebbero avere ricevuto l'incarico come un premio: se anche così fosse, era uno scambio volontario tra adulti, anche se personalmente lo trovo disgustoso. Ma se il premier mente a proposito di quello scambio, e la sua menzogna viene provata, allora la sua colpa importa eccome e la ritengo indifendibile".
Alcuni, in Italia, risponderebbero che un uomo che mente su un rapporto con una donna è sempre perdonabile.
"Ecco, se c'è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell'Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza. Per esempio, ormai sembra provato che ha mentito sul modo in cui ha conosciuto il padre di Noemi. Quell'uomo non è mai stato l'autista di Craxi, come ha detto Berlusconi. In un altro paese, basterebbe questo a suscitare una riprovazione generale. Da voi no. Non lo capisco".

(15 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda ranvit il 16/05/2009, 19:11

da repubblica.it :

Il padre al giornale inglese: "Spesso Berlusconi è male interpretato"
La madre: "E' un uomo esuberante, ama stare con la gente"
La Signora Letizia parla col Times
"'Papi' si prenderà cura di Noemi"

LONDRA- Le imprese di Silvio Berlusconi continuano a fare discutere all'estero. La stampa inglese aveva già dato ampio risalto alla notizia del divorzio del presidente del Consiglio con Veronica Lario e adesso è passata ad occuparsi della vicenda legata alla presenza del Cavaliere al compleanno di Noemi Letizia, la ragazza che ha candidamente ammesso di chiamare Berlusconi "papi".

A farlo è il quotidiano londinese Times - non proprio di tendenze progressiste - con un'intervista del corrispondente in Italia Richard Owen al padre e alla madre della 18enne Noemi Letizia. Nel brano pubblicato sia nell'edizione cartacea che in quella online, il padre della ragazza afferma di essere "un impiegato del Comune di Napoli" con un "reddito annuale di non più di 12 mila euro all'anno". Il giornalista a questo punto si chiede come sia possibile che la famiglia Letizia viva a Portici, tradizionale quartiere della classe media napoletana, e come mai Noemi vesta con abiti firmati e venga scorrazzata per le strade della città in una lussuosa Mercedes.

Sull'importanza data dai media - italiani e non - alla vicenda il padre di Noemi è sicuro che si tratti di "bugie e sensazionalismo per vendere i giornali". A quanto pare il consenso nei confronti di Berlusconi - che l'Economist poco tempo fa aveva definito "nordcoreano" - sembra scricchiolare.

Ma il signor Letizia era davvero l'autista di Craxi come sostiene Berlusconi? La risposta arriva secca: "No". E allora? "Spesso - dice Letizia - a Berlusconi vengono attribuite dalla stampa a lui avversa delle cose che lui non ha mai detto". Puntuale la replica del giornalista del Times che cita la dichiarazione del Cavaliere all'Ansa delle 16 e 34 del 29 aprile...

La madre di Noemi invece ripropone la versione del Berlusconi che "ama stare a contatto con la gente" e che per questo è venuto in contatto "anche con loro". "Spero - ha aggiunto la signora Palumbo in Letizia, un fugace passato in alcune televisioni private - che Berlusconi, che io ho conosciuto negli anni Ottanta, si prenderà cura di Noemi e riuscirà a dare a mia figlia la carriera che io non sono riuscita ad avere".

In chiusura alcune citazioni del repertorio berlusconiano. Una su tutte: "Non ho bisogno di governare per avere potere. Ho case dappertutto, barche stupende, una moglie (ormai ex) stupenda e una famiglia bellissima. Io, in politica, mi sto sacrificando per il Paese".


(16 maggio 2009)
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda franz il 18/05/2009, 18:13

Il Times: "Berlusconi vuole
intimidire il dissenso"


ROMA - Il Times di Londra dedica oggi un editoriale non firmato, come è tradizione della stampa anglosassone quando l'articolo riflette l'opinione della direzione del giornale, sulla questione delle dieci domande poste da "Repubblica" a Silvio Berlusconi.

L'editoriale del giornale, di cui è proprietario Rupert Murdoch, è intitolato "Public Duty and Private Vendetta" (Dovere pubblico e vendetta privata"), con questo sottotitolo: "L'attacco di Silvio Berlusconi contro un giornale italiano è una campagna per intimidire il dissenso". Ecco il testo dell'editoriale:

"Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, si lamenta di essere vittima di una diffamazione. Egli ha attaccato la Repubblica dopo che il giornale lo ha sfidato a spiegare la sua relazione con un'aspirante modella di 18 anni, Noemi Letizia, che si rivolge a lui chiamandolo 'Papi'. Secondo il signor Berlusconi, questo è un complotto della sinistra per minare la sua autorità. La lamentela del signor Berlusconi è sfrontatamente insensata. Egli ha invitato a deriderlo promuovendo come candidati per le elezioni europee delle giovani donne il cui glamour personale supera la conoscenza politica. Questa ultima impresa ha spinto sua moglie, che soffre da lungo tempo, a chiedere il divorzio.

Le domande poste da la Repubblica - sul coinvolgimento del signor Berlusconi nella selezione delle candidate, e sul fatto se egli abbia promesso di aiutare la signorina Letizia a perseguire una carriera in politica o nello spettacolo - non sono intrusioni nella vita privata. Esse si collegano al ruolo pubblico del signor Berlusconi come uomo politico e come magnate dei media. I convoluti affari politici del signor Berlusconi sono ulteriormente confusi dal suo dominio dei media. Egli controlla tre canali televisivi nazionali.

La sua campagna contro la Repubblica sembra un sinistro tentativo di intimidire il dissenso per proteggere una reputazione privata. E' particolarmente di cattivo gusto che egli abbia usato la propria posizione nei media per criticare la propria moglie, insinuando che ella è mentalmente instabile. Queste sono le azioni di un uomo ricco e potente che tratta la politica e i media come feudi. Il signor Berlusconi ha apparentemente scarsa comprensione delle divisioni tra interesse privato e dovere pubblico. Il giornale che lo critica sta facendo un'opera di pubblico servizio per una popolazione malamente governata
".

(18 maggio 2009)
www.repubblica.it
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Re: Le dieci domande di repubblica a Berlusconi

Messaggioda cardif il 18/05/2009, 19:45

Mi pare che il concorrente del S.S. Berlusconi abbia scoperto l'acqua calda.
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