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Tv e Potere

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: Tv e Potere

Messaggioda pinopic1 il 16/04/2009, 10:57

pianogrande ha scritto:
franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Adesso che avete chiarito la differenza tra leadership e carisma torno a insistere sul fatto che non c'è leadership politica senza un solido partito.

Il grande Antonio Gramsci amava riflettere e faceva spesso paralleli tra l'arte della politica e quella della guerra.
Si chiedeva se fosse meglio avere un esercito senza capitani oppure dei capitani senza esercito.
Se lo chiedeva nell'ambito di un ragionamento sul rapporto tra dirigenti e diretti.
Si rispondeva che un esercito senza capitani va rapidamente allo sbando, si disfa, crolla e fugge sotto i colpi del nemico.
Invece i capitani pur senza esercito nel giro di pochi mesi l'esercito se lo creano dal nulla, reclutandolo nelle campagne, addestrandolo, dandogli una struttura organizzativa.
Il che vuol dire che una vera leadership politica il partito solido lo crea.
E che se il partito non è solido, scricchiola, perde pezzi e colpi, manca una vera leaderhip.

Augh!
Franz


Pienamente daccordo con Franz (o con Gramsci).


Certo. C'è sempre qualcuno che lo fonda il partito. Ma non è che ogni leader deve fondare un partito. Gli altri che avete nominato a proposito della sinistra italiana sono stati espressione di quel partito fondato da Gramsci. E Gramsci tuttavia non partiva dal nulla ma da una idea di trasformazione della società presente da tempo e anche organizzata politicamente.
E da una ideologia che (come uno spettro?) si aggirava per l'Europa. E non era un partito del capo visto che è sopravvissuto al capo e che lo stesso capo non era neanche in condizioni di fare il capo. Un partito che funzionava anche senza la sua leadership e che produceva altri leader.
Tuttavia la mia affermazione che senza un partito un leader non ha nulla con cui fare il leader rimane confermata anche se il leader è capace di fondare un partito. Appunto senza partito non si leadereggia. E leadership vuol dire anche costruire una classe dirigente (di partito) in grado di produrre altri leader e continuare l'opera del fondatore anche senza il fondatore.
Il nostro Prodi ha provato a fare il leader senza partito e sappiamo come è andata. L'ultima volta ha provato a sostituire al partito il carisma derivante dall'elezione attraverso le primarie (in un certo senso il rapporto diretto con il popolo) ma non ha funzionato.
Anche con Veltroni si pensava di supplire all'assenza del partito con la leadership. Non è andata.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: Tv e Potere

Messaggioda pagheca il 16/04/2009, 11:37

Io mi pongo invece una domanda: se anche fosse una questione di leader (e sono convinto anch'io che sia importante), quali condizioni ci vogliono perche' il processo di selezione renda possibile a questi di emergere?

Mi sembra che alcuni di voi diano per scontato che un buon leader sia sempre in grado di emergere, a dispetto della legislazione, delle condizioni sociali ed economiche, etc. E' su questo che ho dei dubbi ed e' su questo che fondo la mia idea che il problema fondamentale della sinistra italiana sia la frammentazione del suo elettorato, non la mancanza di leader che la legge dei grandi numeri dovrebbe comunque sempre permettere. Il mio punto e' che l'elettorato di centrosinistra e' diventato incapace di farlo per eccesso di critica, per disaffezione e per pigrizia mentale.

C'e' chi dice che sono i vecchi vertici dei partiti, molto attenti alla propria sopravvivenza che ne impediscono la selezione. In parte e' vero, ma secondo me se ci fosse un elettorato di sinistra che va a guardare quello che la gente dice invece di liquidare tutto e tutti, alla fine quei vertici sarebbero costretti ad andarsene. In fin dei conti vorrei far notare che Franceschini non e' un "vecchio". Che quando Veltroni e' asceso ai vertici del partito nemmeno lo era. Che Chiamparino, o Cofferati, erano gente molto piu' giovane dei loro concorrenti all'inizio. Che di revisioni dei vertici del PDS/DS/Ulivo etc. se ne sono viste tante in questi ultimi anni, apparte qualche vecchio dinosauro incapace di togliersi di mezzo. Ma non e' successo niente lo stesso.

Riassumendo, secondo me ci sono 3 aspetti da considerare:
- vertici
- elettorato
- istituzioni (strutture di partito, regolamenti, etc.)

Tutti e 3 responsabili del casino. E mi fermo qui.

saluti
pagheca
Ultima modifica di pagheca il 16/04/2009, 12:46, modificato 2 volte in totale.
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Re: Tv e Potere

Messaggioda Stefano'62 il 16/04/2009, 11:38

In politica non è (sempre) vero che la sconfitta significa aver percorso una strada sbagliata.
Sarà vero in guerra o in economia.
In politica no,perchè la politica si fa sulla base di idee valori e principii,e in questo ambito uno dei concetti di base è che non è il numero di persone che crede in qualcosa che ne stabilisce la validità.
(Mi pare che sia anche uno dei concetti di base del liberalismo).
Se così fosse,come già ho scritto altrove,tanto varrebbe fare un sondaggio per sapere come la pensa la gente,e adeguarvisi ruffianamente alla faccia dei principii.
Questa è la demagogia ed è uno dei sistemi di berlusconi,e io lo rifiuto,così come rifiuto l'aziendalismo.
In un'azienda il capo è assolutamente al di fuori di un ambito democratico,ed è persino giusto così dato il contesto (con le debite eccezioni,si intende);quindi applicare il concetto di aziendalismo e il corrispondente concetto di leader in politica,è assolutamente inopportuno,come minimo spregiudicato e alle volte pericoloso.
Naturalmente sono d'accordo se invece per leader si intende una persona carismatica,ma anche preparata,che sappia stare al suo posto,cioè in subordine alle idee e ai valori di cui è solo alfiere e che non appartengono solo a lui.

Vittorio,
che tu per leader non intendessi un dittatore,bensì una specie di capitano d'industria,lo avevo dedotto da diò che scrivi.
Il punto è che al di là delle buone intenzioni,per le ragioni di cui sopra,un capo di questo genere (secondo me) è quanto di più deleterio possa esserci in politica,dopo il despota s'intende...

Ciao
Stefano'62
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Re: Tv e Potere

Messaggioda carlo gualtieri il 16/04/2009, 11:39

bene, mi piace come sta evolvendo la discussione, ci stiamo avvicinando ad alcuni punti cruciali. Diciamo che la parola "politica" ha sempre lo stesso significato di sempre, anche se sembrano diversisssimi e di difficile lettura i problemi che oggi la politica deve risolvere. Walter Bagehot, che usava un linguaggio piano e senza esclamativi, diceva della classe dirigente politica che essa ha il compito di fissare l'ordine del giorno. Di questo si tratta, in estremissima sintesi, ma tenendo presente ciò che lo stesso autore metteva bene in luce: i temi concreti entrano nell'ordine del giorno su una piattaforma di principi ed entro un tessuto civile e morale che rendono solidali i cittadini verso le soluzioni volta a volta promosse.
Quando parlavo di mali antichi, di errori di molto tempo fa che ancora scontiamo, mi riferivo proprio al fatto che, già con Berlinguer, quel PCI che ora non esiste più né può esistere, essendo venuta meno la sua ragione sociale, cominciò ad arroccarsi, non osò tentare nuove strade che avrebbero potuto rendere comprensibile e trasparente la sua inevitabile trasformazione, si contentò delle fede dei suoi militanti e non capì che da quella forza, ancora notevole, poteva nascere del nuovo capace di capire come stava mutando la società reale. Mi riferisco in particolare al rifiuto dell'offerta di Craxi di trovare piena legittimazione politica in un quadro di governo socialista, e ancor più alla scelta della "questione morale" come base del discorso politico, cui corrispose una intensa attività nazionale e internazionale basata sulla indicazione della necessità di trovare una terza via tra comunismo e socialdemocrazia: il che pose il PCI in una collocazione solitaria che, se gli consentì di presentarsi come uno dei pochi punti di legame fra i Paesi socialisti, il movimento operaio comunista, socialista e socialdemocratico e i Paesi del terzo mondo, in realtà domostrava sopratutto l'incapacità di percepire il declino finale del socialismo reale e del bipolarismo. Perciò il dialogo con i principali partiti dell'Internazionale socialista si basava sulla riproposizione di una irriducibile diversità ideologica nei loro confronti, mentre la cultura della diversità diventava anche sul piano interno l'elemento caratterizzante di quel partito.
Perciò, in un altro post, avevo indicato nell'abbandono del metodo gramsciano da parte del gruppo dirigente del vecchio PCI una della ragioni da cui deriva oggi, in italia, la fragilità di quei partiti che oggi si basano su quel complesso di motivazioni che siamo abituati a chiamare "sinistra". Poichè gli ordini del giorno (in primo luogo quelli del PD) sono dettati tenendo in scarsissimo conto la necessità che il complesso della società reale li sentisse come corrispondenti alle sue aspirazioni e alle sue aspettative.
Basta guardare qualcuno in faccia un po' di più, per avere la sensazione alla fine di guardarti in uno specchio. (Paul Auster)
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Re: Tv e Potere

Messaggioda franz il 16/04/2009, 12:00

ranvit ha scritto:Quello che mi sorprende sempre di pierodm è la sua dichiarata capacità di profonde analisi delle situazioni sociali o politiche o anche di pensiero di una singola persona e la sua assoluta assenza di tale capacità quando parla di me (naturalmente parlo per me).

Vittorio, non dobbiamo preoccuparci di questo. Assolutamente.
Sul forum interessano le analisi politiche mentre quella su di te e su chiunque di noi forumisti non interessano a nessuno.
Purtroppo Pierodm è scarsamente interessato alle analisi generali, dato che lui possiede già la verità suprema e non vuole essere contaminato influenzato da idee diverse, quanto piuttosto è interessato a capire come mai alcuni (pochi o tanti) esseri meschini ed ottusi non comprendano la sua visione nella sua luminosità e chiarezza (anche se avrà dozzine di teorie indiscutibili a proposito). Ecco perché preferisce, per pura curiosotà, analizzare noi che la pensiamo diversamente piuttosto che la realtà. In fondo chi sa tutto non si stupsce di nulla e puo' esseresolo curioso quando incontra esseri che sembrano razionali che non condividono il suo pensiero. Come il bianco era curioso quando incontrava un selvaggio.
Ma in fondo è coerente. La realtà è una cosa, le opinioni (mie, tue, sue) sono tante. Per capire le nostre opinioni (e non farsene contaminare) cerca di darsi una ragione della nostra mente, dei nostri processi (corrotti o bacati) di pensiero. Deve inquadrarli, criticarli. Purtroppo questo politicamente non interessa a nessuno, se non a chi eventualmente volesse passare al piano successivo: il lavaggio del cervello per eliminare i pensieri impuri, la conversione del selvaggio.

Non ti preoccupare quindi, fatta la tara a tutto questo, cerchiamo di fare in modo che ogni tanto dia il meglio di sè quando parla di temi generali. Come vedi se opportunamente stimolato, ci riesce. Compatibilmente con gli impegni domesti e di lavoro daro' nel pomeriggio una risposta al suo messaggio, che dimostra che quando si impegna il ragazzo ci sa fare :-)

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Re: Tv e Potere

Messaggioda pierodm il 16/04/2009, 12:41

Ranvit.
Qualche anno fa - parlando dei motivi che mettevano in crisi una piccola azienda "di famiglia", condotta da tre fratelli lavoratori e composta da una dozzina di operai - dicevo ai tre fratelli che il problema nasceva dal fatto che nessuno di loro aveva il ruolo e la responsabilità del capo-azienda: si erano divisi i compiti, e le decisioni scaturivano da riunioni giornaliere sempre più tempestose.
L'azienda attualmente è fallita, benché avesse una posizione ottima nel mercato romano e laziale, nel campo delle forniture per bar e pizzerie - forni, piastre e girarrosti.

Lo stesso penso - anzi, peggio - nel caso di un giornale: meglio un cattivo direttore che nessun direttore.
Un giornale senza uno stile di forma e di pensiero è solo una raccolta di articoli, che è cosa diversa: infatti non credo ai siti web i quali, per il solo fatto di ospitare tanti contributi, sia assimilabile ad un "giornale".

Ma un partito, o più ancora un'area politica, sono qualcosa di molto diverso, e non stiamo a spiegare il perché.
Io non credo che tu confonda un leader con un dittatore. Anzi, non critico nemmeno "te" a riguardo, ma critico quello che dici, o meglio, quello che scaturisce da quello che dici.
Tu forse non fai quella confusione, intimamente, ma il rischio che si passi dal leaderismo al peronismo, al populismo, e perfino all'esaltazione dell'Uomo della Provvidenza, questo rischio esiste nei fatti: esiste e passa attraverso ragionamenti in apparenza "innocui", o minimalisti, o di apparente "puro buon senso", come quelli che fai tu con ostinazione ossessiva.
Io so, per esempio, che risulta facilmente razionale - estremamente razionale - concludere che la democrazia parlamentare è molto meno efficiente di una conduzione autoritaria. Anzi, diciamo pure, da una conduzione spicciativa, sul tipo degli "squadroni della morte" riguardo la criminalità mafiosa: dieci berretti verdi che puntano un clan e ne fanno fuori capi, capetti e manovalanza. Quattro sventagliate di mitra e via: non sto scherzando, perché l'idea mi è venuta spesso, come credo a molti di noi.
Questo vale per tutto: sono tante le idee buone e giuste, obiettivamente buone e giuste, che dovrebbero essere attuate senza tante chiacchiere. Molti nostalgici del fascismo non ricordano il regime come dittatura, ma come governo che attuava cose ritenute buone e giuste "senza tante chiacchiere".
Prendiamo il presidenzialismo: cosa c'è di meglio di un sistema che unisce in sé i pregi della monarchia con quelli della democrazia parlamentare? Se un presidente fa qualcosa di sbagliato, si cambia, e il popolo è soddisfatto. Se il presidente "impazzisce" lo mettiamo in quarantena, legalmente e senza congiure di palazzo. In compenso, le decisioni sono rapide, le responsabilità chiare e precise.
Ma perché questa visione ideale si realizzi davvero, la struttura e la pratica della trasparenza, della comunicazione, delle candidature, delle istituzioni, della consapevolezza sociale, etc, dovrebbero funzionare in modo altrettanto ideale - il che ci riporta, per inciso, al tema di Tv e Potere.

Quello che tu, personalmente, non sembri capire è che in questi tempi circola un'aria che complessivamente tende ad una revanche autoritaria, sotto le sembianze della "razionalizzazione" e attraverso una minimizzazione sistematica dei rischi insiti nella personalizzazione della politica.
Si fa spesso appello al "buon senso", contrapposto alla "complicazione intellettualistica", come se il buon senso fosse la qualità di un'umanità diversa e più pura.
Si contrappone la semplificazione alla complessità, come se la complessità istituzionale non fosse il prodotto di amare esperienze, per cautelarsi dai rischi dell'autoritarismo.

Quello che c'è di sbagliato in questo genere di discorsi, come minimo, è che per perseguire questa semplificazione o razionalizzazione si demolisce idealmente e moralmente e intellettualmente ciò che vi si oppone: non si cerca di migliorare, per esempio, le procedure parlamentari, coronandone la riforma con un sistema presidenziale, ma si vuole dileggiare e smontare il potere del parlamento, contrapponendolo al decisionismo presidenzialista.
Questo è quello che fa Berlusconi, ma troppi anche nel PD assecondano questo indirizzo in modo indiretto e forse perfino involontario, attraverso un pulviscolo di critiche e di svalutazioni di alcuni valori politici che si sono formati nel tempo.

Va be'. Quanto alla "rozzezza" vedi tu: quando dici che io e altri possiamo pensarla come ci pare, tanto il mondo va avanti anche senza di noi, mi sembra un atteggiamento non tanto amichevole.
Anzi, hai letto quello che dice Franz, a proposito del significato della partecipazione ad un forum?
Una bella lezione su come bisogna lasciare che le idee degli altri entrino in noi e scorrano nella nostra linfa vitale: non hai la sensazione che Franz pensasse anche a te, nel rilasciare questo software di misticismo interattivo?
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Re: Tv e Potere

Messaggioda franz il 16/04/2009, 12:42

pinopic1 ha scritto:Certo. C'è sempre qualcuno che lo fonda il partito. Ma non è che ogni leader deve fondare un partito.

Se ne sente la necessità, lo fonda, altrimenti parteciperà alla leadership di quelli che ci sono.
Poi la prova è nel budino.
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Re: Tv e Potere

Messaggioda ranvit il 16/04/2009, 12:45

Stefano : >Vittorio,
che tu per leader non intendessi un dittatore,bensì una specie di capitano d'industria,lo avevo dedotto da diò che scrivi.
Il punto è che al di là delle buone intenzioni,per le ragioni di cui sopra,un capo di questo genere (secondo me) è quanto di più deleterio possa esserci in politica,dopo il despota s'intende...<


E chi ti dice che io intendo un leader in politica come un capitano d'industria? Ti riferisci al mio esempio nel post precedente? Ho fatto quel riferimento perchè ho attinto alla mia esperienza personale. Concordo sul fatto che non necessariamente un buon manager di industria possa essere un buon leader politico.....anzi direi che è alquanto improbabile.
Cio' che sto cercando di dire è semplicemente che al Cs mancano leader veri. E' un dato di fatto (non lo dico io...) visto le sconfitte elettorali, gli insuccessi nelle esperienze di governo e l'attuale forte calo dei consensi.

E' del tutto inutile avvicendare Veltroni con Franceschini etc etc, sono sempre e solo dei funzionari di partito (cosa altro hanno fatto nella vita se non i "galoppini" di partito?).
L'unico vero leader era Prodi, peccato che ha commesso errori "politici" (il suo aumento delle tasse al proprio elettorato fu una pietra tombale. E prima ancora, nel corso della campagna elettorale il suo "farfugliare" su alcuni argomenti di grande interesse dei cittadini fu causa della perdita del forte consenso previsto dai sondaggi etc). Insomma è un leader, ma non lo è stato a sufficienza per tenere sotto controllo la situazione.

A Salerno, alle ultime comunali due anni fa, Vincenzo De Luca alla testa di tre liste civiche ha vinto il ballottaggio contro il candidato ufficiale del CS Alfonso Andria senatore ed ex presidente della Provincia. Andria è un politico di lungo corso, galantuomo, sicuramente onesto, oratoria forbita e grande capacità di analisi ma assolutamente incapace di "fare" (della sua presidenza della provincia non si ricorda alcunchè). Anche De Luca è un politico di lungo corso (esponente del Pci cittadino di cui fu poi Segretario), ma una volta assurto (...) al ruolo di amministratore come sindaco nel '94 ha capito che cio' che conta è, dopo le analisi, "fare"....e da allora ha trasformato completamente la città. E' stato rieletto ormai tre volte sempre con percentuali bulgare. Lo votano tutti, in particolare i non militanti. E anche quando nel suo stesso partito i burocrati hanno cercato di non presentarlo, lui si è presentato ed ha sbaragliato tutti. Ha dalla sua la forza del "fare" non solo delle chiacchiere.

Come vedi un leader puo' provenire da ogni dove (ma non è il caso di Veltroni e Franceschini e nemmeno di tutti gli altri volti noti della dirigenza Pd attuale).....se si hanno le "capacità" necessarie alla bisogna, si emerge.

Ma se si perde....bisogna andare a casa. Anche in politica! Non è vero che in nome di ideali propri (chiamiamoli cosi'...) si ha il diritto di restare eternamente a galla, facendo scontare ai propri rappresentati le propie appurate incapacità.
Ci sono sicuramente altri che in nome di quegli stessi ideali hanno anche le capacità di vincere elettoralmente e nella pratica di governo!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Tv e Potere

Messaggioda Stefano'62 il 16/04/2009, 13:03

ranvit ha scritto:Ma se si perde....bisogna andare a casa. Anche in politica! Non è vero che in nome di ideali propri (chiamiamoli cosi'...) si ha il diritto di restare eternamente a galla, facendo scontare ai propri rappresentati le propie appurate incapacità.
Ci sono sicuramente altri che in nome di quegli stessi ideali hanno anche le capacità di vincere elettoralmente e nella pratica di governo!

Giusto,
e in un contesto nazionale invece che locale,dove cioè la gente non ha possibilità di toccare davvero con mano gli effetti di questo e quello e le relative responsabilità o i meriti,la TV (e tutti gli altri media meno accessibili) entra prepotentemente nella vita politica come strumento di informazione,se è libera,oppure di condizionamento (o controllo) del potere,se invece è come in Italia.
E di fatto si pone come nesso diretto tra elettori e potere.

Ciao
Stefano'62
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Re: Tv e Potere

Messaggioda pagheca il 16/04/2009, 13:10

si ma chi deve andare a casa?
Il capo?
I vertici?
tutte le strutture di partito? (non succede da nessuna parte)

Prodi se ne e' andato (e senza nemmeno perdere)
Veltroni si e' dimesso.

Quando succede qualcosa di corretto chiudiamo gli occhi e facciamo finta di non avere visto.

saluti,
pagheca
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