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le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 26/04/2009, 12:46

pinopic1 ha scritto:Ma se io lancio un dado ho 1/6 probabilità che esca il 6. Se lancio il dado più "volte", ogni volta ho la stessa probabilità. Ora l'arco temporale 2008-2012 può essere considerato come la "volta" nel lancio del dado? La risposta credo risieda nella geologia e nei dati che si considerano per fare quella previsione probabilistica.
Se è così, se l'arco temporale considerato corrisponde ad un lancio del dado, ogni giorno è uguale ad un altro e sempre la probabilità è del 30%.
O no?

No!
Attenzione, l'arco temporale 2008-2012 non è un singolo evento ma una classe di eventi.
So che siamo abituati a ragionare come se fossero la stessa cosa ma tra avere un reddito di 1567 eueo mensili ed avere 32 anni di età ed essere nella classe di reddito 1500-2000 e nella classe di età 30-39 c'è una notevole differenza.

La percentuale del 30% che accada un terremoto in un arco temporale (classe) è un attributo della classe intera.
Non puo' diventare un attributo attribuibile ad ogni membro (un singolo anno, un singolo giorno, un singolo minuto).
Tra l'altro lo stesso membro appartiene a piu' classi, per esempio Aquila nell'appennino e nei mesi invernali pare avere un rischio maggiore.
Se arttribuisssimo automaticamente ai membri gli attributi della classe violeremmo uno dei principi base dell'insiemistica, perchè la confusione tra classe e membri implica che la classe sia come un membro. Uno dei principi base dell'insiemistica è invece che una classe non puo' essere membro di se stessa e fu Bertand Russell a definirlo circa 100 anni fa.
Il paragone con il dado non regge perché quello è un singolo evento.
Nell'arco temporale 1900-3000 la possibilità di terremoto è del 100%, tuttavia si osserva che nei mesi invernali le probalilità aumentano. Diventano piu' del 100%? Ovviamente no. Probalilmente nei mesi estivi la % scende, in quelli invernali sale e non tutti i giorni hanno le stesse probabilità. Nel lungo periodo (classe temporale) il risultato non cambia.

Ora confrontiamo le due probalilità
1) nell'arco temporale 2008-2012 la possibilità di un terremoto superiore a 5.5 è del 30%
2) nell'arco temporale 2008-3012 la possibilità di un terremoto superiore a 5.5 è del 100%

Allora in questo momento quale è la probabilità? 30 o 100%?
Nessuna delle due.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 26/04/2009, 14:54

L' evento è il terremoto. Nel lancio del dado l'evento è l'uscita del 6.
La probabilità del terremoto è calcolata in base a dati tettonici e storici. Il riferimento, la limitazione, all'arco temporale 2008-2012, probabilmente è dovuto alla variabilità dei dati in base ai quali si effettua il calcolo. Il 2008 è l'anno in cui si è fatto il calcolo sulla base dei dati disponibili, nel 2012 scade la validità dei dati utilizzati perché non siamo in grado di prevedere l'ulteriore evoluzione della situazione tettonica. Tra il 2008 e il 2012 i dati, le condizioni, si possono considerare costanti, vista la velocità con la quale evolvono i fenomeni geologici.
Oggi, dopo che l'evento atteso, il terremoto, si è verificato si può ripetere il calcolo sulla base di nuovi dati e la validità sarà estesa magari al 2018 e magari con probabilità zero.
Non si può neanche dire che nell'arco temporale 1900-3000 la probabilità è del 100% senza fare riferimento a dati derivanti dalla tettonica.
A Sassari nell'arco temporale 2008-2012 la probabilità è praticamente zero. Non possiamo affermare che tra il 2712 e il 3012 continui ad essere zero.
Insomma voglio dire che la situazione tettonica e la storia sismica della regione davano un 30% di probabilità che si verificasse un terremoto il giorno 6 aprile 2009 come il 24 maggio 2011.
Ma posso sbagliare.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 26/04/2009, 16:54

pinopic1 ha scritto:Non si può neanche dire che nell'arco temporale 1900-3000 la probabilità è del 100% senza fare riferimento a dati derivanti dalla tettonica.
Ma posso sbagliare.

certo che secondo me ti sbagli! :-)
Cosi' come accetti come dato di fatto che la probabilità sia del 30% nell'arco temporale 2008-2012, cosi' dobbiamo accettare quella che sia 100% nel millennio (ed è ovvio, la probabilità è assoluta, una certezza, allungando debitamente il periodo, anche a Cagliari) e non dobbiamo contestare questo dato solo perché non ci piace. Metti che abbiamo letto entrambi i dati su due ricerce scientifiche diverse, i cui dati accentiamo entrambi. Uno parla della probabilità del 30% in 4 anni e l'altra della probabilità del 100% in mille anni. Cosa possibilissima e per nulla incoerente sul piano matematico. Se non ti è chiaro perché, considera la possibilità che una persona muoia avendo una determinata età. Cambia di anno in anno (alta nell'infanzia ed in vecchiaia, piu' bassa in età adulta). Ora considera la percentuale di possibilità che una persona muoia nell'arco temporale di 150 anni (classe di età da 0 a 150 anni). E' pari al 100% ed in pratica è una certezza. Ma questo non vuol dire che in ogni momento della sua vita abbia le stesse possibilità elevate. Esse variano costantemente periodo dopo periodo, come ogni tabella di mortalità ci spiega. Idem se noi pensassimo di applicare all'età di 4 mesi la mortalità delle classe 0-9 anni. Si prenderebbe una solenna cantonata.
L'errore (comune) è confondere la probabilità dell'evento con la probabilità della classe.
Tra l'altro nel caso di morte l'evento individuale è uno solo ma i terremoti si possono ripetere.
In effetti i terremoti di grado 5.5 possono essere piu' d'uno nel periodo indicato.
La statistica di cui parliamo si riferisce alla probabilità di un terremoto (30%) di una certa magnituto ma dovrebbe essere anche calcolabile la probabilità di due terremoti (per ipotesi il 5%) ed anche di tre (0.5%).

Ciao,
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 26/04/2009, 22:31

Sull'arco temporale: io penso che l'arco temporale 2008-2012 equivalga a un giorno nelle previsioni meteorologiche. Un meteorologo può affermare che Martedi a Bergamo c'è l'80% di probabilità che piova. Può fare la previsione con questa precisione per la maggiore velocità di evoluzione dei fenomeni meteo rispetto a quelli geologici e per la migliore osservabilità e misurazione dei relativi parametri. Probabilmente non pioverà per tutte le 24 ore e non mi è dato sapere a che ora inizierà a piovere e a che ora smetterà. Ma per ogni momento di martedi è ipotizzabile la pioggia. (Naturalmente in questo caso la previsione potrebbe essere anche più precisa).
Nel caso del terremoto è possibile fare la previsione su un arco di tempo più lungo, con una minore probabilità (minore precisione); ma, all'interno dell'intervallo di tempo in ogni momento si ha la stessa probabilità del 30%?
Accetto come dato di fatto che la probabilità sia del 30% nell'arco temporale 2008-2012 perché è basata su conoscenze scientifiche relative ai fenomeni che si verificano nelle faglie e a dati storico-statistici (per i quali si presume un significato geofisico).
Accetto che sia del 100% nel millennio ipotizzando, molto realisticamente, che nel frattempo non intervengano variazioni nelle condizioni tettoniche attuali.
La morte è una certezza assoluta (scientifica). Un terremoto di magnitudo >5,5 no. Ci sono molti luoghi sulla terra dove non si registrano terremoti.
Le tabelle di mortalità per classi di età vengono redatte sulla base di dati statistici raccolti per ogni classe di età, non vengono ricavati con il calcolo a partire dalla mortalità a 150 anni. Sono indipendenti una (classe) dall'altra. Conoscere la mortalità tra 100 e 150 anni non mi da nessuna informazione selle altre classi di età. Però se voglio conoscere la mortalità a 4 mesi, raccolgo i dati statistici per la classe 3-4 mesi, e posso farlo.
Nel caso del terremoto il dato del 30% per quel quinquennio non può essere diviso per gli anni o per i giorni contenuti nell'intervallo. Penso io che il quinquennio sia l'unità di tempo minima per la quale è possibile una previsione probabilistica sui terremoti nella situazione dell'Aquila. Non posso fare elaborazioni per un anno o per due anni perché i dati di cui posso disporre non me lo consentono.

Ma se anche si volesse calcolare la probabilità anno per anno partendo dal dato globale, allora dovrebbe essere del 6% nel 2008, del 12% nel 2009, del 18% nel 2010, del 24% nel 2011 e del 30% nel 2012.

Supponiamo che l'unico elemento considerato sia la storia sismica della regione secondo la teoria del tempo di ritorno. Supponiamo che all'Aquila si registri un terremoto di media magnitudo ogni 305-310 anni anni. L'ultimo è stato nel 1703. Cosa diciamo a proposito della probabilità che si ripeta?
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 26/04/2009, 23:00

pinopic1 ha scritto:Sull'arco temporale: io penso che l'arco temporale 2008-2012 equivalga a un giorno nelle previsioni meteorologiche. Un meteorologo può affermare che Martedi a Bergamo c'è l'80% di probabilità che piova.

Concetto chiarissimo. In realtà un meterologo non tira ad indovinare. In base ad un modello ben preciso puo' dirti esattamente che le probalilità sono superiori la mattina piuttosto che al pomeriggio (o la sera) e viceversa.
In effetti il fatto che piova 24 ore è raro: capita pochi giorni all'anno. Di solito piove poche ore.
Di solito un terremoto dura pochi secondi. Nel nel giro di qualche milione di anni non esiste luogo esente dal fenomeno.

Però se voglio conoscere la mortalità a 4 mesi, raccolgo i dati statistici per la classe 3-4 mesi, e posso farlo

Certo, salvo poi scoprire che in caso di bianchi, neri ed ispanici (classi diverse di rischio) ottieni probabilità diverse.
Ancora di piu' con la classe di reddito dei genitori.
Come ti dicevo la percentuale di terremoti nei mesi invernali nella regione dell'aquila pare aumentare per motivi che possono anche essere collegati al fatto che d'inverno la terra è piu' vicina al sole e che ogni 28 giorni la luna aumenta con il suo effetto di marea l'attrazione sulla massa terrestre. Pare che gli sciami siano infuenzati da questo, in certe zone. Ecco che una statistica quinquennale puo' essere accurata per il quinquennio ma non per il momento esatto.

la percentuale della classe (30%) potrebbe essere attribuita al singolo membro in modo uguale (aritmetico) se la causa del terremoto fosse una sola. Se invece le cause sono molteplici (piu' forze e piu' resistenze) ecco che la diversa composizione nel tempo delle diverse forze scompagina il calcolo, aumentando le % in certi momenti e dimunendoli in altri.

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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 27/04/2009, 18:08

Sostanzialmente quello che mi premeva sottolineare è che con il 30% di probabilità un abitante della zona non può sentirsi tranquillo nè il 6 marzo del 2008, nè il 6 aprile del 2009. Può non pensarci, come facciamo normalmente nei confronti di tutti i pericoli a cui siamo esposti, ma se ci pensa deve preoccuparsi. A maggior ragione chi è preposto alla sicurezza dei cittadini. Il minimizzare il rischio (da parte di chi è preposto) è dovuto alla consapevolezza della nostra impreparazione.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 27/04/2009, 20:25

pinopic1 ha scritto:Sostanzialmente quello che mi premeva sottolineare è che con il 30% di probabilità un abitante della zona non può sentirsi tranquillo nè il 6 marzo del 2008, nè il 6 aprile del 2009. Può non pensarci, come facciamo normalmente nei confronti di tutti i pericoli a cui siamo esposti, ma se ci pensa deve preoccuparsi. A maggior ragione chi è preposto alla sicurezza dei cittadini. Il minimizzare il rischio (da parte di chi è preposto) è dovuto alla consapevolezza della nostra impreparazione.

Vero, soprattutto se l'abitazione in cui vive, il posto dove lavora, gli edifici pubblici che frequenta, ospedali compresi... sono tutti edifici costruiti coi piedi. Se gli edifici fossero solidi e costruiti a norma, credo che uno potrebbe assere piu' tranquillo. Se poi sapesse che esiste una organizzazione efficace ed efficente, in grado di avvisarlo quando c'è pericolo (senza dargli false rassicurazioni) ancora meglio.
Penso che i giapponesi, i californiani, i cileni siano piu' tranquilli degli italiani che vivono sulla dorsale appenninica.

Ciao,
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l'allarme del sindaco "Più fondi o è una presa in giro"

Messaggioda mauri il 07/05/2009, 11:02

quei signori che vendono aria fritta vanno denunciati per insulto agli italiani e in particolare gli abruzzesi
si devono costituire parte civile contro il mister e i suoi accoliti
spero che a noi italiani si aprano occhi e mente e il 6-7 giugno mandiamo a casa il vecchio sporcaccione
ciao, mauri






IL RETROSCENA. Il contributo statale effettivo per ogni famiglia non sarà di 150 mila euro, ma di un terzo
Fondi "virtuali" e stanziamenti basati su previsioni di incassi crescenti delle lotterie I trucchi del "decreto abracadabra"
ricostruzione diluita in 23 anni
http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... dabra.html


Fini: "Auspico risorse congrue". Schifani: "Il modello è il Friuli"
Cialente: "Il rischio è di finire la ricostruzione nel 2034"
L'Aquila, l'allarme del sindaco
"Più fondi o è una presa in giro"
DAL nostro invaito PAOLO G. BRERA

L'Aquila, l'allarme del sindaco "Più fondi o è una presa in giro"
L'AQUILA - Alla fine, dice lui, "il presidente Berlusconi se la dovrà pur prendere, la responsabilità di dire agli italiani e agli aquilani che per ricostruire davvero questa città c'è una sola strada: ci vuole una tassa di scopo". Tutto il resto, dice il sindaco del capoluogo abruzzese devastato dal sisma del 6 aprile, Massimo Cialente, "è solo una presa in giro con cui finiremo di costruire nel 2034".

Non ci crede, alle promesse senza copertura finanziaria: "Lo chiedo al governo - dice - e se non è in grado intervenga il parlamento: ci diano una mano a fare subito cassa. Nel decreto del 28 aprile i soldi per ricostruire l'Aquila non ci sono; e siccome lo sappiamo tutti che lo Stato non li ha, l'unica via è fare quello che il Paese fece nel '94 per l'alluvione del Piemonte. Si può fare un'una tantum, magari una tassa da restituire nel tempo. Lo so che mettere le mani in tasca agli italiani è difficile e impopolare, ma sono convinto che il Paese sia pronto". Cialente oggi sarà a Roma, per chiedere in commissione al Senato una "modifica radicale" del decreto che "taglia fuori gli enti locali". Non è solo questione di denaro e poteri pubblici: "Quel decreto - dice - rischia di generare una colossale speculazione immobiliare. Il ruolo di Fintecna è sempre più oscuro, e non vado oltre. Rilevando gli immobili diventerà il primo azionista del Comune".

A un mese dalla notte che ha devastato l'Aquila, il clima è sempre pesante. Per fortuna c'è Alice: è venuta al mondo mentre il mondo piangeva i morti del terremoto, proprio durante i funerali, e ieri era un'ancora e un appiglio, in braccio alla mamma sotto le grandi arcate in legno del consiglio regionale riunito "per commemorare e ricordare". "Alice è il simbolo della speranza e del futuro", sorride il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invitato alla seduta solenne con i rappresentati degli enti locali e una parata di autorità. Stefania Pezzopane, presidente della Provincia, non trattiene le lacrime, ricordando "quei venti secondi in cui fuggivamo senza poter prendere le nostre cose". Ma non c'è solo il dolore. Sono trascorse "720 ore in cui la macchina dell'emergenza non si è fermata un istante", ricorda Guido Bertolaso, promettendo che "i soldi ci saranno". Fini non entra nel merito, ma auspica siano "risorse congrue". Da parte sua il presidente della Camera Renato Schifani auspica per "per la ricostruzione dell'Abruzzo si segua il modello Friuli".
(7 maggio 2009) http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... stano.html
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Decreto terremoto, tensioni Berlusconi-Tremonti su coperture

Messaggioda mauri il 12/05/2009, 18:43

ripeto, gli abruzzesi devono denunciare pàpi e si devono costituire parte civile contro lui e i suoi complici
i soldi stanziati, 700 EU, serviranno per il G8 e una volta terminato scenderà una nebbia fitta sugli abruzzesi ammennocchè li trasferisca in massa da settembre in sardegna ad occupare tutte le case sfitte dei vacanzieri, comprese le sue
potrebbe essere un'idea
oltre al danno la beffa, mauri


di Paolo Biondi Continua a leggere questa notizia
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E' scontro nel governo sulle coperture al decreto terremoto.

La notizia, anticipata questa mattina da uno scarno articolo d'apertura del quotidiano Europa, è stata confermata a Reuters da fonti della maggioranza mentre al Senato il percorso del decreto appena iniziato subisce già i primi rallentamenti.

Europa parla di uno scontro tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti che ha mandato il presidente del Consiglio "su tutte le furie", a "un passo dal dare il benservito al ministro dell'Economia".

Tremonti questa sera a Villa Madama al cronista che gli chiedeva se fosse vera questa ricostruzione ha risposto: "Ma dai!"

Fonti di maggioranza dicono a Reuters che la situazione è più complessa e coinvolge anche il ruolo del sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, implicato direttamente nella vicenda anche per le sue radici abruzzesi.

Al centro della questione le "deboli coperture finanziarie del decreto", come dice Europa.

Proprio su questo tema si è avviato il dibattito in commissione al Senato e il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia ha annunciato oggi che il decreto giungerà in aula solo la prossima settimana e non giovedì prossimo come previsto in precedenza.

Menia ha aggiunto ai cronisti che probabilmente il governo presenterà i suoi emendamenti solo in aula, quindi solo la prossima settimana e che probabilmente saranno più dei tre già annunciati ed ha ipotizzato che sul provvedimento il governo potrebbe mettere la fiducia.

Come fonti di governo dicono a Reuters, i fronti aperti sul decreto sono tre: il coinvolgimento dei sindaci nella ricostruzione, la definizione di chi ha diritto ai sussidi (nel decreto si parla solo di residenti e non anche di proprietari degli stabili danneggiati o distrutti) e delle percentuali di sussidio, la copertura delle risorse.

Per ora solo sul primo punto il governo si è detto disponibile a modificare il testo. Sul resto si tratta.

"Con l'attuale formulazione del decreto un proprietario non riesce a capire se riuscirà a riavere il 100% delle spese per la ricostruzione o no, eppure su questo Berlusconi era stato chiaro", dice un esponente dell'opposizione.

Sulla definizione di "residente" o "proprietario" pare che a palazzo Chigi siano arrivate le proteste anche di Bruno Vespa, il popolare conduttore di Porta a porta, la trasmissione di RaiUno, che de L'Aquila è originario, come riferisce a Reuters una fonte governativa.

Il problema non si pone solo per le case che vanno interamente riscostruite, ma anche per quelle che potrebbero tornare abitabili a breve previ limitati interventi: il decreto non fornisce al momento certezze sui sussidi, secondo quanto fanno rilevare gli esponenti dell'opposizione.

Il terzo problema è quello delle coperture e delle disponibilità a breve. Su questo il presidente del Consiglio si è più volte sbilanciato garantendo fondi coperti e sicuri.

L'opposizione rileva invece che il decreto su questo è molto più vago: l'ultimo articolo, quella sulla copertura, parla di un periodo di finanziamento delle spese che arriva oltre il 2032, una data che sa quasi di beffa dopo le promesse di interventi risolutivi "prima dell'arrivo del freddo", come detto da Berlusconi a L'Aquila.

Il problema è soprattutto per la copertura delle spese a breve: sembrano coperti dal decreto i circa 700 milioni necessari per gli insediamenti abitativi promessi dal premier a L'Aquila. Per il resto potrebbe essere necessario entro la fine dell'anno circa un altro miliardo: il decreto fa riferimento al fondo unico creato presso la presidenza del Consiglio che ha una disponibilità per competenza di circa 9 miliardi ma pochi spiccioli come cassa.

Tant'è che il relatore al provvedimento, Antonio D'Alì, nell'annunciare un emendamento al decreto che esenterà per un anno i pagamenti dei pedaggi autostradali a L'Aquila (costo previsto 10 milioni) ha annunciato che sarà coperto con il fondo Infrastrutture.

I tecnici dell'Economia avevano nei giorni scorsi ipotizzato che la copertura potesse in parte venire da un "contributo di solidarietà" da chiedere ai cittadini con i redditi più alti, ma su questo Berlusconi è stato irremovibile: niente nuove tasse.

A fare pressioni sul ministro dell'Economia perché tutte queste cose vengano risolte già al Senato con gli emendamenti del governo non è solo Berlusconi ma anche il sottosegretario Letta che finora è stata la persona di governo più solerte nel risolvere i problemi, assieme al sottosegretario Guido Bertolaso.

Un parlamentare dell'opposizione racconta a Reuters che la scorsa settimana aveva scoperto che gli operai dell'Anas addetti alla manutenzione delle strade nelle zone terremotate stavano lasciando la zona perché giunti a scadenza di contratto senza avere ottenuto il rinnovo: una telefonata a Letta ha sbloccato la situazione ed i contratti sono stati rinnovati.
http://it.notizie.yahoo.com/4/20090512/ ... 02f96.html
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lagher abruzzese

Messaggioda mauri il 26/05/2009, 10:17

credo questo possa essere un esempio di cosa ci porterà l'irrigidimento delle leggi italiane, restrizioni alla libertà e valla democrazia, già esiste la mancanza di informazione e per fortuna il web è ancora libero ed accessibile a tutti
ma l'abruzzo non è terra dell'orso dipietro? mi sembra che questo signore faccia altro che occuparsi dei suoi corregionali
credo che gli impediranno di votare almeno per altri 3 anni
ciao, mauri


La mia vita in un container: il racconto di una blogger dalla tendopoli dell'Aquila

Aumenta lo scarto tra i resoconti ufficiali e le testimonianze dal web. Il G8, i soccorsi, la difficoltà a fare qualunque cosa: la vita nelle tendopoli abruzzesi dalle parole di Anna C.

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· Terremoto d'Abruzzo: lo speciale
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· Annozero, terremoto e polemiche [genio]
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· L'Aquila e gli avvoltoi. Tv, è stato terremoto-show?
· Foto: il racconto del terremoto

La spaccatura è sempre più evidente. L'informazione mainstream di tv e di certa carta stampata da una parte, blog e internet dall'altra. Il caso delle reali condizioni degli abitanti dell'Aquila a quasi due mesi dal terremoto diventa emblematico: se da un lato le fonti "ufficiali" parlano di una situazione in via di miglioramento, dall'altro il web con le sue testimonianze senza filtro raccontano di una realtà molto meno ottimistica.

"Terremoto: quello che la tv non dice, e il web sì" titola emblematicamente un articolo Simone Tagliaferri su Giornalettismo.com. Il pezzo riprende in più punti la controversa testimonianza - pubblicata online - dell’attore Andrea Gattinoni sulla situazione che attualmente si sta vivendo nelle tendopoli, e che fa riferimento ad accoltellamenti, droga, tensione nei campi e militarizzazione estrema della città.
Mentre dal tubo catodico, politici e autorità nazionali non perdono occasione per snocciolare le cifre della ricostruzione, l'efficienza della Protezione Civile, l'eccellenza del Decreto Legge approvato al Senato.
Due Abruzzi diversi, insomma, quello istituzionale e quello la cui sigla comincia con http.

Per capire come stanno le cose, a poco più di un mese e mezzo dal sisma d'Abruzzo, abbiamo parlato con Anna C., che sul proprio blog - Miss Kappa - dice di sé: "Dal 6 aprile 2009 nata a nuova vita, ché quella precedente è stata spezzata. Vita diversa la nuova. Vita da ultima".
Una casa e un negozio di antiquariato nel centro storico, prima; un container (acquistato di tasca propria per € 2100 + Iva) su una piazzola di cemento, nella zona industriale di Fossa, adesso. E' iscritta in qualità di "ospite" al campo di Monticchio 1, dove usufruisce dei servizi messi a disposizione dalla Protezione Civile: pasti e assistenza medica, ma non di toilette e lavanderia perché è riuscita a provvedere in autonomia.

A 50 giorni dal sisma, com'è la vita nelle tendopoli?
Il terremoto è un immenso lutto. Ho assistito all'arrivo di aiuti (i pasti, le cure, le tende) ma paradossalmente è successo che proprio chi ci forniva aiuto, è diventato oggi il vero padrone di "casa": gli amici non possono venirti più a trovare senza autorizzazione; a un gruppo teatrale che voleva fare degli spettacoli è stato negato l'accesso; se vado a trovare qualcuno in un altro campo devo io stessa lasciare i documenti al posto di blocco e fornire il motivo della mia visita; i campi chiudono l'ingresso alle 23.30 (o alle 24.00, a seconda), se arrivi tardi resti fuori... Per non parlare delle strade, dove si susseguono i posti di blocco sulle uniche due arterie aperte al traffico (con ovvi rallentamenti sulla già pericolante mobilità stradale). La città è totalmente blindata, presidiata...

In che senso? Puoi farci un esempio?
Pochi giorni fa ho dovuto recarmi in Comune per ritirare un documento: è stato un incubo. Nella Casa dei cittadini entri solo se sei in possesso di un documento identificativo (mio marito non l'aveva con sé e non ha potuto varcare la soglia). Ho dovuto dichiarare cosa fossi venuta a fare e sono stata scortata fino all'ufficio competente. E da lì, riaccompagnata indietro fino all'uscita.
Abbiamo la Polizia, i forestali, la Finanza, l'esercito, gli alpini, i Vigili del fuoco, la Protezione Civile... Capisco il rischio degli sciacallaggi, ma qui si esagera!

...Ma da queste persone sono stati compiuti anche molti interventi positivi. O no?
Certo. I Vigili del fuoco, ad esempio, sono eroi. E non è retorica. Vi sfido a parlare con tutti gli Aquilani, uno per uno, e tutti vi confermeranno le mie parole. I vigili del fuoco sono eroi che ti parlano, che ti ascoltano, che ti capiscono... Ma quando hai a che fare con la Protezione Civile è diverso. E' un'istituzione (a dispetto di tanti ottimi volontari) che risponde a logiche poliziesche: il terremotato diventa un numero da schedare.
http://notizie.virgilio.it/cronaca/l_al ... _http.html
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