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Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda ranvit il 06/02/2010, 13:02

Da lastampa.it :

Idv, Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Da oggi a domenica le prime assise
ROMA
Come sarà l’Idv del futuro? Con Luigi De Magistris insieme ai no global e alla sinistra radicale o con Antonio Di Pietro in una alleanza-competizione rinnovata con il Pd? L’Italia dei Valori studia per diventare grande, dopo il clamoroso successo ottenuto alle elezioni europee 2009, quando ha raggiunto l’8% dei consensi quasi raddoppiando il 4,3% delle politiche 2008 guadagnando un milione di voti in più.

Da oggi a domenica l'Idv celebra all’hotel Marriott di Roma il suo primo congresso nazionale come partito vero e proprio: lo slogan ("L’alternativa per una nuova Italia") rappresenta l’ambizione a concorrere a un futuro governo. De Magistris non ha raccolto l’appello per una sua candidatura alternativa al fondatore, e sostiene la rielezione di Di Pietro: l’unico candidato alternativo è il deputato campano Francesco Barbato. Ma in una intervista alla Stampa De Magistris ha spiegato il suo progetto politico, che incontra non poche perplessità nel gruppo dirigente storico dell’Idv.

Oggetto del contendere la collocazione del partito: dopo le frizioni dei mesi scorsi, Di Pietro ha ricucito il rapporto con Pier Luigi Bersani, mentre l’ex pm di Catanzaro, che gli contende la palma della popolarità e che lo ha bruciato alle europee superando le 400mila preferenze, propone di andare oltre l’Idv e la «concezione della politica come semplice tesseramento», guarda alle alleanze a sinistra, flirta con Nichi Vendola. Il "movimento di popolo" cui guarda De Magistris potrebbe nascere «anzitutto con tutta la sinistra radicale. E poi c’è il vasto mondo dell’associazionismo, ci sono i no global (escluse le frange estremistiche), ci sono i "grillini", c’è il mondo della Rete», spiega. «I no global sono estremisti», è la gelida replica di Felice Belisario, capogruppo al Senato ed espressione dell’Idv moderata, che si rifà alla eclettica Carta dei valori e alle culture «liberale, socialista riformista e cattolica solidarista. Rispetto la sinistra - dice - ma penso abbia un altro percorso».

«L’Idv e il Pd stanno cercando di costruire un ponte per il governo dell’oggi e del domani. La nostra è un’ipotesi strategica e dirò di più: il giorno in cui tra Idv e Pd si potesse arrivare ad una fusione sarà un giorno d’arrivo molto importante». Lo ha detto Antonio Di Pietro in una conferenza stampa a margine della prima giornata del congresso dell’Italia dei Valori a Roma

«È inutile cercare di creare finti dualismi. Sui contenuti non ho visto divergenze che possano portare a cambiamenti di rotta». Luigi de Magistris interviene al congresso dell’Italia dei valori e dà il suo appoggio alla mozione di Antonio Di Pietro e alla sua candidatura alla guida di Idv, «un grande partito politico che deve intraprendere l’opera del cambiamento reale del paese».

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In effetti l'Idv attuale è un coacervo di posizioni e di elettori, che sono riconducibili alle due posizioni evidenziate nell'articolo.
Si potrebbe dire : niente di nuovo a sinistra! Metà almeno Idv è composto da elettori del Pd temporaneamente prestati. L'altra metà è a sua volta divisa in due : metà riconducibile alla sinistra radicale temporaneamente prestati, l'altra metà il nucleo storico del dipietrismo prima maniera : ex transfughi di altri partiti (da destra a sinistra) perchè non piu' candidati...

Vittorio
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda ranvit il 06/02/2010, 13:05

da ilmessaggero.it :
Bersani: il sogno è alternativa di governo
Di Pietro: di opposizione si muore
ROMA (6 febbraio) - «Il nostro sogno, se così si può dire, è costruire rapidamente una vera alternativa di governo credibile per gli italiani». Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, entrando al congresso nazionale dell'Idv a Roma (accolto dagli applausi) a proposito dell'ipotesi di fusione tra Pd e Idv rilanciata ieri da Di Pietro.
Il resto dell'articolo : http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... z=POLITICA
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda pianogrande il 07/02/2010, 0:37

Chissà che, una volta tanto, la propaganda berlusconiana volta a dividere l'opposizione non debba fallire?!
Adesso che Dalema è stato "secretato", magari Bersani comincia a muoversi con le sue gambe.
Ha abbracciato Di Pietro.
Ueh!
Ma questa è una presa di posizione precisa.
Casini, tra Bossi da una parte e Di Pietro dall'altra, si sente un po' malfermo e non corteggiato come sognava?
Ma che bella notizia.
Chissà che tra tutti questi zombies della politica non ne stia resuscitando qualcuno?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda Robyn il 07/02/2010, 8:55

Quello dell'Idv è già un piccolo passo verso un partito più grande,ma bisogna risolvere ancora dei nodi.L'Idv per esempio è nel gruppo libdem.Si muove anche Sl ed interessante è stato ascoltare Bertinotti a che tempo che fà.Ma è una sinistra che dovrà superare veti e contraddizioni interne.Le ali moderate in questi anni hanno voluto la loro parte.Nel futuro della sinistra non ci possono essere veti reciproci Ciao Robyn
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda ranvit il 07/02/2010, 13:03

da lastampa.it .

Il rischio della svolta pacifista di Di Pietro

Ora l'ex pm dovrà fare i conti con i più riottosi dei suoi fedelissimi abituati allo scontro frontale e poco inclini alla via parlamentare
FEDERICO GEREMICCA
ROMA
Chi nasce tondo non muore quadrato, e Antonio Di Pietro - che di proverbi se ne intende - ha perfettamente chiaro che è giusto questo il problema che ora ha di fronte: decisa la svolta, farla digerire al partito che inventò dal nulla. Lavoro non facile, come si è visto bene ieri nella bolgia dell’hotel Marriot: il domatore, infatti, in questo nuovo e spericolato esercizio, non riesce ancora a controllare tutti i suoi leoni. C’è chi ruggisce e chi la spara grossa, chi si rintana in un angolo aspettando gli eventi e chi finge di esser d’accordo ma intanto frena. E così, quello che potremmo definire il tentativo di Antonio Di Pietro di costituzionalizzare l’Italia dei Valori - portarla, cioè, dall’opposizione di piazza all’alternativa di governo, con quel che ne dovrebbe seguire - si annuncia come una prova disseminata di insidie.

Del resto, dopo aver costruito un vero e proprio network da combattimento - con i suoi giornali, i suoi programmi tv e perfino un suo vocabolario di guerra - provateci voi a trasformarlo d’un colpo in un contingente impegnato a mantenere la pace: molti non capiranno e altri si metteranno di traverso. Come Luigi De Magistris - ala «sinistra» del movimento e gelosissimo custode di quel giustizialismo tanto caro all’Idv - che non fa mistero di non apprezzare la svolta proposta da «Tonino» e si dice apertamente indisponibile, per esempio, a sostenere il candidato Pd (De Luca) alla presidenza della Regione Campania; o come il discusso ma onnipresente Gioacchino Genchi, che ha voluto spiegare ai congressisti come e perché l’aggressione milanese a Silvio Berlusconi sia del tutto inventata (salvo dover poi dire, causa il putiferio scatenatosi, che il suo ragionamento era stato frainteso). Lavoro non facile, insomma, non dar più la caccia «solo ai voti di pancia, cioè di chi ha mal di pancia: quello è un voto da diarrea politica», come spiega Di Pietro.

E ancora meno facile a doverlo fare nell’ormai solito e nauseabondo clima da Seconda Repubblica, in mezzo ad assegni che appaiono e scompaiono, venefiche zaffate di sospetti intorno all’appropriazione indebita di soldi destinati al partito e cene più o meno imbarazzanti di cui viene chiesto il conto vent’anni dopo. Si giustifica Di Pietro: «E che ne potevo sapere, io, di chi c’era lì a cena nella caserma dei carabinieri? Nemmeno me lo ricordo... La prossima volta porto un’agenda e segno i nomi di tutti i presenti», ha spiegato provando a difendersi - però - con gli argomenti e gli omissis in passato così spesso cari ai suoi imputati. Per sancire la svolta e comunicarla nella maniera più comprensibile possibile alla platea, Di Pietro ha scelto una via che certo ha destato sorpresa: ha quasi ignorato - e citato pochissime volte - Silvio Berlusconi. Quando l’ha fatto, però, non è stato certo tenero: «Tutti stanno a chiedermi di quella cena e si dimenticano di un certo stalliere...

Ha al governo uno che i magistrati di Caserta vogliono arrestare, e ciò nonostante viene a rompere le balle a me». Ma nel suo lessico particolare e nel suo personalissimo gesticolare (simile a Totò quando si impegna in ragionamenti politici, e a Sordi quando cerca la battuta) la polemica stavolta ha trovato davvero poco spazio: con evidente delusione da parte delle diverse anime del network presenti nella platea del Marriot, da ex girotondini al «popolo viola», da giustizialisti tutti d’un pezzo a ex comunisti in cerca di nuove certezze. Però - se l’intera operazione non è solo destinata a coprire alleanze elettorali non sempre gradite al suo popolo - il dado è tratto, l’abbassamento dei toni probabile ed un nuovo rapporto col Pd forse possibile. Bersani, seduto in prima fila tra Latorre, De Magistris e Nichi Vendola, ha incassato con soddisfazione il messaggio che è stato lanciato dal congresso (dall’opposizione all’alternativa) non foss’altro che perché ripete pari pari lo slogan col quale è diventato segretario del Pd.

Ora, naturalmente, attende qualche fatto conseguente: un maggior raccordo nelle iniziative parlamentari, la fine delle violente polemiche col capo dello Stato e l’impegno su temi che non siano sempre e solo la giustizia e i guai di Silvio Berlusconi. In sintesi, l’effettiva costruzione di quell’alternativa di governo - promessa in congresso - da presentare agli italiani alle prossime elezioni politiche. Nulla naturalmente garantisce che la svolta e il percorso tratteggiati da Di Pietro abbiano un seguito coerente. E ancor meno certo è che il lavorio del segretario del Partito democratico riesca davvero a individuare un minimo comun denominatore che permetta di tenere assieme Casini e Di Pietro. Ma non paiono esserci altre vie all’orizzonte per tentare di battere il Cavaliere. Fallisse il tentativo di unire le tre opposizioni presenti in Parlamento, le chance di rimonta sarebbero ridotte al lumicino. E chissà quanto verrebbe rimproverato a Bersani e quanto pagherebbe in termini di consenso per quel caloroso abbraccio con «Tonino» lì sul palco dell’hotel Marriot...
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda antonio bianco il 11/02/2010, 20:20

L'IDV è nato come un movimento antiberlusconi e tale è ancora, partito non diverrà mai.
I suoi supporter sognano il grande partito moderato fondato sulla moralità e onestà della classe dirigente, sembra una utopia ma è sempre meglio della rassegnazione del "tanto lo fanno tutti!".

Credo che la fusione con il PD ci sarà, anzi ci è già stata considerando almeno i migranti PD che votano IDV .
Poi se consideriamo che almeno la metà degli elettori PD condividono i valori fondativi di IDV ma non hanno il coraggio di attraversare il guado nella speranza di cambiamenti nella politica del PD, allora la fusione ci stà eccome.
La grande sfida del PD è proprio "la questione morale" , se la saprà affrontare allora vincerà la sfida con il PDL arroccato ancora a difendere Berlusconi e C. dalla maglie della giustizia con l' alibi del garantismo.
Non basta l' intenzione del buon governo per convincere gli elettori al voto proteggendo la corruzione e la collusione con le mafie , c'è già chi è più bravo!
Spero non resti solo un sogno una classe politica prima di tutto integerrima che capace.
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda pianogrande il 12/02/2010, 1:31

Vediamola con più ottimismo.
Per essere "integerrimi" bisogna essere "capaci".
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda franz il 12/02/2010, 9:41

pianogrande ha scritto:Vediamola con più ottimismo.
Per essere "integerrimi" bisogna essere "capaci".


Vero.
Infatti se è vero che la questione morale è un problema nazionale (più che di un partito o di uno schieramento) sotto sotto troviamo che il problema principale per lItalia è la capacità di fare, la competenza, l'innovazione. Ci siamo cullati a lungo nel sogno dell'italianità estrosa e fantasiosa, che poteva sopperire alla mancanza di solida formazione. Ci ritroviamo un popolo di furbi dediti a sottrarre la scorza di limone all'altro, le 100 lire, elemosinando sussidi, rottamazioni, amnistie, condoni e naturalmente siamo alla mercé di chi queste cose promette e fa.
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda Robyn il 12/02/2010, 11:02

Il problema dell'Italia è che manca una cultura della legalità.L'illegalità sembra essere un fatto congenito oltre che dipendente da altre circostanze ,come la crisi,la mancanza di sviluppo.I magistrati hanno il diritto di fare fino in fondo il loro lavoro e vanno sostenuti fino in fondo nel rispetto dell'equilibrio dei poteri.Il fatto di aver fatto bene delle cose non autorizza nessuno all'illegalità.Per quel che riguarda la protezione civile sarà la magistratura ad accertare la verità.Per il momento c'è solo stand-by"l'imputato è innocente fino a sentenza definitiva" Ciao Robyn
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Re: Di Pietro: sogno la fusione col Pd

Messaggioda franz il 12/02/2010, 12:37

Robyn ha scritto:Il problema dell'Italia è che manca una cultura della legalità.L'illegalità sembra essere un fatto congenito oltre che dipendente da altre circostanze ,come la crisi,la mancanza di sviluppo.

Appunto, come dicevo manca la cultura del merito, manca il saper fare, mancano i "capaci".
E quindi in assenza di quello ci si arrangia. L'illegalità è un modo di arrangiarsi.
Secondo me anche se avessimo una cultura della legalità ma mancassimo di innovazione, merito, capacità d'impresa ... saremo ancora in mezo alla strada. Onesti ma morti di fame. Un passo avanti? Forse, ma del tutto insufficente.
A mio figlio oltre ad insegnare ad essere onesto devo insegnare la cultura della responsabilità, dell'autopromozione, dell'autonomia ed indipendenza (su tutto, di giudizio, economica, d'impresa)
Agli italiani è sempre stato spiegato che invece il nostro mito dell'arte di arrangiarsi con soluzioni di fantasia era la nostra migliore qualità ... in realtà è un grosso difetto, soprattutto quando lo si fa a scapito del vicino. Poi quando i santi non funzionano ed il pentolone da raschiare è vuoto, qualcuno trova la scorciatoia e gioisce quando viene a sapere di un terremoto. Tanto per fare un esempio.

Franz
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