Questa volta non riesco a non intervenire, sento il bisogno di dire come la penso in questo momento difficile.
Parto dall’intervento di Piero, del quale condivido molti passaggi.
Piero inizia riportando questo articolo:
pierodm ha scritto:Il leghista (Borghezio, ndr), ex sottosegretario alla giustizia, parla ai fascisti francesi dell'Ump: "Infiltratevi così..." L'europarlamentare, noto per le sue invettive e azioni razziste e xenofobe, suggerisce le tecniche più efficaci per infiltrare le istituzioni. Una di esse, come spiega, è quella di presentarsi come movimento territoriale e occupare in primo luogo i piccoli comuni, per poi arrivare "là dove si vuole arrivare". Tutto questo, ovviamente, va fatto con discrezione, "non bisogna assolutamente cedere alla tentazione di dichiararsi fascisti".
Poi afferma:
pierodm ha scritto: Il nazismo non è "sfociato" in una dittatura, ma è nato e cresciuto come una dittatura, e si è affermato dichiarandosi per ciò che era. Il Mein Kampf è del '24-'25 […]
Se colleghiamo i due discorsi (penso che fosse anche questo l’intento di Piero) ne traiamo una sola possibile conclusione: il partito di Borghezio, esattamente come un Hitler agli inizi, si dichiara da sempre per quello che è: un vero e proprio partito fascista.
Poi, come giustamente osserva Franz, l’Italia odierna non è esattamente come la Germania degli anni ’30, però forse ci sono delle analogie. E le analogie stanno in quello che Piero riporta: la repubblica di Weimar era una repubblica in crisi, debole e incapace di affrontare i gravi problemi dell’epoca, prima di tutto una gravissima crisi economica.
Siccome la situazione è analoga ma non uguale, vediamo quali analogie ci sono nella risposta berlusconiana all’attuale, italiana “repubblica debole”.
Prima di tutto, non si può negare che Berlusconi e Borghezio, pur con modi molto diversi, affermano lo stesso disprezzo per la democrazia parlamentare e per tutte le regole democratiche, viste come “ostacolo” all’operatività. Borghezio in modo aperto rivendica il suo fascismo ed il suo razzismo, Berlusconi lo fa in modo più sottile, ma la sostanza è quella.
Il fatto che una certa “linea” sia portata avanti contemporaneamente a più voci, è se mai un’aggravante.
Berlusconi poi sa mettere in atto tutte le sue capacità istrioniche e di venditore per “vendere” la sua ideologia, che non è altro che se stesso.
Noi lo troviamo spesso ridicolo ed inadeguato, ma forse
l’imbianchino tedesco non appariva anche lui un po’ ridicolo, prima che combinasse tutti i guai che ha combinato? Il “Mein kampf” è stato letto da pochi e capito da pochissimi, eppure le intenzioni manifestate erano chiare.
Berlusconi ora pare avere ambizioni molto più limitate.
Prima di tutto per l’età, poi perché il suo problema è più che altro il potere economico e l’ambizione di poter fare gli affari propri in completa autonomia.
Però le caratteristiche del dittatore le ha tutte: la capacità di affascinare la gente, la capacità di distogliere l’attenzione dai problemi reali dirottandoli su problemi ingigantiti ad arte, come la sicurezza minacciata dagli stranieri … Otre ad un ego genorme, ovviamente.
Le televisioni servono certo, ma non bastano: la fascinazione che i potenziali dittatori esercitano sulla popolazione non sono state mai capite a fondo, e restano un mistero. Se vediamo ora i discorsi di Mussolini o le parate oceaniche hitleriane, non si può non notarne gli aspetti ridicoli, eppure ciò che colpisce prima di tutto è l’adorazione della gente verso il “capo”, l’entusiasmo sincero e la sincera adesione acritica a ciò che il capo rappresentava e diceva.
Queste caratteristiche sono presenti anche nei “seguaci” di Berlusconi. E sono caratteristiche che devono preoccupare.
Ma ammattiamo pure che lui non possa, personalmente, creare una dittatura pericolosa come quelle del secolo scorso.
Berlusconi non è solo, c’è la Lega, c’è adesso quello che lui chiama partito … cosa accadrà dopo che si sarà ritirato dalla politica?
Cosa accadrà se sarà riuscito a scardinare le regole democratiche, ad esautorare il parlamento, a far passare l’idea che “con la Mafia si convive” ed altre amenità del genere?
Eppure a questo siamo davvero vicini.
Che fare? Chiederà Ranvit.
Posso solo rispondere che non lo so. Credo che si sia superato il punto di non ritorno.
L’unica è sperare che Fini sia ciò che al momento dice di essere, cioè rispettoso del parlamento e delle regole democratiche, e che sia vincente nel PdL.
Ma ne dubito. Soprattutto dubito che possa essere vincente.
E spero proprio di sbagliarmi.
Annalu