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grido di dolore

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

grido di dolore

Messaggioda maza49 il 22/12/2008, 17:19

Ho quasi 60 anni; nella mia vita ho votato PCI, PDS, DS, Ulivo e adesso PD. Credo nella superiorità morale della Sinistra, ma vedo con grande tristezza e rammarico che le cariche elettive del PD sono state scippate da gente che non gli appartiene: troppi mestieranti, imbonitori, nani e ballerine, legati più al soldo facile e ai giri corrotti, che a questo disgraziato partito e ai valori che dovrebbe esprimere. La leadership PD, purtroppo, è in mano a persone che hanno perso il senso del reale: un figlio di deputati che ha fatto solo il deputato, figli di persone di partito, che hanno fatto solo i politici. Adesso poi, con la nuova legge elettorale, questa congrega si è molto bene arroccata. Signori del PD, state pure dove siete; la politica, per essere praticata, va conosciuta. Ma, per favore, ascoltateci. Cercate consiglieri dal mondo reale: giovani e meno giovani, uomini e donne; ascoltate chi lavora sul serio, chi deve rendere conto degli impegni che si prende, chi è abituato a raggiungere i suoi obiettivi con budget ridotti. Sono una ricercatrice; ho la responsabilità di una ventina di ricercatori; le aziende dove ho lavorato mi hanno sempre chiesto di fare di più con meno. Ce l'ho sempre fatta, con molta adrenalina e con poco budget. Abbiamo pubblicato molto e prodotto risultati. Penso che come me ce ne sono tanti. Signori leader del PD, svegliatevi; guardatevi allo specchio e recuperate un po' di dignità. Non lasciatevi dire dai vari Cicchitto "La crisi morale del PD è sotto gli occhi di tutti", come è successo con Angela Finocchiaro a Porta a Porta. Recuperate la decenza, l'umiltà, la brillantezza di alcune vostre teste. Non sono all'assalto dei vostri profumati stipendi; teneteli pure. Vi chiedo però di dimostrarci che li meritate. E, se possibile, di non continuare ad aumentarveli in sordina. Non ora almeno.
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Re: grido di dolore

Messaggioda ranvit il 22/12/2008, 18:05

Cara maza49, innanzitutto benvenuta!

Il tuo grido di dolore è da me fortemente condiviso.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi ed anni. Temo pero' che non sarà facile uscire da quest'impasse.
Come dici tu (ma come ho detto io tante volte) gli attuali "dirigenti" del Pd, ns area di riferimento, sono inadeguati e perdenti....insomma scarsi assai.
Forse l'Italia deve subire (lo merita...) questo berlusconismo prima di rinsavire, almeno un po'.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: grido di dolore

Messaggioda pierodm il 22/12/2008, 18:21

Cambierei il titolo: non grido di dolore, ma grido di dignità.

Questo messaggio è un esempio perfetto di quello che sostengo da molto tempo: il popolo della sinistra è migliore dei suoi rappresentanti e dirigenti di partito. Lo era al tempo del PCI, continua ad esserlo adesso.
Migliore in che senso? - sento già la domanda che preme sulle tastiere...

Migliore professionalmente e culturalmente, in molti casi.
Migliore umanamente, in quanto persone che vivono una vita difficile, qualche volta dura e piena d'incertezza.
C'è poi una sfumatura - nemmeno tanto tenue - del concetto di "migliore", che si basa sul rapporto tra quello che si può fare e quello che effettivamente si fa - sulla scia di ciò che disse Pasolini, rivolgendosi idealmente Pio XII, "non è tanto il male che hai fatto la tua colpa, ma il bene che potevi fare e non hai fatto".

Dissento però con Maza su un solo punto: la qualità non nasce dall'ascolto.
Prima di tutto perché la capacità, la disposizione ad ascoltare - e poi la bravura di saper utilizzare ciò che si è ascoltato - è una conseguenza della qualità politica e professionale, più che la causa.
In secondo luogo, la qualità politica nasce dalla selezione, dalla gavetta, dalla "fatica" - come del resto Maza riconosce, quando parla dei "politici figli di politici".
In questa società corporativa e familistica i politici seguono gli stessi itinerari esistenziali e professionali vigenti in altri settori, ossia in quei mestieri che consentono l'illusione di essere tutti capaci di farli, se appena si riesce a occupare un posto per un tempo sufficiente ad "imparare" quali sono gli orari e i numeri telefonici utili: giornalisti, soubrettine, dirigenti statali, assessori, manager di aziende concessionarie, etc, là dove il giudizio è affidato alla valutazione e al gusto di gente della quale non frega niente a nessuno. In questi settori la percentuale di figli e nipoti è altissima: il "talento" è evidentemente ereditario.
Ereditarietà invece assai rara e difficoltosa in quei mestieri dove il talento serve davvero, e dove basta essere appena mediocri per essere costretti a ritirarsi tra un fitto lancio di broccoli, ammesso che si sia in grado di scendere in campo tout court: lo sport, la musica, la ricerca scientifica, la buona cucina, le professioni artigiane, il manager delle piccole imprese che stanno davvero sul mercato ...
Condizioni queste ultime che non garantiscono una speciale bravura, ma garantiscono almeno di imparare a fare i conti con la propria mediocrità - se si è mediocri - e a conoscere bene i propri limiti.
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Re: grido di dolore

Messaggioda Paolo65 il 23/12/2008, 12:43

Quando Craxi di fatto fece sparire il PSI ho sempre pensato a quanti si fossero sentiti traditi nel loro intimo.

Il socialismo è un insieme di valori universali di primissimo piano e vedere un partito ridotto ad una congrega di ladri e corrotti è stato avvilente.

Riguardo al PCI in linea di principio vale la stesso discorso. Anche se si è di un'altra parrocchia, Berlinguer ed altri leader di allora erano di ben altra dirittura morale se paragonata a questi,quindi anche per gli attuali sostenitori del PD vedere come si è caduti in basso resta avvilente.

Anche gli elettori della vecchia DC come per i nuovi, dovrebbero avvilirsi visto il passato ed il presente,perchè i partiti che si sono sempre rifatti alla DC dovrebbero portare avanti i valori cristiani, che non contemplano il furto e la corruzione perpetua.

Concludo che condivido quel grido di dolore, ma ribadisco che non possiamo nè dobbiamo gettare la spugna e darla vinta ad una parte di questa DX anch'essa svilita ad accolita di ladroni e corruttori.

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Re: grido di dolore

Messaggioda guidoparietti il 23/12/2008, 13:09

Ma perché la sinistra dovrebbe avere una superiorità morale in cui credere, addirittura aver fede? Voglio dire, una situazione corretta sarebbe quella in cui tutti, destra e sinistra, sono in linea almeno con uno standard minimo di moralità pubblica, e poi ci si divide sulle scelte politiche. Io vorrei credere in questo piuttosto che nel pericolosissimo mito della superiorità morale della mia parte politica. Che poi, la credenza nella superiorità morale è stata, fin dai tempi del PCI e ancora in giorni più recenti, un comodo alibi sempre a disposizione per coprire errori politici e anche qualche immoralità qui e là. Il problema dell'Italia non è che NOI dobbiamo essere moralmente superiori a LORO, il problema è che TUTTA la classe politica dovrebbe essere controllata dall'opinione pubblica e mantenuta al di qua del degrado culturale e morale in cui invece versa. I credenti nella propria superiorità morale sono lo specchio di quegli altri che se ne fregano altamente della moralità, il risultato è che gli eletti dagli uni e dagli altri possono fare i disonesti in relativa tranquillità. La moralità pubblica dovrebbe essere uno standard condiviso e da applicare a tutti, amici e avversari, non un vessillo da innalzare solo per la propria parte politica.
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Re: grido di dolore

Messaggioda pierodm il 23/12/2008, 16:01

Guido
I cittadini, le persone, non sono tutte uguali, sia in un piccolo villaggio, sia - tanto più - in una nazione di sessanta milioni di persone.
Quindi esiste una differenza tra diversi gruppi, oltre che tra individui.
Immaginare un livello minimo di moralità - oltre che di tante altre virtù - è non solo lecito, ma estremamente suggestivo nella sua bellezza: ma irrealistico.
Quello che io, però, mi auguro è che ognuno pensi che la propria parte sia migliore di quella avversa, e che la sostenga e la voti per questo motivo: ciò garantirebbe, almeno, che esista una "illusione condivisa", con tutti gli evidentissimi limiti, ma anche con il modesto valore positivo di una tale illusione.
Se gli elettori di questa destra coltivassero questa illusione - questa convinzione - sarebbe già una buona base di partenza per poter dialogare, discutere e magari anche litigare con qualche utilità.
Invece - oltre alle mie personali constatazioni - ricordo bene una lettera che un elettore berlusconiano scrisse a Scalfari, una decina d'anni fa: "so benissimo che Berlusconi è un traffichino, ed è probabilmente tutto quello che Lei dice, caro direttore, ma io l'ho votato perché penso che possa combinare comunque qualcosa di utile", questa la sostanza della lettera.
Naturalmente, si sta parlando di una convinzione poggiata su elementi politici, e non sul fatto che un leader faccia simpaticamente cucù, o un partito sia affollato di soubrettes.

Però non capisco la ragione per cui sembri così necessario smontare ad ogni costo una realtà, diciamo così, "storica", circa quel "popolo intelligente" della sinistra, come l'ha definito PP Pasolini.
E non capisco perché s'insiste a definire "morale" una diversità che era - come la definizione stessa indica - di natura molto più complessa, e molto più politica e intellettuale, dove per "intellettuale" non s'intende soltanto l'appartenenza alla sinistra della gran parte degli intellettuali di mestiere, ma anche e soprattutto una tendenza a "riflettere" sulle vicende politiche, a "imparare" andando faticosamente al di là dei propri limiti culturali e del proprio orizzonte immediato, a rispettare quello che da altre parti veniva chiamato il "culturame", da parte di persone e classi sociali che fino a quel momento erano state più plebe che popolo, più sudditi che cittadini.
Potrei portare esempi familiari, ma ve li risparmio: quest'accenno vale solo per dire che non parlo per sentito dire, o in preda a vaghe e offuscate nostalgie, ma per esperienze vissute da vicino, che penso però debbano appartenere a tutti - o almeno a tutti coloro che non vogliono riscrivere la storia secondo di come fa comodo nell'attuale.

Anzi, credo proprio che una corretta rilettura del corso delle cose, sia molto utile - diciamo pure necessario - per capire il presente, specialmente in questa sinistra (...?) alla quale abbiamo giustamente intitolato il forum con il sottotitolo riferito alle "radici", ossia al concetto di continuità - o discontinuità.

Comunque - in omaggio alla sempre latente richiesta di "concretezza" e lasciando da parte il discorso sulle "radici" - una domanda s'impone: che si fa, se non c'è questo standard condiso di moralità pubblica? Come vogliamo considerare quel gran numero di elettori che votano Berlusconi, nonostante i sui conflitti d'interesse, i suoi cucù, le sue infelicissime esternazioni, e anzi non solo lo votano ma lo adorano?
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Re: grido di dolore

Messaggioda Myosotis il 23/12/2008, 16:49

Io ho quasi 43 anni e nella mia vita ho votato PCI, DP, PRC: ma è ormai qualche anno che medito seriamente di non votare più per nessuno.
Non credo nella "superiorità morale", anzi: penso che nel considerarsi o nel considerare qualcuno o qualcosa "moralmente superiore" a qualcuno o qualcos'altro, sia implicita una forma di razzismo intellettuale che, soprattutto a sinistra, non si dovrebbe nemmeno concepire; ammesso, poi, che parlando del PD si riesca a ri-trovare un qualche riferimento ai principi e agli ideali della sinistra come storicamente identificati.

In altre parole, quando elettivamente e consapevolmente "scegliamo" di assumere certi punti di riferimento ideali ed etici, questi dovrebbero minimo proiettarsi nella vita pubblica come in quella privata in nome di un'implicita coerenza a vincolare i mezzi ai fini. E tolta la quale, l'atteggiamento che si ha verso le cose è prevalentemente fideistico, dogmatico, a-critico; nonchè perfettamente reversibile e prono ad abbracciare nuove fedi qualora le vecchie non siano più funzionali ai precipui interessi del singolo o del gruppo cui esso appartiene.

Certo, una tale visione delle cose e della vita pare assolutamente estranea alla gestione politica della nostra Repubblica, ed è assolutamente estranea (... se non lo è, deve essere alienata ) alla gestione del potere. Infatti, se da un punto di vista ideale la vera questione morale si riporta, per me, ad una questione di mera coerenza individuale e di onestà intellettuale (adamantini, cristallini e necessariamente "relativi" all'ideologia e agli interessi che scegliamo d'interpretare), da un punto di vista politico mi preoccuperei, piuttosto, di ristabilire meccanismi a limitarla questa gestione del potere: nei partiti - in quanto strumento irrinunciabile della democrazia rappresentativa - prima di tutto; quindi nei confronti del Potere in quanto tale, onde limitarlo nella sua smania di privilegio e relativamente agli interessi di classe in grado di garantirgli tale privilegio.

Naturalmente, non mi aspetto certo che un'oligarchia di dirigenti che esce di scena solo quando sorella morte se la porta, possa introettare la benchè minima consapevolezza dei problemi che attanaglia la gente comune. Nè voglio generalizzare, perchè a me chi gestisce il potere mi sta sulle balle ad oltranza ed è molto raro che non mi susciti una viscerale diffidenza "a prescindere".

Ciao e auguri tanti
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Re: grido di dolore

Messaggioda guidoparietti il 23/12/2008, 17:14

pierodm ha scritto:Comunque - in omaggio alla sempre latente richiesta di "concretezza" e lasciando da parte il discorso sulle "radici" - una domanda s'impone: che si fa, se non c'è questo standard condiso di moralità pubblica? Come vogliamo considerare quel gran numero di elettori che votano Berlusconi, nonostante i sui conflitti d'interesse, i suoi cucù, le sue infelicissime esternazioni, e anzi non solo lo votano ma lo adorano?

Quegli elettori votano e talvolta adorano (ma se dovesse contare SOLO sugli adoratori berlusconi non vincerebbe mai le elezioni) perché l'alternativa, cioè noi, si è dimostrata incapace di governare, e la sbandierata superiorità morale è molto relativa, e lo è sempre stata.
Invece, come ho cercato di dire ma evidentemente senza farmi intendere, la moralità pubblica dovrebbe essere uno standard imposto a tutti i politici, non un espediente per proclamare la propria superiorità.
Non è un sogno come sembri dire tu, è ciò che accade nelle democrazie consolidate, normalmente. Altrove, ma non da noi, quando uno ruba, dà o riceve mazzette, favorisce gli amici di amici ecc, e quando ciò viene scoperto, quello non viene più votato dagli elettori e spesso prima ancora viene espulso dai suoi stessi colleghi. Indipendentemente dalla parte politica di appartenenza, e senza che quelli non toccati dallo scandalo si presentino perciò come intrinsecamente superiori. Quando questo sistema va in crisi, succedono le cose che succedono in Italia, cioè in due parole, quasi nulla di ciò che è pubblico e politico riesce a funzionare in modo adeguate.
Io non voglio essere moralmente superiore rispetto a chi vota a destra, solo perché vota a destra. Vorrei invece che gli elettori, di destra e di sinistra, senza farsi illusioni sulle proprie travi nell'occhio, chiamassero i propri rappresentanti e anche quegli altri a rispettare almeno degli standard minimi di etica pubblica. Questo non accade, quel che accade è che una parte del paese si crogiola nella sua superiorità morale, salvo poi subire bruschi risvegli, e un'altra parte del paese se ne frega altamente al motto di "tanto so' tutti uguali". E i risultati si vedono. Se poi a pierodm o ad altri piace così, liberissimi, ma tenete conto anche delle conseguenze nel giudicare quali atteggiamenti siano politicamente produttivi.
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Re: grido di dolore

Messaggioda Paolo65 il 24/12/2008, 12:45

Rincorrere la superiorità morale sulla DX è il peggior viatico,perchè introduce quella distinzione con quella parte di elettorato,trattato come un appestato, quando invece andrebbe motivato a cambiare scelta.

Se però gli si dice,IO SONO SUPERIORE A TE,quell'elettorato ti volta le spalle e ti sputa pure sopra.

Ci sono poi dei valori che negli anni il CS è stato capace di svalutare e svilire,definendoli di DX,quando invece sono universali,che è stato il più bel regalo politico che si è potuto fare alla controparte.

La dirittura morale non deve essere identificativa di un partito ma il minimo comune denominatore,poi c'è tutto il resto.

Oggi l'elettore sta andando sempre più in confusione perchè di ladroni e corrotti ne sono pieni i poli ed inoltre, tra le righe essi ascoltano proposte simili che però non approdano mai a nulla perchè i 2 poli fanno a gara a delegittimarsi a vicenda.

In una situazione del genere nel CS non si ha più voglia di votare,a DX invece si aggrappano al capo capoccia, pur sapendo che non è uno stinco di santo,ma almeno da l'idea di dirigere la baracca che non versa in belle acque.

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Re: grido di dolore

Messaggioda pierodm il 25/12/2008, 21:57

Prometto che questa è l'ultima volta che mi lascio andare alla tentazione di discutere sulla questione della "superiorità", se il discorso continua in questo modo.

Io dico: va bene non essere d'accordo, ma almeno bisognerebbe leggere e rispondere a quello che si è letto.
Ho contestato la definizione di superiorità "morale", dicendo che si tratta di una dizione impropria, e che la superiorità in se stessa - ossia "essere migliori" - è un concetto del tutto legittimo, praticamente tautologico nel momento in cui si sceglie una posizione rispetto ad un'altra, etc etc etc
Ho precisato che non di "morale" si tratta, ma di disponibilità a "imparare", ad uscire dal proprio egocentrismo, dal proprio limitato orizzonte, per cercare di cogliere valori politici più generali, etc etc etc
In altri momenti avevo tentato di ricordare che la composizione stessa dell'elettorato di sinistra comportava una minore e comunque limitatissima complicità con azioni, abitudini e posizioni di malaffare e di contiguità con il potere, per il semplice fatto che si trattava nella gran parte di povera gente, o di operai, o della parte più idealista degli intellettuali, tutta gente per la quale l'onestà più che una "scelta morale" era un destino.

Niente. Nein. Come se non avessi detto niente.
Si continua a ripetere che "parlare di superiorità morale è assurdo, è una sciocchezza".
Però - qui, adesso, in questo stesso forum - si sprecano gli anatemi sia morali, sia intellettuali, sia politici, sia personali, sia di partito, verso questo o quel dirigente, verso i presunti nostalgici della falceemartello, verso chi chi ha la "puzza sotto al naso", verso i massimalisti, verso quelli che ricordano Craxi come l'affossatore del PSI, verso chi sembra "anti-americano", secondo il principio per cui, evidentemente, si ritiene di avere una visione assolutamente più moderna, più matura, più giusta, e - come dice Vittorio - meno "infantile e velleitaria" della politica: in una parola, "migliore".

Quindi, amici, compagni e compaesani, vi lascio tranquilli a decidere: esiste la possibilità che qualcuno sia politicamente e intellettualmente migliore, o questa possibilità esiste solo per chi pensa le cose che pensate voi (adesso)?
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