Dal pensiero unico al…pensiero unico. Rosario Amico Roxas
Appare più che evidente il contrasto formale e sostanziale tra Fini e il cavaliere.
Una concezione “politica della politica” che si scontra con una concezione personalistica della politica. Il “pensiero unico”, ufficialmente negato, si afferma spudoratamente: in una delle ultime interviste (di quelle concordate nelle domande, nelle risposte e anche nel ritmo del fraseggio), alla domanda, puntuale, provvidenziale, programmata dell’intervistatore che chiedeva lumi sui contrasti con il presidente della Camera, il cavaliere ha risposto in maniera lapidaria: “AN non esiste più, è confluita nel PdL, per cui esiste una sola linea”….
Le linee politiche sono quelle che vengono concordate, discusse, verificate, in questo caso la sola linea indicata dal cavaliere coincide esattamente con il pensiero unico che pretende imporre in quelli che non considera alleati confluenti, ma sudditi che non devono permettersi di mettere in discussione il pensiero dell’imperatore.
Che accadesse tutto ciò appariva chiarissimo a tutti, tranne a quei lanzichenecchi che indossano le stellette di colonnelli della ex AN, che accettano la sudditanza in nome e per conto dei benefici che ne traggono e che non avrebbero mai osato sognare.