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Rinascita della sinistra fra valori e principi morali

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Rinascita della sinistra fra valori e principi morali

Messaggioda darcangeloraf il 02/03/2009, 2:33

La Sinistra, Ulivo o PD (ormai allo scacco matto) potrà forse recuperare, seppur con difficili sforzi, grazie alla crisi che deve ancora iniziare.
Comunque non più con gli stessi metodi del passato.
Gestione Prodi: la lealtà con gli ipocriti (di destra o di sinistra) non funziona. Il risultato del dialogo proposto all’allora oppositore Berlusconi ha danneggiato irreparabilmente il partito della sinistra.
La gestione del caso Bertinotti che per due volte ha fatto cadere il governo. In politica dopo il primo voltafaccia, non si può commettere lo stesso errore suicida.
La gestione del caso Mastella: per salvaguardare ancora la maggioranza – nonostante fosse già in fase di forte decadenza – ha fatto di tutto per “salvarlo”. Le radici morte – i mesi a venire lo testimonieranno – si tagliano e si buttano via: esse costituiscono un veleno per lo Stato oltre che la Nazione.
• La gestione degli scandali bancari, ed altri problemi connessi.
Queste condizioni hanno prodotto un allontanamento sostanziale dell’elettorato della sinistra, poiché, dopo la delusione di non aver neanche cercato un eventuale ricorso a un referendum sul conflitto di interessi e sulla vergognosa gestione dell’informazione della RAI, molti elettori simpatizzanti dell’Ulivo cominciavano a chiedersi, compreso il sottoscritto, se non vi erano degli interessi, da parte della sinistra, a non contrapporsi con decisione ad un scandaloso conflitto di interessi unico al mondo. Questo è stato a mio umile parere uno delle prime reazioni contrarie dell’elettorato: giustizia sociale!
Mi ha stupito molto, Onorevole Presidente, che in qualità di economista Ella non abbia mostrato incisività e decisione su questa grave violazione della Costituzione.

Ero italiano, nonostante fossi vissuto fino ai miei 23 anni a Parigi. Ma oggi ho deciso, all’età di 59 anni e aiutato dall’andamento della politica italiana degli ultimi anni, di optare per la nazionalità francese.

Non che in Francia non vi sia arrivismo politico, dei Mastella e dei Bertinotti ce ne sono, ma al momento di in(/s)contrarsi sul piano politico le argomentazioni sono finalizzate al benessere della nazione e non a dei giochi di potere e di poltrone come avviene in Italia.

Inoltre, seguendo i notiziari delle TV francesi – sottoposti ad un codice deontologico senza paragoni, per non parlare della libertà di informazione che la TV garantisce ai suoi telespettatori – mi sento, sotto il profilo dell’informazione, decisamente vivere in un paese libero, contrariamente al disagio che provo in Italia.
In Francia, costato invece un sussurrato ritorno alle espressioni degli anni 1950-60, quale : “Ah! Ces italiens! C’est tous les mêmes… ” e questo, le assicuro, non mi garbava all’età di 8-10 anni, così come non mi garba oggi.

Il lavoro fondamentale consiste nel riorganizzare le idee e gli ideali e marciare come un bulldozer : gli ideali non necessitano né di pietà né di scuse né di amicizie: o esiste, quindi è condiviso o non esiste e si tagliano subito le strade deviate che non perseguitano questi ideali.

Piuttosto investite - non in una partecipazione di decine di migliaia di individui, ma in una settimana di Ritirata invitando economisti politologi e psicologi per analizzare prima gli errori da non commettere, poi decidere sulle strategie da attuare nel 2011, quando la crisi avrà toccato (mi auguro) il suo apice e si mitigherà, ed i cittadini cominceranno a pretendere una politica sociale vigorosa, seria e non più lasciata all’improvvisazione.

E’ possibile raggiungere questa meta, senza creare una nuova Fabbrica, ma realizzando diversi incontri spontanei in tutte le regioni, con una componente tripartitica come indicato, e a livello regionale, trarre una sintesi che permetta ad un rappresentante regionale di partecipare ad una ritirata nazionale per affinare le idee e le strategie possibili.

Un ultimo pensiero: cercate per qualche settimana un nuovo logo e nome (a meno di conservare quello dell’Ulivo da solo) che esprima, oltre l’immagine della pace quella della decisione e dell’iniziativa sociale ed economica.

Grazie della vostra cortese attenzione.

Raffaele D’Arcangelo
Economista
darcangeloraf
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Re: Rinascita della sinistra fra valori e principi morali

Messaggioda valemanini il 02/03/2009, 9:29

Il PD è cosa nuoova, è centro sinistra e si può alleare con la simistra, che deve smetterla di remare contro e fare il gioco degli altri Nell'Ulivo, in cui ho creduto molto è stato fatto il gioco della torre e , se si è andati avanti , è stato solo per la pazienza di Prodi. Ora le radici riformiste dell'Ulivo, come ha detto Franceshini, sulla scia di Prodi e Vreltroni, le ha il PD Il popolo del PD non può farsi imbrogliare un'altra volta , anche se può fare alleanze con i vecchi alleati che devono diventare meno partitocratici, meno litigiosi Ho trvato un messaggio : fuori i cattolici dal PD Basta Se non ci fossero stati i cattolici non ci sarebbe stato l'Ulivo Senza polemiche , ma riflessioni democratiche e cordiali
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Re: Rinascita della sinistra fra valori e principi morali

Messaggioda mbservi il 02/03/2009, 10:27

Non penso di avere nessuna una ricetta per rilanciare, o forse addirittura trovare, i veri valori della sinistra. Quello che mi appare palese è come il livello di relazioni sia in Italia pesantemente compromesso: non si vuole più ricercare un dialogo con i possibili alleati, ben sapendo che solo con una attenta mediazione si potrà arrivare ad un compromesso accettabile. La strada che si persegue è quella dell'autoaffermazione delle proprie idee, come uniche portatrici di messaggi universalmente intoccabili. In realtà quello che non si vede più sono esattamente i veri valori universali, scomparsi dietro la nebbie di una quantità di diritti assolutamente transitori.
Non penso che la sinistra possa rinascere come un araba fenice dalle sue ceneri, bensì solo con un attento lavoro di rilettura dei propri errori potrà immettre nella società dei veri valori condivisi. Non si tratta di autoflagellazione ma di un sano esercizio di realismo politico. Non appoggiamoci a miti creati da noi stessi: il buon Obama ha una strada tutta in salita, non santifichiamolo in anticipo. Pensiamo alla vecchia Europa e a come rimetterla in piedi, senza che questa operazione umili ,come è già stato, il resto del mondo
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