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Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda franz il 17/07/2009, 8:34

Scriveva Manuela

mi interessava molto la riflessione sul tipo di partito adeguato alle esigenze contemporanee. Sono in linea generale d'accordo con Paolo65; cadute le ideologie non si può pensare ad un partito cui si aderisce a tempo indeterminato, per scelta odeologica.
A mio parere la riflessione, prima di arrivare alla forma-partito, dovrebbe incominciare dalla domanda "un partito per fare cosa?". Perché sentiamo il bisogno di avere un partito, qual è lo scopo cui si tende?
In passato, un partito era un'unità strutturata che cercava di conquistare quante più persone possibile alla propria ideologia. La finalità ultima, proiettata in un tempo quasi astorico, o comunque molto lontano, era il cambiamento del sistema; nel breve periodo ci si accontentava di conquiste parziali, in una prospettiva riformista. Alla diffusione dell'ideologia sono funzionali strutture sviluppate con modalità piramidali, attraverso una serie di livelli (comunale, provinciale, regionale, nazionale), e una comunicazione dall'alto verso il basso. Il partito è un'entità chiusa in cui, in genere, si entra o si esce una volta sola, e i cui adepti si sentono un'avanguardia chiamata a diffondere la verità attraverso il proselitismo (quante volte si sente ancora dire: "dobbiamo spiegare.." oppure "non abbiamo spiegato bene..." per motivare le sconfitte?).
La fine delle ideologie comporta la "liberazione" dai vincoli di appartenenza; la diffusione della scolarità e delle informazioni comportano la liberazione da una modalità di comunicazione gestita dall'apparato; e poiché i partiti non evolovno, risultano gusci vuoti che perdono contemporaneamente capacità di attrazione (tesserati) e capacità di fare politiche incisive, trasformandosi a mano a mano in strumenti di conservazione del potere.

Allora, a che ci serve un partito? Io sistengo che ci serve per governare. A tutti i livelli, dal locale al nazionale. La politica è allora un progetto di governo attorno al quale si raccolgono i cittadini elettori che vi si riconoscono, e la classe dirigente del partito è quella scelta dagli elettori per governare o che, all'opposizone, si attrezza per vincere le elezioni future.

Il discorso potrebbe continuare... ma mi limito a lanciare questa provocazione e mi ferno, in attesa delle vostre reazioni.


Considerazioni molto interessanti.
Si, sono d'accordo, dal cambiamento totale del sistema, dal cambiamento di società (un qualche "ismo") oggi siamo arrivati ad una forma di politica piu' concreta, meno guidata da grandi ideologie ma pur sempre tesa a gestire l'attuale migliorandolo. Il concetto di miglioria parte dalla presa d'atto delle cose che non vanno e devono essere modificate, migliorate. Poi si passa allo studio delle soluzioni ed alla loro proposta in ambito decisionale. In queste due fasi il partito è ancora l'organizzazione piu' adatta allo scopo. Poi vediamo con quali strumenti. La fase operativa (la messa in opera delle migliorie) invece non compete piu' ai partiti ma alla pubblica amministrazione. E qui come parentesi vale la pena di ricordare che invece i partiti tendevano (e tendono anche oggi), chi puiu' chi meno, a candidarsi come gestore della cosa pubblica, sia in quanto propugnatori di una società diversa (fatemi vincere che poi faccio io) sia come occupanti della cosa pubblica, nella sanità, nella scuola, nei ministeri.

Se il nucleo dell'attività di un partito è quello di studiare e proporre soluzioni migliorative ed organizzare il consenso dei cittadini attono a proposte, mi sembra chiaro che va studiata una organizzazione adatta a questo scopo. Non so cosa si voglia intendere come "forma partito"; io penso che la cosa piu' importante sia l'organizzazione, perché senza puoi avere ottimi obbiettivi, tante belle idee sulla forma e sulla sostanza ma si rimane al palo.

L'organizzazione comunque non basta. Per costruire e proporre soluzioni occorre avere anche dei principi guida (solidarietà, responsabilità, sossidiarietà, ...) una metodologia di lavoro, regole democratiche, strumenti di comunicazione adeguati.

Ciao,
Franz
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda pinopic1 il 17/07/2009, 11:35

Perfetto.
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda mauri il 17/07/2009, 17:16

franz ha scritto: strumenti di comunicazione adeguati.


corso di informatica, inglese e comunicazione
la carriera politica dovrebbe essere ridimensionata ed eliminata per favorire un ricambio di persone
i dirigenti dovrebbero continuare a fare il loro lavoro per poter rimanere a contatto con il mondo reale,
una volta terminato il proprio compito il ritorno alla vita normale, senza privilegi
ciao, mauri
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda Manuela il 17/07/2009, 20:06

Cari amici, qui fa un caldo tropicale, per cui, approfittando del felice posizionamento geografico, penso che passerò il week end al mare, lontano dal pc.
Ma siccome ho sollecitato questa discussione non voglio tirarmi indietro, anche se non sono in grado, al momento, di produrre alcuna riflessione originale :(
Così ho pensato di allegare un file. E' una cosa che abbiamo scritto (abbiamo scritto in due, non è un purale majestatis) ad una nostra amica, costituente del PD, al momento della discussione sullo statuto. Ve lo metto come contributo alla discussione, sperando di essere più in grado di connettere dopo il week end. :mrgreen:
Allegati
A cosa ci serve un partito.doc
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda ranvit il 18/07/2009, 12:02

Manuela ha scritto:Cari amici, qui fa un caldo tropicale, per cui, approfittando del felice posizionamento geografico, penso che passerò il week end al mare, lontano dal pc.
Ma siccome ho sollecitato questa discussione non voglio tirarmi indietro, anche se non sono in grado, al momento, di produrre alcuna riflessione originale :(
Così ho pensato di allegare un file. E' una cosa che abbiamo scritto (abbiamo scritto in due, non è un purale majestatis) ad una nostra amica, costituente del PD, al momento della discussione sullo statuto. Ve lo metto come contributo alla discussione, sperando di essere più in grado di connettere dopo il week end. :mrgreen:



Attenzione Manuela, per il Week End non è previsto nè caldo nè sole ma temporali! Poi il caldo pazzesco torna lunedi'...

Ho letto. Ma temo che ai "ns campioni" non interessa proprio quanto da voi suggerito. Loro, per radicamento al territorio, intendono pacchetti di tessere/voti e decisioni politiche fra loro a cena la sera tardi!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda pierodm il 19/07/2009, 6:45

Nota di servizio: Avevo già scritto un mio intervento l'altra sera, ma - essendomi interrotto e avendo ripreso più volte - ho superato il tempo concesso e nell'invio ho perso tutto, come di tanto in tanto mi succede. Non ho avuto voglia di ripetere tutto subito.
Ora, va be' che io sono forse un caso clinico di distrazione, ma non sarebbe possibile configurare un tempo più lungo, ammesso che ci debbe essere per forza questa tagliola?


Abbiamo deciso di riservare al tema uno spazio tutto suo, e io ho concordato. Ma pensavo e continuo a pensare che sia un tema molto vasto e ramificato, che risulta meglio trattato in occasione di tutti i discorsi diversi che lo fanno emergere, piuttosto che in una trattazione separata, la quale induce inevitabilmente a teorizzazioni molto "filosofiche", anche nel caso in cui si voglia tenere il tono molto basso e semplice, come ha fatto Manuela nel documento che ci ha allegato.

Comunque, partiamo proprio dal documento di Manuela, cercando di evitare un eccesso di teorizzazione.
Legare il concetto di "partito" a quello di "governo" mi sembra sbagliato, perché il governo è un potere e un'istituzione dello stato, il partito no.
La questione appare più chiara se la guardiamo dal punto di vista, proprio, del governo, che non può essere concepito come uno strumento che le elezioni mettono a disposizione del vincitore nel modo nudo, crudo e diretto che una simile identificazione presuppone, come se fosse il premio d'una lotteria.
Quando, giustamente, abbiamo esecrato la partito-crazia che si è impossessata a mano a mano della Prima Repubblica, abbiamo impicitamente esecrato proprio questo genere di identificazione tra partiti e governo, cioè tra partiti e istituzioni dello stato.
Il fatto di dilungarsi, scervellarsi, arrovellarsi per inventare duemila sistemi per tentare di garantire trasparenza e correttezza nel "partito" non bilancia la scorrettezza in sé, né allevia i rischi della partitocrazia: è come immaginare una dittatura, dicendo però che il dittatore dev'essere buono, bravo, mite, intelligente, sincero, disponibile. Democratico, magari.
Inoltre, questo stretto legame partito/governo - nel senso indicato nel documento di Manuela, ma anche ravvisabile nella breve prolusione di Franz - dà per scontato qualcosa che scontato non è, ossia una omogeneità sia sostanziale sia formale tra sistema istituzionale e partiti: ma questo è un problema che possiamo lasciare da parte, anche se vale la pena tenerlo presente.

Per il momento mi accontento di questo.
Aggiungo però, per alimentare la discussione, la mia personale idea di partito, a prescindere dal tema della sua modernizzazione o adeguamento alle nuove realtà sociali o tecnologiche.
Teorizzo, pace e bene.
Un "partito" è innanzi tutto un insieme di cittadini, e solo in seconda battuta può e deve essere visto come una nomenklatura operativa.
L'unico elemento che giustifichi l'esistenza di un partito è la sua natura ideologica.
In assenza di questa, non abbiamo "partiti", ma cartelli elettorali.
La natura ideologica può essere esplicita e consapevole, o può essere oggettiva, ma è il vero cemento che tiene insieme un partito e ne giustifica l'esistenza.

Il PdL, la Lega e l'UDC sono partiti. Il PD non riesce ad esserlo, nel senso che lo sarebbe, ma il modo in cui è formato e la storia della sua lunga gestazione fanno di tutto perché non lo sia.
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda franz il 19/07/2009, 10:20

pierodm ha scritto:Nota di servizio: Avevo già scritto un mio intervento l'altra sera, ma - essendomi interrotto e avendo ripreso più volte - ho superato il tempo concesso e nell'invio ho perso tutto, come di tanto in tanto mi succede. Non ho avuto voglia di ripetere tutto subito.
Ora, va be' che io sono forse un caso clinico di distrazione, ma non sarebbe possibile configurare un tempo più lungo, ammesso che ci debbe essere per forza questa tagliola?

Ho cercato dove sta il parametro, per provare ad aumentare questo tempo. Non ci sono riuscito.
Per ora accontentati di alcuni consigli.
1) se clicchi sul bottone "Anteprima" anche prima della fine della stesura definitiva del messaggio, azzeri il tempo limite.
In questo modo puoi dare una occhiata a come appare il messaggio e non incappi nel timeout.
2) Dopo aver ricevuto il timeout (e perso tutto) prova ad usare il tasto "back", quello che ti riporta indietro nella navigazione [<]
Con alcuni browser ritrovi tutto il testo il testo e puoi salvarlo con il copia, per fare poi incolla dopo aver rifatto il login.
3) per testi lunghi, fai sempre "copia" del testo da qualche parte, prima di premere "invia".

Ciao,
Franz
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda Loredana Poncini il 19/07/2009, 19:49

Ho appena ricevuto, via e.mail, le LINEE PROGRAMMATICHE di Franceschin1 e le ho stampate: 24 pagine . Nella prima è scritto in grassetto "Patto con i Circoli". Ne avete preso visione anche Voi ?
Mi sembra interessante far partecipare a questo 3d Dario, con gli impegni che esplicita per il PD CONTEMPORANEO !
Altrettanto si può fare per il programma di Bersani.
Prometto, per Ignazio Marino, di inviarvi il Programma che esporrà a Milano, il 23 p.v.. Da Torino partiamo con dei pullman per partecipare all'incontro di Milano.
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda franz il 19/07/2009, 21:06

Loredana Poncini ha scritto:Ho appena ricevuto, via e.mail, le LINEE PROGRAMMATICHE di Franceschin1 e le ho stampate: 24 pagine . Nella prima è scritto in grassetto "Patto con i Circoli". Ne avete preso visione anche Voi ?
Mi sembra interessante far partecipare a questo 3d Dario, con gli impegni che esplicita per il PD CONTEMPORANEO !
Altrettanto si può fare per il programma di Bersani.
Prometto, per Ignazio Marino, di inviarvi il Programma che esporrà a Milano, il 23 p.v.. Da Torino partiamo con dei pullman per partecipare all'incontro di Milano.

Ho invitato tutti e tre, per ora senza grandi risulati.
Ma se ripetiamo l'esperimento piu' volte potremo accertare il successo o il fallimento su un piano più scientifico.

Franz
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Re: Partito adeguato alle esigenze contemporanee

Messaggioda Manuela il 20/07/2009, 19:31

Alla faccia di Vittorio, sono tornata solo ora dal mare, e domani ricomincio! Il tempo non è poi stato brutto come ce l'avevano dipinto...

pierodm ha scritto:Quando, giustamente, abbiamo esecrato la partito-crazia che si è impossessata a mano a mano della Prima Repubblica, abbiamo impicitamente esecrato proprio questo genere di identificazione tra partiti e governo, cioè tra partiti e istituzioni dello stato.



Vedi, io credo che sia proprio il contrario.
Credo cioè che la malattia stia proprio nell'avere due strutture parallele, quella del partito e quella dell'amministrazione, dove le decisioni sul governo della città vengono prese apparentemente dall'amministrazione ma sono discusse preventivamente nella sede del partito (o dei partiti, laddove governi una coalizione: ed è l'accordo fra i segretari dei partiti, non fra i capigruppo in consiglio, che decide la scelta). E' questo che provoca l'occupazione delle istittuzioni da parte dei partiti, non in modo patologico, ma fisiologico: e come potrebbe non esser così, se la giunta, espressione di un partito, scelta attraverso liste create nella sede del partito, deve rendere conto al segretario del partito, non agli elettori, delle sue scelte?
L'identificazione del governo con il partito, permetterebbe invece una massima trasparenza, poiché le scelte andrebbero fatte e discusse in una sola sede, quella deputata, non essendoci una apparato parallelo cui rendere conto. Ciò permetterebbe inoltre l'individuazione chiara delle responsabilità, non potendosi attribuire gli errori che ad un'unica struttura, quella che governa, appunto.

Non capisco quando si obietta (e me l'hanno contestato in molti) che in questo modo il partito diverrebbe un comitato elettorale. Non capisco neanche bene cosa significa "comitato elettorale", anche se ne intuisco un signficato riduttivo. Ma un partito che "sia" l'amministrazione, non ha un compito di poco conto, perché il governo (e anche l'opposizione) non richiede solo una continua elaborazione per trovare soluzione ai problemi, ma anche l'alaborazione e l'aggiornamento del quadro di valori cui si fa riferimento. E qui il discorso si farebbe lungo, coinvolgendo il problema della democrazia e della trasmissione di conoscenze e comunicazioni in modo bidirezionale.

pierodm ha scritto:[Aggiungo però, per alimentare la discussione, la mia personale idea di partito, a prescindere dal tema della sua modernizzazione o adeguamento alle nuove realtà sociali o tecnologiche... L'unico elemento che giustifichi l'esistenza di un partito è la sua natura ideologica... In assenza di questa, non abbiamo "partiti", ma cartelli elettorali.
La natura ideologica può essere esplicita e consapevole, o può essere oggettiva, ma è il vero cemento che tiene insieme un partito e ne giustifica l'esistenza.


Vedi, io penso che, se tu hai ragione, in assenza di ideologie i partiti non dovrebbero nemmeno esistere. E, in effetti, è proprio così. I partiti che si richiamvano all'ideologia comunista sono scomparsi, e quelli cui tu fai riferimento non sono tenuti assieme dall'ideologia, ma dall'esercizio del potere; qualora questo venisse meno (e capiterà, prima o poi) perderanno qualsiasi ragione di sopravvivenza. IL PD non sa ancora perché esiste, è dilaniato da due visioni opposte. Se vorrà sopravvivere dovrà prima o poi trovare la strada. Ma non credo sia tornare ad un'ideologia che è stata superata dalla storia.
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