Unità, fiducia, realismo: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica
di Mario Ajello
ROMA (13 aprile) - Il terremoto sta terremotando la politica. Ma non nel senso catastrofico del termine. Tutt’altro. E’ come se un effetto politicamente positivo sia stato sprigionato da questa immane tragedia.
Il sisma sta dando ai leader, alle istituzioni, ai partiti, una quindicina di lezioni. Grazie alle quali, la vita pubblica potrebbe risorgere, dopo Pasqua, con un’immagine migliore.
LEZIONE NUMERO 1. Il terremoto insegna, al governo e all’opposizione, la virtù della moderazione. Ovvero, li sta spingendo ad approdare a una dimensione del confronto non esasperata, non divisiva e non conflittuale.
Ciò che gli italiani chiedono, invano, da oltre un decennio.
LEZIONE NUMERO 2. E’ la coda della precedente. Perché siamo di fatto, da lunedì scorso, in piena fase di governo (o di sub-governo) di solidarietà nazionale. Simboleggiata, fra l’altro, dalla stretta di mano tra Franceschini e Berlusconi, ai funerali di Stato.
LEZIONE NUMERO 3. L’anti-berlusconismo, che è stato l’alfa e l’omega della sinistra da oltre quindici anni, è superabile. E non è detto che questa guarigione dalla sindrome dell’Orco di Arcore non possa durare anche oltre l’emergenza terremoto ed estendersi in altri campi.
LEZIONE NUMERO 4. Il coraggio delle emozioni. Il Fattore Umano, come direbbe Graham Green, esplode a reti unificate. Le lacrime dei leader. La commozione di Stato.
Per gli abruzzesi, gente sobria, le emozioni dei politici vanno bene ma non devono essere guastate dalla volontarietà della lacrima. L’equilibrio fra dolore vero e dolore esibito è assai sottile, ma finora è stato rispettato.
LEZIONE NUMERO 5. Sta nella riscoperta della lezione di Norberto Bobbio. Il quale diceva che la democrazia è quel sistema che permette ilmaggior avvicinamento possibile fra le ragioni della morale e le ragioni della politica.
Per essere forte, infatti, la democrazia ha bisogno del più largo rapporto di fiducia reciproca fra cittadini e Stato.
LEZIONE NUMERO 6. Fiducia, appunto. Chiedere fiducia, dare fiducia. La fiducia come legame che accorcia lo spazio fra Paese e Palazzo.
LEZIONE NUMERO 7. Il terremoto insegna alla politica a fare unbagno di realtà e a prestare attenzione (anche attraverso la presenza fisica dei leader) al territorio. Da questo punto di vista Berlusconi, è super-edotto e ha passato la Pasqua fra gli sfollati.
LEZIONE NUMERO 8. Nelle calamità naturali si forgiano le leadership e si decide la sorte positiva o negativa degli uomini di Stato.
Pio XII, se non fosse immediatamente andato nel quartiere di San Lorenzo dopo il famoso bombardamento, la sua immagine storica sarebbe stata molto meno viva e positiva.
LEZIONE NUMERO 9. La ”politica del fare”. La concretezza al posto del bla bla. Le cartine topografiche (qui ricostruiamo in questo modo e lì ricostruiamo in quell’altro) al posto delle dispute.
E le decisioni che superano le mediazioni a vanvera. Siamo finiti su Marte?
LEZIONE NUMERO 10. Lo Stato c’è.
LEZIONE NUMERO 11. Il terremoto può spingere a una maggiore virtuosità finanziaria. Cioè a gestire meglio le risorse, e a trovare quelle necessarie per rimettere in piedi la vita e l’economia abruzzese così ridotta: il Pil dell’Aquila è tornato ai valori di 15 anni fa, ferme 12.000 imprese e 30.000 dipendenti rischiano il posto.
LEZIONE NUMERO 12. Il sisma insegna il legame fra cristianesimo e populismo. Che in quella parte dell’Abruzzo è fortissimo. E fa capire alla politica che le famose radici cristiane non significano soltanto ossequio alle gerarchie della Chiesa ma anche condivisione di un’etica del sacrificio e di una fede di tipo popolare che sono assai ramificate in questa gente di montagna, molto devota nel senso bellissimo della parola.
LEZIONE NUMERO 13. L’anti-politica non va più.
LEZIONE NUMERO 14. Che, come diceva l’abruzzese Ignazio Silone, parlando dei suoi ”cafoni”, «siamo sempre al venerdì santo».
Cioè alla via crucis sociale e politica. Questa immagine è sbattuta addosso ai rappresentanti del governo e dell’opposizione, e li sta facendo crescere.
LEZIONE NUMERO 15. Sapere che tutte queste belle lezioni, finora applicate, possono essere vanificate. Ma non sia mai.
da ilmessaggero.it
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=