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Piano crescita o chiacchiere?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda ranvit il 25/08/2012, 21:30

Non mi pare si possa dar torto a politici e sindacalisti..

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 78054.html

Bonanni: 'Piano crescita non basta, serve patto'
Leader Cisl all'ANSA: 'Ora governo ci convochi' 'Esecutivo chiarisca nuova stretta sugli statali'
25 agosto, 20:59


di Barbara Marchegiani

Non un giudizio netto, ma la richiesta di un passo in più perché le misure non restino lettera morta e trovino, invece, attuazione attraverso un Patto sociale per la crescita e per il lavoro ed un intervento sul fisco: il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, all'indomani dell'agenda d'autunno delineata dal governo, parla con l'Ansa sottolineando che "ci sono misure buone, alcune meno buone e discutibili". Ma quello che serve davvero al Paese per ripartire, dice, è "un Patto per la crescita e per il lavoro che impegni tutti i soggetti: senza non si va da nessuna parte. Senza si rischia una declamazione e basta". Secondo Bonanni, "senza l'accordo con le parti sociali e gli enti locali, mi chiedo quale efficacia possano avere tutte queste misure. Senza l'accordo di tutti perdono forza. Servono il sostegno e il controllo sociale". E per questo sollecita l'esecutivo a un confronto.

"Mi aspetto che anche i sindacati siano convocati dal governo al tavolo in programma con le imprese e le banche il 5 settembre" proprio per discutere degli interventi da mettere in campo. "Perché - aggiunge - a quel punto chi vuole prendere impegni li prende". Il segretario generale della Cisl indica quelli che a suo parere sono gli interventi positivi e quelli discutibili. "Ci sono misure buone", spiega, "per esempio come i concorsi per l'assunzione di docenti nelle scuole, la dismissione del patrimonio dello Stato, che chiediamo da tempo anche se speriamo sia esclusivamente del patrimonio immobiliare senza toccare gli asset industriali che fanno così gola e che non dobbiamo cedere in alcun modo". E "ci sono misure meno buone perché - prosegue - non si capisce bene cosa significa liberalizzare le poste senza vedere che le passate liberalizzazioni nel settore postale non hanno portato migliori servizi né migliori costi".

Bonanni esprime molte perplessità anche sulla armonizzazione della riforma del mercato del lavoro privato con quella del pubblico, confermata ieri dal Consiglio dei ministri: "C'é un'ulteriore stretta sugli statali che non comprendiamo bene, perché non è trasparente, non è precisa, non è chiara fino in fondo. Il governo la chiarisca". E soprattutto al governo chiede di "aggredire la questione fiscale. La vicenda delle tasse è persino elementare: più il volume della pressione fiscale diminuisce, più il volume dell'attività economica cresce". Bisogna quindi diminuire il peso del fisco a partire dal lavoro e allo stesso tempo aumentare la lotta all'evasione. Un ultimo appello, poi, perché sia prevista un'ulteriore proroga - rispetto al 30 novembre deciso ieri dal Cdm - della sospensione dei pagamenti delle tasse per le zone colpite dal sisma del 20 e del 29 maggio scorsi, in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. "Lesinare su una situazione grave è sbagliato. E' bene che queste zone, che poi sono il cuore produttivo del Paese, abbiano la possibilità di respirare. Bisogna dare loro più tempo".

BERSANI, INTENZIONI BUONE MA RACCOMANDO CONCRETEZZA - "Quello di ieri è stato un Consiglio dei ministri più di intenzioni, alcune anche molto buone, che di decisioni: mi permetto di raccomandare molta concretezza". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al suo arrivo alla Festa democratica a Reggio Emilia. A giudizio di Bersani "ci vogliono tavoli per le crisi industriali, bisogna dare un'occhiata alle piccole e medie imprese, al sistema delle tariffe, alla lotta all'evasione fiscale".

CICCHITTO, MONTI PARLA DI CRESCITA SOLO NEI FESTIVI - "Il Consiglio dei Ministri di ieri dedicato alla crescita è stato in realtà dominato dai richiami del ministro Grilli al rigore economico. Vengono in mente gli attacchi che a suo tempo fecero Marcegaglia e sindacati al governo Berlusconi perché mancava a loro avviso il capitolo-crescita. Oggi quegli stessi attacchi dovrebbero essere rivolti al governo Monti che parla di crescita nei giorni festivi e poi nei giorni lavorativi fa solo marginali operazioni di restyling". E' quanto afferma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cichitto.

BALDUZZI, CANTIERE SANITA' E RIFORME A REGIME - "Dopo le accuse di essere solo 'recessivi', ora che si fa un programma di crescita e sviluppo spero non ci dicano che il tempo è scaduto". Così in una intervista all'ANSA il ministro Renato Balduzzi, sottolineando che "il governo dura finché ha la fiducia delle Camere" ma che l'orizzonte cui si guarda è quello della scadenza 'naturale' del 2013. Quanto alla possibilità di rimanere in politica dopo l'esperienza 'tecnica', Balduzzi risponde con una battuta: "Il futuro di ministro? Ministrerò...". La strategia per far ripartire il 'Cantiere Italia', deve includere anche il 'cantiere sanita' ', per far ripartire gli investimenti per l'edilizia ospedaliera e la messa in sicurezza degli edifici. Così Balduzzi, spiegando le linee sulle quali si muoverà il suo dicastero di qui a fine mandato. Per il comparto sanità conferma che è in arrivo un provvedimento omnibus che servirà a completare gli interventi già adottati,dalle liberalizzazioni alla spending review. Quanto alla riforma dell'attività privata dei medici del servizio pubblico che "integra" a pieno titolo l'intramoenia nel servizio sanitario nazionale, è una novità che "rafforza il sistema". Lo dice Balduzzi spiegando che con la riforma si avrà totale certificazione dell'attività e tracciabilità dei pagamenti e che così si punta all'efficienza del servizio sanitario così come delineato anche nel Consiglio dei ministri di ieri.

PDL, BALDUZZI PORTI TESTO DECRETO IN COMMISSIONE - "Fa comodo leggere sui giornali stralci del decreto sulla sanità che il ministro della salute Balduzzi avrebbe dovuto consegnare due settimane fa ai presidenti delle commissioni di Camera e Senato e ai capigruppo dei partiti che sostengono il Governo. Fa comodo ma non è sufficiente". Lo dichiarano in una nota congiunta il presidente della Commissione affari sociali della Camera dei deputi Giuseppe Palumbo (Pdl) e il capogruppo del Pdl in commissione Domenico Di Virgilio. "Il ministro - scrivono nella nota gli esponenti del Pdl - aveva promesso lo scorso 8 agosto che avrebbe sottoposto all'attenzione delle Commissioni un testo che ci avrebbe fatto pervenire entro qualche giorno. Da allora nessuna notizia. Oggi scopriamo dai giornali che il testo è pronto e che riguarderebbe la regolamentazione dell'intramoenia, le assicurazioni per i medici e forse altri interventi. Un modo di procedere a mezzo stampa- proseguono i parlamentari del Pdl - francamente singolare.

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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 79375.html


Piano crescita non convince 'ABC', serve piu' concretezza
Si apre settimana chiave riforma voto. Bersani, c'e' possibilita'
25 agosto, 20:33


di Cristina Ferrulli

Il piano crescita, partorito dal consiglio dei ministri dopo una riunione record di quasi 9 ore, non convince né i partiti di maggioranza né i sindacati. Non tanto per i contenuti, "molti buoni", come ammette Pier Luigi Bersani, ma perché davanti all'urgenza della crisi servono fatti. In realtà, non solo il governo è chiamato la prossima settimana alla concretezza: anche per le forze politiche ci sarà il momento della verità perché mercoledì, alla riunione del comitato ristretto, si capirà se davvero l'accordo sulla riforma elettorale c'é.

Nonostante il premier Mario Monti si fosse premurato di chiarire che il primo consiglio dei ministri dopo la pausa estiva sarebbe stato un "seminario sulla crescita" senza decisioni, la delusione di 'Abc' non è inferiore. Anche l'Udc, il partito più allineato alle scelte dei tecnici, non nasconde perplessità: "Programma e propositi del governo sono ottimi - premette Lorenzo Cesa - Ma adesso passiamo dalle parole ai fatti, indicando le priorità su cui concentrare gli sforzi per questi mesi di legislatura". Se per i centristi priorità significa misure immediate per giovani e famiglie, il Pd è preccupato per la disoccupazione e le crisi industriali.

"Ci vuole concretezza - elenca Bersani - tavoli per le crisi industriali, bisogna dare un'occhiata alle piccole e medie imprese, al sistema delle tariffe, alla lotta all'evasione fiscale". E il Pdl, dal canto suo, batte sul tasto della crescita: "Monti parla di crescita nei giorni festivi e poi nei giorni lavorativi fa solo marginali operazioni di restyling", punge Fabrizio Cicchitto che rievoca gli attacchi delle parti sociali al governo Berlusconi, anch'esso stretto dalle necessità del rigore economico. Critiche di scarsa concretezza che allineano i partiti alla posizione dei sindacati, oggi espressa dal leader Cisl Raffaele Bonanni che chiede "un patto per il lavoro che impegni tutti i soggetti" altrimenti "non si va da nessuna parte". Ma se il governo è chiamato nel prossimo consiglio dei ministri del 30 agosto a fare i primi passi concreti per riavviare il motore della crescita, anche i partiti sono attesi, la prossima settimana, alla prova del nove sulla riforma elettorale.

Il segretario Pd si mostra possibilista, senza però cedere ad un eccesso di ottimismo: "La possibilità di un accordo c'é, vedremo nelle prossime ore. Non dipende solo da noi", chiarisce Bersani ribadendo che il Pd vuole un premio di maggioranza che permetta la sera del voto di sapere che "in Italia c'é qualcuno che può governare, altrimenti arriva lo tsunami". Oltre al premio di governabilità, va anche equilibrato il rapporto tra collegi e liste bloccate, visto che l'ipotesi delle preferenze sembra tramontata. "Un terzo dei parlamentari va scelto con i listini bloccati" chiede il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto che comunque assicura che "il filo del dialogo non si è mai interrotto".
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda franz il 26/08/2012, 7:59

Torto?
Questi signori, parlo dei sindacati ma non solo, che hanno gestito e causato lo sfascio che abbiamo oggi, chiedono di essere della partita per poter continuare a dire la loro si cosa va e cosa non va, per contrattare. Il che vuol dire poter dire alcuni NO. Come sempre. E poter dire che se funziona è merito loro.

Comunque se vogliamo veramente leggere chiacchiere (vecchie e spacciate come nuove) ecco cosa propongono i veri compagni rivoluzionari, quelli che hanno capito tutto.
Camusso: «Lo Stato intervenga e compri aziende in crisi»
http://www.unita.it/italia/stato-interv ... 907?page=1
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda ranvit il 26/08/2012, 10:42

Che la Cgil dica stupidaggini novecentesche è ormai un fatto consolidato...

Che i politici siano mediocri e abbiano contribuito non poco alla situazione d'immobilismo economico-sociale è anch'esso un fatto consolidato...

Ma che le indicazioni sul cosa fare del CdM di ieri siano "chiacchiere" mi sembra un fatto senza ombra di dubbio!

D'altronde, che l'Italia si stia ulteriormente avvitando in una spirale rigore-recessione è sotto gli occhi di tutti.
Monti ha iniziato bene a sbloccare la situazione di stallo, ma ora si è ficcato in un altro vicolo cieco...minacci la rottura dell'euro per ottenere un'abbassamento degli interessi, senza....falliremo comunque!
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda franz il 26/08/2012, 12:08

come primo atto si danno indicazioni su cosa si vuole fare.
Questo se vuoi sono chiacchere.
poi un governo passa ai fatti e questo vuol dire leggi che il parlameto dovrà approvare.
per qualcuno (SB e banda) anche queste erano "chiacchere".
La democrazia forse per qualcuno è chiacchera, perché si discute su cosa fare?
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda chango il 26/08/2012, 12:10

franz ha scritto:Torto?
Questi signori, parlo dei sindacati ma non solo, che hanno gestito e causato lo sfascio che abbiamo oggi, chiedono di essere della partita per poter continuare a dire la loro si cosa va e cosa non va, per contrattare. Il che vuol dire poter dire alcuni NO. Come sempre. E poter dire che se funziona è merito loro.

Comunque se vogliamo veramente leggere chiacchiere (vecchie e spacciate come nuove) ecco cosa propongono i veri compagni rivoluzionari, quelli che hanno capito tutto.
Camusso: «Lo Stato intervenga e compri aziende in crisi»
http://www.unita.it/italia/stato-interv ... 907?page=1


ci mancherebbe solo che le parti sociali, che rappresentano degli interessi organizzati, non chiedano di essere della partita.
mi pare la cosa più normale, legittima e democratica che ci possa essere.
oppure lasciamo che a decidere sia un governo di tecnici che chissà perchè si presume non siano responsabili dello sfascio che abbiamo oggi.
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda ranvit il 26/08/2012, 12:37

Se non sono chiacchiere sono piu' che d'accordo! Per esempio su questo:


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/s ... 5908.shtml

Medici di famiglia, si cambia arriva l’assistenza 24 ore su 24
Piano per la sanità, decreto già pronto. Studi sempre aperti per alleggerire gli ospedali. Tessera elettronica per i pazienti. Controlli fiscali sull'intramoenia. I dottori dovranno associarsi

ROMA - Medici di base reperibili 24 ore su 24, tessera sanitaria elettronica per tutti, fine delle assunzioni «politiche» negli ospedali e riorganizzazione del sistema di attività privataintramoenia. La «rivoluzione» del sistema sanitario nazionale italiano, come la definiscono gli uomini del ministro Renato Balduzzi, è contenuta in un provvedimento che il titolare del dicastero ha illustrato al premier Monti e ai colleghi del governo venerdì sera in Consiglio dei ministri. E che sarà approvato nel prossimo, che si terrà il 31 agosto. Venticinque articoli molto densi destinati a incidere, e molto, sulla vita degli italiani. Riforme che, si confida, devono riuscire a migliorare l’assistenza ai malati. Dando al tempo stesso un contributo alla razionalizzazione delle finanze pubbliche. Il capitolo salute pesa infatti per 130 miliardi sulle casse dello Stato (30 solo alla voce medicinali) e nella spending review si legge di risparmi per 6 miliardi di euro fino al 2015. Che non potranno essere ricavati solo da tagli. Ma anche da una riorganizzazione intelligente del sistema che possa permettere «di utilizzare meglio le risorse che ci sono».

A cominciare dall’assistenza di base, ad esempio. L’idea di Balduzzi, che ha già incassato il via libera delle organizzazioni di rappresentanza, è quella di archiviare la figura del medico di base. Il vecchio, caro amico di famiglia. Però solitario al lavoro, attivo 5 giorni alla settimana. E irreperibile, magari anche solo per le ricette, nel fine settimana. Con il risultato di ingolfare gli ospedali per esigenze di poco conto. «Come nei casi segnalati all’Umberto I» si ricorda. La riforma immaginata dal governo prevede la nascita di nuclei di 5 o 6 medici (sono già in corso sperimentazioni in Veneto e Lombardia) che possano alternarsi alla guida dello studio in modo da offrire assistenza senza soluzione di continuità ai pazienti. Delle vere e proprie aggregazioni professionali, sulla falsariga di quanto avviene da anni in molti Paesi europei. «Siamo favorevoli a questa svolta» dice Claudio Cricelli. Il presidente della società italiana di medicina generale spiega che la riforma avrà il pregio di allargare il ventaglio dei servizi a disposizione dei pazienti. «Siamo consapevoli – osserva Cricelli – che il futuro passa da una aggregazione di medici che in quanto tale, oltre a fornire assistenza di base 24 ore su 24, potrà garantire anche la diagnostica e alcune visite specialistiche».

Un altro capitolo sul quale si punta molto è la riscrittura delle norme per il reclutamento dei dirigenti sanitari. Troppe nomine politiche, troppi casi di clientelismo nel presente e nel recente passato. «Le regole che possano assicurare la trasparenza saranno rese più stringenti» dicono i collaboratori di Balduzzi indicando in curriculum a prova di bomba, da oggi in avanti, la precondizione per poter guidare una struttura sanitaria. Il Consiglio dei ministri del 31 agosto darà anche il via libera al fascicolo sanitario elettronico per i pazienti. Teoricamente dovrebbe già essere realtà. Nella pratica è decollato, tra le grandi regioni, solo in Lombardia ed Emilia Romagna. Si punta, in un futuro non troppo prossimo, a immagazzinare in un chip tutte le informazioni sanitarie di una persona. Per poi inserirle dentro la tessera sanitaria. Ecografie, diagnosi, radiografie, ricette. Mai più polverosi dossier: tutto digitalizzato e pronto per essere agevolmente consultato al computer. La rivoluzione riguarderà anche l’attività privata svolta in strutture pubbliche dai medici. Si tratta della riforma «intramoenia» voluta dall’ex ministro Rosy Bindi nel ’99. Che però non ha mai funzionato fino in fondo. Gli uomini del ministero parlano anzi di «far west» da regolare, ricordando i diversi decreti che si sono inutilmente succeduti in questi ultimi 13 anni sulla questione. In particolare, l’intervento cercherà di sistemare la questione della cosiddetta intramoenia allargata. Vale a dire l’attività svolta da medici presso strutture private per mancanza di spazi sanitari pubblici. Potranno continuare ad essere svolta ma, dice chi sta lavorando al provvedimento, «dovrà essere assicurata la tracciabilità dei pagamenti da parte dei pazienti e l’azienda sanitaria dovrà ricevere, dal parte del professionista, una certificazione». Elementi che, si osserva, non sempre fino a oggi sono stati rispettati.
Domenica 26 Agosto 2012 - 09:46
Ultimo aggiornamento: 10:02
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda ranvit il 26/08/2012, 12:43

E anche su questo....sempre che non siano chiacchiere.

(Ps Le definisco "chiacchiere" perchè ad oggi ben poco di quanto fin'ora fatto dal Governo è stato tramutato in operatività...vedi decreti attuativi ancora mancanti (la gran parte). )


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/p ... 5909.shtml

Cancellieri: «Sarà un autunno caldo tagli alle scorte, ma senza rischi»


ROMA - Ministro Cancellieri, l’altro giorno al Consiglio dei ministri ognuno di voi ha portato le proprie idee per la cosiddetta fase due. In tema di sicurezza lei che proposte ha fatto?
«Io ritengo che non ci siano sviluppo e crescita per il nostro Paese, se non c’è sicurezza. Sulla base di questa convinzione, anche insieme al ministro della Giustizia, Paola Severino, stiamo elaborando una serie di norme che intervengono a modificare il sistema legislativo in materia di beni confiscati alla mafia, alla camorra, alla ’ndrangheta e in generale alla criminalità organizzata».

In che senso va questa modifica?
«L’Agenzia per i beni confiscati alla mafia è frenata nel suo funzionamento da una serie di lacci e lacciuoli burocratici. E non è ancora in grado di mettere a frutto completamente il grande patrimonio sottratto a quel tipo di organizzazioni criminali. Abbiamo oltre 300 aziende confiscate e più di 3.000 immobili confiscati. Poi c’è un altro migliaio di imprese e altri 10.000 immobili sotto sequestro ma non ancora nella piena disponibilità dello Stato. Ciò dà la misura della quantità di beni da mettere a frutto per la società italiana, bisognosa di nuova linfa economica e di iniziative sociali e civili. L’Agenzia ha però bisogno di norme che la rendano più efficace e più operativa. Al più presto questo progetto sui beni confiscati verrà portato all’attenzione del Parlamento».

Altra riforma nel campo della sicurezza che serve alla crescita?
«Rendere meno farraginoso l’uso dei Pon».

Di che cosa?
«Sono i Progetti operativi nazionali, ovvero i fondi europei per la lotta alla criminalità nelle quattro regioni a rischio: Campania, Calabria, Puglia, Sicilia. Anche qui, nello sbloccare questi finanziamenti s’incontrano tante lentezze e difficoltà. Il nostro scopo, a cui stiamo lavorando con molta energia, è quello di dare alle amministrazioni di quelle regioni la possibilità di usufruire di quegli stanziamenti in tempi brevi e di portare a termine la progettazione di questi Pon».

Intanto, ieri è cominciato il campionato di calcio. Avete previsto, rispetto allo scorso anno, misure particolari per la sicurezza negli stadi?
«Continuiamo sulla strada già avviata, che ha dato risultati importanti. Cerchiamo sempre di più di responsabilizzare le società di calcio».

Dobbiamo aspettarci un autunno caldo negli stadi?
«Non ho al momento segnali di possibile peggioramento per quanto riguarda la situazione. Fino adesso le forze dell’ordine hanno operato bene e lo schema di gioco - per usare il linguaggio calcistico - non c’è per ora necessità di cambiarlo».

La spending review per il ministero dell’Interno che cosa significa?
«Significa che abbiamo tempo fino a marzo-aprile per riorganizzare le Prefetture, nell’ambito del riordino dell’intero sistema delle Province. Io conto di chiudere questo discorso anche prima dei limiti temporali previsti. E’ necessario cambiare l’assetto organizzativo della dislocazione degli uffici periferici dello Stato nel campo della sicurezza. Dove le Province verranno meno, noi dobbiamo comunque garantire la sicurezza dei cittadini e quindi stiamo lavorando a una sorta di mini-prefetture o comunque di presidii dello Stato sul territorio».

La spending review prevede anche il blocco del turn-over. Pure per le forze dell’ordine?
«Il discorso riguarda l’intero comparto e lo stiamo affrontando di concerto con la Difesa, con la polizia penitenziaria, con la polizia forestale. Mi sento comunque di dire ai cittadini che il nostro impegno sarà massimo nel garantire la sicurezza, perché siamo consapevoli di quanto questo sia un bisogno profondamente sentito dagli italiani. Sappiamo che le risorse sono poche e allora si cercherà di spendere meno ma di spendere meglio».

Si può fare?
«No, si deve fare».

La crisi economica e le proteste dei lavoratori le fanno temere un autunno caldo?
«Serve molta vigilanza. Non è un momento facile, basti vedere la vicenda dell’Alcoa in Sardegna o la situazione di Taranto. Si dice sempre autunno caldo. Ma tutti gli autunni sono caldi, anche se questo potrebbe essere un autunno più caldo del solito. Però questo Paese ha sempre dimostrato di saper superare le difficoltà e anche stavolta credo che ce la farà. Negli anni del terrorismo, che furono davvero terribili, l’Italia ha tenuto. Il nostro è un popolo molto maturo e oggi vedo tanta consapevolezza nella gente a proposito del momento che stiamo vivendo».

Il numero delle scorte lo diminuite oppure no?
«Gli uffici del Viminale stanno elaborando proposte di riorganizzazione dell’intero sistema delle scorte. C’è già stata una riduzione delle scorte per i livelli di rischio più bassi e adesso vogliamo rivisitare tutto il sistema. Ovviamente occorre garantire la sicurezza degli scortati, perché abbiamo ancora ferite aperte che non si sono rimarginate. Penso per esempio alla vicenda di Marco Biagi. Guai comunque, come si tende purtroppo a fare, a politicizzare e a mediatizzare questo tema delle scorte, che viceversa va affrontato da parte di tutti con molta serietà e va visto nella luce giusta. Nel giro di poche settimane, si avranno delle novità». Il numero dei reati aumenta?«Noi pensiamo a tenere alta la guardia. La crisi economica porta a un incremento dei reati predatori e della criminalità diffusa, che sono quelli che creano più malessere e paura presso la popolazione. Poi ci sono episodi come quello dell’omicidio di Terracina, che sono veramente inquietanti. Anche se gli ultimi dati, quelli che abbiamo diffuso nei giorni di ferragosto, sulla criminalità organizzata sono positivi».

Alla luce di tutto questo, perché è così difficile approvare la legge anti-corruzione?
«Questo è un discorso che compete al ministro Severino. Di sicuro, però, la corruzione va battuta con ogni mezzo. E auspico che al più presto si trovi la soluzione in Parlamento. La corruzione e il deficit di sicurezza sono due palle al piede che frenano l’Italia e ne ostacolano la crescita economica, spaventando gli investitori».

Quanto durerà questo governo?
«Noi ci stiamo impegnando, lo faremo fino alla fine e la cosiddetta strana maggioranza ci ha sempre sostenuto».

Anche lei, come altri ministri, è corteggiata per entrare nelle liste di qualche partito. Contenta?
«Ho preso l’impegno di fare il ministro dell’Interno, lo faccio con tutta la forza che ho e non posso disperdere energie in altri discorsi».

E dopo, non farete più politica?
«Questa è una scelta delle singole persone e ognuno è libero di fare le proprie scelte».

Che voto darebbe al vostro governo?
«I voti li danno i cittadini».

Dia almeno, lei che è super-romanista, un voto a Zeman?
«Io sono romanista per un fatto di viscere. Per me, la Roma è la Roma. Quindi ogni allenatore dei giallorossi ai miei occhi è il migliore, l’importante è che ci faccia vincere. Non m’intendo di cose tecniche, sono nata romanista perché così è e il resto non so».
Domenica 26 Agosto 2012 - 09:55
Ultimo aggiornamento: 10:07
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda trilogy il 26/08/2012, 12:52

Per ora mi sembra non ci sia nessun piano, solo un elenco di idee. Inoltre il problema storico dell'Italia è che si fanno centinaia di grandi piani che poi affondano nei cavilli, nella burocrazia, nei maneggi delle varie caste. Monti non è riuscito finora a sfuggire a questa prassi.

La maggioranza resta fredda sul piano crescita

Il presidente del Consiglio Mario Monti
Il governo vuole accelerare sui decreti attuativi Solo 40 su 350, finora, sono stati completati
FABIO MARTINI
roma

Nell’interminabile Consiglio dei ministri di venerdì che Mario Monti ha definito «un seminario», ad un certo punto il premier ha fatto un’osservazione assai poco accademica: «Ma come è possibile che noi approviamo tanti provvedimenti e poi non riusciamo a portarli a termine?». Monti si riferiva all’annoso problema dei decreti attuativi, necessari a tradurre in regolamenti dettagliati e operativi le norme di carattere generale presenti in ciascuna nuova legge. Nel fare quell’affermazione, Monti si è materialmente rivolto ai suoi ministri, richiamati nelle loro responsabilità, anche se in questo tipo di problematica è sempre rilevante l’influenza dell’alta burocrazia ministeriale. Nel caso del governo Monti, l’«arretrato» è davvero rilevante: al momento sono stati completati 40 decreti attuativi e ne mancano all’appello ben 350.

Certo, di questi ben 150 sono previsti nei decreti legge di più recente approvazione (Sviluppo e Spending review) e che sono diventati legge all’inizio di agosto. E anche se l’attuazione al «ralenti» è un’antica prassi che ha investito governi di vario orientamento, sono effettivamente molti i provvedimenti per i quali è scaduto il termine per l’adozione dei relativi regolamenti. Per esempio, per il primo dei decreti assunti dal governo, il Salva-Italia, il governo è riuscito finora a dare attuazione a 22 provvedimenti, ma mancano all’appello 51 regolamenti, pari al 70% del totale. Certo, in questo caso il fronte «coperto» è quello dell’evasione fiscale, ma in altri casi, come il Cresci-Italia, a restare senza regolamentazione attuativa sono ben 46 provvedimenti su 53. Ancora più deficitaria la situazione per il decreto-semplificazione (approvati due regolamenti su 49) e per quello sul mercato del lavoro, per il quale non è stato varato neppure un decreto attuativo rispetto ai 37 previsti.

Intanto, l’accoglienza dei partiti di maggioranza ai risultati del Cdm si è rivelata più ostica del previsto. Pd, Pdl e Udc - sia pure con toni diversi - hanno però battuto sullo stesso tasto: dal governo servono meno chiacchiere e più concretezza. Un approccio che, considerato il carattere dichiaratamente seminariale dato dal governo al Cdm, sembra indicare come la campagna elettorale sia di fatto già iniziata. A dare fuoco alle polveri propagandistiche era stato due giorni fa il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: in un’intervista aveva invitato Monti «a cambiare passo», aveva racchiuso l’esperienza del governo dei tecnici dentro «una parentesi non ripetibile» e si era esplicitamente candidato alla guida del Paese. Ieri, inaugurando la Festa nazionale del Pd a Reggio Emilia, Bersani ha pronunciato un giudizio poco lusinghiero sul Consiglio del giorno prima: «Un Cdm più di intenzioni, alcune molto buone, che di decisioni». E ancora: «Mi permetto di raccomandare molta concretezza: per dare fiducia bisogna metterci molta, molta concretezza».

Egualmente critico, ma da un versante diverso, il commento di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: «Il Consiglio è stato dominato dai richiami del ministro Grilli al rigore economico e vengono in mente gli attacchi che a suo tempo fecero la presidente di Confindustria Marcegaglia e i sindacati a Berlusconi perché mancava il capitolo-crescita: oggi gli stessi attacchi dovrebbero essere rivolti al governo Monti». Ma la sorpresa della giornata tutto sommato riguarda l’Udc, un partito che, dopo aver applaudito costantemente e per nove mesi l’azione del governo, ora sembra iniziare a cambiare tono. Dice il segretario Lorenzo Cesa: «Programma e propositi del governo sono ottimi. Ma adesso passiamo dalle parole ai fatti, indicando le priorità su cui concentrare gli sforzi».
fonte: http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/466450/
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda franz il 26/08/2012, 13:03

trilogy ha scritto:Per ora mi sembra non ci sia nessun piano, solo un elenco di idee. Inoltre il problema storico dell'Italia è che si fanno centinaia di grandi piani che poi affondano nei cavilli, nella burocrazia, nei maneggi delle varie caste. Monti non è riuscito finora a sfuggire a questa prassi.

Giusto ma hai dimenticato un punto, tra quelli che "storici" che bloccano centinaia di piani.
L'obbligo di concertazione, che implica un diritto di veto da parte di chiunque sia invitato al tavolo della concertazione.
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Re: Piano crescita o chiacchiere?

Messaggioda franz il 26/08/2012, 13:04

chango ha scritto:ci mancherebbe solo che le parti sociali, che rappresentano degli interessi organizzati, non chiedano di essere della partita.
mi pare la cosa più normale, legittima e democratica che ci possa essere.

certo, ma senza diritti di veto, a meno che non si ritenga il diritto di veto come espressione massima e legittima della democrazia.
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