Ungheria come la Grecia. Il governo ammette: «Non è esagerato parlare di rischio default»
«Market wild wind is now blowing from East». Il titolo («Il vento selvaggio del mercato ora soffia da Est») non è quello di un film western di serie B. Tutt'altro. È come hanno deciso di titolare il rapporto settimanale gli esperti dell'ufficio studi di UniCredit. Queste poche parole, evidemente, dicono tutto. Certo, ci sono le consuete articolate analisi sul reddito fisso, sul valutario ma la notizia che ha tenuto banco oggi è stato l'allarme lanciato del governo ungherese: «non è esagerato ipotizzare di essere a rischio default», ha detto il portavoce del primo ministro ungherese Viktor Orban.
«È chiaro - è stato il suo commento - che l'economia versa in una situazione molto grave». Il problema è che anche in questo caso qualcuno avrebbe messo lo zampino sui dati statistici che fotografano lo stato dei conti pubblici: il portavoce ha infatti parlato dinumeri «manipolati» dal precedente governo, che «mentono» sulla situazione reale dell'economia del Paese.
Già ieri Lajos Kosa, ex presidente del partito Fidesz oggi al potere, aveva definito come «molto tenui» le possibilità per il Paese di evitare una situazione simile a quella greca. E, in simile contesto, non poteva non avvenire il "patatrack". Il Fiorino, nel giro di 24 ore, ha perso il 5,5%, scendendo a quota 272 contro l'euro; la Borsa di Budapest, oggi, è arrivata a lasciare sul parterre l'8,4 per cento, per poi terminare la seduta in calo del 3,3% a 21.288,93 punti.
Sale il rischio debito sull'Eurozona
Fin qui gli effetti "interni" all'Ungheria. Ma, ovviamente, le tensioni sono tornate nel mondo del reddito fisso. Il rischio-debito sull'Eurozona (anche se l'Ungheria non fa parte dell'Unione monetaria) è balzato subito in orbita: l'indice Markit iTraxx dei Credit default swaps sui 15 paesi dell'Europa occidentale sono saliti di 21 punti base al massimo storico di 174,4.
Sono schizzati ai massimi anche i Cds sui titoli di stato di Italia, Spagna oltre a quelli dell'Ungheria: in base ai dati Cma DataVision citati dall'agenzia Bloomberg, i Cds sul debito
dell'Italia sono saliti fino al record di 264 punti per poi attestarsi sui 260 punti; quelli sulla Spagna hanno raggiunto il picco di 295,5 punti, e quelli sull'Ungheria sono schizzati di ben 107,5 punti base al record di 416 punti. I contratti sul Portogallo sono saliti 41 punti base a 380 punti e quelli sull'Irlanda di 34 punti base a 294.
Secondo Bnp Paribas, Spagna e Italia sono i «potenziali candidati» degli acquisti di bond da parte della Bce se persiste la situazione di tensione sui mercati: «la Bce non avrà altra scelta che supportare questi Paesi - si legge in un rapporto dell'istituto - inizialmente con acquisti di ammontare ridotto per poi aumentarli se non saranno sufficienti. Ma questo significa che la situazione dovrà ancora peggiorare prima di poter vedere un miglioramento».
Parlare un po' meglio ai mercati
In molti hanno considerato le dichiazioni provenienti da Budapest un incidente verbale. E non sono mancate le critiche. «Il nuovo governo ungherese deve pensare un po' meglio a come comunicare con il mercato» ha detto al Financial Times Tim Ash, capo della ricerca sui mercati emergenti di Royal Bank of Scotland. «Semplicemente non si può parlare in questo modo».
Intesa rassicura sulla sua espozione
«Noi abbiamo una bella banca in Ungheria, un Paese che rappresenta poco meno del 2% dei nostri attivi». Così il ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, risponde a una domanda sulla crisi dei mercati innescata dall'Ungheria, aggiungendo che «in quel Paese», dove il gruppo è presente attraverso la controllata Cib Bank, «continuiamo a credere».
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