da pierodm il 31/01/2009, 3:28
Franz
Non so com'è, ma quando rientri in pista tu, le risposte di Guido mi attraggono di meno: forse perché quelle di Guido le sento in un certo senso contenute nelle tue, come le matrioske.
Non mi sembra corretto, e nemmeno utile, ridurre il negazionismo a fatto psichiatrico: lasciamo a che siano gli psichiatri, eventualmente, a farlo, dato che è il loro mestiere rinvenire tracce psicopatologiche in tutti i comportamenti umani.
Andando a ravanare nella tua vigna preferita, direi che dare del matto a quelcuno per le idee espresse è qualcosa che si adatta di più allo stalinismo.
D'altra parte, io rifiuto la lettura del nazismo come fenomeno di pazzia, e dunque a maggior ragione devo giudicare con lo stesso criterio i negazionisti.
E' vero comunque che il paragone di Stefano è azzardato, ma tuttavia è utile al discorso, per riflettere sulle opionioni di massa, su come si creano e sul loro significato, oltre che sul rapporto tra queste opinioni e le "verità storiche accertate".
L'esempio del negazionismo è evidentemente estremo, ma esistono centinaia di opinioni che si diffondono in contrasto con la verità storica, o ancora più spesso per una diversa intepretazione su quale sia la verità storica.
Io credo che dovremmo mettere da parte l'oggetto sul quale si esercita l'opinione - e dunque la "verità accertata" - e concentrarci invece sulle ragioni per cui si crea un'opinione divergente, ossia su ciò che questa divergenza implica e su ciò che significa.
Riguardo al negazionismo, per esempio, cosa diversa è se si manifesta questa posizione in un giovanottello dei sobborghi bergamaschi o romani, o invece si manifesti in un alto prelato della Chiesa Cattolica, o in un parlamentare austriaco o in uno cileno o australiano.
Tornando a Bush e simili, uno dei significati che possiamo trarre dal successo delle "versioni alternative" è che la gente ha una pregiudiziale sfiducia verso i governi, anche nelle democrazie. La gente non si fida, e annusa qua e là a cercare la fregatura.
Io, per esempio, nel mio piccolo, non do mai credito ai resoconti o ai dati che provengono dalle "fonti ufficiali" istituzionali italiane: non le respingo, ma nemmeno le prendo per buone a prescindere.
Per quanto riguarda gli avvenimenti più clamorosi, tragici o spettacolari, io avrei una mia idea sulle ragioni delle divergenze, oltre a questa citata che è per così dire un background generale. Ce l'ho, ma non la dico - è tardi e spiegarmi bene è un po' complicato.
Però, per favore, lasciamo la "pazzia" come extrema ratio, anche perché sennò è troppo facile.