franz ha scritto:Annalu,
Ho detto che per me le angurie fuori sono verdi.
Tu sostieni di aver capito leggendo che a mio avviso le angurie sarebbero viola.
Ho ribadito e ribadisco ancora che per me le angurie fuori sono verdi.
Non c'è nulla da chiarire ulteriormente.
[...]
Se tu vedi un brano un cui ho scritto quello che non ritengo di aver detto mettimi pure la citazione.
Ovviamente i miei interventi sono stati tanti per cui forse in alcuni ho già chiarito cose che non erano
abbastanza chiare subito ma questa è la normale dialettica.
Non scrivo romanzi ... cerco di procedere passo passo.
Franz
Che dire?
Raccolgo la sfida, limitandomi agli ultimi due interventi che mi riguardano: questo e quello di ieri alle 19:08.
dubito che l’affermazione “le angurie sono verdi” sia un esempio pertinente per un discorso complesso come quello riguardante la correttezza dell’informazione e i vincoli legati ad un servizio pubblico (ma anche cosa significa servizio pubblico nella Tv italica). Le semplificazioni eccessive sono spesso causa di pasticci, ma ci proverò.
Su una cosa hai ragione: tu intervieni molto, ma usi quasi sempre le stesse frasi; vediamo se sono in grado di fare una corretta analisi del testo, riferita a ciò che scrivi: tieni conto che non è il mio mestiere, ma ci provo.
Vado a ritroso.
franz il 19/04/2009. 19:08 ha scritto:
1) L'equilibrio lo richiedo e lo pretendo nel servizio pubblico. In campo privato è un optional gradito, anti graditissimo ma non possiamo pretenderlo. Nel settore pubblico invece di reti e trasmissioni lottizzate e colorate, vorrei vedere un competizione tra trasmissioni di taglio diverso ma tutte equilibrate e non faziose.
Il discorso sin qui è chiaro e coerente. Tu ritieni che il “servizio pubblico” abbia
l'obbligo a che le trasmissioni siano equilibrate. Il termine che usi è “
lo pretendo”, ma dato che la tua “pretesa” la ritieni un diritto, di fatto crei un obbligo per la TV.
Da questo derivano conseguenze dirette ed immediate: se
le trasmissioni devono essere
obbligatoriamente equilibrate, ne consegue inevitabilmente che
le trasmissioni faziose sono vietate. O no?
E passiamo al punto seguente:
franz il 19/04/2009. 19:08 ha scritto:3)
Non voglio censurare nessuno ed ho scritto molto chiaramente che una cosa è la critica
(doverosa se la riteniamo necessaria, come ha fatto anche Franceschini) ed una cosa è la censura, che non ammetto e non giustifico.
Sul fatto che la critica (del tutto legittima, concordo) sia diversa dalla censura, non ci piove.
Però come la mettiamo, rispetto alla frase citata prima?
Facciamo un sillogismo, utilizzando le tue frasi:
1. Pretendo l’equilibrio nel servizio pubblico (cioè le trasmissioni non equilibrate sono non ammesse, vietate).
3. La trasmissione di Santoro non è equilibrata.
4. Conclusione … prova tu a trarre l'unica conclusione possibile!
Se torniamo alle angurie, il tuo discorso suona così:
1. Le angurie in vendita al mercato devono essere verdi (lo pretendo, è obbligatorio).
2. L’anguria di Santoro è viola.
3. Quindi
vendere al mercato l’anguria di Santoro è vietato.
Ma tu precisi: "voglio solo dire che il viola non mi piace"?
Se fai solo una critica, devi dire che
ti piacciono solo le angurie verdi, nulla riguardo a ciò che il mercato può o meno vendere.
Le considerazioni riguardo all’obbligatorietà di un determinato colore delle angurie in vendita, presuppone
l'obbligatorietà di scartare le altre, che in termini di trasmissioni televisive significa
censura.
O no?
Se vuoi, posso continuare, però preferirei fermarmi qui.
Che dici, ci pensiamo un po’ su?
Ciao
annalu