Il candidato moderato annuncia di aver vinto con un ampio margine
Poco dopo l'agenzia ufficiale Irna assegna la vittoria al presidente uscente
Presidenziali Iran, affluenza record ai seggi
Moussavi e Ahmadinejad: scontro sui risultati
A un quinto dei voti contati, avanti il capo dello Stato in carica
col 69 per cento dei consensi contro il 28 dello sfidante
TEHERAN - Affluenza massiccia, senza precedenti, e lunghe code alle urne per le elezioni presidenziali di oggi in Iran. Tanto che la chiusura dei seggi è stata più volte rinviata. E le operazioni di voto non si erano ancora concluse quando il candidato moderato Mir Hossein Moussavi ha rivendicato la vittoria al primo turno sul presidente uscente, l'ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad: "Secondo le informazioni ricevute dalle province e da Teheran sono il vincitore delle elezioni con un sostanziale margine", ha detto l'ex premier in una conferenza stampa a Teheran, aggiungendo che molti elettori "non hanno potuto votare nonostante il prolungamento di 4 ore dell'orario di chiusura dei seggi". Poco dopo la replica di Ahmadinejad, affidata all'agenzia ufficiale Irna che ha dato notizia della vittoria del presidente uscente. Intanto lo scrutinio prosegue: in serata, con il 20 per cento dei voti contati, il ministero dell'interno ha reso noto che il presidente uscente Ahmadinejad è in testa con il 69 per cento dei consensi, seguito da Mir Hossein Mussavi con il 28 per cento.
Affluenza record. Fin dalle prime ore, lunghe file di uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale si sono formate, sotto il sole, davanti alle scuole e alla moschee dove si vota. Secondo le stime del ministero dell'Interno, a fine giornata (la chiusura dei seggi è stata più volte rinviata per smaltire le file) l'affluenza potrebbe attestarsi oltre il 70%, avvicindandosi al record dell'80% di votanti registrato nel 1997, quando il riformista Mohammad Khatami trionfò nelle presidenziali.
E proprio ricordando questo precedente, gli analisti avevano pronosticato che l'alta partecipazione avrebbe favorito il moderato Moussavi, già alla vigilia il più accreditato sfidante dell'ultraconservatore Ahmadinejad. Nelle elezioni degli ultimi 12 anni, infatti, il successo di riformisti e moderati è sempre stato direttamente proporzionale all'affluenza alle urne.
Gli schieramenti. Dopo una campagna elettorale segnata da tensioni e attacchi anche personali fra i candidati, oggi la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, dopo aver deposto la sua scheda nell'urna, ha fatto appello alla popolazione perché "dia prova di calma e impedisca che si creino problemi nei seggi". Dal canto suo Ahmadinejad, che ha aspettato in coda 40 minuti con gli altri elettori, si è detto certo che il popolo farà una scelta "chiara, ferma e rivoluzionaria". Moussavi ha invece lamentato che ai suoi rappresentanti non è stato consentito di assistere alle operazioni di voto in alcuni seggi e ha chiesto alle autorità preposte di "sorvegliare bene le urne". Un accenno ai timori di brogli più volte espressi negli ultimi giorni dai suoi sostenitori.
I risultati ufficiali sono attesi nelle 24 ore successive la chiusura dei seggi. Se nessuno dei candidati ottiene il 50 per cento più uno dei voti, è previsto un secondo turno per il 19 giugno. In caso di sconfitta Ahmadinejad sarà il primo presidente uscente a non essere rieletto.
I sondaggi condotti prima del voto indicavano una lotta a due tra il presidente in carica (sostenuto non senza perplessità da Khamenei) e Moussavi (che dalla sua ha altri ayatollah e l'altra figura chiave negli equilibri politici del paese, l'ex presidente Rafsanjani). Apparivano deboli le chance di un'affermazione degli altri due candidati: l'ex presidente del Parlamento Mehdi Karroubi e l'ex capo storico dei pasdaran Mohsen Rezai.
Giallo sms. La giornata è stata caratterizzata anche dal misterioso blocco dei messaggi di testo sui telefonini. Moussavi ha accusato il provider telefonico iraniano (statale) di bloccare volutamente le comunicazioni. "Hanno chiuso gli sms. E' contro la legge. Non siamo in una situazione di emergenza. E' una situazione bellissima con un'ampia partecipazione di tutti e senza nessun rischio per la sicurezza. Nessuno deve temere il libero flusso delle informazioni", ha detto il candidato riformista al seggio dove ha votato. Gli sms sono un sistema di comunicazione molto usato in Iran, particolarmente fra i giovani che costituiscono il principale bacino elettorale dei riformatori.
Obama. Il presidente Usa ha commentato positivamente le notizie sull'affluenza massiccia alle urne. "Siamo contenti di vedere che in Iran ci sia ciò che appare come un forte dibattito. Pensiamo che un cambiamento nei rapporti con gli Stati Uniti sia possibile, le elezioni per gli iraniani rappresentano un'opportunità di decidere". E ha aggiunto: "Non è importante chi vincerà, già il clima che si è creato in campagna elettorale significa molto".
(12 giugno 2009)
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