da Manuela il 28/02/2013, 12:48
Può darsi, Vittorio, che i dirigenti non ne azzecchino una da vent'anni, ma questo è un ragionamento indipendente dalle dinamiche con cui si sono svolte le primarie. Al Nord non hanno votato quattro gatti ed è evidente che Renzi non ha raccolto i consensi per vincere al di fuori di due regioni, Toscana ed Umbria. Così come Vendola ha raccolto, sempre alle primarie, qualche voto in più in Puglia: l'Italia si sa è un paese di campanili.
E' vero, Renzi non è stato sufficientemente in grado di mobilitare un elettorato esterno al PD; non ricominciamo la polemica sulle regole, adesso.... intelligentemente Renzi l’ha riconosciuto e si è tirato da parte
Se i dirigenti non ne azzeccano una da vent'anni forse, caro Ranvit, significa che noi li votiamo per disperazione, per scegliere il male minore, perché dall'altra parte vediamo "cose turche" (e in questo caso i Turchi avrebbero buoni motivi per offendersi, altro che Napolitano!).
Infatti, l'errore non è stato solo dei dirigenti, ma dei militanti del PD, che li hanno sempre sostenuti e votati, rinnovando loro la fiducia anche davanti ad errori imperdonabili. Non hanno saputo vedere che erano chiamati sempre e soltanto a "contrastare Berlusconi", e non ad impegnarsi per un progetto nuovo di società. E non hanno visto che, per difendersi da Berlusconi, si difendeva sempre e soltanto l'esistente, compresi i privilegi di una vera e propria casta di politici di prima, seconda, e terza fila... In qualsiasi primaria i militanti hanno votato per chi era già stato scelto dai dirigenti, chiunque fosse: sono stati veltroniani con Veltroni e bersaniani con Bersani, non percependo nemmeno che erano chiamati ad approvare due progetti di partito e di società antitetici. Hanno creduto al rinnovamento, sostenuto da primarie parlamentari (la grande vittoria di Civati!) che hanno certificato un ricambio di nomi, ma non di cultura politica. Non ho votato alle primarie per i parlamentari, perché i concorrenti erano esattamente i cloni di coloro che sarebbero andati a sostituire, tanto che non si percepiva a fatica la differenza (e non l‘hanno percepita nemmeno gli elettori, che si sono riversati in massa su Grillo anche nella Romagna rossa).
Non possiamo però fare le solite Cassandre del giorno dopo.
Del giorno dopo…??? No, ho cominciato a criticare il progetto politico di Bersani dal congresso del 2009 (lasciamo perdere il 2007, quando “avrebbe voluto” presentarsi alle primarie, ma non l’ha fatto “per senso di responsabilità”… dovrebbe essere meno responsabile, Bersani, e più lungimirante!), ho fatto la campagna per Marino (ok, anch’io ho fatto la mia autocritica), non ho fatto campagna ma ho sostenuto Renzi…. Sai chi fa la Cassandra del giorno dopo? Michele Serra, per dirne uno…uno che fa opinione, e che ha contribuito non poco, secondo me, alla sconfitta di Renzi, che oggi dichiara a Repubblica tv che sapeva che Renzi avrebbe rappresentato il futuro ma che ha scelto Bersani, perché è più pacato, e rassicurante…. Come se ad andarci di mezzo fossero Bersani, o Renzi, o Serra stesso, e non noi, poveri italiani, che possiamo contare su stipendi ben diversi da un affermato giornalista e autore televisivo!
Ci sono state esperienze positive, Crocetta in Sicilia, Pisapia a Milano, non hanno ottenuto risultati affatto scontati
Flavio, non illuderti per queste esperienze. Oggi occorre un progetto nuovo per il paese, un progetto che un “segretario vecchio stampo” (parole tue) non è in grado di fare,
Bersani è un segretario vecchio stampo, non è un leader. Ha buone capacità di governo e concretezza, le ha dimostrate (certo molto sopra la media italiota), ma non si sa "vendere" e ha un modo singolare di comunicare.
Hai ragione, Bersani è vecchio. Vecchio di cultura politica, vecchio, troppo vecchio, di un’esperienza politica che si è svolta in tempi molto diversi da questi. Bersani forse andava bene per governare in tempi tranquilli,”normali”. Ma in questi tempi di rivolgimento globale, in cui grandi opportunità si intrecciano a grandi disastri economici, occorrono menti aperte e creative, in sintonia con la realtà in trasformazione,e capaci di soluzioni creative e innovative.
Io tra Renzi e Bersani scelgo... Civati, che ha messo in agenda il tema del confronto e dell'analisi del voto grillino già da diversi anni, senza ottenere mai ascolto (e invece quanto ci aveva visto giusto!), che utilizza toni meno aggressivi ed eclatanti di un Renzi ma che intanto ha vinto la sua battaglia sulle parlamentarie ed è molto più sensibile ai fenomeni che attraversano il paese e alle reazioni dei cittadini-elettori.
Civati è un bravo ragazzo, senza dubbio più attrezzato di Bersani per vivere la contemporaneità. Ma è anche quello che, pur non lesinando critiche sul blog, in Direzione non ha mai votato contro i documenti della maggioranza, che non ha avuto fegato di presentarsi alle primarie, che ha vissuto nel Consiglio regionale senza denunciare l’incredibile spreco di denaro pubblico che vi avveniva (anzi, partecipando, sia pure moderatamente e di striscio). E’ uno di quei giovani “a disposizione” che aspettavano che i vecchi facciano loro un po’ di posto… e lo ottenevano, se avevano abbastanza pazienza. Ma anche quei tempi sono finiti
Fra tutti i giovani cooptati e cloni dei padri, è arrivato, per puro caso, o per l’intervento benevolo del dio del PD, un Tony Bair… ma i militanti l’hanno trovato antipatico, e arrivista, e troppo di destra…. Chissà se il dio del PD offrirà un’altra occasione…
Manuela