Ieri sera ho visto il film di Oliver Stone, "JFK - Un caso ancora aperto" (USA, 1991).
Una lotta da Titani per coloro che hanno voluto e vogliono sapere la verità su un fatto che ha visto coinvolto una complessa "cupola" di variegati mondi (politici, servizi segreti, militari, imprenditori, mafia ... società segrete), perché ciascuno vedeva compromessi i propri interessi dal nuovo corso politico di Johnn Fitzgerald Kennedy.
La "cupola" si è ribellata ... e lo ha fatto con l'eliminazione fisica dell'avversario, previa una serie di intrecci a garanzia della complicità e dell'omertà di tutti gli apparati. Naturalmente, insabbiando e a manomettendo indagini, prove ed analisi (anche l'autopsia sul corpo di Kennedy), per diffondere una "verità" ufficiale dell'accaduto ... e far sì che ciascuno uscisse "estraneo ai fatti".
La pellicola si basa sulle opere d'inchiesta del procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison, che dubita della tesi ufficiale successiva all'indagine della Commissione Warren, e di Jim Marrs.
Il tempo darà l'interpretazione migliore all'accaduto.
Nel film ci sono frasi che non dovrebbero passare inosservate a nessuno. Ne riporto qualcuna:
- Questa è la vera domanda: perché? Il come e il chi sono solo diversivi per il pubblico.
- Ci sono uomini, che quando piove, riescono a passare tra una goccia e l'altra ...
- "Un patriota deve essere sempre pronto a difendere il suo paese dal suo governo"
- L'autorità dimentica un re morente. (Alfred Tennyson)
- Più grande è la bugia, più la gente la crederà. (Adolf Hitler)
- Qui ci troviamo dietro uno specchio a due facce. Il bianco è nero. E il nero è bianco.