Ognuno ha diritto di pensarla come crede, ma mi sembra quantomeno troppo comodo imputare al solo Bersani la responsabilità della situazione di grave malessere del Pd e di tutto il centrosinistra.
E poi, non mi interessa affatto discutere di quanto Bersani sia "furbo" (poco, non c'è dubbio). Mi colpisce invece molto che, a fronte dei continui attacchi a Bersani, che quanto meno ha sempre dimostrato un comportamento lineare, chiaro ed onesto, ci siano pochissime critiche e commenti ai famigerati "101" che, dato il coraggio e la chiarezza con la quale difendono le proprie posizioni, possono essere solo definiti dei bugiardi vigliacchi.
In questa situazione la mia fiducia nel Pd è crollata a zero, e tale resterà finché quei "101" saranno ignoti, ed almeno alcuni di loro continuano a far parte del gruppo dirigente. Anche la mia stima di Renzi, che non è mai stata molto alta, ha subito un crollo da quando l'unica cosa ce ha saputo dire sui 101 è stata: "non sono stato io". Meglio così, certo. Ma come può aspirare a dirigere il Pd rinnovandolo, senza pretendere chiarezza su certi comportamenti?
Infine, siamo davvero sicuri che Bersani abbia sempre torto? A me sembra che molte delle sue opinioni non siano prive di buon senso. Bersani ha dei limiti? Certo, ma conoscete quel detto popolare "In un mondo di ciechi un orbo è re"? Ecco, in questo momento il Pd mi sembra il mondo di ciechi, mentre Bersani ha rilasciato una interessante intervista ieri al Corriere della Sera, riassunta da L'Huffington Post:
Pier Luigi Bersani: "Se Silvio Berlusconi molla voto non è automatico". Sandra Zampa guardiamo ai dissidenti M5s
Ha fatto rumore l’intervista rilasciata da Pier Luigi Bersani al Corriere della Sera (che il sito del Partito democratico pubblica integralmente): "Oggi abbiamo un governo di servizio. Lo sosteniamo e lo sosterremo – ha detto l’ex segretario del Pd - Vi abbiamo impegnato i nostri migliori esponenti. Ma è compito di tutti noi tenere viva la prospettiva di un governo di cambiamento". "Sostengo Letta - sottolinea - persona intelligente, capace e leale. Ma Berlusconi non pensi di avere in mano le chiavi del futuro. Ci pensi bene. Stavolta staccare la spina al governo non comporta automaticamente andare a votare".
Bersani ha affermato che quello di provare un governo "di cambiamento" con i grillini, dopo il voto, è stato da parte sua "un tentativo convinto, e anche ragionevole: non prendi il 25% senza ingaggiarti. Puoi metterci un mese a capirlo, forse due; ma devi capirlo. Era solo questione di tempo. Infatti è proprio quello che sta accadendo". Dopo il voto tentò anche di parlare col leader del Movimento Beppe Grillo, "ma non è stato possibile".
Parole che hanno trovato più che una sponda nella prodiana Sandra Zampa, che ha partecipato all’incontro nazionale di Occupy Pd a Bologna. "Nel caso in cui avvenisse che al senato abbiamo i voti per fare un governo diverso, bisogna che il Pd si fermi e si interroghi - ha rilancia la parlamentare - Se hai la possibilità di fare un altro tipo di governo, senza trovarti continuamente ricattato con l'Imu, devi pensarci", è stata la sollecitazione di Zampa, ancora convinta che un governo di scopo "sarebbe stata la strada migliore" rispetto alle larghe intese.
L’ex portavoce di Romano Prodi è tornata sulle scelte del partito degli ultimi mesi: "Tutto comincia con la questione irrisolta del Qurinale – ha ragiona- se la cosa fosse stata gestita in un altro modo, avremmo avuto il governo del cambiamento. Gli M5s hanno perso l'occasione della vita e non hanno ancora capito che la politica è mediazione, che non è una brutta parola. Una parte di noi soffre, ma loro soffrono di più".
A Bersani (e alla Zampa) rispondono i senatori renziani del Pd Andrea Marcucci, Isabella De Monte, Mauro Del Barba, Nadia Ginetti e Laura Cantini, che ne criticano le parole: "'Dopo di me, ci sarà il Pd', per Bersani è arrivato il momento di dimostrarlo con i fatti. La sua intervista al Corriere della Sera sembra infatti andare nella direzione opposta. Balenare nuovamente un governo del cambiamento con i transfughi del M5s è un'ipotesi dell'irrealtà e comunque una bordata strumentale contro chi a parole si vuole difendere, ovvero Enrico Letta. In più il Pd che serve al Paese non cambia le regole per contrastare Matteo Renzi".
"Siamo tra coloro che a viso aperto hanno detto no alla candidatura di Marini - spiegano i parlamentari - lo abbiamo fatto nel corso di un'assemblea del gruppo, luogo democratico per eccellenza. Quel giorno fu Bersani a venir meno ai patti, sancendo anche la fine dell'alleanza con Sel. Anche sul congresso del Pd, noi ci auguriamo che sia occasione di cambiamento per tutto il partito, dai circoli alle federazioni, ai vertici nazionali. Non ha senso - concludono i senatori - proporre strumenti di elezione diversa a seconda dei livelli, così come ha ipotizzato Bersani. All'ex segretario, chiediamo maggiore rispetto per il suo partito, che sta attraversando una fase decisiva".