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le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda cardif il 22/04/2009, 0:17

pagheca ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Appunto. Infatti credo che al prossimo terremoto, tra qualche anno, potremo riproporre gli stessi post, leggeremo gli stessi articoli sui giornali, vedremo le stesse scene in televisione.

concordo...

concordo anch'io; infatti come commento alla lezione n.15 iniziale, avevo scritto che i politici parlano per quel che pensano, senza attingere ad esperienze passate. Purtroppo ho sentito anche funzionari del servizio tecnito proporre cose come se fossero nuove di zecca. Credo che sarebbe utile creare una banca dati delle esperienze pregresse, da cui attingere. E' ovvio che questo spesso avviene. Ma c'è il difetto, forse, che quando uno arriva ad un certo livello decisionale, pensa di non aver bisogno d'altro: basta lui.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 23/04/2009, 14:12

Nella relazione conclusiva per un'esercitazione antisismica di 21 anni fa
un ingegnere della Soprintendenza individuava i punti di crisi dell'Aquila
Anno 1988, il rapporto inascoltato
"Questi edifici crolleranno"

Anno 1988, il rapporto inascoltato "Questi edifici crolleranno"

Il Palazzo del governo dell'Aquila
dal nostro inviato PAOLO G. BRERA
L'AQUILA - Simularono un terremoto all'Aquila, annotarono danni e rimedi, protocollarono e chiusero tutto in un cassetto. I risultati della "Esercitazione di protezione civile Amiternum", anno 1988, sono seppelliti dalle macerie di ciò che avevano previsto 21 anni prima. Di quei documenti ingialliti da due decenni di letargo è riemersa solo la copia della relazione finale di un ingegnere della Soprintendenza ai beni architettonici. Poche pagine, che prevedevano il disastro del palazzo di Governo, la bellissima prefettura dell'Aquila trasformata in un monte di calcinacci; annotavano l'urgenza di consolidare gli edifici scolastici e i centri storici, trappole mortali per centinaia di persone come è accaduto a Onna e all'Aquila; suggerivano di realizzare aree attrezzate con luce, acqua e fogne per gestire l'emergenza evitando i disagi di oggi visto che due settimane dopo il sisma ci sono ancora campi con poche stufe perché la corrente elettrica non basta, e con poche docce perché mancano portata dell'acqua e scarichi.

"Partecipai a quell'esercitazione come architetto della Soprintendenza ai beni architettonici dell'Aquila, ero il responsabile dell'Ufficio prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico", racconta l'ingegner Claudio Panone mostrando le tre pagine di una copia della "Relazione sintetica su alcuni dei principali aspetti emersi in sede organizzativa ed esecutiva nell'ambito dell'esercitazione di protezione civile 'Amiternum' a L'Aquila, 22 e 23 settembre 1988". Quella relazione la scrisse su carta intestata della Soprintendenza, la fece controfirmare dal soprintendente Renzo Mancini, e il 19 ottobre la inviò alla prefettura.

"Ciascuna delle proposte rimase tale", si dispera oggi. "La simulazione - racconta - prevedeva un terremoto di intensità compresa tra 7 e 8 gradi della scala Mercalli nei comuni di Barete e Pizzoli", oggi effettivamente devastati dal sisma e inseriti nell'elenco ufficiale dei 49 comuni terremotati. Una scossa dunque più leggera di quella (nono grado) che ha squassato l'Aquila e la sua provincia la notte del 6 aprile.

Il primo punto della "relazione sintetica" di Panone riguardava "osservazioni e proposte" sulle infrastrutture: "Ubicazione della sala operativa", annotava l'ingegnere: "A tale riguardo si richiama l'attenzione sulla necessità di prevedere una più idonea dislocazione di tale basilare struttura, sia per quanto riguarda le caratteristiche strutturali come un'adeguata antisismicità, sia per una razionale funzionalità al suo interno". "Quella struttura - spiega oggi Panone - era proprio il palazzo di Governo che dopo 20 anni, senza aver subito interventi idonei e necessari, è diventato il tragico simbolo della catastrofe dell'Aquila".

Non è l'unica verità nascosta riemersa da polvere e calcinacci: l'ingegnere indicava espressamente la necessità di "individuare all'interno dei centri abitati i punti di maggior rischio informandone gli abitanti", e chiedeva di stanziare "fondi pubblici per il miglioramento delle condizioni strutturali degli edifici prevalentemente nei centri storici". Invece si è continuato a costruire sulle faglia informando il meno possibile, come è accaduto a Pettino: erano "i Parioli dell'Aquila", come li chiamavano gli abitanti ai quali fino al giorno prima del sisma sono stati venduti appartamenti da tremila euro al metro quadrato.

"Occorre localizzare - scriveva l'ingegnere nella sua relazione ufficiale - aree da destinare a punti permanenti attrezzati con rete di servizi (acqua, luce, telefono etc.) di superficie idonea all'approntamento di strutture mobili per il ricovero, il vettovagliamento e il ristoro dei sinistrati e l'atterraggio di mezzi di soccorso. Tali aree, in condizioni normali, possono fungere da parcheggi, mercato...". Parole al vento, come la necessità di un'attenta "verifica di idoneità ed eventuale adeguamento delle strutture scolastiche e degli edifici pubblici" che avrebbe salvato i ragazzi della casa dello studente. Il tempo per farlo dopotutto non mancava: quella relazione fu consegnata alla prefettura 20 anni e sei mesi prima che crollasse.

(23 aprile 2009)
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda cardif il 23/04/2009, 15:26

pinopic1 ha scritto: ... il rapporto inascoltato ..


Appunto. Si fanno le conferenze, le assemblee,... i politici presenziano e fanno le passerelle; poi: "scordiamoci il passato"... Ne arriva un altro e si ricomincia daccapo.
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 24/04/2009, 22:10

CONFERENZA: Si possono prevedere i terremoti?
CICLO: COME ALLA CORTE DI FEDERICO II

Interventi di Paolo Gasparini, con l'invervento di Giampaolo Giuliani, dipendente dell''Inaf, Istituto nazionale di astrofisica, da vari anni impegnato nella ricerca dei precursori sismici attraverso il radon

16/04/2009 ore 20.30
Sala Carlo Ciliberto Complesso Universitario Monte S. Angelo

http://www.dol.unina.it:8445/Mediateca/ ... nto=145061
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 25/04/2009, 9:37

pinopic1 ha scritto:CONFERENZA: Si possono prevedere i terremoti?
CICLO: COME ALLA CORTE DI FEDERICO II

Interventi di Paolo Gasparini, con l'invervento di Giampaolo Giuliani, dipendente dell''Inaf, Istituto nazionale di astrofisica, da vari anni impegnato nella ricerca dei precursori sismici attraverso il radon

16/04/2009 ore 20.30
Sala Carlo Ciliberto Complesso Universitario Monte S. Angelo

http://www.dol.unina.it:8445/Mediateca/ ... nto=145061


Grazie,
lo avevo già segnalato in questo stesso thread il giorno dopo.
viewtopic.php?p=11887#p11887
e tu mi avevi risposto, segnalando anche altre cose.
Se interessa sul blog di Marco Cattaneo (Le Scienze) c'è stata una accesa discussione su questo evento.
http://cattaneo-lescienze.blogautore.es ... ncrociate/
E' lo stesso che tu avevi segnalato quasi 10 gg fa e che si è notevomente arricchito, giorno per giorno.

Ciao,
Franz
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 25/04/2009, 10:21

"la probabilità che nell’aquilano ci sia un sisma di magnitudo superiore a 5,5 tra il 2008 e il 2012 è del 30 per cento,"

Chiedo agli amici esperti di statistica e calcolo delle probabilità:
Vuol dire che il 30% va diluito in 5 anni o che ogni giorno tra il 2008 e il 2012 esiste(va) la probabilità del 30%?
Poiché Gasparini dice anche che uno sciame sismico nel 70% dei casi non esita in un terremoto distruttivo (quindi nel 30% dei casi sì), qual è (era) la probabilità all'Aquila durante lo sciame sismico componendo il 30% generale con il 30% dello sciame?
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pagheca il 25/04/2009, 12:01

Pino,

se ho capito bene, significa proprio che la probabilita' che si verifichi almeno 1 sisma di magnitudo superiore a 5.5 entro il 2012 sia stata valutata al 30%. La probabilita' che capitasse, giorno per giorno, e' quindi in media infintesimale, ma si accumula progressivamente durante il periodo. E siccome la gente che vive in un posto ci passa in prevalenza tutto il periodo, la probabilita' finale risulta importante (30%).

Immagino che la conclusione sullo sciame sismico sia venuta dopo. Dato che l'accumulazione di tensione sulla faglia puo' risolversi in una serie di slittamenti lenti o in un evento catastrofico, lo sciame ha portato gli esperti a pensare che questa probabilita' si abbassasse. Bisogna considerare che il margine di errore in questi calcoli probabilistici e' enorme e praticamente ignoto. La cosa giusta forse sarebbe quella di dire cose del tipo "del 30% +/- 20%" ma e' chiaro che veicolare un messaggio del genere al grande pubblico sarebbe estremamente complesso . Dobbiamo fare uno sforzo per renderci conto che le incertezze umane in molte cose (dall'econometria alla previsione dei terremoti) sono enormi e, per la natura stessa di questi fenomeni, ineliminabili. E' un discorso che cerco sempre di fare per esempio quando faccio dei talk nelle scuole: insegnare il pensiero critico piuttosto che una serie di fatti. La scienza e' fatta di questo. Ma e' proprio la sua capacita' di non creare certezze che secondo me la rende superiore, in quanto e' l'unico approccio alla realta' realmente in grado di rendere l'individuo cosciente dei propri limiti.

Proprio per questo quello che conta e' uno stato si occupi di prevenzione. L'attenzione adesso e' centrata sull'acquilano. Ma cosa ne e' delle previsioni di una colata lavica vesuviana di cui oggi nessuno sembra preoccuparsi e che invece e' un pericolo reale e previsto? E' per questo che dobbiamo impegnarci tutti a evitare la logica della notizia in prima pagina e cercare il piu' possibile di non dimenticare mai che il quotidiano (sia come "giornale" che come aggettivo), in un certo senso, distorce la nostra sensazione del reale.

saluti
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pagheca il 25/04/2009, 13:19

pinopic1 ha scritto:Poiché Gasparini dice anche che uno sciame sismico nel 70% dei casi non esita in un terremoto distruttivo (quindi nel 30% dei casi sì), qual è (era) la probabilità all'Aquila durante lo sciame sismico componendo il 30% generale con il 30% dello sciame?


RIguardo a questa domanda, penso che la risposta sia teoricamente 0.3 x 0.3 = 0.09 (probabilita' di terremoto distruttivo del 9%) il che cambia sensibilimente la sostanza. Ma questo a monte di tutte le incertezze presenti, note e ignote.

pagheca

p.s. corretto giusto in tempo... :)
pagheca
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda franz il 25/04/2009, 13:51

pinopic1 ha scritto:"la probabilità che nell’aquilano ci sia un sisma di magnitudo superiore a 5,5 tra il 2008 e il 2012 è del 30 per cento,"

Chiedo agli amici esperti di statistica e calcolo delle probabilità:
Vuol dire che il 30% va diluito in 5 anni o che ogni giorno tra il 2008 e il 2012 esiste(va) la probabilità del 30%?
Poiché Gasparini dice anche che uno sciame sismico nel 70% dei casi non esita in un terremoto distruttivo (quindi nel 30% dei casi sì), qual è (era) la probabilità all'Aquila durante lo sciame sismico componendo il 30% generale con il 30% dello sciame?

Non è corretto indurre conclusioni puntuali sulla base delle probabilità connesse a piu' classi di fenomeni.
La frase è sicuramente sibillina ed ora cerco di spiegarla in parole povere.
Prima premetto che non sono un grande esperto ma che oltre agli studi universitari ho lavorato 3 anni in un ufficio di statistica, imparando moltissimo in tante discussioni e tante applicazioni pratiche.
Si usa fare questo esempio.
Maria è una donna di 45 anni, greca, nera di capelli, fuma come tutti i greci ;) , con due figli e lavora in una industria chimica in Italia.
I valori che espongo sono tutti inventati e sono solo a titolo di esempio di fantasia.
Maria legge in una rivista dal parrucchiere che le donne nell'età compresa tra i 35 ed i 45 anni hanno il 7% di sviluppare un tumore all'utero. Su un'altra rivista apprende che le donne greche con i capelli neri hanno il 12% di rischio per lo stesso tumore. Discutendo con una amica viene a sapere che in Italia per chi fuma le probabilità sono pari al 10% ma per chi ha avuto 2 o tre figli in Europa le cose vanno meglio ed il rischio è del 5%. Purtroppo pare assodato che chi lavora in una industria chimica, in base ad una ricerca mondiale, sia soggetto ad una percentuale elevata di tumori rispetto al resto della popolazione e si fa l'ipotesi di un 15~20% in piu'. Se consideriamo che Maria vive in provincia e non in città, potremmo anche prendere in considerazione uno studio finlandese che ci dice che chi vive in campagna ha la metà del rischio rispetto a chi vive in città.

Maria è confusa e si chiede: quale è la probabilità che mi capiti questa brutta cosa?
La risposta è che sulla base dei dati forniti non possiamo calcolare la probabilità di Maria.
Non sono insiemi coincidenti e le probabilità delle singole classi non sono applicabili ai membri che si riconoscono in ogni classe.

Nel nostro caso una cosa è la probabilità del 30% che nella regione aquilana ci sia un terremoto in un determinato periodo di tempo, mentre la probabilità che in presenza di sciame sismico nel 70% dei casi non si arrivi ad un forte terremoto è uno stodio globale, non locale. Gli insiemi non coincidono e non si possono sommare pere con mele. Se lo studio fosse fatto nella regione dell'aquila magari si arriverebbe a conoscere che, per le caratteristiche geomorfologiche della regione, in presenza di sciame la probabilità di forte evento è del 90%. Ecco che cambia tutto.

Ciao,
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Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

Messaggioda pinopic1 il 26/04/2009, 11:27

Ma se io lancio un dado ho 1/6 probabilità che esca il 6. Se lancio il dado più "volte", ogni volta ho la stessa probabilità. Ora l'arco temporale 2008-2012 può essere considerato come la "volta" nel lancio del dado? La risposta credo risieda nella geologia e nei dati che si considerano per fare quella previsione probabilistica.
Se è così, se l'arco temporale considerato corrisponde ad un lancio del dado, ogni giorno è uguale ad un altro e sempre la probabilità è del 30%.
O no?
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