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Santoro ad "Anno zero"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 21/04/2009, 12:55

franz ha scritto:
pagheca ha scritto:no, Franz, non siamo d'accordo perche' io non credo che il problema sia la faziosita' quanto piuttosto la continua, petulante, piagnucolosa, ossessiva idea che si possa costruire una televisione "non faziosa", quando e' chiaro che dipende drammaticamente dai punti di vista e dalle opinioni personali.

No. Questo non lo capisco per cui se me lo spieghi meglio mi fai un favore.
Il problema, a sentire te, è la qualità. E non dico di no: sono d'accordo
A sentire me è la faziosità.
Per me inoltre sono facce della stessa medaglia. La faziosità è un lato, la bassa qualità è l'altro.
Entrambi si esaltano con la lottizzazione.

Tu dici che "dipende drammaticamente dai punti di vista e dalle opinioni personali".
In che senso? Sono la causa e tutto il resto è l'effetto?
E soprattutto "i punti di vista di chi"? Di chi guarda le trasmissioni politiche in TV, di chi non le guarda, dei politici, di noi appassionati di politica?

Franz


io penso che il problema reale sia l'attenzione che si da alla tv in italia, piu' che la faziosita', che e' comune ovunque ed e' di fatto inevitabile. I punti di vista che interessano sono ovviamente quelli di chi esprime opinioni su programmi televisivi (che spesso non ha nemmeno visto).

Da un lato c'e' questa ossessione per la politica (o meglio, per i politici) che gronda ovunque, anche in TV visto che ogni tg si apre, diversamente che in altri paesi con la carrellata di opinioni di questo e di quello su questo e quell'argomento, dal terremoto alla cucina alla televisione stessa.

Tu, Franz, parli di faziosita' come di una cosa che si puo' stabilire a priori, delimitare per legge. Non ne sono tanto convinto. Se applicassero qui lo stesso metro ai tg bbc io penso che la meta' della gente (chi vota laburista) direbbe che e' troppo contro il governo, e l'altra meta' che e' troppo a favore. E allora? Che fare? Il fatto e' che nonostante questo qui nessun politico sta a discettaer di informazione in tv da mane a sera, e nessuno, nel pubblico, si aspetta che lo faccia.

salutones
pagheca
Ultima modifica di pagheca il 21/04/2009, 13:05, modificato 1 volta in totale.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 21/04/2009, 13:02

pagheca ha scritto:vorrei anche precisare che non penso affatto che la tv (in generale) britannica sia tutto questo fenomeno. Anzi, secondo me fa veramente schifo. Ci sono trasmissioni ragazzi che fanno accapponare la pelle. Non dimentichiamoci che The Big Brother, Orwell a parte, l'hanno inventato proprio qui e lo propinano in tutte le salse. Ma non e' solo questo, fa schifo anche la quantita' impressionante di format monotoni, tutti uguali. Se da noi c'e' la fissa delle ragazzotte seminude che sgambettano in tv (comune un po' a tutti i paesi latini e/o arretrati) qui ti fanno due balle terrificanti con le trasmissioni sulla compravendita di case, con quelle di qualche cuoco o invito a cena, o ancora peggio con storie di persone con difetti fisici

Si, ok, sappiamo che prendendo l'informazione nel suo complesso, UK non brilla.
Basta vedere i vostri tabloid scandalistici. Solito problema della domanda e dell'offerta.

Ma limitandoci al servizio pubblico radiotelevisivo ed alla qualità della informazione politica mi pare che tra BBC e RAI ci sia una netta differenza.

Franz
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pierodm il 21/04/2009, 13:15

Non so se sono andato fuori tema, anche perché non è ben chiaro quale sia diventato il tema.
Sono però complessivamente d'accordo con Pagheca, e infatti dicevo: tutto questo non crea un'assoluta eccezionalità dell'Italia, ma esaspera un problema che esiste ovunque, per il semplice fatto che ovunque tanto più un giornalismo è di qualità, tanto più si offre alla reazione della suscettibilità ferita di qualcuno: solo le soap-inchieste non pungono e non irritano nessuno.

Però Pagheca esagera, quando invita ad uscire fuori dal box italico: per capire e approfondire quello che avviene in Italia, è certamente utile avere uno sguardo attento a quello che avviene nel mondo, ma è necessario rimanere dentro al brodo di coltura italiano. Non c'è scampo: l'alternativa è quella di finire come infatti finisce Pagheca, cioè scrollarsi di dosso con insofferenza l'Italia e le sue miserie, cosa umanamente comprensibile che però non aiuta.

Vedo, comunque, con un minimo di soddisfazione che il discorso è arrivato finalmente dove ho tentato invano di portarlo fin dall'inizio: sul tema della qualità, contrapposta a falso problema della faziosità.
Io non ho mai nascosto di essere un sostenitore della faziosità, nel senso che qualunque tipo di informazione (educazione, cultura, indagine, apprendimento) non può prescindere da un tasso più o meno elevato di "presa di posizione", ossia dall'assunzione di un punto di vista, di un'ipotesi di lavoro, di un giudizio di valore, di una selezione dei problemi e di una loro classificazione, etc.
Quello che eventualmente incrina la qualità è la falsificazione, l'omissione dolosa, l'illazione fatta passare per "notizia", specialmente se questo avviene in un contesto che si vuole presentare come super partes: quindi, paradossalmente, la pretesa di oggettività rischia di aggravare i limiti dell'informazione, diventando la vera e principale forma di "faziosità" nel senso negativo che ne dà Franz.

I problemi del servizio pubblico derivano, in questo senso, dal fatto che mettiamo in rapporto l'informazione con il mondo politico, invece che con la realtà delle cose delle quali l'informazione si occupa. Noi facciamo questo rapporto, e soprattutto lo fanno coloro che fanno informazione, per le ragioni che ben sappiamo, che certo non sono molto onorevoli.
Quelli che semplicemente non guardano verso la politica e il governo, misurando su questo la propria opera, sono giornalisti che appaiono immediatamente scomodi e fuori dagli schemi diventati abituali.
dobbiamo invece estendere anche al di fuori dei TG questa osservazione.
Se si parla di un tema con inevitabili riflesi politici, ma che ha una sostanza in gran parte "tecnica", che senso ha non solo "l'equilibrio" politico, ma la presenza stessa di qualunque politico?
Per esempio sul tema del nucleare, della sanità, della scuola, delle calamità naturali, certamente c'è un problema di gestione politico-amministrativa, ma sulla base di valutazioni, studi, scuole di pensiero tecnico-scientifico, che andrebbe ben altrimenti approfondito di quanto si fa abitualmente: una buona trasmissione o un'inchiesta su questi temi, io credo, dovrebbe dare uno spazio molto esteso a questi aspetti, invece che calcolare col bilancino se una tesi o un'interpretazione risultano di destra o di sinistra, governative o non governative, e su questo bilancino misurare il proprio "equilibrio".
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 21/04/2009, 13:52

pierodm ha scritto:Vedo, comumue con un minimo di soddisfazione che il discorso è arrivato finalmente dove ho tentato invano di portarlo fin dall'inizio: sul tema della qualità, contrapposta a falso problema della faziosità.
Io non ho mai nascosto di essere un sostenitore della faziosità, nel senso che qualunque tipo di informazione (educazione, cultura, indagine, apprendimento) non può prescindere da un tasso più o meno elevato di "presa di posizione", ossia dall'assunzione di un punto di vista, di un'ipotesi di lavoro, di un giudizio di valore, di una selezione dei problemi e di una loro classificazione, etc.
Quello che eventualmente incrina la qualità è la falsificazione, l'omissione dolosa, l'illazione fatta passare per "notizia", specialmente se questo avviene in un contesto che si vuole presentare come super partes: quindi, paradossalmente, la pretesa di oggettività rischia di aggravare i limiti dell'informazione, diventando la vera e principale forma di "faziosità" nel senso negativo che ne dà Franz.

Premesso che a grandi linee concordo (una volta tanto, come richiesto, cosi' per un po' anni sono a posto :-) ) vorrei chiarire due cose.

a) la presa di posizione compete soprattutto a chi è di parte, quindi nessun problema che politici diversi, invitati in trasmissione, diano la loro visione delle cose. Poi dipende da come sono bravi a farlo e da chi hanno davanti, da come sono stati assortiti gli ospiti. Un buon conduttore deve per prima cosa "gestire bene" tutto questo. Poi a me (e penso al pubblico) interessa saprere cosa su un certo tema pensa Tremonti, D'Alema, Travaglio, Marcegaglia, Franceschini, Di Pietro, Giordano (molto meno) ma che il 30% della tramissione debba sorbirmi le domande fiume di Santoro o di Vespa, che appaiono spesso sermoni politici non richiesti, non lo sopporto. Il conduttore deve condure, preparare gli spunti d'inchiesta, scegliere gli ospiti, organizzare una trasmissione interessante. Quale che sia il suo giudizio di valore (ovvio che ne ha uno) non interessa. Anzi se vedo che il suo giudizio di valore pilota la trasmissone, filtrando domande, servizi, ospiti, cerco altro da vedere in serata (ed ho come alternativa una dozzina di libri da finire e varie discussoni in tanti furum per cui non rischio la noia per inattività mentale).

b) la faziosità come rischio non è solo in chi si presenta come super partes ma non lo è (come Bruno Vespa) ma anche in chi non fa mistero del suo colore politico. Possiamo avere conduttori che si presentano come super partes e che lo sono veramente. Merce rara ma non impossibile. Possiamo avere conduttori colorati (riconosciuti come tali) e che riescono ad essere super partes facendo una TV di qualità (come esempio Fabio Fazio) o accettabile (come Floris in Ballarò) come ci possono essere conduttori colorati che fanno apertamente una trasmissione faziosa (salto quando ripresi).
Io quindi non sto a vedere l'intenzione originale del conduttore ma osservo il risultato, che per quanto riguarda l'argomento del thread (Santoro) è di basso livello. Basso livello come offerta, perfettamente coincidente con il basso livello della classe politica di quella giornalistica ed infine anche della platea di spettatori. Anche se a sinistra siamo assai piu' esigenti.
Non a caso è soprattutto tra le file del centro sinistra che si levano critiche (che non vuol dire censura) ed anche Franceschini ha messo i puntini sulle "i" sulla criticabilità della TV di Santoro.

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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda cardif il 21/04/2009, 18:55

franz ha scritto:In ambito pubblico per me Vespa e Santoro .... Gli estremi per faziosità per me non possono vivere alle spalle del servizio pubblico ... Franz


Giustamente tu dici "per me", perché la valutazione della faziosità di un giornalista, scrittore, ... è soggettiva. E quindi, chi avrebbe il diritto di stabilire quale conduttore di una qualunque trasmissione è secondo lui fazioso? Oviamente non il governante di turno, altrimenti si avrebbe una informazione manipolata. Proprio per la soggettività della valutazione, la soluzione non è chiedere la presenza di tutto dovunque, per bilanciare le posizioni, ma lasciare la più ampia libertà di espressione di chiunque (magari entro i soli limiti della decenza, "per me" superati da Fede). Ben vengano trasmissioni condotte da giornalisti-conduttori di qualunque "fazione", purché bravi. Gli utenti avranno un ventaglio ampio in cui scegliere. Certo, può darsi che vedano solo quelli a loro graditi, ma non credo che una trasmissione (e la TV nel suo complesso) possa porsi lo scopo di "educare" ad una visione ampia, altrimenti lo dovrebbe fare anche nei cartoni animati o nella prova del cuoco.
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Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 21/04/2009, 19:23

concordo.
Soprattutto questo rimuoverebbe questa "ossessione televisiva" che secondo me e' la causa di questo casino. Troppa attenzione alla tv non mi pare che ne abbia consentito il miglioramento.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda ranvit il 21/04/2009, 19:46

In effetti la materia si presta male ad essere regolata....qualsiasi tentativo di definire la faziosità o altro si trasformerebbe nella migliore delle ipotesi in una gabbia, nella peggiore in censura.
Una cosa è certa : la politica dovrebbe stare fuori dalla Rai cosi' come dalle Asl e Ospedali.

Per il resto, come ho già detto, Santoro non mi piace perchè lo giudico fazioso ma è bene che possa continuare a fare le sue trasmissioni.
Io mi limiti a non vederlo.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 21/04/2009, 23:25

cardif ha scritto:Giustamente tu dici "per me", perché la valutazione della faziosità di un giornalista, scrittore, ... è soggettiva. E quindi, chi avrebbe il diritto di stabilire quale conduttore di una qualunque trasmissione è secondo lui fazioso?
Giustamente dico "per me" perché non potrei dire diversamente.
Il diritto di stabilire, di valutare per me è chiaro.
O un sistema si autoregola, di dota di un codice di condotta interno e di strutture autorizzate a predere provvedimenti (come fa il sistema pubblcitario con il suo giurì e le sue regole interne e come fa il calcio, con la sua giustizia sportiva) oppure per forza la valutazione sarà esterna con tutti i rischi del caso. Per me la prima soluzione è la migliore e tiene lontana la politica ed i politici. Il sistema pubblicitario ha linee guida che permettono di identificare se una pubblicità è scorretta. Sono elencate tutta una serie di cose che non si possono fare. E come ovvio ogni lista è migliorabile. Considera che il sistema funziona per autoregolamentazione perché se qualcuno viola una regola, saranno gli altri, ligi alla norma, a farlo notare. Quindi se Vespa fa una trasmissione faziosa saranno gli altri a dirlo (ed a comportarsi bene) ma sarà solo il gran giuri' a valutare la fondatezza della critica. Ovviamente c'è il rischio fondato che l'adeguamento non sia verso l'alto ma verso il basso. Nel senso che potrebbe anche capitare che nessuno contesta a Vespa la sua faziosità, per poter razzolare male anche loro. E qui o funziona bene autonomamente un gran giuri' oppure il sistema cade e entra in funzione l'intervento esterno.
Che immagino nessuno voglia.

Ciao,
Franz
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda lucameni il 21/04/2009, 23:42

Non credo si possano fare facilmente paragoni tra Vespa e un giornalismo più o meno corretto o fazioso.
Perchè quello che fa il buon Bruno dubito proprio possa essere definito giornalismo; attività nobile che necessiterebbe di un minimo di approfondimento e indipendenza. Su quello, su un diverso modo di declinare il giornalismo si può dsicutere. Non certo nel mostrarsi uno scendiletto o un maggiordomo.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pierodm il 22/04/2009, 1:00

Franz.
Premesso che a grandi linee concordo (una volta tanto, come richiesto, cosi' per un po' anni sono a posto)

Te piacerebbe...
E infatti, un post e mezzo dopo ci risiamo - dal che non capisco in che cosa saresti d'accordo con quello che avevo detto.
O meglio: prima ti dichiari - per grandi linee - d'accordo, e infatti in modo molto accidentato ti esprimi sulla faziosità riportandola alla fine nel concetto di "qualità", quando parli di quello fatto bene e quello fatto male, etc.
Poi però, nei post seguenti ti dimentichi tutto, e ritorni allao stadio precdente, anzi aggravandolo, quando accenni - in modo non chiaro - ai "gran giurì" e in sostanza ad una forma di giudizio semi-burocratico su una faziosità che è tornata ad essere evidentemente scissa dal concetto di qualità.

Secondo me il tuo punto di vista è molto più semplice, se espresso in altro modo, al quale sei andato vicino nel post delle grandi linee: Santoro non mi piace, Floris mi piace un po' di più, Report mi piace tanto. Punto.
Ma probabilmente il "mi piace" ti sembra troppo soggettivo, e vuoi razionalizzare e teorizzare per dare alla tua opinione forma di oggettività, e i conti non tornano: di oggettivo in questo campo c'è solo il rispetto dei fatti accertabili e incontrovertibili, tutto il resto lo possiamo discutere solo sul piano della qualità.

Tornando un momento sul gran giurì, teniamo presente che qualcosa di simile già esisterebbe: l'Ordine dei giornalisti.
Fortunatamente, l'Ordine si limita ad essere una delle anomalie italiane per il solo fatto di esistere, senza aggravare la propria posizione con interventi di merito sul lavoro dei suoi iscritti, se non in casi eccezionali - nel senso che sono una rarissima eccezione, che non riguarda nemmeno la faziosità o la qualità, ma in genere le pubblicità occulte e roba del genere.

Personalmente, invece, io non faccio tanto lo schizzinoso: se il giornalista è vivace e fantasioso, mi sta benissimo anche la faziosità più sfacciata, compresa quella di certi (resuscitati) fascisti dichiarati.
Ma io si vede che sono uno strano: in tempi andati sostenevo che era assurda la norma "transitoria" sulla ricostituzione del partito fascista, e ho sempre pensato che anche gli apologeti del nazismo avessero diritto di esprimere liberamente la propria opinione, stampare giornali e libri, indire conferenze e partecipare a trasmissioni televisive.
Il fatto è che - se è vero che interessa la "verità" - un barlume, o anche più di un barlume, di verità esiste in qualunque posizione, e solo la passione che deriva dalla "faziosità" è capace di farla venire fuori, e di renderla viva, interessante.
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