le
15 16 lezioni del terremoto abruzzese alla politica
Lezione N 16, non ancora capita: la prevenzione.
Si fa tanto di lodare l'intervento, a cose fatte, della Protezione Civile.
vero, ma è mancata parecchio la prevenzione, pur in presenza di mesi di scosse all'interno di un costante "sciame sismico".
A cui si è risposto dicendo, tutto sommato: "nessun problema, monitoriamo, la situazione è sotto controllo, niente allarmismi".
Oggi a mio avviso si usa la grande capacità dei volontari e degli addetti ai soccorsi come "foglia di fico" per coprire la vergogna di uno Stato che è stato latitante nei due mesi precedenti e non ha fatto nulla per cercare di mettere in sicurezza la popolazione.
Si potevano approntare i soccorsi in loco, tende per ospitare gli abitanti delle case piu' a rischio.
C'erano i segnali da mesi di un intensificarsi, anche senza dar retta agli avvisi di Giuliani.
Si doveva fare di piu'.
Interessante leggere cosa dice questo medico.
http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... ttera.htmlIL DIARIO/ Una settimana dopo, da un ospedale di Roma
una domanda: perché 200 scosse non hanno provocato reazioni?"Io, medico ferito e sfollato dico:
l'allarme alla città andava dato"....
E' già tempo di leccarsi le ferite e proporre rapide soluzioni. E' vero. E' anche vero che se il dolore non deve alimentare né rendere faziosa la rabbia, non deve neanche occultare le legittime domande del caso. Non ho velleità polemiche, e la gratitudine a tutti coloro che si sono adoperati per la mia città è infinita.
Non posso, nel nome di quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione preventiva e all'informazione fuorviante.
Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L'Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. "Non creiamo allarmismi".
Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato.
Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti.Questo è il mio principale rammarico. Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un'auto fuori dal garage ora l'avrebbero a disposizione, se in quell'auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d'acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d'acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l'esterno perché aveva il cellulare in un'altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto!
E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)