Da liberalitalia.it :
IL PARTITO DEMOCRATICO AVRA’ UN FUTURO?
Di Franco Cotta
Con la nomina di Franceschini, praticamente a termine(sino al Congresso di ottobre), si è semplicemente rinviata ogni decisione sul futuro del partito democratico a dopo le elezioni europee ed amministrative. Vi è quindi tempo per riflettere ed Io mi auguro che tutti i sostenitori del Partito Democratico lo facciano seriamente ed approfonditamente e che gli attuali dirigenti si rendano definitivamente conto che, per confermare la natura veramente democratica del PD, i loro sostituti dovranno essere scelti solamente dal basso, impiegando procedure primarie trasparenti ed assolutamente democratiche (per capirci, le liste pre-costituite dal Segretario del Partito e poste al voto, nella precedente primaria, non dovranno essere più consentite). Procedure, cioè, che vietino le liste e rendano possibile a chiunque la sua candidatura individuale a qualunque carica politica, ivi inclusa quella di Segretario del Partito.
La scelta tra i numerosissimi candidati che auspicabilmente si presenteranno per diventare il primo Segretario eletto direttamente dal popolo potrà tenersi, almeno dopo un mese di campagna elettorale, in due votazioni primarie. La prima per scegliere tra i candidati ed indicare, nei risultati, quelli che sono stati i tre più votati e la seconda (a una settimana di distanza) per eleggere, tra essi, il Segretario del Partito. I voti ricevuti nelle primarie da tutti gli altri candidati dovranno essere presi in considerazione dal Segretario eletto per nominare le altre cariche del partito e i membri del Governo Ombra. Questa procedura per le elezioni primarie, finalmente democratica, è l’unica che può veramente consentire al PD di essere preso sul serio (quale partito che applica in casa ciò che promuove per il paese) e sostenuto appassionatamente, perché risveglia l’interesse e stimola la partecipazione di tutti i cittadini. Naturalmente, la campagna elettorale dovrà durare almeno un mese ed essere organizzata e condotta dai singoli candidati, individualmente, cioè senza aiuti dal partito ma mediante finanziamenti raccolti da ciascuno, via INTERNET, o nelle singole riunioni elettorali, o in qualunque altro modo consentito (visto che le primarie di un partito non sono regolate con legge).
In altre parole, si tratta di fare una piccola primaria “americana”, che consenta al popolo italiano di risvegliare il proprio interesse alla politica, di conoscere bene i nuovi volti che vi intendono partecipare e di essere al comando dell’esercizio. La massima apertura a tutte le candidature consentirà anche di riportare nel PD tutti quei voti che alle ultime politiche sono andati dispersi, perché dati a partiti non entrati in Parlamento. Ora i loro dirigenti hanno l’opportunità di candidarsi ad un ruolo nel PD, se verranno scelti, ed i loro votanti di rimanere elettori del partito.
Facile, No? Ma questa strada maestra sarà solamente presa se gli attuali dirigenti del partito avranno l’intelligenza ed il senso di responsabilità sufficiente a rimettere nelle mani dei votanti il potere di scegliere direttamente, tra molte alternative. Altrimenti, ne trarremo le dovute conseguenze e liberamente e democraticamente voteremo per un altro partito, o il giorno del voto rimarremo a casa.
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Mi sembra una buona proposta. Cosa ne pensiamo?
Vittorio