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Da Tremonti cose da comunisti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda pinopic1 il 14/03/2009, 15:56

Socialismo bancario
di MASSIMO GIANNINI


Di fronte alle tante "zombie banks" che si aggirano sinistre per il mondo, sarebbe sbagliata una difesa d'uffico del sistema creditizio. E in tempi di drammatico "credit crunch", resta drammaticamente vera la profezia di Mark Twain: un banchiere è un tizio che ti presta l'ombrello quando c'è il sole, e lo rivuole appena comincia a piovere.

Ma l'operazione "prefetto di ferro" orchestrata dal ministro Tremonti per vigilare sui flussi di erogazione del credito da parte delle banche è una misura di stampo sovietico. Ricorda la Gosbank degli Anni '20, che controllava per conto del Pcus il finanziamento del Piano quinquennale.

Nel consueto, assordante silenzio dei liberali alle vongole di casa nostra, fa dunque un fragoroso rumore la circolare del governatore Draghi, che avverte i nuovi "custodi" del Gosplan acquartierati a Via XX Settembre: la Banca d'Italia è disponibile a collaborare con i prefetti, ma secondo le leggi vigenti potrà fornire ai medesimi solo le informazioni territoriali e i dati aggregati sul credito, e non anche i numeri relativi ai fidi erogati dai singoli istituti. Ovvio, in un paese che ha a cuore il buon funzionamento del capitalismo liberale. Scandaloso, nell'unico paese in cui una destra pretende di governare con le regole del socialismo reale.

Infatti Tremonti, ancora una volta, non ha gradito le puntualizzazioni di Draghi. "Ci sarà un grande impegno dei prefetti" nel controllo sulle banche, ha rilanciato. "Io darei tutta la vigilanza sul credito alla Bce", ha aggiunto. Il superministro, con tutta evidenza, vede due sbocchi possibili per la Banca d'Italia: o si rassegna a prendere ordini dal potere politico secondo il modello della Gosbank sovietica, appunto, o si accontenta di rimanere in vita come innocuo centro di studi economici. In questo buio Medio Evo dei mercati globali molti banchieri hanno fatto danni giganteschi. Ma molti politici rischiano di combinarne di peggiori.
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda franz il 14/03/2009, 18:21

Cose da comunisti?
Esatto, e Martino, uno dei pochi liberali rimasti nella CdL (altri se ne sono già andati) aggiunge che:

Roma, 16:55
PDL: MARTINO, SOMIGLIA A FASCISMO NO A LIBERALISMO

"Il Pdl somiglia al colbertismo, al fascismo, al socialismo ma non al liberalismo. La mia tentazione e' quella di defluire dal Pdl". Lo afferma l'ex ministro della Difesa, Antonio Martino, intervenendo al convegno dei Riformatori Liberali di Benedetto Della Vedova. Martino ricorda di essere stato uno dei fondatori di Forza Italia e critica, senza citarlo, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: "La ragione per cui sono qui sono due esportazioni valtellinesi: una positiva, l'altra negativa. Quella positiva e' Benedetto Della Vedova". Martino pensa che la crisi economica attuale sia da addebitare alla politica, non ai mercati. "Ci sono stati gravi errori politici che hanno impedito ai mercati di funzionare. Ora resuscitano il corporativismo fascista e Keynes. Tenteranno di resuscitare anche Marx". Martino pensa che "l'Italia si salvera' solo se sapremo essere liberali fino in fondo. Siamo un Paese demograficamente morto. La popolazione diminuisce, abbiamo tanti ultra sessantenni e solo il 14% di questi lavora. Negli Stati Uniti e in Giappone le percentuali degli ultra sessantenni al lavoro sono piu' alte. In Italia, inoltre, le universita' sfornano fanatici inoccupabili, perche' sanno cio' che non serve. Sono, in sostanza, disertori della vanga".

(14 marzo 2009)
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda pinopic1 il 14/03/2009, 18:55

Prendendo le debite distanze (essendo io di sinistra) mi complimento con Martino.
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda pierodm il 14/03/2009, 23:44

Pino, mi sembra che tu sia un po' troppo precipitoso nell'applauso.

Quello che ho da dire l'ha già detto un autore, americano, che ho inutilmente ricordato sotto altro titolo una decina di giorni fa: inutilmente, perchè hanno fatto tutti finta di niente, forse perchè lo conoscevano bene, forse perchè non lo conoscevano affatto e hanno trovato scomodo quello che diceva.

I Liberali alla Martino - tra i quali molti liberali presenti e autocelebranti qui nel forum, e nell'Ulivo/PD - sono destinati sempre a preparare le valige, se per caso hanno un soprassalto di integralismo ideologico.
Lo sono soprattutto quando militano a destra, illudendosi che l'affarismo, le politiche di sostegno al grande capitale, le invettive "anti-comuniste" e tutto il consueto armamentario, che la destra esibisce quando le cose marciano bene per le banche e le grandi aziende, siano un segno sicuro di "società liberale" e governo anche.
Questi liberali duri e puri non sanno - ossia, fingono di non sapere - che, non appena le cose si mettono maluccio, capitalisti e grandi aziende corrono a mettersi sotto la chioccia statale: nessuno è più statalista di una banca in difficoltà, o di un capitalista in ambasce.
Lo Stato allora viene chiamato a fare leggi di sostegno, a mettere capitali, a compartecipare alle perdite, e se necessario a godere dello jus primae noctis di figlie, figli, fidanzate, veline e starlettes che solitamente allietano la bella compagnia di famiglia al Billionaire - "primae noctis" si fa per dire.
In un paese come l'Italia, poi, con il capitalismo che si ritrova, tutto ciò in effetti è la semplice normalità: in tempo di crisi quello che si chiede è di moltiplicare per dieci questo "socialismo bancario & affini": socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, una vecchia storia.

Ma Martino dovrebbe stare tranquillo: durerà poco.
Non appena la crisi svaporerà, lo Stato riprenderà il consueto volto dell'intruso che non deve rompere i coglioni, e il Mercato tornerà nella pisside, a fare da simulacro degli affari e delle speculazioni dei "capitani coraggiosi".
E mogli, figlie, fidanzate e sorelle potranno tornare al Billionaire, e Martino tra i suoi liberali di AN e di Arcore, in un festoso schiamazzare nei bivacchi di camice verdi.
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda mario il 15/03/2009, 12:28

Tremonti è pericoloso.
Prima ha fatto fuori Fazio (giustamente).
Ora mal sopporta Draghi.
L’unico che capisce di economia è lui e nessun altro.
Ha molto in comune con Berlusconi. Una presunzione infinita, patologica.
Ha problemi. Bisognerebbe curarlo.
La democrazia è fatta anzitutto di relazioni corrette tra centri di potere diversi, i quali devono essere tutti forti e indipendenti (il parlamento, l’informazione, la banca d’italia, le regioni, l’Europa, la magistratura, i sindacati, ecc.).
Se lasci fare a loro metterebbero tutti sotto controllo.
E piano piano lo stanno facendo.
E' il fascismo che avanza.
Il parlamento ha il diritto di legiferare su tutto lasciando però a tutti il massimo possibile della libertà ed indipendenza.
Compreso il mercato.
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda pinopic1 il 15/03/2009, 12:48

Con questa trovata controllano da una parte le banche e da una parte le imprese, stabilendo loro chi deve avere i finanziamenti; così possono controllare anche l'accesso al lavoro. Le grandi imprese sono proprietarie dei giornali nazionali e così con il ricatto degli aiuti economici controllano anche l'informazione su carta.
Per il pubblico impiego ovviamente non servono altri provvedimenti, lo controllano in quanto governo.
Intanto cacciano Mentana, quasi cacciano la De Filippi e tra poco normalizzeranno la RAI.
Per i dittatori non c'è niente di meglio di una crisi economica.
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda franz il 15/03/2009, 13:38

pinopic1 ha scritto:Per i dittatori non c'è niente di meglio di una crisi economica.

Per chiunque voglia e chieda l'egemonia o la prevalenza della politica sull'economia e su tutto.
Non solo i dittatori, quindi. Anche gli approfittatori e quelli che sonio ideologicamenti convinti di quella verità.
Le crisi sono il periodo migliore. Le persone sono spaventate, intimorite, sfiduciate. Attendono il salvatore, il messia.
Questa richiesta di prepotenza della politica vale sia per chi, per incapacità economica, chiede l'aiuto della politica per sopravvivere, sia per chi, per motivi ideologici, ritiene sacrosanto il predominio della politica sull'economia.

Franz
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Re: Da Tremonti cose da comunisti

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 15/03/2009, 14:01

Il sistema adottato ultimamente è l'approssimazione, vuoi per eccesso vuoi per difetto.
Bisognerebbe rileggere i vari interventi di Martino e, in cosa, aggiungere quest'ultimo, perchè il concetto di approssimazione possa venir fuori. In questo momento indistintamente tutti, ma proprio tutti i vari membri del governo, si stanno affannando a contraddire se stessi e tutto ciò che hanno predicato in questi infausti e disastrosi anni di loro governo.
Quando si parlava di liberismo emergeva l'antitesi con il sistema socialista; ora che serve l'intervento pubblico quel liberismo viene annacquato con i distinguo che supportano il metodo dell'approssimazione.
Mentre da tutte le parti si conviene che fin ora è emersa solo la punta di quell'iceberg che si chiama "crisi reale", dai vertici del governo si insiste nel responsabilizzare i soliti contribuenti a fare di più, senza tener conto che all'appello degli interventi più urgenti e necessari mancano proprio i fondi che rappresentano il denaro-da-capitale, che è rimasto immobile, evasore, pronto alla grande fuga verso le isole Cayman, dove bivaccano i caimani.
Il denaro-da-lavoro manca dei mezzi tecnici per difendere se stesso, per cui si ritrova sempre al centro della tormenta, mentre chi potrebbe, preferisce rimanere ai margini.
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