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sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda carlo gualtieri il 28/06/2008, 18:01

Posto qui un articolo di Fabio Salierno che mi convince.


Intervenendo in una materia cosi’ delicata come quella della scelta del sistema elettorale, non si puo’ prescindere dal fare alcune considerazioni.
A) La prima e’ il rapporto tra elettore ed eletto: ossia il delicato meccanismo della rappresentativita’.
Siamo di fronte ad un divario gigantesco tra “popolo sovrano” (art. 1 comma 2 Cost.) ed eletti.
Grazie alla legge elettorale in vigore, infatti:
a) gli elettori sono stati letteralmente espropriati della facolta’ di scelta dei candidati (affidata ai meccanismi interni dei partiti);
b) grazie a vari filtri, alchimie e “premi”, la rappresentanza parlamentare non corrisponde alle indicazioni di voto espresse dagli elettori;
c) gli elettori possono solamente indicare lo schieramento di governo preferito nell’ambito di una delle coalizione di governo che vengono loro proposte gia’ “preconfezionate”, al fine di far scattare il c.d. “premio di maggioranza”.

Questo scelta politica operata da un gruppo di tecnocrati in virtu’ di una pretesa, superiore ideologia della “governabilita’”, ha determinato lo scollamento tra il ceto politico e la gente, espropriata di fatto tanto nel proprio diritto di elettorato attivo che passivo.
La conseguenza e’ stata il proliferare di liste e listarelle e l’aumento complessivo del numero dei partiti. Con conseguente dispersione del voto e ulteriore frattura tra indicazione popolare ed effettiva rappresentanza parlamentare (i piccoli partiti non raggiungendo il quorum vengono automaticamente esclusi).

Dal che, ne e’ quindi derivato il successo della c.d. “antipolitica” o, meglio, della forte disaffezione delle persone verso le istituzioni e verso i gruppi dirigenti che si vedono, appunto, non piu’ “emanazione” della volonta’ popolare ma selezionati in ambito di una “casta” sempre piu’ autoreferenziale, inaccessibile, destinatari, come una volta i Sovrani, di una sorta di investitura di stampo divino.
Non c’e’ altro modo per spiegare il “grillismo”, il successo di mal scritti pamphlet come quello di Rizzo e Stella, la rabbia sociale dei ceti esclusi (colpiti con la repressione e coi militari), il disamore per la politica in genere che si respira nei mercati, nelle piazze tra le gente (basta, pero’, non smettere di frequentarla).
Con l’ulteriore corollario di una perdita di legittimazione da parte dei partiti politici e, quindi, di un ulteriore indebolimento delle classi dirigenti; indebolimento che e’ stato giustamente sottolineato da Massimo D’Alema nel corso della sua recente intervista alla rivista Italiani Europei quale motivo che, insieme ad altri anche di ordine storico, determina l’incapacita’ dei politici di affrontare con efficacia i problemi del Paese e la debolezza verso gli interessi corporativi e di nicchia.
Ingredienti quelli sopra che in altre epoche storiche determinarono la presa di Bastiglie che sembravano fino ad allora insepugnabili e che, invece, furono alla fine letteralmente polverizzate nella materia e scolpite nella Storia e nell’immaginario collettivo.
Il sistema elettorale non puo’ da solo risolvere crisi politiche, sociali e di sistema, con compiti quasi messianici.
Il compito di qualunque sistema elettorale e’, infatti, semplicemente quello di tradurre i voti degli elettori verso i partiti in corrispondenti seggi elettorali.
E cio’ e’ valido sia per i sistemi di tipo maggioritario che per quelli di tipo proporzionale.
Teoricamente, il sistema migliore sarebbe, a parere di chi scrive, quello che, con minore errore matematico possibile, traducesse esattamente la volonta’ del corpo elettorale in corrispondente forza parlamentare, consentendo contemporaneamente ai cittadini di poter indicare anche il candidato riferito al partito da essi preferito.
Ossia un sistema elettorale di tipo “proporzionale”. Infatti trovo francamente ingiusto trasformare delle minoranze in maggioranze attraverso premi ed alchimie in nome di una pretesa governabilita’ che trascura ed espropria la gente della sua indicazione elettorale.
L’assemblea costituente manifesto’, con un ordine del giorno, la preferenza per il sistema proporzionale nell’elezione dei membri della Camera dei Deputati quale migliore modalita’ per assicurare l’eguaglianza del voto prevista dall’articolo 48 comma secondo della Costituzione.
Tuttavia, i padri costituenti, non intesero evidentemente costituzionalizare la materia, lasciando libero il legislatore ordinario di dettarne la relativa disciplina.
La Corte Costituzionale ha interpretato il concetto di “eguaglianza” del voto dei cittadini previsto dall’art. 48 Cost., nel senso di non essere ammessa alcuna forma di voto multiplo o plurimo, dovendo assicurasi la pari capacita’ elettorale.
Il sistema tedesco di cui si discute (che, e’ bene dirlo, risale al 1949 con l’importante modifica introdotta nel 1953 di poter differenziare i voti rispettivamente destinati al candidato nel collegio uninominale ed alla lista) accoglie il principio rappresentativo di tipo proporzionale. E, quindi, e’ forse quello piu’ in “linea” con la Costituzione e la volonta’ dei suoi padri fondatori.
Per spiegare il sistema tedesco in sintesi basti dire che l’elettore ha diritto a due voti: col primo elegge il candidato al collegio uninominale; con l’altro la lista prescelta.
I seggi da assegnare sono complessivamente 598 di cui la meta’ (299) sono assegnati in collegi uninominali. L’altra meta’ con metodo proporzionale.
Senza dilungarci in noiosi meccanismi, basti dire e sottolineare che il sistema prevede un meccanismo tale per cui il numero totale dei seggi ottenuti col voto per il collegio uninominale e quelli a scrutinio di lista proporzianale vengono riparametrizzati in modo da conservare un risultato aderente alle manifestazioni degli elettori.
Al riparto proporzionale partecipano solo le liste che abbiano ottenuto almeno il 5% dei voti nella lista a scrutionio proporzionale o almeno tre mandati nei collegi uninominali.
Non sara’ perfetto. Ma attualmente quello tedesco e’ l’unico sistema che consente almeno di far grosso modo coincidere volonta’ degli elettori e la relativa rappresentanza parlamentare.
B) La seconda considerazione attiene alla ricerca di maggioranze omogenee a seguito del responso delle urne (e non con coalizioni rigidamente predeterminate o trasformando artatamente delle minoranze in maggioranze).

Il sistema tedesco, a differenza dell’italiano attuale, consente la ricerca di soluzioni di governo senza alcun “preconfezionamento” in coalizioni rigidamente predeterminate. Cio’ rende possible la ricerca della soluzione piu’ efficiente in un dato momento storico e la possibilita’ di esplorare alleanze sulla base del peso politico dato dagli elettori (i quali alla successiva tornata elettorale potranno esprimersi in merito alle scelte politiche effettuate fornendo o meno il loro consenso nell’urna).
Infine: e' bene chiarire come la bozza Bianco preveda che ogni partito, all'atto del deposito del contrassegno, debba indicare, oltre ad un programma di governo, anche il candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Da un lato, quindi, si evita un rigido "preconfezionamento" delle colaizioni ma si indica comunque una strada coalizionale pre-elettorale.
Tuttavia la bozza Bianco presuppone il superamento del bicameralismo perfetto attualmente vigente (i meccanismi per l'elezione del Senato e della Camera sono assolutamente diversi perche' diversa dovrebbe essere la funzione attribuita ai due rami del Parlamento).
Quindi e' una strada molto piu' lunga e quasi utopica. Non basta piu' la legge ordinaria ma occorre addirittura una riforma costituzionale.

Fabio Salierno
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda lucameni il 28/06/2008, 18:16

"Il sistema tedesco, a differenza dell’italiano attuale, consente la ricerca di soluzioni di governo senza alcun “preconfezionamento” in coalizioni rigidamente predeterminate. Cio’ rende possible la ricerca della soluzione piu’ efficiente in un dato momento storico e la possibilita’ di esplorare alleanze sulla base del peso politico dato dagli elettori"

A me convince proprio questo.
L'idea che ho sempre contestato era ed è che questo bipolarismo, di fatto nato sulla spinta della scesa in campo di Berlusconi, andasse bene così (da qui la cosidetta "Unione" e l'apprezzamento di personaggi come Rovati per la scelta di B. di "scendere in campo" ed aver contribuito così a questo bipolarismo).
Un sistema tedesco potrebbe rendere il dibattito meno ideologico (anche in questo contesto un Parisi) e permetterebbe di concentrare la propria attenzione su quanto di distorto esiste oggi nella vita politica (vedi alla voce informazione e voglia di padrone) e non su dogmi tipo appunto "questo" bipolarismo.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda mario il 28/06/2008, 23:24

Il sistema che preferisco è quello che permette il massimo della partecipazione ed il massimo della governabilità.
Il primo obbiettivo penso che lo si raggiunga maggiormente con i collegi uninominali e non con le liste di partito.
Il secondo riconoscendo un premio di maggioranza all’alleanza (dichiarata prima delle elezioni) che prenderà più voti.
Il sistema proporzionale non credo che assicuri questi obbiettivi. Temo oltretutto che determinerebbe una proliferazione di sigle ed una concentrazione del potere nelle segreterie dei partiti.
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda franz il 29/06/2008, 9:04

mario ha scritto:Il sistema che preferisco è quello che permette il massimo della partecipazione ed il massimo della governabilità.

Concordo.
Il problema è che il nostro è un sistema parlamentare, inteso non tanto come sistema in cui c'è un Parlamento (cosa ovvia in ogni democrazia) ma come sistema in cui è il Parlamento (potere legislativo) a dare la fiducia al Governo (potere esecutivo).
La necessità di governabilità è una caratteristica che necessita al Governo ma poiché la fiducia nasce dalle Camere, anche loro devono avere questa caratteristica. Da qui discende la necessità di avere una legge elettorale che costruisca un Parlaento dotato di caratteristiche di stabilità. Una impossibile quadratura del cerchio.

Ma ..... e qui viene la parte interessante, i due poteri, legislativo e esecutivo, sono molto diversi e devono essere separati (per il concetto fondamentale della separazione dei poteri) cosa che pero' da noi non succede. Vediamo tutti quanto il Governo dipenda dalle Camere e dai salti della quaglia dei piu' ballerini.

Il sistema che preferisco io invece è un sistema in cui si eleggono separatamente e direttamente i due poteri, con tecniche elettorali diverse.

Se il potere esecutivo fosse eletto direttamente dal popolo, con un sistema maggioritario, nei seggi elettorali, sarebbe il Popolo (maiuscolo in quanto organo sovrano della Cost.) a dare la fiducia, non il Parlamento. E' una rivoluzione, sia chiaro. Andrebbe riscritta parte della nostra Costituzione e non credo che i parlamentari arriverebero mai a denudarsi di questo grande potere che è quello di dare e togliere la fiducia ai governi.

Tuttavia secondo me è l'uovo di Colombo.
Avremmo un Parlamento eletto su base perfettamente proporzionale, quindi con il massimo di rappresentatività popolare, a cui viene chiesto solo di fare le leggi ma non di dare la fiducia ai governi.
A cui viene chiesto di fare le leggi al di fuori di una logica (scusate l'eufemismo) di maggioranza/opposizione.
Non sarebbe piu' necessario avere maggioranza ed opposizione. Solo persone che pensano ed agiscono con la loro testa e producono leggi per normare la società.

Avremmo un governo eletto (non piu' "nominato") dai cittadini, su base ovviamente maggioritaria.
I compiti sono diversi. Il potere esecutivo ha compiti diversi da quello legislativo. Forse questo è un problema in Italia, perché invece ci sono sovrapposizioni erronee dovute alla poca chiarezza nel testo costituzionale sui rispettivi compiti (in realtà nemmeno elencati: i costituenti se ne dimenticarono).

Si devono predisporre gli adeguati controlli (il sistema delle garanzie) come avviene dove questo sistema è in uso.
Non ci sarebbe piu' necessità di elezioni anticipate. Bisognerebbe studiare in dettaglio come togliere la fiducia ad un governo ma la soluzione di principio c'è già. Il potere che dà la fiducia è l'unico che puo' toglierlo. In questo caso sono i cittadini, con un referendum di destituzione. Come l'istituto politico del "Recall" in California (31 milioni di abitanti, una potenza economica che credo superi l'Italia come PIL, lo poco ci manca). Oppure c'è la procedura di impeachment, in caso di reati gravi.

Avremmo quindi la massima rappresentatività al Parlamento e la massima governabilità nell'esecutivo.

Tutte le altre soluzioni sono dei palliativi. Secondo me no è possibile avere un Parlamento con caratteristiche di governabilità senza parallelamente togliere democrazia al sistema e rappresentanza ai cittadini.

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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda ranvit il 29/06/2008, 10:42

Già in altre occasioni ho avuto modo di dire che condivido, e non poco, questa soluzione che propone Franz.

Per maggiore informazione chiedo : in quali Paesi esiste? Come si puo' propagandarla? Perchè non iniziamo noi qui a diffonderla?

Vittorio
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda franz il 29/06/2008, 11:23

ranvit ha scritto:Già in altre occasioni ho avuto modo di dire che condivido, e non poco, questa soluzione che propone Franz.

Per maggiore informazione chiedo : in quali Paesi esiste? Come si puo' propagandarla? Perchè non iniziamo noi qui a diffonderla?

Vittorio

sicuramente esiste nei paesi a repubblica presidenziale (la nostra appunto è una repubblica parlamentare) e quindi direi Francia, Stati Uniti. A quanto mi risulta anche i cantoni svizzeri sono organizzati cosi' ma non il livello nazionale.
Credo che Guido Parietti sia piu' esperti di me e spero ti risponda in dettaglio.
Mi sembra anche possibile il paragone - pur con tutti i limiti - con la nostra elezione diretta del sindaco e dei governatori regionali, solo che li' la votazione della parte legislativa segue l'onda del potere esecutivo, con una sorta di premio di maggioranza e quindi non è proprio il sistema che auspico.

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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda mario il 29/06/2008, 13:20

Non sono d'accordo con te Franz.
In Italia non funzionerebbe.
Tu parli di proporzionale.
Ma hai presente Casini, Storace, De Michelis, Dalema, Marini, Bindi,Rutelli, Bordon, Bossi ecc. ecc. ?
Ognuno farebbe un suo partito.
Ma non ti è bastato l’esempio del partito democratico?
Una fatica di 8 anni per costituirlo dall’unificazione dei democratici, cento città, la rete, i popolari, i ds...... e poi magia!: Dalema ha formato il RED che non è una corrente, Rutelli i coraggiosi che non è una corrente, poi i Bindiani ecc.
Tu parli di separazione delle funzioni.
Da una parte il potere esecutivo dall’altro quello legislativo.
Ma tu davvero pensi che un potere legislativo formato dai partiti di Dalema, Rutelli, Storace ecc. lascerebbe in pace il governo.
Cercherebbe ogni giorno di condizionarlo con leggi nuove studiate apposta per farne una propria cinghia di trasmissione.
Sono convinto che non funzionerebbe.
mario
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda franz il 29/06/2008, 14:37

mario ha scritto:Non sono d'accordo con te Franz.
In Italia non funzionerebbe.
Tu parli di proporzionale.
Ma hai presente Casini, Storace, De Michelis, Dalema, Marini, Bindi,Rutelli, Bordon, Bossi ecc. ecc. ?
Ognuno farebbe un suo partito.

che i poteri possano e debbano condizionarsi, nella lro autonomia è normale e doveroso.
Ma senza la possibilità della fiducia / sfiducia che ci siano mille parlamentari di un partito o che siano mille parlamentari di mille partiti (ognuno il suo) non cambia poco o nulla (se non la difficoltà a farsi rieleggere).

Tu dici, ogni opinione è legittima, che non funzionerebbe.
Conosci il sistema attuale e vedi quello futuro come soccombente.
Ma questo in politica è un errore a mio avviso madornale.
Regole diverse implicano un diverso comportamento degli attori in campo.
Non regole "leggermente diverse", ... intendo "radicalmente diverse".

Vedi l'elezione diretta del sindaco. Ha funzionato.
Le città, il tessuto urbano stesso è cambiato quando siamo approdati al nuovo sistema elettivo.

Ciao,
Franz
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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda annalu il 30/06/2008, 11:34

franz ha scritto:[...] Vedi l'elezione diretta del sindaco. Ha funzionato.
Le città, il tessuto urbano stesso è cambiato quando siamo approdati al nuovo sistema elettivo.

Non mi ricordo bene, ma mi sembra che, al tempo in cui si discuteva di riforme elettorali, venne proposta anche la soluzione "Sindaco d'Italia" che a quanto dici, dovrebbe assomigliare a quello che tu proponi.

C'è quacuno che ricorda quali fossero gli elementi a favore, e quali quelli contro, che poi risultarono predominanti?

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Re: sistemi elettorali:col tedesco non si torna indietro

Messaggioda guidoparietti il 30/06/2008, 12:20

mario ha scritto:Non sono d'accordo con te Franz.
In Italia non funzionerebbe.
Tu parli di proporzionale.
Ma hai presente Casini, Storace, De Michelis, Dalema, Marini, Bindi,Rutelli, Bordon, Bossi ecc. ecc. ?
Ognuno farebbe un suo partito.
Ma non ti è bastato l’esempio del partito democratico?
Una fatica di 8 anni per costituirlo dall’unificazione dei democratici, cento città, la rete, i popolari, i ds...... e poi magia!: Dalema ha formato il RED che non è una corrente, Rutelli i coraggiosi che non è una corrente, poi i Bindiani ecc.
Tu parli di separazione delle funzioni.
Da una parte il potere esecutivo dall’altro quello legislativo.
Ma tu davvero pensi che un potere legislativo formato dai partiti di Dalema, Rutelli, Storace ecc. lascerebbe in pace il governo.
Cercherebbe ogni giorno di condizionarlo con leggi nuove studiate apposta per farne una propria cinghia di trasmissione.
Sono convinto che non funzionerebbe.

In realtà inverti il problema, perché qui abbiamo parlamenti debolissimi, non certo troppo forti. E il sistema proporzionale favorisce parlamenti ancora più deboli e quindi pericolose derive plebiscitarie, perché di fronte ad un parlamento frazionato in decine di partiti e incapace di decidere inevitabilmente il governo espanderebbe i suoi poteri (alcuni esempi di proporzionale + presidenzialismo si sono avuti in sud america...).
Infatti quel che dico sempre è che il governo staccato dal parlamento, come vorrebbe la classica dottrina della separazione dei poteri, funziona soltanto con un parlamento forte, e un parlamento forte può essere solo un parlamento eletto con un sistema uninominale, perché è l'unico che, al di là dei sogni (tipo le primarie col proporzionale...) consente contatto tra eletti ed elettori.
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