Fra le varie iniziative il PD dovrebbe appoggiare attivamente e senza esitazioni qualsiasi sforzo per ridurre la pena di morte nel mondo. Non mi illudo che questo possa essere un argomento su cui incrementare consensi. Comunque sia, c'e' una "questione morale" che ci dovrebbe portare a perseguire senza tregua la cessazione di questo orrore. Prodi porto' avanti una campagna di questo tipo, e penso che questo sia stato un importante segno distintivo per riportare un altro modo di pensare in Italia.
Non mi interessa nemmeno trasformare questo argomento in una polemica strumentale pro o contro questo Stato o quella cultura o religione. E invito tutti a fare, per una volta, a meno di inutili polemiche sulla pelle di gente uccisa a sangue freddo e spesso innocente (ma se anche non lo fosse resta per me un crimine odioso, beninteso), senza difendere/accusare questo o quello ma ricordandoci che l'unica cosa che conta e' l'esistenza di governanti (e, spesso, maggioranze) che permettono questo orribile crimine.
IL PAPÀ DELLA GIOVANE È ORA RICOVERATO IN STATO DI CHOC
Delara, l'ultima chiamata ai genitori:
«Mi impiccano fra poco, aiutatemi»
La ragazza pittrice, giustiziata venerdì, ha telefonato al padre e alla madre prima dell'esecuzione
(Afp) TEHERAN - Un'ultima disperata richiesta di aiuto alle persone più care. «Mi impiccano fra pochi secondi, aiutatemi!»: così, alle 06.00 di venerdì mattina Delara Darabi, la 23enne pittrice iraniana condannata a morte per un omicidio commesso a 17 anni, ha informato per telefono i genitori che la stavano portando sul patibolo. Poco dopo, è stata giustiziata. Ora, come ha raccontato il suo avvocato, Abdolsamad Khorramshahi, il padre della ragazza è ricoverato in ospedale in stato di choc.
NIENTE PERDONO - A mettere personalmente la corda intorno al collo di Delara, scrive il quotidiano Etemad, è stato un figlio della donna per la cui uccisione la pittrice è stata condannata, nonostante avesse accettato le condizioni poste dalla famiglia della vittima per concedere il perdono che le avrebbe salvato la vita: dichiararsi colpevole e cambiare avvocato. L'esecuzione è avvenuta a sorpresa venerdì nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, anche se il capo dell'apparato giudiziario, ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, aveva annunciato il 19 aprile scorso un rinvio di due mesi dell'impiccagione. La ragazza è stata messa a morte senza che nemmeno il suo avvocato venisse informato, come invece vorrebbe la legge.